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Visualizza/apri - Università Cattolica del Sacro Cuore

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nelle parole <strong>del</strong> docente emerge in modo chiaro che la memoria è una forza,<br />

una forma di energia, una vis, appunto, che può intervenire e modificare la<br />

percezione <strong>del</strong> poeta; l’uso dei verbi, evidenziati in corsivo, è una spia<br />

grammaticale significativa. Nella lezione brasiliana [Sui sonetti <strong>del</strong> Petrarca] il<br />

poeta-professore afferma che la memoria ha la facoltà di riattivare il passato,<br />

di rendercelo presente e vivo e di trasformarlo in una risorsa per l’uomo<br />

moderno. L’incarnazione <strong>del</strong>le figure femminili che agitano i ricordi di<br />

Petrarca e di Leopardi non potrebbero esistere se non intendendo la<br />

memoria come vis, una vis ossessiva. Anche sostenere che la memoria è il<br />

mezzo principale per il recupero <strong>del</strong>l’innocenza, un mezzo che,<br />

contemporaneamente può essere motivo di libertà ma anche di<br />

asservimento 336, denuncia la concezione <strong>del</strong>la memoria come vis; nel senso<br />

che essa è intesa come una forza a cui attingere, ma che può anche<br />

imprigionare 337; una sorta di energia statica, depositata in un altrove, che può<br />

donare energia.<br />

Anche l’idea di fondo che emerge, soprattutto negli interventi più tardi, di<br />

una memoria che rappresenta, di volta in volta, rimedio, possibilità, speranza,<br />

strumento di elevazione morale per il singolo e per la società civile, evidenzia<br />

che Ungaretti ritiene la memoria una vis, una forza, di cui l’uomo può<br />

disporre, una forza dalle potenzialità inesplorate. Una energia che può<br />

mo<strong>del</strong>lare gli individui ed essere argine, in arte, alle derive di ogni rinascente<br />

estetica barocca 338, intesa come tendenza all’esasperazione <strong>del</strong>le forme,<br />

mentre nella vita sociale può essere efficace anticorpo alle degradazioni che<br />

portano l’uomo a combattere il suo simile 339.<br />

336 «I poeti e gli artisti dal Romanticismo in poi [...] hanno acquisito il potere di dare alla<br />

memoria la libertà di liberarsi di sé quanto più essa s’afferma»; GIUSEPPE UNGARETTI, Ragioni d’una<br />

poesia, in IDEM, Vita d’un uomo. Saggi e interventi, cit., pp. 764-764; quasi che la memoria abbia un<br />

potere che si può contrastare solo con un altro potere uguale e contrario.<br />

337 Ricordiamo l’affermazione «l’uomo s’era chiuso nella sua profondità, la memoria»,<br />

GIUSEPPE UNGARETTI, Innocenza e memoria, in IDEM, Vita d’un uomo. Saggi e interventi, cit., p. 132.<br />

338 L’accezione con cui usiamo qui l’aggettivo ‘barocca’ è tipicamente ungarettiana, cioè<br />

sinonimo di esasperazione, degenerazione.<br />

339 Si ricorderà che nei primi scritti, specialmente in Innocenza e memoria, la memoria aveva, tra le<br />

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