VINI e APRINI - Assonapa
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Spedizione in abbonamento postale art. 2 comma 20/b - 45% legge 662/96 Filiale di Roma<br />
O C<br />
<strong>VINI</strong> e<br />
<strong>APRINI</strong><br />
Mensile dell’Associazione Nazionale della Pastorizia e della<br />
Società Italiana di Patologia e Allevamento degli Ovini e Caprini<br />
L’Associazione Nazionale della Pastorizia e<br />
la Società Italiana di Patologia e Allevamento<br />
degli Ovini e Caprini augurano agli allevatori<br />
ed a tutti i lettori i migliori auguri di<br />
Buon Natale<br />
e<br />
Felice Anno Nuovo<br />
con l’augurio di un prossimo anno ricco di tutte<br />
quelle soddisfazioni che gli ultimi anni<br />
hanno negato al nostro settore.<br />
• XVI Congresso Nazionale della SIPAOC - Siena<br />
L’arte casearia siciliana ed i prodotti tradizionali e D.O.P. da<br />
latte di pecora e capra<br />
• I fabbisogni nutritivi della specie ovina: i risultati di un progetto<br />
finalizzato MIPAF<br />
• Le biotecnologie del settore zootecnico: un’opportunità<br />
per lo sviluppo dell’allevamento<br />
SIPAOC<br />
n. 12<br />
dicembre 2004 - anno XX
l’allevatore di<br />
O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong><br />
Mensile dell’Associazione Nazionale della Pastorizia<br />
(Asso.Na.Pa.)<br />
sito web: www.assonapa.com<br />
e della Società Italiana di Patologia e Allevamento<br />
degli Ovini e Caprini<br />
(S.I.P.A.O.C.)<br />
sito web: www.sipaoc.it<br />
Direttore Responsabile<br />
Nazario Nazzarri<br />
Condirettore<br />
Santo Caracappa<br />
Comitato di redazione<br />
Giuseppe Pulina • Pancrazio Fresi<br />
Mario Pietrobelli • Luigi Roberti<br />
Floro De Nardo • Ilaria Pernazza<br />
Redazione e amministrazione<br />
ASSONAPA - viale Palmiro Togliatti, 1587<br />
00155 Roma<br />
Tel.: 064090011 Fax: 0640900130<br />
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Pubblicità:<br />
Associazione Nazionale della Pastorizia<br />
Via Palmiro Togliatti, 1587 - 00155 Roma<br />
O.P.S.A.I.<br />
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Autorizzazione del Tribunale di Roma<br />
n. 89/94 del 29 febbraio 1994<br />
Spedizione in abbonamento postale<br />
art. 2 comma 20/b - 45% legge 662/96<br />
Filiale di Roma<br />
Finito di stampare<br />
nel mese di dicembre 2004<br />
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PRESIDENTE GAVINO PULINAS Tel. 079.42570<br />
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LUCIA MORALI Tel. 0345.41733<br />
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DIRETTORE NAZARIO NAZZARRI Tel. 06.40900122<br />
SEGRETERIA ENZA MARIA MACCA Tel. 06.40900120<br />
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Associazione Nazionale della Pastorizia<br />
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2 L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 12 - DICEMBRE 2004<br />
SOMMARIO<br />
3 XVI Congresso Nazionale della SIPAOC<br />
L’arte casearia siciliana ed i prodotti<br />
tradizionali e D.O.P. da latte di pecora<br />
e capra<br />
di Santo Caracappa<br />
7 I fabbisogni nutritivi della specie ovina:<br />
i risultati di un progetto finalizzato MIPAF<br />
di A. Cannas, F. D’Andrea, C. Dimauro, G. Pullina<br />
11 Sommario generale 2004<br />
16 <strong>Assonapa</strong> informa<br />
19 Il punto sul mercato<br />
di Gustavo Credazzi<br />
20 L’angolo del veterinario<br />
di Fabio Rossi<br />
20 Compro, vendo, offro<br />
21 Notiziario SIPAOC<br />
Le biotecnologie nel settore zootecnico:<br />
un’opportunità per lo sviluppo<br />
dell’allevamento<br />
di Daniela Polizzi<br />
24 Notizie dalle Istituzioni<br />
S.I.P.A.O.C.<br />
Società Italiana di Patologia e Allevamento degli Ovini e Caprini<br />
PRESIDENTE EMILIA DURANTI Tel. 075.5857108<br />
VICE PRESIDENTE SANTO CARACAPPA Tel. 091.6565111<br />
TESORERIA MARIO PIETROBELLI Tel. 049.8272611<br />
CONSIGLIERI GUIDO BUFANO Tel. 080.5443915<br />
LUIGI CHIOFALO Tel. 090.2922509<br />
FLORO DE NARDO Tel. 0968.51633<br />
GIOVANNI GARIPPA Tel. 079.229457<br />
GUIDO LEORI Tel. 079.289231<br />
GIUSEPPE PULINA Tel. 079.229307<br />
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Borgo XX Giugno, 74 - 06121 Perugia<br />
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Pastorizia - Viale Palmiro Togliatti, 1587 - 00155 Roma,<br />
indicando nella causale: “contributo annuo per la spedizione<br />
del giornale”.
XVI CONGRESSO NAZIONALE DELLA SIPAOC - SIENA<br />
L’arte casearia siciliana ed i prodotti<br />
tradizionali e D.O.P. da latte di pecora e capra<br />
La Sicilia, in relazione alle<br />
particolari condizioni orografiche<br />
e climatiche che ne<br />
caratterizzano le diverse aree, ha<br />
comportato stili di vita differenziati<br />
già per i suoi primi abitanti.<br />
È presumibile che, nelle zone fertili<br />
di pianura, le prime popolazioni<br />
fossero costituite da pastori e successivamente<br />
agricoltori, pescatori<br />
nelle aree costiere e cacciatori nelle<br />
zone impervie.<br />
L’attività pastorale è stata sicuramente<br />
determinante nell’economia<br />
zootecnica locale ed i prodotti della<br />
pastorizia sono stati per molto<br />
tempo l’unica possibile merce di<br />
scambio (baratto). Non a caso, il<br />
termine “pecunia” (denaro) deriva<br />
proprio da “pecus” (pecora); la parola<br />
formaggio deriva invece dal latino<br />
“formaticum”, cioè latte coagulato<br />
e messo in forma.<br />
Secondo la mitologia, pare che il<br />
primo “tecnico caseario” della Sicilia<br />
sia un certo Aristeo, figlio del<br />
dio Apollo e della ninfa Cirene, cui<br />
per primo è rivelata l’arte di preparare<br />
il formaggio.<br />
Anche Omero racconta l’antichissima<br />
vocazione casearia della nostra<br />
Regione, descrivendo l’incontro<br />
di Ulisse con il pastore Polifemo,<br />
gigante del popolo dei Ciclopi<br />
(Odissea, libro 9°), avvenuto proprio<br />
in Sicilia.<br />
Ulisse ed i compagni notano dentro<br />
la caverna di Polifemo una<br />
buona forma di organizzazione<br />
dell’allevamento del bestiame:<br />
“Dal peso dei caci i graticci piegavano;<br />
c’eran steccati per gli agnelli ed i<br />
capretti, ed ogni età era separata e<br />
chiusa: i primi nati da una parte, i secondi<br />
da una altra ed i lattoni in<br />
un’altra parte ancora; tutti i boccali<br />
traboccavano di siero, anche i secchi e<br />
i vasi nei quali mungevano”…. Polifemo<br />
“mungeva pecore e capre belan-<br />
