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Visualizza/apri - Università Cattolica del Sacro Cuore

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di Bergson a quelle rinvenibili in una linea metafisica <strong>del</strong> cristianesimo che da<br />

Platone conduce a S. Agostino, fino a Pascal e Leopardi. Un forte indizio <strong>del</strong><br />

nuovo orizzonte filosofico è il sintagma «fluido simulacro», che rimanda ad<br />

un passo <strong>del</strong> Timeo. In modo simile componimenti come L’isola e Sirene<br />

rimandano a Platone; una ricognizione <strong>del</strong>la Terra promessa confermerebbe<br />

che la svolta è definitiva.<br />

Memoria, tempo, durata, sogno, assenza, uso <strong>del</strong> linguaggio, sono dunque i<br />

concetti e suggestioni che Ungaretti ha maturato leggendo Bergson, sono<br />

tutti elementi centrali <strong>del</strong>la sua poetica ampiamente interpretati ma, forse,<br />

sulla memoria si può aggiungere qualcosa.<br />

Si diceva sopra che negli anni brasiliani l’influenza <strong>del</strong> pensiero di Bergson è<br />

ancora ben viva; un indizio significativo ci pare una pagina di [Sui sonetti <strong>del</strong><br />

Petrarca: Quand’io son tutto vòlto in quella parte, Or che ’l ciel e la terra e ’l<br />

vento tace, Tutta la mia fiorita e verde etade]. Il passo è il seguente:<br />

E siccome noi non possiamo avere coscienza <strong>del</strong> tempo, e di noi stessi, e perfino di<br />

ogni minimo atto <strong>del</strong> nostro vivere di momento in momento, se non attraverso un<br />

riflesso che, mosso dalla memoria, la muova, e siccome ci siamo abituati a chiamare<br />

tempo questo riflesso fuggitivo <strong>del</strong> nostro spirito, <strong>del</strong> succedersi dei nostri atti, e a<br />

chiamare memoria noi stessi, un uomo non potendo avere coscienza di sé se non<br />

per il fatto che i suoi atti divengono memoria, noi vedremo il Petrarca concepire<br />

l’umanità come memoria e tutto come memoria 329.<br />

La memoria, dice Ungaretti in queste righe, è alla base <strong>del</strong>la nostra vita<br />

interiore. Usando le sue stesse parole: è grazie ad un riflesso <strong>del</strong>la memoria<br />

che l’individuo può avere coscienza di ogni suo minimo atto, di sé stesso e<br />

<strong>del</strong> tempo; il tempo, poi, è «riflesso fuggitivo <strong>del</strong> nostro spirito», il quale è<br />

329 GIUSEPPE UNGARETTI, [Sui sonetti <strong>del</strong> Petrarca: Quand’io son tutto volto in quella parte; Or<br />

che ’l ciel e la terra e ’l vento tace; Tutta la mia fiorita e verde etade], in IDEM, Vita d’un uomo. Viaggi e<br />

lezioni, cit., p. 557.<br />

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