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nell’infinito <strong>del</strong>la memoria» 260; il che equivale a dire che la memoria è una<br />

dimensione infinita, come sostiene ancora Agostino nelle Confessioni: la<br />

memoria è infatti dichiarata «penetrale amplum et infinitum» 261.<br />

L’attribuzione di infinità si evince precisamente anche dove il poeta aveva<br />

scritto, in una lezione su Petrarca, che oltre i limiti temporali <strong>del</strong>l’uomo non<br />

esiste che l’infinito umano, attingibile solo dalla memoria 262.<br />

Nella lezione [Sui sonetti <strong>del</strong> Petrarca], Ungaretti articola ulteriormente il<br />

concetto di memoria: «noi vedremo il Petrarca concepire l’umanità come<br />

memoria e tutto come memoria» 263 arrivando a «chiamare memoria noi<br />

stessi» 264; questa identificazione fra memoria e individuo era già stata<br />

proposta da Agostino che considerava la memoria come spirito: «cum animus<br />

sit etiam ipsa memoria nam» 265 e poco oltre: «ego sum, qui memini, ego<br />

animus» 266 che equivale a dire, quanto meno, che io e memoria sono<br />

consustanziali; e insiste: «Magna vis est memoriae, nescio quid orrendum,<br />

Deus meus, profonda et infinita multiplicitas; et hoc animus est, et hoc ego<br />

ipse sum» 267. Di valore analogo è l’affermazione che «l’amore per il Petrarca<br />

ha veramente inizio dal momento che è attività spirituale, dal momento cioè<br />

che è risorto nella memoria» 268: ciò che rende spirituale l’amore di Petrarca è<br />

il suo risorgere «nella memoria», la memoria è quindi, anche per Ungaretti,<br />

260 GIUSEPPE UNGARETTI, Immagini <strong>del</strong> Leopardi e nostre, in IDEM, Vita d’un uomo. Saggi e Interventi,<br />

cit., p. 444.<br />

261 «santuario ampio e infinito», AGOSTINO, Confessioni, cit., p. 346.<br />

262 GIUSEPPE UNGARETTI, Idea <strong>del</strong> tempo e valore <strong>del</strong>la memoria in Petrarca, cit, p. 551. Sulla stessa<br />

idea di memoria come estensibile al futuro, che può essere sostituito da una linea infinita, Ungaretti<br />

ritorna anche nel saggio sui sonetti di Shakespeare, dove sostiene che «il futuro in questo senso<br />

equivarrebbe a passato rovesciato»; GIUSEPPE UNGARETTI, Significato dei sonetti di Shakespeare, in<br />

IDEM, Vita d’un uomo. Saggi e interventi, cit., pp. 551-570 : 555.<br />

263 GIUSEPPE UNGARETTI, [Sui sonetti <strong>del</strong> Petrarca: Quand’io son tutto volto in quella parte; Or<br />

che ’l ciel e la terra e ’l vento tace; Tutta la mia fiorita e verde etade], in IDEM, Vita d’un uomo. Viaggi e<br />

lezioni, cit., p. 557.<br />

264 Ibidem.<br />

265 «La memoria è anch’essa spirito», AGOSTINO, Confessioni, cit., p. 354.<br />

266 «Chi ricorda sono io, io lo spirito, che ricordo», ivi, p. 358.<br />

267 «La facoltà <strong>del</strong>la memoria è grandiosa. Ispira quasi un senso di terrore, Dio mio, la sua<br />

infinita e profonda complessità. E ciò è lo spirito, e ciò sono io stesso», ivi, p. 360.<br />

268 GIUSEPPE UNGARETTI, [Sui sonetti <strong>del</strong> Petrarca..., cit., p. 557.<br />

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