Direttore Sanitario Istituto Zooprofilattico<br />
Sperimentale della Sicilia<br />
di Santo Caracappa<br />
ti ognuna per ordine, e cacciò sotto a<br />
tutte il lattonzolo. E subito cagliò una<br />
metà del candido latte e, rappreso, lo<br />
mise nei canestrelli intrecciati; metà lo<br />
tenne nei boccali per averne da prenderne<br />
e bere, che gli facesse da cena”.<br />
Tra mito e storia, di sicuro il latte<br />
ha nei secoli importanza fondamentale<br />
per una terra a vocazione<br />
essenzialmente agricola come la<br />
nostra, e la sua trasformazione in<br />
prodotti di lunga durata, come i<br />
formaggi, lo ha reso adatto al sostentamento<br />
delle famiglie contadine<br />
ed agli scambi commerciali.<br />
A supporto dell’atavica tradizione<br />
casearia siciliana, c’è anche la considerazione<br />
storica che i conquistatori<br />
provenienti via mare dal Medio<br />
Oriente (dove sembra certo<br />
che abbia avuto origine la civiltà),<br />
approdati proprio sulle coste dell’Isola,<br />
vi abbiano introdotto le prime<br />
pratiche pastorali, compresa<br />
quella della caseificazione.<br />
Secondo tale ricostruzione, si è allora<br />
autorizzati a concludere che<br />
anche il primo formaggio d’Europa<br />
nasce, molto verosimilmente, in<br />
Sicilia e che, dal momento che i<br />
più antichi allevamenti sono quelli<br />
ovini, si tratti proprio del pecorino<br />
siciliano!<br />
La zootecnia siciliana, che affonda<br />
le sue radici in una tradizione silvopastorale<br />
secolare, perpetua la produzione<br />
di formaggi storici che<br />
rappresentano un vero patrimonio<br />
culturale, oltre che alimentare, da<br />
valorizzare in quest’epoca di globalizzazione<br />
e standardizzazione.<br />
La conservazione delle produzioni<br />
casearie tradizionali attraversa la<br />
strada della tutela giuridica, pur<br />
non trascurando anche le peculiarità<br />
del percorso storico-tecnologico.<br />
Per alcuni prodotti quest’ultimo<br />
è stato parzialmente tracciato,<br />
per altri è ancora alquanto incompleto.<br />
La chiara volontà di salvaguardia<br />
legislativa dei prodotti tradizionali<br />
è espressa attraverso varie norma-<br />
tive, le cui tappe fondamentali saranno<br />
di seguito ripercorse.<br />
Affinché i prodotti artigianali possano<br />
essere ancora sinonimo di tipicità<br />
e trovare un’adeguata collocazione<br />
sul mercato, occorre definire<br />
delle precise regole che disciplinino<br />
tali produzioni senza disorientare<br />
i consumatori.<br />
97/284/CE: Decisione della<br />
Commissione del 25 aprile 1997<br />
che stabilisce l'elenco dei prodotti<br />
a base di latte per i quali<br />
gli Stati membri sono autorizzati<br />
a concedere deroghe ai<br />
sensi della direttiva 92/46/CEE<br />
Interessante l’indicazione che si riscontra<br />
in premessa:<br />
…considerando che il fatto che gli<br />
Stati membri concedano una deroga<br />
in virtù della decisione 96/536/CE<br />
non conferisce ai produttori il diritto<br />
di commercializzare i prodotti in esame<br />
avvalendosi di una denominazione<br />
riservata in virtù del regolamento<br />
(CEE) n. 2081/92 del Consiglio, del<br />
14 luglio 1992, relativo alla protezione<br />
delle indicazioni geografiche e delle<br />
denominazioni di origine dei prodotti<br />
agricoli e delle derrate alimentari<br />
(4), modificato da ultimo dal regolamento<br />
(CE) n. 535/97.<br />
…. omissis<br />
Tale precisazione consente di differenziare<br />
in maniera puntuale i prodotti<br />
con marchio DOP e IGP dai<br />
formaggi che sono denominati<br />
“tradizionali”.<br />
Articolo1<br />
Ai sensi dell'articolo 8, paragrafo 2<br />
della direttiva 92/46/CEE e ai fini<br />
della presente decisione, si intende<br />
per prodotti a base di latte che presentano<br />
caratteristiche tradizionali,<br />
i prodotti a base di latte:<br />
- storicamente riconosciuti,oppure<br />
- fabbricati secondo criteri tecnici<br />
o metodi di fabbricazione codificati<br />
o registrati nello Stato membro<br />
in cui il prodotto viene tradizionalmente<br />
fabbricato.<br />
L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 12 - DICEMBRE 2004 3
oppure<br />
- protetti da una legge nazionale,<br />
regionale o locale nello Stato<br />
membro in cui il prodotto viene<br />
tradizionalmente fabbricato.<br />
In conseguenza, e per effetto di<br />
quanto disposto all’art. 1 della<br />
Decisione 97/284/CE, l’Assessorato<br />
dell’Agricoltura e delle Foreste<br />
della Regione Sicilia ha emanato<br />
il Decreto 28 dicembre<br />
1998 n. 4492<br />
“Riconoscimento di prodotti a<br />
base di latte come prodotti storici<br />
fabbricati tradizionalmente”.<br />
In esso sono stati riportati i prodotti<br />
ritenuti fondamentali ai fini<br />
della valorizzazione storico-culturale,<br />
ma anche economica della<br />
nostra Regione.<br />
Detto Decreto ha consentito ai<br />
produttori dei derivati caseari, in<br />
esso citati e descritti, di usufruire<br />
delle deroghe concesse dalla<br />
Decisione comunitaria.<br />
Il medesimo Decreto ha riconosciuto<br />
l’importanza degli utensili<br />
da lavoro tipici per l’annidamento<br />
della flora microbica utile alla caseificazione,<br />
considerata determinante<br />
per il conferimento del sapore<br />
caratteristico, al pari dei locali<br />
di stagionatura e di quant’altro<br />
conferisca specificità al prodotto<br />
in modo naturale.<br />
Il Decreto ha un significato essenziale:<br />
difendere una “storicità”<br />
non esclusivamente connessa al<br />
prodotto ma anche alla zona di<br />
produzione, riconoscendo l’esistenza<br />
di fattori che legano profondamente<br />
alla nostra terra alcune<br />
produzioni di nicchia.<br />
Tra i formaggi riconosciuti, sono<br />
ricavati da latte ovino: Vastedda<br />
della Valle del Belice (l’unico formaggio<br />
a pasta filata da latte di<br />
pecora), Pecorino Siciliano<br />
D.O.P. (uno dei due formaggi siciliani<br />
a Denominazione di Origine<br />
Protetta, insieme col Ragusano),<br />
Maiorchino (le cui forme a ruota<br />
venivano usate per antichi giochi<br />
della tradizione popolare), Piacentinu<br />
(reso speciale dall’aggiunta<br />
di zafferano alla cagliata), Picurinu<br />
(forse il più antico formaggio<br />
siciliano); da latte di capra si<br />
ottengono invece il Formaggiu ri<br />
capra (a pasta dura, con aggiunta<br />
di pepe nero o rosso) e il Padduni<br />
(dalla inconfondibile forma sferica).<br />
