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specialmente quelle <strong>del</strong>l’artista, individuo capace di svelare il mistero che si<br />

cela dietro le apparenze 324.<br />

Gennaro 325 mette in evidenza le possibili molteplici influenze che il filosofo<br />

francese può aver esercitato sul poeta: i concetti di sogno e di ricordo; la<br />

rivisitazione <strong>del</strong> passato in punto di morte; l’adesione panica al flusso vitale;<br />

la sensibilità verso quei meccanismi <strong>del</strong> linguaggio che Bergson dichiara più<br />

adatti a cogliere l’essenza <strong>del</strong>la realtà: la sua musicalità e l’uso <strong>del</strong>la metafora e<br />

<strong>del</strong>l’analogia (espedienti cari anche al Simbolismo). Per quanto riguarda la<br />

memoria, Gennaro sostiene che gli aspetti <strong>del</strong>la riflessione di Bergson che<br />

possono aver maggiormente influenzato Ungaretti sono quelli riguardanti la<br />

conservazione <strong>del</strong> ricordo e le condizioni di rimemorazione 326; per questo<br />

secondo aspetto, in particolare, Bergson porrebbe nella compresenza di<br />

distacco dall’azione, rêverie e sogno la condizione ideale per la rimemorazione;<br />

similmente, in molte poesie di Ungaretti si rinviene contemporaneamente il<br />

distacco dall’azione, rêverie e ricordo: il poeta, inoltre, in modo conforme ai<br />

dettami bergsoniani, attribuisce al sogno la facoltà di ricordare il passato,<br />

anche se specifica che il sogno è avulso da ogni determinazione temporale 327.<br />

Livorni definisce i filosofi Platone e Bergson 328 terminus a quo e terminus ad<br />

quem <strong>del</strong>la parabola filosofica di Ungaretti. In particolare, dice, nella lezione<br />

brasiliana intitolata Platone, è rinvenibile un indizio <strong>del</strong>l’allontanamento di<br />

Ungaretti da Bergson che, secondo lo studioso, avviene nel periodo di<br />

meditazione <strong>del</strong> Sentimento <strong>del</strong> tempo, e che segna l’avvicinamento alle tesi di<br />

Platone. La conversione religiosa <strong>del</strong> 1928 sposta i suoi interessi dalle teorie<br />

324 Ivi, p. 83.<br />

325 In ROSARIO GENNARO, Bergson e i miraggi <strong>del</strong>la durata, apparso in IDEM, Le patrie <strong>del</strong>la poesia.<br />

Ungaretti, Bergson e altri saggi, Fiesole, Cadmo, pp. 71-128, sono confluiti i due precedenti saggi: Ancora<br />

su Bergson nel primo Ungaretti, «Studi italiani», VIII (1996) 1, pp. 35-65, e La poetica di Ungaretti e il<br />

pensiero di Bergson. Continuità di un rapporto, «La Rassegna <strong>del</strong>la Letteratura Italiana», CIII (1999), 2, pp.<br />

429-448.<br />

326 Ivi, p. 109.<br />

327 Ivi, p. 122.<br />

328 ERNESTO LIVORNI, «In sé da simulacro a fiamma vera / errando». La poesia di Ungaretti da Platone e<br />

Bergson, in Giuseppe Ungaretti. Identità e metamorfosi. Colloquio Internazionale, Lucca, 4-6 <strong>apri</strong>le 2002, a cura<br />

di Lia Fava Gazzetta, Rosario Gennaro, Maria Lusi e Franco Musarra, Lucca, maria pacini fazzi<br />

editore, 2005, pp. 211-246.<br />

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