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Visualizza/apri - Università Cattolica del Sacro Cuore

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maceria d’un presente già disgregatosi e degradatosi in passato e che la memoria,<br />

per drammatico mistero <strong>del</strong>la sua essenza stessa, ha per aspirazione e per missione<br />

di superare e abolire il passato, e di restaurare e di risollevare la realtà nella sua<br />

integrità e unità originaria, come se non mai il castigo <strong>del</strong>l’infermità e <strong>del</strong>la morte<br />

l’avesse colpita 298.<br />

Questi due stralci mostrano la commistione <strong>del</strong> tema <strong>del</strong>la memoria, come fu<br />

pensato da Platone, e di quello <strong>del</strong>l’integrità originaria con il divino, spezzata<br />

per via di una colpa, che è invece prettamente cristiano. Chi ne fa la prima<br />

feconda sintesi è Agostino, ed Ungaretti, quando confronta Jacopone e<br />

Petrarca, pur in maniera implicita, decreta l’imprescindibilità di questo tema<br />

per fondare una poetica basata sulla memoria. Jacopone, dice, «crede e<br />

chiama rivelazione <strong>del</strong> divino ciò che il Petrarca saprà non essere se non<br />

memoria e chiamerà malinconicamente memoria» 299; esiste dunque una<br />

differenza significativa fra Jacopone e Petrarca: Jacopone può confondere<br />

l’intervento <strong>del</strong>la memoria con l’intervento di Dio perché è in difetto,<br />

secondo Ungaretti, non conoscendo Agostino, da questa lacuna si ha il suo<br />

errore; Petrarca, invece, riconoscerà la memoria e la chiamerà col suo nome<br />

perché ha letto Agostino. Ecco dove si fonda la maggiore autorevolezza di<br />

Petrarca rispetto a tutti gli altri autori, ecco perché egli riconosce la memoria<br />

mentre Jacopone si sbaglia; il fondamento di una poesia correttamente<br />

fondata sulla memoria passa attraverso Agostino, la sua lezione, la sua<br />

concezione <strong>del</strong>la memoria.<br />

È evidente che i punti di contatto tra il pensiero platonico e quello<br />

agostiniano sono molti, almeno per quanto attiene al concetto di memoria e<br />

alla sua funzione. Però, in un testo sulla poetica raciniana, Ungaretti afferma<br />

che<br />

298 GIUSEPPE UNGARETTI, Sul frammento «Spento il diurno raggio in occidente» II, in IDEM, Vita d’un<br />

uomo. Viaggi e lezioni, cit., pp. 946-957 : 948-949.<br />

299 GIUSEPPE UNGARETTI, [Idea <strong>del</strong> tempo e valore <strong>del</strong>la memoria in Petrarca], in IDEM, Vita d’un<br />

uomo. Viaggi e lezioni, cit., pp. 549-555 : 549-550.<br />

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