Inoltre, sono diffuse in Sicilia<br />
le Ricotte da latte ovino e ca-<br />
4 L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 12 - DICEMBRE 2004<br />
prino, oltre che di vacca, che si<br />
consumano sia fresche che infornate.<br />
Nell’elenco sono indicati prodotti<br />
usualmente ed abitualmente<br />
fabbricati in Sicilia, unitamente a<br />
formaggi che possiedono notevoli<br />
potenzialità ma che possono essere<br />
considerati “rarità tradizionali”<br />
in quanto la loro produzione<br />
coincide solamente con alcuni periodi<br />
dell’anno o con determinate<br />
festività; essa è mirata a perpetuare<br />
importanti tradizioni popolari.<br />
Infatti, ad esaltare il gusto di ciascun<br />
prodotto contribuisce anche<br />
il periodo di produzione, soprattutto<br />
nei mesi primaverili quando<br />
il pascolo è più rigoglioso, perché<br />
il latte si presenta più ricco di<br />
grassi e di aromi naturalmente<br />
conferiti dalle essenze foraggere<br />
spontanee presenti nel nostro territorio.<br />
L’articolazione delle disposizioni<br />
emanate per la tutela dei prodotti<br />
tradizionali fa supporre come il legislatore<br />
non abbia voluto penalizzare<br />
tali produzioni, in virtù del<br />
ruolo economico e socio-culturale<br />
che esse rivestono nel sistema<br />
agroalimentare europeo ed, ancor<br />
più, mediterraneo.<br />
I prodotti tradizionali rispondono<br />
alla necessità di ricorrere a forme<br />
di produzione differenziata per<br />
catturare l’interesse di una domanda<br />
ormai quasi a rischio di saturazione.<br />
Gli adeguamenti di filiera imposti<br />
dal DPR 54/97 e dalle disposizioni<br />
nazionali che comprendono deroghe<br />
per i formaggi storici, hanno<br />
garantito un ampio margine di<br />
operatività ai produttori, nella tutela<br />
dei concetti di “tradizionalità”,<br />
“igienicità” e “sicurezza alimentare”.<br />
Si tratta, quindi, di norme che mirano<br />
a conciliare le condizioni<br />
igienico-sanitarie richieste dall’Unione<br />
Europea con le caratteristiche<br />
organolettiche peculiari di<br />
molti prodotti tradizionali, dovute<br />
spesso anche alla presenza o all’intervento<br />
della microflora specifica<br />
filocasearia.<br />
Il contenimento delle cariche microbiche<br />
rappresenta un metodo<br />
per ridurre la probabilità di presenza<br />
di germi patogeni e alteranti,<br />
da non eludere col ricorso a<br />
capziosi espedienti; va invece favorito<br />
lo sviluppo di quei batteri,<br />
specifici e non patogeni, in grado<br />
di modulare i processi di maturazione<br />
e di contribuire alle caratteristiche<br />
peculiari del prodotto finito.<br />
Nel perseguimento della salubrità,<br />
un ruolo fondamentale è svolto<br />
dal veterinario aziendale, oltre<br />
che da quello ufficiale, nel controllo<br />
di tutti i processi di trasformazione.<br />
In particolare, con la realizzazione<br />
di un corretto piano di autocontrollo<br />
si può legittimare la tecnologia<br />
seguita con i dati scientifici<br />
disponibili, dimostrando che le<br />
procedure impiegate non rappresentano<br />
un pericolo per il consumatore.<br />
In conclusione, nella filiera dei<br />
prodotti tutelati si dovranno recepire<br />
i principi di una nuova cultura<br />
produttiva, al fine di garantirne<br />
le proprietà organolettiche nettamente<br />
superiori rispetto ai formaggi<br />
industriali. Si tratta, infatti,<br />
di prodotti di alta qualità, ricchi<br />
di proprietà nutritive, con fasi<br />
produttive localizzate all’interno<br />
di un ambiente specifico e ben<br />
circoscritto e con filiere più corte<br />
e, quindi, facilmente controllabili,<br />
tracciabili e rintracciabili, di provenienza<br />
sempre identificabile con<br />
chiarezza.<br />
La promozione dei formaggi storico-tradizionali<br />
potrebbe costituire<br />
una carta vincente per il<br />
mondo rurale, in particolare nelle<br />
zone svantaggiate o periferiche,<br />
sia sotto il profilo economico che<br />
per il mantenimento di tradizioni<br />
culturali preziose anche per le<br />
nuove generazioni, delle quali deve<br />
essere garantita la continuità<br />
storica.<br />
Vastedda della Valle del Belice<br />
Formaggio fresco a pasta filata,<br />
prodotto con latte intero crudo di<br />
Pecora “Valle del Belice” ed impiego<br />
di caglio in pasta di agnello.<br />
E’ un formaggio che, nel passato,<br />
si otteneva dal latte di fine lattazione,<br />
in quantità troppo scarsa<br />
per produrre una forma di pecorino,<br />
filato grazie all’acidità dovuta<br />
alle temperature elevate della stagione<br />
estiva.<br />
Prima, infatti, veniva prodotta solo<br />
nel periodo estivo ma adesso,<br />
vista la grande richiesta, si può<br />
trovare tutto l’anno. Il latte viene<br />
caseificato senza subire alcun trat-
tamento termico; la cagliata, prodotta<br />
in una tina di legno, viene<br />
rotta con una rotula di legno e fatta<br />
rassodare in fiscelle di giunco<br />
per acidificare naturalmente. E’<br />
lasciata riposare circa 20 ore, poi<br />
viene tagliata a fette e filata con la<br />
scotta. Estratta con le mani, viene<br />
deposta su piatti fondi, le vastedde,<br />
che danno il nome al prodotto<br />
e gli conferiscono la classica<br />
forma ovoidale, e passata in salamoia<br />
per circa due ore. Dopo 48<br />
ore di asciugatura, è pronta per il<br />
consumo. Pasta bianco avorio, peso<br />
0.5-1 kg, sapore lievemente<br />
acidulo e fresco. E’ l’unico formaggio<br />
di pecora a pasta filata.<br />
Zona di produzione: area collinare<br />
interna della Sicilia centro-occidentale,<br />
alla confluenza delle<br />
province di Agrigento, Trapani e<br />
Palermo.<br />
Vastedda della Valle del Belice.<br />
Pecorino Siciliano D.O.P.<br />
Con il D.P.R. 30/10/55 n. 1269 riceve<br />
la denominazione circa i metodi<br />
di lavorazione, le caratteristiche<br />
merceologiche e la zona di<br />
produzione. E’ definito come formaggio<br />
a pasta dura, crudo, prodotto<br />
esclusivamente con latte di<br />
pecora intero, fresco e coagulato<br />
con caglio di agnello. Si fabbrica<br />
nel periodo compreso tra ottobre<br />
e giugno. La salatura viene effettuata<br />
a secco.Viene stagionato per<br />
almeno quattro mesi ed usato da<br />
tavola o da grattugia, ma può essere<br />
anche consumato fresco (tuma<br />
e primo sale) o semistagionato<br />
(secondo sale). Il formaggio<br />
