Visualizza/apri - Università Cattolica del Sacro Cuore
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di archiviazione, a sua volta inteso come «processo meccanico che miri<br />
all’esatta riproduzione <strong>del</strong> dato immagazzinato» 333. La memoria intesa come<br />
vis, invece, è il ricordo soggettivo che fonda l’identità personale e, soprattutto,<br />
in essa viene meno la decisività <strong>del</strong>la coincidenza tra dato immagazzinato e<br />
dato recuperato:<br />
mentre nella mnemotecnica la coincidenza di input e output è decisiva, nel ricordo<br />
soggettivo si stabilisce la loro differenza. Nell’intervallo di latenza tra il momento<br />
<strong>del</strong>l’immagazzinamento e quello <strong>del</strong> recupero, il ricordo soggettivo non occupa un<br />
deposito sicuro ma subisce un processo di trasformazione; perciò la memoria, in<br />
questa accezione, va intesa come un potere immanente, come energia dotata di leggi<br />
proprie 334.<br />
Tra le due definizioni di memoria presentate da Assmann, quella che si<br />
avvicina maggiormente alla concezione di Ungaretti è certo la seconda; la<br />
memoria, in molti scritti <strong>del</strong> periodo brasiliano, è intesa come una energia. Si<br />
rivedano le parole dedicate all’influenza <strong>del</strong>la memoria nell’atto creativo in<br />
Jacopone: ciò che per il frate è intervento divino, per Ungaretti è la presenza<br />
<strong>del</strong>la memoria che detta le parole <strong>del</strong>le laudi. In Indole <strong>del</strong>l’italiano, un passo è<br />
particolarmente esplicito:<br />
Abbiano visto poi come a Jacopone, quando la memoria può intromettersi fra la sua<br />
mente e la natura, e, allontanandosi dall’ossessione d’una natura spietata, placargli<br />
l’animo furente che il diversivo <strong>del</strong>l’azione non aveva accecato meno <strong>del</strong>la pazzia<br />
nell’orrendo e stupendo <strong>del</strong>irio <strong>del</strong> primo momento [...] placargli l’animo furente, e<br />
mostrargli l’oggetto caro <strong>del</strong>la sua gioventù [...] quell’oggetto terreno [...] si<br />
confonderà addirittura con l’immagine di Dio 335.<br />
333 Ivi, p. 29.<br />
334 Ivi, p. 30.<br />
335 GIUSEPPE UNGARETTI, Indole <strong>del</strong>l’italiano, in IDEM, Vita d’un uomo. Viaggi e lezioni, cit., pp. 513<br />
(corsivi nostri).<br />
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