Visualizza/apri - Università Cattolica del Sacro Cuore
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Quale Cebete tebano fece <strong>del</strong>le morali, tale noi qui diamo a vedere una Tavola <strong>del</strong>le<br />
cose civili, la quale serva al leggitore per concepire l’idea di quest’opera avanti di<br />
leggerla, e per ridurla più facilmente a memoria, con tal aiuto che gli somministri la<br />
fantasia, dopo di averla letta 372<br />
la fantasia, dunque, coadiuva la memoria, le fornisce un «aiuto»; Vico non<br />
specifica meglio cosa intenda per «aiuto» ma, fin da subito sappiamo che<br />
memoria e fantasia sono due facoltà <strong>del</strong>la mente umana che, dal punto di<br />
vista gerarchico non occupano la stessa posizione: sembrerebbe che la<br />
fantasia possa aiutare la memoria e che Vico intenda la fantasia come una<br />
facoltà più potente <strong>del</strong>la memoria, sì da poterla aiutare. Sui rapporti<br />
gerarchici tra memoria e fantasia dovremo tornare, perché i pronunciamenti<br />
di Vico non sono sempre coerenti.<br />
In secondo luogo l’affermazione lascia trapelare che il «leggitore», negli<br />
auspìci di Vico, avrebbe dovuto, dopo averla letta, saper riprodurre a mente<br />
l’opera, come era ancora previsto nelle scuole <strong>del</strong>l’epoca e come avevano<br />
insegnato per secoli nelle scuole medievali. Vico sottolinea l’importanza che<br />
la memoria ricopre per la formazione pedagogica e culturale <strong>del</strong>le nuove<br />
generazioni e, in questo, viene puntualmente ripreso da Ungaretti nelle prime<br />
pagine sulla Posizione storica e grandezza di Giambattista Vico, dove elenca i<br />
motivi per cui ha scelto di parlare <strong>del</strong>la figura <strong>del</strong> filosofo; non solo, dice,<br />
perché fu insegnante all’<strong>Università</strong> di Napoli per quarant’anni, ma anche per<br />
proporre una pedagogia di stampo vichiano:<br />
Una pedagogia che voglia proficuamente preparare cogli studi elementari e medi<br />
agli studi universitari deve dettare le sue norme avendo di mira lo sviluppo <strong>del</strong>la<br />
fantasia, <strong>del</strong>la memoria, <strong>del</strong>l’ingegno e <strong>del</strong>l’intendimento: le quali quattro cose sono<br />
necessarissime poiché – riferisco l’opinione di Vico – la cultura superiore e d’una<br />
372 GIAMBATTISTA VICO, Opere, cit., pp. 415.<br />
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