stagionato presenta le seguenti caratteristiche:<br />
forma cilindrica, a<br />
facce piane o leggermente concave;<br />
dimensioni e peso: forma da 4<br />
a 12 kg, altezza da 10 a 18 cm,<br />
con variazioni, in più o in meno,<br />
per entrambe le caratteristiche, in<br />
rapporto alle condizioni tecniche<br />
di produzione; crosta bianco giallognola,<br />
recante impressi i segni<br />
del canestro nel quale è stata formata<br />
(la fascedda), cappata con<br />
olio o morchia d'olio; pasta compatta,<br />
bianca o paglierina, con limitata<br />
occhiatura; sapore piccante<br />
caratteristico; grasso sulla sostanza<br />
secca: minimo 40%. Zona<br />
di produzione: territorio della Regione<br />
siciliana.<br />
Riconosciuto a denominazione di<br />
origine protetta con il Regolamento<br />
CE 1107 del 12 giugno<br />
1996; per ottenere la DOP, deve<br />
stagionare almeno quattro mesi.<br />
La stagionatura avviene a 12-16°<br />
C, con UR 70-80%.<br />
Pecorino Siciliano D.O.P.<br />
Maiorchino<br />
Si ritiene che venga prodotto dal<br />
‘600, quando veniva utilizzato per<br />
alcune gare nel corso della “sagra<br />
della maiorchina”. E’ un formaggio<br />
a pasta dura da latte ovino intero<br />
crudo, talora mischiato con<br />
quello bovino e caprino, con caglio<br />
in pasta di agnello o capretto.<br />
Prodotto con tecniche tradizionali.<br />
Dopo la rottura, la cagliata è<br />
posta in una fascera (la “garbua”),<br />
poggiata su un piano di legno e<br />
bucherellata con una sottile asta<br />
di ferro o legno (il minacino) per<br />
favorire la sineresi del siero prima<br />
di pressarla. Le forme sono salate<br />
a secco dopo due giorni, per 20-<br />
30 giorni, e stagionate in cave di<br />
pietra fresche ed umide, su scaffali<br />
di legno, trattando con olio<br />
d’oliva dal terzo mese in poi. Il<br />
prodotto stagiona almeno 8 mesi,<br />
ma arriva anche fino a 24 mesi.<br />
Forma cilindrica con facce piane<br />
o leggermente concave, con peso<br />
10-18 kg; crosta giallo ambra, tendente<br />
al marrone con la stagionatura.<br />
Pasta bianco-paglierino,<br />
compatta, dal sapore piccante e<br />
molto intenso. Prodotto sul versante<br />
Nord dei Monti Peloritani e<br />
Nebrodi.<br />
Piacentinu.<br />
Piacentinu<br />
Sulle reali origini del prodotto e<br />
del nome sono state formulate diverse<br />
ipotesi ma nessuna tra esse<br />
sembra sia stata riconosciuta come<br />
definitivamente valida.<br />
Alcuni ritengono che il nome derivi<br />
da “piagentino” ossia “che<br />
piange, che ha la lacrima” (per effetto<br />
delle gocce di grasso che trasudano<br />
dalle forme stagionate).<br />
Secondo altri, il termine sarebbe<br />
idiomatico in riferimento alla piacevolezza<br />
del prodotto, dal siciliano<br />
“piacenti”, ovvero formaggio<br />
"che piace”.<br />
Tuttavia la teoria più condivisa dagli<br />
esperti, sebbene meno amata<br />
dagli Ennesi, è quella secondo cui,<br />
benchè prodotto nel cuore della<br />
Sicilia, il formaggio sarebbe originario<br />
di Piacenza, da cui appunto<br />
“piacentinu” o “piacintinu”. Per<br />
supportare la veridicità storica della<br />
suddetta teoria bisognerebbe risalire<br />
nuovamente al 1090 circa,<br />
quando Ruggero il Normanno popola<br />
la Sicilia con un gruppo di padani<br />
al seguito della moglie, Adelasia<br />
del Monferrato.<br />
Prodotto da latte intero crudo di<br />
pecore di razza Comisana o Pinzirita,<br />
con aggiunta di caglio in pasta<br />
di agnello. Il latte si versa in una tina<br />
di legno, filtrandolo mediante<br />
teli o setacci, insieme ai fili di zafferano<br />
(gli stigmi del pistillo) essiccati<br />
e pestati al mortaio, in quantità<br />
di circa 0,40 gr per 100 litri di<br />
latte, e al caglio in pasta di agnello<br />
o capretto, circa 25 gr/100 l latte.<br />
Proprio l’aggiunta dello zafferano<br />
conferisce al prodotto colore e sapore<br />
unici.<br />
Quindi, la cagliata è addizionata di<br />
pepe nero in grani (trattato con ac-<br />
L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 12 - DICEMBRE 2004 5
qua calda) e spurgata in canestri di<br />
giunco (fascedde) che modellano<br />
il formaggio. Salatura a secco, stagionatura<br />
in cave di pietra naturali<br />
da 1 a 6 mesi, con temperatura di<br />
12-16° C ed UR 70-80%. Forma<br />
cilindrica con peso di 6-14 kg; crosta<br />
giallo oro, pasta molto aromatica.<br />
Prodotto nel territorio collinare<br />
della provincia di Enna.<br />
Pecorino fresco all’atto dell’incanestramento.<br />
Pecorino Siciliano (o Picurinu)<br />
Anche detto formaggio di pecora<br />
siciliano, è forse il più antico prodotto<br />
caseario della Sicilia. Si tratta<br />
di un formaggio a pasta dura semicotta,<br />
da latte intero ovino con<br />
caglio in pasta di agnello o capretto.<br />
All’atto dell’incanestratura nelle<br />
fascedde di giunco, alla cagliata<br />
si aggiunge pepe nero in grani o<br />
fiocchi di peperoncino rosso essiccato<br />
e frantumato (qualora si consumi<br />
fresco). Salatura a secco o in<br />
salamoia satura, stagionatura da 8-<br />
10 giorni fino a 6 mesi ed oltre.<br />
Forma cilindrica di 4-12 kg di peso,<br />
crosta bianco-giallastra con superficie<br />
rugosa e cappata con olio;<br />
pasta compatta, bianco-paglierina.<br />
In funzione del periodo di stagionatura,<br />
questo formaggio assume caratteristiche<br />
e denominazioni diverse.<br />
La tuma fresca ha un periodo di<br />
maturazione di 1-3 giorni, senza alcuna<br />
salatura, e si presenta a pasta<br />
morbida ed uniforme, di colore<br />
bianco e sapore dolce. In questo caso,<br />
la lavorazione è interrotta subito<br />
dopo la cagliatura. Quando viene<br />
salata, essa assume un gusto leggermente<br />
sapido; dopo una maturazione<br />
lattico-proteolitica di 8-15 giorni<br />
prende il nome di primosale,<br />
dal sapore più salato e colore giallo<br />
paglierino. Queste due tipologie di<br />
pecorino vengono, in genere, con-<br />
6 L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 12 - DICEMBRE 2004<br />
sumate come prodotti da tavola.<br />
Quando la stagionatura si prolunga<br />
oltre i quattro mesi (anche fino a diciotto),<br />
si ottiene il pecorino stagionato:<br />
prodotto a pasta dura,<br />
uniforme e con rare occhiature, di<br />
colore giallo paglierino e con crosta<br />
rugosa. Esso ha un sapore piccante<br />
e sapido, specie quando prodotto<br />
con caglio di capretto.<br />
Formaggiu ri capra<br />
