Visualizza/apri - Università Cattolica del Sacro Cuore
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molti autori <strong>del</strong>la fine <strong>del</strong> Settecento e di inizio Ottocento. Alcune<br />
affermazioni contenute nelle pagine zibaldoniane, così come alcuni temi di<br />
più ampia portata, possono essere fatte risalire alle speculazioni <strong>del</strong> filosofo<br />
napoletano 357. Leopardi dimostra di conoscere Vico fin dal 1821 e di<br />
annoverarlo tra i grandi pensatori <strong>del</strong> calibro di Cartesio, Newton, Leibnitz,<br />
Locke, Rousseau e Kant anche se non fa mai esplicito riferimento alle sue<br />
teorie (solo in alcune pagine <strong>del</strong>lo Zibaldone <strong>del</strong> 1828 – pagine n. 4392 e 4395-<br />
4397 – discute <strong>del</strong>la questione omerica citando direttamente il libro terzo<br />
<strong>del</strong>la Scienza Nuova). Suggestioni potrebbero derivargli dalla conoscenza <strong>del</strong><br />
pensiero di M.me De Stäel 358 e di Cesare Beccaria. 359<br />
Anche nel Discorso di un italiano intorno alla poesia romantica si possono<br />
facilmente rivenire echi <strong>del</strong>le teorie vichiane; si veda, per esempio:<br />
Ma che vo io cercando cose o minute o scure o poco note, potendo dirne una più<br />
chiara <strong>del</strong>la luce, e notissima a chicchessia, <strong>del</strong>la quale ciascuno, ancorché non apra<br />
bocca, mi debba essere testimonio? Imperocché quello che furono gli antichi, siamo<br />
stati noi tutti, e quello che fu il mondo per qualche secolo, siamo stati noi per<br />
qualche anno, dico fanciulli e partecipi di quella ignoranza e di quei timori e di quei<br />
diletti e di quelle credenze e di quella sterminata operazione <strong>del</strong>la fantasia; quando il<br />
tuono e il vento e il sole e gli astri e gli animali e le mura de’ nostri alberghi, ogni<br />
cosa ci appariva o amica o nemica nostra, indifferente nessuna, insensata nessuna;<br />
quando ciascun oggetto che vedevamo ci pareva che in certo modo accennando,<br />
357 L’influenza di Vico nelle pagine di Leopardi è argomento di studi a cui rimandiamo; tra gli<br />
ultimi ad occuparsene ricordiamo almeno: REMAUD OLIVIER, Enfance et Histoire (Vico, Rousseau,<br />
Leopardi), in Resumen de ponencias. Congresso internacional “Pensar para el nuevo siglo: giambattista Vico y la<br />
cultura europea”, a cura di Emilio Hidalgo-Serra, José Sevilla e José Villalobos, Napoli, La città <strong>del</strong><br />
Sole, 1999, pp. 147-184; STEFANO GENSINI, Mente, corpo e linguaggio: ancora su Vico e Leopardi, in<br />
“D’uomini liberamente parlanti”. La cultura linguistica italiana nell’età dei Lumi e il contesto culturale europeo, a<br />
cura di Stefano Gensini, Roma, Editori Riuniti, 2002, pp. 325-355; SANJA ROIC, Pensiero, forma<br />
letteraria, espressione. Leopardi e Vico, in Leopardi poeta e pensatore / Dichter und Denker, a cura di Sebastian<br />
Neumeister e Raffaele Sirri, Napoli, Guida, 1997, pp. 135-145.<br />
358 MARIO SANSONE, Leopardi e la filosofia <strong>del</strong> Settecento, in Leopardi e il settecento, in Atti <strong>del</strong> I<br />
Convegno internazionale di studi leopardiani - Recanati, 13-16 settembre 1962 - Firenze, Olschki,<br />
1964, pp. 133-172.<br />
359 ARCANGELO LEONE DE CASTRIS, Leopardi e Beccaria: schema dinamico <strong>del</strong> sensismo leopardiano, in<br />
Atti <strong>del</strong> I Convegno internazionale di studi leopardiani - Recanati, 13-16 settembre 1962 - Firenze,<br />
Olschki, 1964, pp. 399-413.<br />
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