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terreno di elaborazione <strong>del</strong>la poetica <strong>del</strong>la memoria e oggetto di due articoli.<br />
Le affinità che legano alcuni aspetti <strong>del</strong>la poetica di Ungaretti alla filosofia di<br />
Bergson sono state messe in luce da numerosi studi; prima di addentrarci in<br />
tale questione converrà fare un ragionato riepilogo di quelli che ci paiono i<br />
contributi più rilevanti.<br />
Partendo dal valore mitopoietico che l’assenza ha per la poesia, Ossola parla<br />
di un aspetto conoscitivo <strong>del</strong>la memoria, in quanto capace di dire «di più <strong>del</strong>la<br />
presenza» 309, che Ungaretti elabora a partire dal «nucleo essenziale <strong>del</strong>la<br />
lezione di Bergson», ossia «l’identificazione [...] tra coscienza e memoria» 310.<br />
Lo studioso sostiene che l’ideologia complessiva <strong>del</strong>l’Allegria non è tanto<br />
fondata sull’immediatezza, sull’urgere <strong>del</strong> verso nell’impeto biografico, ma è<br />
radicata nella «denegazione <strong>del</strong> presente, per reduplicarlo nell’“assenza”<br />
mitopoietica» 311. Tale denegazione, ripiegandosi sull’ipotesi <strong>del</strong>la propria<br />
assenza, svelerebbe però la propria natura tautologica se non si affidasse allo<br />
«spessore <strong>del</strong>la memoria» 312. L’assunto essenziale, quindi, che tocca il cuore<br />
<strong>del</strong>l’Allegria, è che non c’è soluzione di continuità fra memoria e visione, e<br />
che il luogo <strong>del</strong> passato dove memoria e visione si fondono è il «miraggio».<br />
La prima poesia di Ungaretti, dunque, vivrebbe <strong>del</strong>la «mitica ambiguità <strong>del</strong><br />
“miraggio”» 313; il miraggio, l’abbaglio <strong>del</strong> ricordo sognato, il nulla sono<br />
concetti che sembrano essere spiegati da Ungaretti grazie al riutilizzo di<br />
parole di Bergson. Da questi concetti muove il tentativo <strong>del</strong> poeta di<br />
reinserire il presente nella traccia <strong>del</strong> passato, recuperando il mito, inteso<br />
come spiegazione iniziale, come parola «prima <strong>del</strong>la nascita» e, insieme, «terra<br />
promessa». Per rendere possibile tale regressione, per poter, infine, attingere,<br />
all’immagine prima, all’archetipo, per maturare questo sentimento <strong>del</strong> tempo<br />
è stata indispensabile la lezione di Bergson.<br />
309 CARLO OSSOLA, L’assenza memorabile. La lezione di Bergson, in IDEM, Giuseppe Ungaretti, Milano,<br />
Mursia, pp. 109-131 : 117 (corsivo originale).<br />
310 Ivi, p. 114.<br />
311 Ivi, p. 120.<br />
312 Ivi, p. 121.<br />
313 Ivi, p. 123.<br />
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