E’ un formaggio a pasta dura cruda<br />
da latte intero caprino, con caglio<br />
in pasta di capretto. Prodotto con<br />
tecniche tradizionali e aggiunta di<br />
pepe nero o peperoncino all’incanestratura.<br />
Salatura a secco il giorno<br />
dopo la produzione, ripetuta 1 o<br />
2 volte nelle settimane successive.<br />
Stagionatura da 2-3 giorni (Primosale)<br />
fino ad oltre 4 mesi, forma cilindrica<br />
e crosta bianco-giallastra<br />
cappata con olio. Pasta compatta,<br />
bianco-paglierina, con sapore piccante.<br />
Peso di circa 3 kg.Tuma fresca<br />
è il formaggio senza salatura.<br />
Padduni<br />
Questo prodotto si differenzia dal<br />
formaggiu ri capra siciliano per la<br />
forma sferica (anziché cilindrica),<br />
per il peso ridotto (300 gr vs 3 kg),<br />
per la salatura e, ancor più, per la<br />
mancanza di stagionatura (si consuma<br />
fresco).<br />
Il latte intero crudo di capra, con<br />
caglio in pasta di agnello o capretto,<br />
viene coagulato in tine di legno<br />
a circa 37°C per 45’. La cagliata<br />
viene fatta spurgare con le mani in<br />
un recipiente di legno detto “cisca”,<br />
scottata con scotta calda, salata<br />
a secco sull’intera superficie<br />
della forma, che è appunto a palla.<br />
E’ possibile l’aggiunta alla cagliata<br />
di pepe nero in grani o fiocchi di<br />
peperoncino.<br />
Ricotta fresca, salata infornata<br />
È prodotta con il siero residuo della<br />
lavorazione dei formaggi di pecora<br />
e capra, per denaturazione<br />
acida delle sieroproteine. Per ottenere<br />
una ricotta più ricca e cremosa<br />
é consuetudine "fortificare" il<br />
siero, riscaldato a 50°C e addizionato<br />
di sale (0,3-0,4%), con del<br />
latte fresco misto in ragione di 15-<br />
20 litri per ogni 100 litri di siero. In<br />
alcune zone della Sicilia al siero di<br />
latte viene aggiunto di un 5-10%<br />
di "agra", che é liquido ricavato da<br />
un miscuglio di limoni, fave e cru-<br />
schello di frumento avvolto in un<br />
telo ed immerso per 2-3 giorni in<br />
acqua in un recipiente di legno<br />
(chiamato "sirratizzu"). L'agra caratterizza<br />
la ricotta con un sapore<br />
acidulo-aromatico caratteristico.<br />
Un’altra consuetudine é quella di<br />
aggiungere al siero rametti di fico<br />
incisi sulla superficie per permettere<br />
la fuoriuscita del lattice in essi<br />
contenuto; la ricotta ottenuta<br />
con questo metodo ha una consistenza<br />
e un aroma molto particolare.<br />
La ricotta si ottiene per affioramento,<br />
riscaldando il siero in una<br />
caldaia di rame stagnato tra gli 85<br />
e i 90°C, e viene prelevata mediante<br />
una schiumarola chiamata "scumaricotta",<br />
per poi essere posta in<br />
canestrini (o fascelle) subito immerse<br />
in acqua per favorirne il rassodamento<br />
e poi lasciate a spurgare.<br />
Viene prodotta da settembre a<br />
giugno, in tutto il territorio siciliano.<br />
La forma è tronco-conica, di<br />
peso circa 1 kg e colore bianco; pasta<br />
cremosa, morbida, senza crosta.<br />
Può essere consumata fresca,<br />
oppure salata o infornata per aumentarne<br />
la conservabilità. La ricotta<br />
salata rimane a spurgare per<br />
circa 72 ore, poi viene salata su tutta<br />
la superficie. Per la salatura di<br />
ogni forma servono circa 50 grammi<br />
di sale. Stagionata in ambienti<br />
ben aerati per circa due mesi, si<br />
presenta compatta e di colore giallo-paglierino.<br />
La ricotta infornata<br />
è prodotta, in genere, con siero misto<br />
ovino e caprino e salata a secco<br />
il giorno dopo la produzione.<br />
Quindi è infornata a 250°C per 30<br />
minuti in un tegame di ceramica,<br />
ripetendo l’operazione per altre 2-<br />
3 volte nei giorni successivi. Ha pasta<br />
soffice e compatta, con crosta<br />
imbrunita dall’alta temperatura di<br />
cottura, e forma discoidale.<br />
Ricotta infornata.
ALIMENTAZIONE<br />
I fabbisogni nutritivi della specie ovina:<br />
i risultati di un progetto finalizzato MIPAF<br />
di Antonello Cannas 1 , Fidalma D’Andrea 2 , Corrado Dimauro 1 , Giuseppe Pulina 1<br />
Premessa<br />
Il settore ovino, da sempre considerato<br />
tipico di realtà zootecniche<br />
situate in zone del Paese a non elevata<br />
fertilità agronomica, è stato ed è<br />
attualmente oggetto di un’attenta<br />
politica di settore da parte del Ministero<br />
delle Politiche Agricole e Forestali,<br />
non solo in considerazione<br />
degli aspetti economici, ma anche<br />
per il ruolo sociale ed ambientale<br />
che esso riveste soprattutto in territori<br />
caratterizzati dalla mancanza di<br />
valide alternative.<br />
Già nel 1990 l’allora Ministero<br />
dell’Agricoltura e delle Foreste, sulla<br />
scia del Piano Agricolo Nazionale,<br />
aveva dato un’importanza rilevante<br />
al settore dei piccoli ruminanti<br />
approntando, con la collaborazione<br />
delle Regioni e di tutti gli Enti ed<br />
Istituti di ricerca coinvolti, uno specifico<br />
documento di programmazione<br />
noto come “Piano Specifico di<br />
intervento per il settore ovino e caprino”<br />
(approvato dal Comitato interministeriale<br />
per la Programmazione<br />
Economica il 28/06/1990).<br />
Attualmente il Ministero delle<br />
Politiche Agricole e Forestali segue<br />
l’evoluzione del settore sotto i diversi<br />
aspetti che riguardano il miglioramento<br />
genetico e più in generale la<br />
messa in atto di specifici programmi<br />
di selezione per l’iscrizione dei capi<br />
al Libro Genealogico, l’assistenza<br />
tecnica continua agli allevatori e il<br />
trasferimento dei risultati ottenuti<br />
attraverso la costituzione di uno specifico<br />
centro genetico. Ulteriori azioni<br />
devono essere intraprese per la<br />
realizzazione, in analogia a quanto<br />
già fatto per i bovini, dell’anagrafe<br />
ovina nazionale.<br />
Anche nel campo della ricerca e<br />
(1) Università degli Studi di Sassari - Dipartimento<br />
di Scienze Zootecniche.<br />
(2) Ministero delle Politiche Agricole e Forestali<br />
- Direzione Generale per le Politiche<br />
Strutturali e lo Sviluppo Rurale- Ricerca e<br />
Sperimentazione.<br />
della sperimentazione, il Ministero<br />
ha sempre rivolto un’attenzione particolare<br />
al settore zootecnico in generale<br />
attivando fin dal 1994 il progetto<br />
finalizzato dal titolo “Riproduzione<br />
degli animali di interesse zootecnico”<br />
che si occupava, tra l’altro,<br />
delle diverse problematiche inerenti<br />
