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critica, pur essendo passati ventisei anni da quella prima silloge, non ha<br />
ancora aperto un fascicolo sull’argomento. Nello studio di Ossola 241 l’autore<br />
non fa cenno ad Agostino, come Guido Guglielmi nel suo Interpretazione di<br />
Ungaretti 242 e Daniela Baroncini nel suo Ungaretti barocco 243; Paola<br />
Montefoschi 244 vi fa riferimento solo per stilare la lista dei maîtres à penser;<br />
Ernesto Livorni, in Avanguardia e tradizione. Ezra Pound e Giuseppe Ungaretti 245,<br />
vi fa un solo cenno, en passant, in una frase parentetica. Chi dimostra di essere<br />
avvertito <strong>del</strong>la parca ma feconda presenza <strong>del</strong>la lezione agostiniana in<br />
Ungaretti è Mario Petrucciani 246. Il suo volume, Il condizionale di Didone, pur<br />
non affrontando il tema nello specifico, dimostra consapevolezza <strong>del</strong> peso<br />
che il pensiero di Agostino esercita nella definizione <strong>del</strong>la poetica <strong>del</strong>la<br />
memoria: il vescovo di Ippona è citato più volte quale collegamento ideale tra<br />
le teorie platoniche e Bergson 247 ed è indicato tra gli ispiratori <strong>del</strong>la poetica<br />
ungarettiana.<br />
Se l’orizzonte etico a cui fa riferimento Ungaretti è il cristianesimo, non<br />
possono stupire i riferimenti a S. Agostino, padre <strong>del</strong>la chiesa e filosofo che<br />
ha teorizzato sulla memoria, così come non deve stupire la completa assenza<br />
di riferimenti alla sua opera negli scritti critici anteriori al periodo brasiliano: è<br />
durante il soggiorno latinoamericano che il poeta ripensa le opere di alcuni<br />
degli autori che riconoscerà suoi maestri. Uno di questi è proprio Agostino;<br />
241 CARLO OSSOLA, Ungaretti, Milano, Mursia, 1975.<br />
242 GUIDO GUGLIELMI, Interpretazione di Ungaretti, Bologna, Il Mulino, 1989.<br />
243 DANIELA BARONCINI, Ungaretti Barocco, prefazione di Andrea Battistini, Roma, Carocci,<br />
2008. Il volume che ha preceduto il ritratto barocco di Ungaretti conteneva solo due rapidi cenni, si<br />
veda DANIELA BARONCINI, Ungaretti e il sentimento <strong>del</strong> classico, Bologna, Il Mulino, 1999, pp. 8 e 110.<br />
244 PAOLA MONTEFOSCHI, La memoria. Innesti bergsoniani, in EADEM, Ungaretti. Le eclissi <strong>del</strong>la<br />
memoria, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 1989.<br />
245 ERNESTO LIVORNI, Avanguardia e tradizione. Ezra Pound e Giuseppe Ungaretti, Firenze, Le<br />
Lettere, 1998.<br />
246 MARIO PETRUCCIANI, Il condizionale di Didone. Studi su Ungaretti, Napoli, Edizioni Scientifiche<br />
Italiane, 1985.<br />
247 Così fa anche ERNESTO LIVORNI, Avanguardia e tradizione. Ezra Pound e Giuseppe Ungaretti,<br />
Firenze, Le Lettere, 1998, p. 308. Un richiamo, in nota, ai temi comuni al pensiero di Agostino e alla<br />
poetica di Ungaretti si trova anche in ERNESTO LIVORNI, «In sé da simulacro a fiamma vera / errando».<br />
La poesia di Ungaretti da Platone e Bergson, in Giuseppe Ungaretti. Identità e metamorfosi. Colloquio<br />
Internazionale, Lucca, 4-6 <strong>apri</strong>le 2002, a cura di Lia Fava Guzzetta, Rosario Gennaro, Maria Lusi e<br />
Franco Musarra, Lucca, maria pacini fazzi editore, 2005, p. 224.<br />
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