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Visualizza/apri - Università Cattolica del Sacro Cuore

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divaricazione» 290 fra la poetica dei due autori, poiché il poeta, soprattutto<br />

nella fase matura <strong>del</strong>la sua parabola, preferirebbe seguire Platone.<br />

Riprendiamo il nostro discorso notando che, nella lezione intitolata Manzoni e<br />

Platone, il ricorso di Ungaretti a Platone è esplicito; il poeta indica il Gorgia<br />

come strumento che «potrebbe servire, con un’esattezza impressionante, di<br />

commento ai Promessi Sposi» e chiosa l’idea di giustizia manzoniana con queste<br />

parole:<br />

D. Dunque il Manzoni s’immagina una città dei giusti?<br />

R. Certo, se l’immaginava, come ogni moralista, a incominciare dall’autore <strong>del</strong>la<br />

Repubblica. Ed è tutto teso verso la riconquista <strong>del</strong> mondo soprannaturale perduto,<br />

di cui però abbiamo reminescenza, reminescenza che egli cerca, coll’umorismo e<br />

con cento altre risorse <strong>del</strong>l’arte, di rappresentarci ironicamente, attraverso le ridicole<br />

imperfezioni di noi peccatori. La perfezione concepibile da un uomo, va, come già<br />

c’insegnava Platone, sino al punto dove il velo <strong>del</strong>la reminescenza ci divide dalla<br />

realtà. La Provvidenza, il mistero <strong>del</strong> divino <strong>del</strong> Manzoni, sono in questo velo, il<br />

quale all’uomo in questo mondo non permetterà mai di partecipare alla realtà, ma<br />

solo d’imitarla. Dunque, secondo il Manzoni, la realtà è cosa soprannaturale, e le<br />

cose di quaggiù, operate dall’uomo, non sono se non illusione e vanità, frutti <strong>del</strong>la<br />

sua ridicola superbia; e quel poco di buono che fa non è se non imitazione 291.<br />

Ciò che importa qui sottolineare è, al di là <strong>del</strong>la personale interpretazione<br />

<strong>del</strong>l’ideologia manzoniana 292, il reimpiego in sede critica <strong>del</strong>la teoria <strong>del</strong>la<br />

reminescenza platonica; un accorgimento che Ungaretti utilizza anche in<br />

290 ROSARIO GENNARO, Bergson e i miraggi <strong>del</strong>la durata, in IDEM, Le patrie <strong>del</strong>la poesia. Ungaretti,<br />

Bergson e altri saggi, Fiesole, Cadmo, 2004, pp. 127-128.<br />

291 GIUSEPPE UNGARETTI, Manzoni e Platone, in IDEM, Vita d’un uomo. Viaggi e lezioni, cit., pp.<br />

636-645 : 644.<br />

292 Così Montefoschi nelle note accluse: «Non solo [...] il poeta inserisce il riluttante Manzoni<br />

nell’amata linea platonico-petrarchesca, ma piega il dialogo antico alle ragioni distanti, seppure non<br />

in contraddizione, <strong>del</strong>la morale cattolica»; PAOLA MONTEFOSCHI, Note e notizie sui testi, in GIUSEPPE<br />

UNGARETTI, Vita d’un uomo. Viaggi e lezioni, cit., p. 1435.<br />

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