la sfera riproduttiva di alcune<br />
specie di particolare interesse zootecnico,<br />
e tra queste anche di quelle<br />
tipiche della specie ovina.<br />
In quello stesso periodo prese avvio<br />
il progetto finalizzato “Sviluppo<br />
ed evoluzione di un programma per<br />
la formulazione di razioni alimentari<br />
per ovini e caprini” che si inserisce<br />
nel contesto politico sopra delineato<br />
e parte dalla considerazione<br />
che fra i fattori ambientali, l'alimentazione<br />
è quello che più di ogni altro<br />
è in grado di determinare variazioni<br />
produttive negli animali.<br />
Successivamente e al fine di migliorare<br />
la stima delle esigenze nutritive<br />
e dell’ingestione alimentare<br />
degli ovini da latte allevati in ambiente<br />
mediterraneo e di perfezionare<br />
quelle dei caprini, Ministero<br />
per le Politiche Agricole e Forestali<br />
ha rifinanziato negli anni 1997-<br />
1999, il progetto “Ulteriore sviluppo<br />
ed evoluzione di un programma<br />
per la formulazione di razioni alimentari<br />
per ovini e caprini” con l’obiettivo<br />
di:<br />
1) migliorare la stima delle esigenze<br />
nutritive e dell’ingestione alimentare<br />
degli ovini da latte allevati<br />
in ambiente mediterraneo e di perfezionare<br />
quelle dei caprini allevati in<br />
ambienti alpino e mediterraneo;<br />
2) formalizzare le informazioni<br />
disponibili in letteratura, o acquisite<br />
per via sperimentale diretta, in algoritmi<br />
da inserire in un software di<br />
alimentazione;<br />
3) testare una nuova procedura di<br />
creazione di software di alimentazione<br />
e di diffusione dei risultati della<br />
ricerca verso la realtà operativa;<br />
4) raccogliere le conoscenze ma-<br />
turate e diffonderle con articoli, comunicazioni,<br />
libri.<br />
Il progetto ha visto il coinvolgimento<br />
di diverse unità operative che<br />
hanno cercato di mettere a punto<br />
dei modelli matematici capaci di formalizzare<br />
le conoscenze sull’alimentazione<br />
e nutrizione dei ruminanti<br />
in modo tale che i risultati ottenuti<br />
non rimangano all'interno dei gruppi<br />
di ricerca. In linea generale, infatti,<br />
quando viene prodotto un software<br />
ad uso interno difficilmente arriva<br />
al potenziale target per i seguenti<br />
motivi:<br />
• il supporto agli utenti ha costi<br />
che difficilmente sono coperti dopo<br />
la fine del progetto che ha portato<br />
alla messa a punto dei modelli matematici;<br />
• successivi aggiornamenti ed implementazioni<br />
sono difficili da garantire.<br />
Il rapido evolversi delle tecnologie<br />
informatiche acuisce questo<br />
aspetto;<br />
• il passaggio da un prototipo ad<br />
uso interno ad un prodotto commerciale<br />
richiede una quantità di risorse<br />
che in genere sono giustificate<br />
solo se si intravede la possibilità di<br />
una commercializzazione.<br />
Non sempre, inoltre, le aziende<br />
informatiche interessate al mercato<br />
dei software di alimentazione vengono<br />
a conoscenza dei progressi fatti<br />
dai gruppi di ricerca nei termini e<br />
nei momenti adatti per un supportare<br />
un trasferimento tecnologico<br />
delle innovazioni.<br />
Proprio partendo da queste considerazioni,<br />
il gruppo di lavoro operante<br />
nell’ambito del progetto ha seguito<br />
un approccio diverso, mettendo<br />
a punto un software che consente<br />
ai ricercatori stessi di inserire e<br />
rendere immediatamente operativi i<br />
modelli matematici nel software di<br />
alimentazione, a sua volta subito<br />
proposto agli alimentaristi. In questo<br />
modo è stato possibile ottenere<br />
un rapido trasferimento tecnologico<br />
che garantisce economicità nello svi-<br />
L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 12 - DICEMBRE 2004 7
luppo di successive release e che ha<br />
consentito di coinvolgere nella fase<br />
di test anche personale esterno al<br />
gruppo di ricerca.<br />
Il nuovo modello organizzativo,<br />
inoltre, ha consentito ai ricercatori<br />
di continuare a rilasciare nuovi<br />
modelli anche a progetto terminato,<br />
svincolando il loro lavoro dai<br />
programmatori. Gli utenti del software<br />
hanno potuto così disporre di<br />
un prodotto che si mantiene aggiornato<br />
su due fronti in modo indipendente:<br />
sul lato tecnologico a<br />
responsabilità dell'azienda di software<br />
che lo ha sviluppato e lo<br />
mantiene aggiornato (la fondazione<br />
CRPA di Reggio Emilia); sul lato<br />
dei contenuti zootecnici dai<br />
gruppi di ricercatori che sono impegnati<br />
nello sviluppo di nuovi modelli<br />
matematici.<br />
Il nuovo software, denominato<br />
ROC-3, é disponibile per l’uso dei<br />
ricercatori, dei tecnici e degli allevatori.<br />
Attualmente la sua diffusione<br />
consente di influenzare, direttamente<br />
o indirettamente, la formulazione<br />
di razioni alimentari per oltre 1,5<br />
milioni di capi.<br />
Questo lavoro riporta le equazioni<br />
relative ai fabbisogni nutritivi (energetici<br />
e proteici) degli ovini da latte<br />
che sono state inserite nel software e<br />
la logica seguita nel loro sviluppo.<br />
I FABBISOGNI ENERGETICI<br />
I fabbisogni di mantenimento<br />
I fabbisogni di mantenimento sono<br />
calcolati con la seguente equazione,<br />
che rispecchia pressoché integralmente,<br />
salvo che per il km utilizzato,<br />
l’approccio del sistema CSI-<br />
RO (1990):<br />
NEL (M) (kcal/d) = PC 0,75<br />
*(a1*exp(-0,03*ETÀ)* S *a2 +<br />
((0,09 * MEI)*km) + ACT + NEmcs<br />
dove:<br />
PC= peso corporeo in kg;<br />
a1= 62 = energia netta per il mantenimento<br />
di ovini (kcal di NEm);<br />
ETÀ = età in anni, valore massimo<br />
6 (quando exp(-0,03* ETÀ)=0,84);<br />
questo fattore di correzione tiene<br />
conto del fatto che negli animali giovani<br />
il metabolismo basale è più intenso<br />
che in quelli adulti. Con questa<br />
correzione i fabbisogni di mantenimento<br />
variano da 62 a 52 kcal di<br />
NE per kg di PC 0,75 ;<br />
S = 1,0 per femmine e castrati; 1,15<br />
per i maschi;<br />
8 L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 11 - NOVEMBRE 2004<br />
a2 = aggiustamento per la temperatura<br />
nel periodo precedente il razionamento:<br />
(1+0,0091* C), dove<br />
C=(20 -Tp); Tp= temperatura media<br />
nel mese precedente; i fabbisogni<br />
aumentano se gli animali hanno<br />
avuto il tempo per adattarsi a condizioni<br />
