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Visualizza/apri - Università Cattolica del Sacro Cuore

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Cap. 2. Agostino e Platone (e Bergson)<br />

Quando si dice idea, si dà a questa parola un<br />

contenuto che non può essere sempre lo<br />

stesso.<br />

Conoscere bene uno scrittore è sempre, in<br />

primo luogo, sapere stabilire il contenuto<br />

preciso che hanno per lui le parole.<br />

Fin dalle prime lezioni brasiliane ha inizio il tentativo di rielaborazione <strong>del</strong><br />

concetto di memoria poiché, crediamo, Ungaretti si rende conto che il<br />

semplice riferirsi ad esso come equivalente <strong>del</strong> corpus di soluzioni<br />

tramandateci dagli autori <strong>del</strong> canone non aiuta a dar conto in modo<br />

esauriente <strong>del</strong>le ragioni profonde <strong>del</strong>la poesia. Il tentativo di articolazione <strong>del</strong><br />

concetto consisterà in una serie di ‘innesti’ 238 o di attribuzioni, se possiamo<br />

dir così, alla memoria, che trovano nelle teorizzazioni di Platone o Agostino<br />

o Bergson 239 ricchi depositi a cui attingere. 240<br />

La critica che si è occupata degli scritti in prosa di Ungaretti non ha dato<br />

molto spazio all’influenza di Agostino. Nel volume dei Saggi e interventi, per<br />

esempio, gli unici riferimenti ad Agostino sono i cenni di Ungaretti stesso,<br />

così accade anche nel volume che raccoglie Viaggi e lezioni, segno che la<br />

238 Paola Montefoschi definisce la poetica ungarettiana come «poetica degli ‘innesti’»; PAOLA<br />

MONTEFOSCHI, Ungaretti. Le eclissi <strong>del</strong>la memoria, Edizioni Scientifiche italiane, Napoli, 1988, p. 14.<br />

239 Le modalità e i tempi con cui Ungaretti è venuto a conoscenza <strong>del</strong> pensiero bergsoniano, la<br />

frequentazione dei corsi al Collège de France, sono ricostruiti in PAOLA MONTEFOSCHI, Ungaretti. Le<br />

eclissi <strong>del</strong>la memoria, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 1988, pp. 62 ss. e ROSARIO GENNARO, Le<br />

patrie <strong>del</strong>la poesia. Ungaretti, Bergson e altri saggi, Firenze, Edizioni Cadmo, 2004, pp. 71 ss. Aggiungiamo<br />

solo che Papini aveva inserito Bergson tra i migliori pensatori <strong>del</strong> tempo, nel suo GIOVANNI PAPINI,<br />

24 cervelli. Saggi non critici, Ancona, Puccini, 1913.<br />

240 Come dice Perone: «Nella filosofia <strong>del</strong> Novecento, il tema <strong>del</strong>la memoria è stato riproposto,<br />

ancora sullo sfondo <strong>del</strong>la tradizione platonica, da Bergson, il quale ha identificato la memoria con la<br />

coscienza, asserendo che “il fondo <strong>del</strong>la nostra esistenza cosciente è memoria” [...] La memoria è<br />

concepita da Bergson come una inarrestabile vis, un’onniestensiva virtualità, che è concezione<br />

debitrice di Agostino in modo palese e, più velatamente, di Platone»; UGO PERONE, voce Memoria,<br />

Enciclopedia Filosofica, Milano, Bompiani, VII, p. 7242.<br />

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