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Visualizza/apri - Università Cattolica del Sacro Cuore

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attività spirituale 269.<br />

In questi tentativi di articolare la memoria, di farne una condizione<br />

imprescindibile <strong>del</strong>l’atto artistico, di dilatarne i contorni, Ungaretti sembra<br />

amalgamare, tramite riecheggiamenti più o meno palesi, i risultati <strong>del</strong><br />

pensiero dei suoi filosofi maestri: oltre ad Agostino anche Bergson.<br />

Illustrando l’opera di Jacopone così commenta:<br />

Quando [Jacopone], per intervento <strong>del</strong>la memoria potrà contemplare questo suo<br />

amore e quindi conoscerlo, la conoscenza <strong>del</strong> suo amore, per un trasporto religioso<br />

<strong>del</strong> suo animo e non per riflessione, verrà da lui riferita alla conoscenza <strong>del</strong>l’amore<br />

divino, o, per meglio dire, confusa colla conoscenza <strong>del</strong>l’amor divino. Gli parrà che<br />

l’amore mistico, la conoscenza umana <strong>del</strong> divino e la fusione umana nel divino<br />

siano quella rivelazione dei gradi <strong>del</strong>la sua esperienza sentimentale e fisica<br />

<strong>del</strong>l’amore verso il conseguimento secondo natura <strong>del</strong>la felicità, che la memoria,<br />

fattaglisi finalmente cordiale, gli offrirà. Crede e chiama rivelazione <strong>del</strong> divino ciò<br />

che il Petrarca saprà non essere se non memoria e chiamerà malinconicamente<br />

memoria.<br />

e poco dopo aggiunge:<br />

Si noti bene questo: nell’allucinazione o, se preferite, nella trasfigurazione mistica, i<br />

fatti che la memoria fa apparire allo spirito, non vi appariscono come fatti compiuti<br />

e <strong>del</strong> passato, ma come fatti <strong>del</strong> presente, in via di svolgimento. È un sognare a<br />

occhi aperti, e con partecipazione attiva di tutto l’essere, e dando al tempo non più<br />

la nozione comune di passato, presente e avvenire; ma solo quella d’un presente che<br />

si svolge, ma che resta presente in tutte le fasi <strong>del</strong> suo svolgimento. In altri termini<br />

la memoria <strong>del</strong> mistico, quella <strong>del</strong>le ultime e più belle poesie di Jacopone, è difatti<br />

memoria che interviene, ma il poeta non sa affatto che sia memoria: crede che sia<br />

269 Un altro riecheggiamento da Agostino potrebbe essere: «La qualità d’interrompere i limiti, o<br />

meglio di togliere alle cose gl’impedimenti di tempo e di spazio per rendercele anche se assenti,<br />

presenti, è qualità propria, difatti, <strong>del</strong>la memoria», GIUSEPPE UNGARETTI, [Leopardi e il sentimento <strong>del</strong>la<br />

decadenza: la canzone «Ad Angelo Mai»], cit., p. 880; stringata sintesi <strong>del</strong>la teoria <strong>del</strong>la distensio animi (fatta<br />

salva, s’intende, l’analogia anima-memoria).<br />

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