di freddo, diminuiscono se si<br />
sono adattati a condizioni di caldo;<br />
MEI = ingestione totale di energia<br />
metabolizzabile (ME) (kcal/d); questa<br />
parte dell’equazione è utilizzata<br />
per tener conto del fatto che i fabbisogni<br />
di mantenimento sono più alti<br />
negli animali in lattazione che non<br />
in quelli in asciutta. Viene calcolata<br />
come somma della ME ingerita da<br />
ciascun alimento;<br />
km = kl = coefficiente di trasformazione<br />
dell’energia metabolizzabile in<br />
energia netta di mantenimento o di<br />
lattazione = 0,64; valore uguale a<br />
quello utilizzato da sistemi per vacche<br />
da latte (Fox et al., 1992; NRC,<br />
1998; Cannas, 2000). Si basa sulle<br />
ipotesi che non vi siano differenze<br />
nell’efficienza di trasformazione dell’energia<br />
metabolizzabile in mantenimento<br />
od in latte e che non vi siano<br />
differenze tra ruminanti domestici<br />
riguardo a questa efficienza (Van<br />
Soest et al, 1994);<br />
ACT = fabbisogni per il movimento<br />
(kcal/d). Per animali in stabulazione<br />
libera ACT = 0 perché la NEm già<br />
include i fabbisogni per la normale<br />
attività fisica (movimento, ingestione<br />
e ruminazione). Per animali al pascolo,<br />
i fabbisogni di movimento so-<br />
no calcolati diversamente in funzione<br />
delle distanze percorse:<br />
movimento, componente orizzontale<br />
= chilometri * PV * 0,62;<br />
movimento, componente verticale<br />
(dislivello) = chilometri * PV * 6,69;<br />
- riguardo ad altri possibili fattori<br />
di variazione dei fabbisogni di movimento,<br />
Farrel et al. (1972) (citati<br />
da CSIRO) hanno trovato che<br />
negli ovini i fabbisogni unitari di<br />
movimento non sono condizionati<br />
dal loro body condition score,<br />
mentre Mathers e Sneddon (1985)<br />
(citati da CSIRO) hanno trovato<br />
che nei bovini i fabbisogni di movimento<br />
non erano condizionati dalle<br />
temperature ambientali. È presumibile<br />
che ciò valga anche per gli<br />
ovini;<br />
- NEmcs (NEm, kcal/d) = energia<br />
necessaria per bilanciare le perdite<br />
energetiche che si hanno in seguito a<br />
stress da freddo. Le equazioni necessarie<br />
per la sua stima sono riportate<br />
in Tabella 1.<br />
Fabbisogni per la produzione<br />
di latte<br />
Sono basati sul contenuto di<br />
energia netta del latte ovino stimato<br />
secondo l’equazione (Pulina, 1989):<br />
NEL (L) (kcal/d) = [(251,73 + 89,64<br />
* G + 37,85 *(P/0,95)) * Prod]<br />
dove:<br />
Prod (kg/d) = produzione giornaliera<br />
di latte;<br />
G (%) = grasso del latte;<br />
P (%) = proteina vera del latte.<br />
Tabella 1 – Equazioni utilizzate per la stima del costo energetico di mantenimento dovuto<br />
a stress da freddo secondo il sistema CSIRO (1990).<br />
NEmcs (NEm, kcal/d) = [((SA*(LCT –Tg))/(Itot))*0,239]*km<br />
dove:<br />
- Itot, isolamento termico totale dell’animale (MJ/°C m 2 d) = TI + [1-0,3*(1-exp(-1,5<br />
PIOGGIA/LANA)]*EI.<br />
L’isolamento termico totale include l’isolamento termico interno dovuto ai tessuti sottocutanei<br />
(TI), l’isolamento termico esterno dovuto all’azione della lana (EI) e l’effetto<br />
negativo della pioggia sull’isolamento termico esterno.<br />
- TI, isolamento esterno (°C m 2 d/MJ) =1,3<br />
- EI, isolamento esterno (°C m 2 d/MJ) = (r/(r+LANA)*(1/(0,481 + 0,326 * (VENTO<br />
+ 0,36) 0,5 ) + r *loge (r+LANA)/r)*(0,141-0,017*(VENTO+0,36) 0,5 )<br />
- LCT, temperatura minima critica (°C) = 39 + (1,3/SA)*(EI) -(HE/SA)*(Itot)<br />
- km = 0,64<br />
- SA,superficie corporea (m 2 ) = 0,09 kg PV 0,67<br />
- Tg (°C) = temperatura media giornaliera<br />
- HE, produzione endogena di calore (kcal/d) = MEm + (MEI – MEm)*(1-kl).<br />
Nel caso di animali in accrescimento kl è sostituito da kg<br />
- MEm,fabbisogni di mantenimento in ME (kcal/d)<br />
- MEI, ingestione di energia metabolizzabile (kcal/d)<br />
- r, raggio degli animali = 120 mm adulti, 50 mm agnelli (< 6 mesi)<br />
- LANA, spessore della lana (mm)<br />
- VENTO,velocità del vento al suolo (km/h)<br />
- PIOGGIA, piovosità (mm/d). Non importante negli animali stabulati
Variazioni riserve corporee<br />
La stima delle variazioni di peso<br />
corporeo è condotta con modalità<br />
diverse fra pecore primipare e pecore<br />
pluripare.<br />
Primipare<br />
Nel caso di agnelle da rimonta e<br />
di pecore primipare (considerate tali<br />
sino alla fine della prima lattazione),<br />
si prende in considerazione l’accrescimento<br />
in peso giornaliero; il<br />
costo energetico e proteico di questo<br />
accrescimento è stimato utilizzando<br />
le curve di crescita e di composizione<br />
dell’accrescimento pubblicate<br />
dallo CSIRO.<br />
Questo sistema ipotizza che la<br />
proporzione tra grasso, proteine ed<br />
altre sostanze (acqua e minerali) nell’accrescimento<br />
netto (EBG, che<br />
corrisponde a 0,92* accrescimento<br />
lordo) ed il costo dell’accrescimento<br />
dipendano:<br />
a) dal rapporto tra peso corporeo<br />
in una certa fase di crescita e<br />
peso adulto di riferimento (standard<br />
reference weight, SRW). Quest’ultimo<br />
rappresenta il PC che avrà<br />
un certo animale di una certa razza<br />
e sesso, quando il suo sviluppo<br />
scheletrico sia completo e quando<br />
il suo contenuto corporeo (al netto<br />
del contenuto dell’apparato digerente)<br />
sia tale da avere 250 g di<br />
grasso/kg di peso netto. Questo corrisponde<br />
ad un BCS 3 (scala 0-5)<br />
negli ovini. Il rapporto tra peso attuale<br />
e peso adulto definisce quindi<br />
in quale stadio della curva di crescita<br />
si trovi l’animale;<br />
b) dal ritmo di accrescimento degli<br />
animali, che a sua volta dipende<br />
dalla quantità di energia disponibile<br />
in eccesso rispetto ai fabbisogni di<br />
mantenimento;<br />
Questi due parametri consentono<br />
di definire delle curve di crescita<br />
specifiche per ciascun animale e<br />
le relative composizioni e costi<br />
energetici e proteici dell’accrescimento.<br />
Le equazioni complete utilizzate<br />
per la stima dei fabbisogni di accrescimento<br />
sono riportate in tabella<br />
2.<br />
Sulla base di queste informazioni,<br />
è possibile stimare il costo energetico<br />
delle variazioni di peso (VPC)<br />
in animali adulti con delle equazioni<br />
che mettono in relazione il BCS<br />
con il peso corporeo e con il suo<br />
contenuto lipidico (GC), grasso corporeo)<br />
(Cannas, 2000). Queste<br />
