Visualizza/apri - Università Cattolica del Sacro Cuore
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Petrucciani, nel 1985, identifica una linea ideale che, attraverso la concezione<br />
<strong>del</strong>la memoria-poesia, collega Platone e Bergson, per via agostiniana 314 e si<br />
stupisce <strong>del</strong> poco spazio riservato, nella bibliografia critica su Ungaretti, al<br />
rapporto tra il poeta e il filosofo francese.<br />
Guido Guglielmi, invece, inizia il discorso sul rapporto Ungaretti-Bergson dal<br />
concetto di durata, sostenendo che il rapporto tra i due fu «profondamente<br />
dialettico» 315; Bergson, infatti, fu il filosofo a cui guardavano le avanguardie<br />
primonovecentesche e che pone radicalmente il problema <strong>del</strong> linguaggio<br />
come filtro ineludibile fra l’uomo e l’esperienza pura. Interpretando il<br />
pensiero <strong>del</strong> filosofo, però, Ungaretti «dialettizza quello che al contrario<br />
Bergson aveva duramente contrapposto. La parola [...] cessa di essere un<br />
ostacolo o uno schermo che separa dalla verità <strong>del</strong>l’esperienza, ma diventa il<br />
fondamento <strong>del</strong>la poesia. [...] C’è dunque un nascosto antibergsonismo» 316.<br />
Guglielmi confronta quindi le interpretazioni <strong>del</strong>le teorie bergsoniane date<br />
dai futuristi e da Ungaretti e dalla comparazione ricava «una uguale fe<strong>del</strong>tà-<br />
infe<strong>del</strong>tà a Bergson, ma di segno contrario. [...] Da una parte una poetica<br />
<strong>del</strong>la percezione; dall’altra una poetica <strong>del</strong>la memoria. La parola degli uni sarà<br />
agrammaticale, spettacolare e gestuale [...]; la parola <strong>del</strong>l’altro sarà invece la<br />
parola <strong>del</strong>lo “stupore contemplativo”, una parola musicale e misteriosamente<br />
regolata» 317. Ungaretti, aggiunge, è debitore a Bergson anche per quanto<br />
riguarda il concetto di memoria: il filosofo pensa che in ogni individuo esista<br />
una memoria ‘pura’, cioè la totale trasparenza <strong>del</strong>lo spirito a se stesso; la<br />
memoria, quindi, sarebbe un ambiente familiare all’uomo spirituale 318. In<br />
Ungaretti, invece, la memoria «si carica di istanze storiche e partecipa<br />
314 MARIO PETRUCCIANI, La ‘ragion poetica’ <strong>del</strong>la memoria, in Il condizionale di Didone. Studi su<br />
Ungaretti, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 1985, pp. 53-110 : 70.<br />
315 GUIDO GUGLIELMI, «Innocenza e memoria», in IDEM, Interpretazione di Ungaretti, Bologna, Il<br />
Mulino, 1989, pp. 123-156 : 123.<br />
316 Ivi, p. 127.<br />
317 Ivi, p. 131.<br />
318 Ivi, p. 131.<br />
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