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Visualizza/apri - Università Cattolica del Sacro Cuore

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Se la destinazione <strong>del</strong>l’idea di memoria, il valore e la funzione che assumono<br />

nella poetica di Ungaretti sono originali innovativi, l’interpretazione data e<br />

l’accezione principale (memoria come vis) sono mutuate ancora da Bergson:<br />

la conscience, c’est-à-dire la mémoire avec la liberté, c’est-à-dire enfin uen<br />

continuité de creation dans une durée où il y a véritablement croissance [...] nous<br />

apparaît comme une force qui s’insérerait dans la matière pour s’emparer d’elle et la<br />

tourner à son profit 340.<br />

in Bergson la memoria va infatti intesa come «una continuità creatrice [...], un<br />

intenso élan vital», uno «slancio differenziante» 341, come dice Enrica Lisciani-<br />

Petrini. Ma l’influsso di Agostino sull’idea di memoria ungarettiana, anche in<br />

questo caso, è da considerarsi almeno pari a quello <strong>del</strong> filosofo francese. Il<br />

Padre <strong>del</strong>la Chiesa, nelle Confessioni, fa numerosi ed espliciti riferimenti alla<br />

memoria intesa come un potere, <strong>del</strong>la cui forza l’individuo può trovarsi in<br />

balìa:<br />

et ecce memoriae meae vis non comprehenditur a me, cum ipsum non dicam<br />

praeter illam<br />

Magna vis est memoriae [...] profunda et infinita multiplicitas […] tanta vis est<br />

memoriae, tanta vitae vis est in homine vivente mortaliter è […] transibo et hanc<br />

vim meam, quae memoriae vocatur, transibo eam, ut pertendam ad te 342.<br />

altre, anche questa attribuzione, che ritorna negli ultimi scritti.<br />

340 HENRI BERGSON, Œvres, cit., p. 827 e p. 828, «la coscienza, cioè la memoria dotata di libertà,<br />

cioè, infine, una continuità di creazione in una durata in cui avviene una vera e propria crescita [...] ci<br />

appare come una forza che si inserisce nella materia per impadronirsi di essa e utilizzarla a proprio<br />

vantaggio», HENRI BERGSON, L’energia spirituale, Milano, Raffaello Cortina Editore, 2008, p. 15 e p.<br />

14.<br />

341 ENRICA LISCIANI-PETRINI, Memoria e poesia. Bergson, Jankélévitch, Heidegger, Napoli, Edizioni<br />

Scientifiche Italiane, 1983, pp. 52-53.<br />

342 AGOSTINO, Confessioni, cit., p. 358 e p. 360: «Eppure da me non è compreso quel potere <strong>del</strong>la<br />

mia memoria, senza di cui non riesco a parlare di me stesso»; «Grande è il potere <strong>del</strong>la memoria [...]<br />

la sua profonda e infinita complessità [...] tale è il potere <strong>del</strong>la memoria, tale il potere <strong>del</strong>la vita<br />

nell’uomo che conduce una vita mortale [...] Trascenderò anche questo mio potere che ho chiamato<br />

memoria, volendo attingere te» (per una maggiore chiarezza <strong>del</strong> nostro discorso si è preferito<br />

ricorrere, solo per questi passi, alla traduzione Michele Pellegrino, condotta sull’edizione critica a<br />

131

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