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tesi Albano.pdf - Università degli Studi del Molise

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Pare ragionevole ritenere che l’annullamento pronunciato in secondo<br />

grado per tutte le suddette ipo<strong>tesi</strong> travolga anche la posizione <strong>del</strong> non<br />

impugnante.<br />

Sulla scia di quanto affermato, risulta chiaro che alle medesime<br />

conclusioni debba pervenirsi con riferimento all’annullamento disposto<br />

qualora <strong>del</strong> procedimento di primo grado abbia preso erroneamente<br />

cognizione il tribunale monocratico, anziché quello in composizione<br />

collegiale (ex art. 33 octies c.p.p.).<br />

1.2. (Segue): L’estensione <strong>del</strong>le sentenze di riforma.<br />

Avendo sempre chiaro che il perimetro applicativo <strong>del</strong>l’estensione è<br />

<strong>del</strong>ineato dal «giovamento» che il non impugnante possa trarre dalla<br />

decisione, qualsiasi riforma in melius <strong>del</strong> provvedimento impugnato e che,<br />

ovviamente, riguardi la sua sfera giuridica, avrà efficacia nei suoi confronti.<br />

Come evidente, la casistica è oltremodo vasta e va dalle ipo<strong>tesi</strong> di<br />

assoluzione perché il fatto non sussiste, non costituisce reato o non è<br />

previsto dalla legge come reato, a quelle di proscioglimento ex art. 529<br />

c.p.p., fino all’applicazione di circostanze attenuanti di natura oggettiva<br />

(come ad esempio il danno patrimoniale di particolare tenuità), o<br />

all’esclusione di aggravanti, al riconoscimento <strong>del</strong>la continuazione, alla<br />

riqualificazione giuridica <strong>del</strong> fatto.<br />

Con riferimento a quest’ultima eventualità, la giurisprudenza ritiene<br />

che non comporti violazione <strong>del</strong>l’art. 587 c.p.p. la determinazione <strong>del</strong><br />

giudice che, richiesto dall’appellante di rivalutare la congruità <strong>del</strong>la pena,<br />

rilevi che l’esatto nomen iuris <strong>del</strong>l’illecito non corrisponde a quello<br />

specificato nell’imputazione e lo rettifichi – dandone una qualificazione<br />

più grave – posto che l’assolvimento <strong>del</strong> dovere di adeguare la pena al fatto<br />

commesso esige anzitutto che, attraverso la corretta denominazione <strong>del</strong><br />

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