equazioni sono state rielaborate per<br />
adattarle al modello MIPAF 2001<br />
del software Assist.T:<br />
- PCattuale (kg) = (7,679* BCSattuale+<br />
23,463)* SRW/42,7<br />
- PCtarget (kg) = (7,679* BCStarget+<br />
23,463) * SRW/42,7<br />
- VPCtotale (g)= (PCtarget - PCattuale)*1000<br />
- VPC (g/d)= VPCtotale/Giorni per<br />
BCStarget<br />
- GCattuale (kg) = (6,537 * BCSattuale<br />
+2,186) *0,01 * PCattuale<br />
- GCtarget (kg) = (6,537 * BCStarget<br />
+2,186) *0,01 * PCtarget<br />
- Variazione GCtotale (g)= (GCtarget -<br />
GCattuale)*1000<br />
- Variazione GCgiorno (g/d)=GCtotale /<br />
Giorni per BCStarget<br />
- Costo GCgiorno (kcal di NE/d)=9,6*<br />
GCgiorno.<br />
Il valore in energia netta è convertito<br />
in ME col coefficiente 0,75<br />
per le pecore in lattazione e 0,60 per<br />
quelle in asciutta, in maniera simile<br />
a quanto proposto per i bovini da<br />
latte (Moe, 1981). Il valore in ME è<br />
quindi convertito in NEL o NEM con<br />
il coefficiente che gli è proprio<br />
(0,64), al fine di calcolare il costo<br />
energetico delle variazioni di peso in<br />
termini di NEm o NEL:<br />
- in lattazione: NEL (VPC) (kcal/d)<br />
= (Costo GCgiorno/0,75)*0,64<br />
- in asciutta: NEL (VPC) (kcal/d)<br />
= (Costo GCgiorno/0,60)*0,64<br />
Fabbisogni di gravidanza<br />
I fabbisogni di gravidanza sono<br />
stimati con il modello CSIRO, che a<br />
sua volta ha rielaborato le equazioni<br />
proposte dal modello ARC. Il contenuto<br />
energetico dell’utero gravido<br />
da 63 giorni di gravidanza al parto è<br />
stimato secondo il seguente modello<br />
matematico di Gompertz:<br />
Et (MJ/d)= exp(7,649 – 11,465 *<br />
exp(-0,00643 * t)) * PesoAgnelli/4<br />
dove t è il tempo dal concepimento.<br />
Il fattore (PesoAgnelli/4) corregge la<br />
stima di Et, basata sull’ipotesi che il<br />
peso complessivo alla nascita della<br />
prole (PesoAgnelli) sia uguale a 4<br />
kg, quando il PesoAgnelli è diverso<br />
da 4 kg a 147 giorni di gravidanza.<br />
Il fabbisogno giornaliero in NE<br />
di gravidanza (NEpreg) al giorno t<br />
dal concepimento è calcolato con<br />
l’equazione precedente dopo aver<br />
convertito le unità energetiche da<br />
MJ a kcal con il fattore 239:<br />
NEpreg (kcal di NE/d) = dEt/dt =Et<br />
0,0737 exp(-0,00643 * t)*239<br />
La NEpreg è convertita in MEpreg<br />
con una efficienza di 0,13. La<br />
MEpreg è quindi moltiplicata per<br />
0,64 al fine di esprimere i fabbisogni<br />
in termini in NEL:<br />
NEL(preg) =(NEpreg/0,13)*0,64.<br />
Fabbisogni energetici totali<br />
Sono calcolati come somma dei<br />
fabbisogni di mantenimento, di lattazione,<br />
di variazione di peso corpo-<br />
Tabella 2 – Equazioni per stimare i fabbisogni energetici e proteici di accrescimento ed<br />
ingrasso in funzione delle variazioni di peso corporeo (VPC) (CSIRO, 1990).<br />
Energia netta necessaria per le variazioni di peso corporeo (NEL (VPC)):<br />
NEL (VPC) (kcal di NEL/d) = (VPC*0,001*EVG*0,92/kg)*0,64<br />
dove:<br />
VPC = accrescimento lordo (incluse variazioni del contenuto gastrointestinale) (g/d)<br />
EVG, NE contenuta nell’accrescimento netto (kcal/1000 g di EBG) = ((6,7 +R) + (20,3-<br />
R) / [1+exp (-6(P-0,4))])*239<br />
EBG, accrescimento netto = VPC *0,92<br />
P = peso corporeo attuale (in kg)/SRW (in kg)<br />
SRW = PC di un certo animale di una certa razza, sesso ed età quando il suo sviluppo<br />
scheletrico sia completo e quando il suo contenuto corporeo (al netto del contenuto dell’apparato<br />
digerente) sia tale da avere 250 g di grasso/kg di peso netto. Questo corrisponde<br />
ad un BCS 3 (scala 0-5) negli ovini<br />
R = aggiustamento per il ritmo di accrescimento (o dimagrimento) quando VPC è noto<br />
= VPC*0,001*0,92/(4,0*SRW 0,75 ) -1<br />
kg = efficienza di conversione della NE in ME per accrescimento ed ingrassamento; per<br />
pecore primipare esso è pari a 0,75 in lattazione ed 0,60 in asciutta; per giovani in accrescimento<br />
kg = (1,42*ME-0,174 ME 2 + +0,0122 ME 3 -1,65)/ME<br />
kl = 0,64 = efficienza di conversione della ME in NEL<br />
Stima del contenuto lipidico e proteico dell’accrescimento dell’EBG:<br />
Grasso (g/kg EBG) = (43+28R) + (601-28R)/ [1+exp (-6(P-0,4))]<br />
Proteina Netta (g/kg EBG) = (212-4R) - (140-4R)/ [1+exp (-6(P-0,4))]<br />
L’efficienza di conversione della NP in MP per l’accrescimento è pari a 0,7, per cui<br />
MPVPC (g/d) = Proteina netta/0,7<br />
L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 12 - DICEMBRE 2004 9
eo e di gravidanza:<br />
NEL (kcal/d) = NEL (M) + NEL (L)<br />
+ NEL (VPC) + NEL (preg).<br />
FABBISOGNI PROTEICI<br />
Fabbisogni di mantenimento<br />
I fabbisogni di mantenimento per<br />
gli animali adulti sono calcolati come<br />
proteina metabolizzabile (MPm)<br />
necessaria per giorno e risultano<br />
dalla somma delle proteine necessarie<br />
per la lana, per le perdite urinarie<br />
endogene e per quelle metaboliche<br />
fecali (CSIRO, 1990):<br />
MPm (g/d) = LA + UPA + FPN;<br />
LA (proteina per la lana) (g/d)<br />
= (lana pulita /365)/0,70<br />
UPA (proteina endogena urinaria)<br />
(g/d) = (0,147 * PC +3,375)/0,70<br />
FPN (proteina metabolica fecale)<br />
(g/d) = (15,2 * DMI)/0,70<br />
dove:<br />
PC = peso corporeo, in kg;<br />
Lana pulita = produzione annuale di<br />
lana pulita, in g;<br />
DMI = ingestione giornaliera di sostanza<br />
secca, in kg;<br />
Fabbisogni per la produzione<br />
di latte<br />
I fabbisogni proteici per la produzione<br />
di latte sono calcolati a partire<br />
dal contenuto di proteina vera<br />
del latte oppure stimando la proteina<br />
vera a partire dalla proteina totale<br />
del latte (P totale *0,95 = P vera):<br />
MPL (g/d) = (10* P* Prod)/0,58<br />
dove:<br />
Prod = produzione giornaliera di<br />
latte (kg/d)<br />
G = grasso del latte, %<br />
P =proteina vera del latte, %<br />
0,58= fattore di conversione della<br />
MP in NP.<br />
Il coefficiente di conversione della<br />
MP in NP qui proposto (0,58) è<br />
quello suggerito dal sistema INRA<br />
per pecore da latte (Bocquier et al.,<br />
1987; INRA, 1989). Questa efficienza<br />
è inferiore a quella utilizzata per i<br />
bovini da latte dai sistemi più diffusi<br />
(da 0,65 a 0,7) ed è inferiore a quella<br />
prevista per ovini dai sistemi<br />
NRC, CSIRO e AFRC. La bassa efficienza<br />
utilizzata dall’INRA per gli<br />
ovini è giustificata dal fatto che gli<br />
ovini hanno, per il fatto che producono<br />
lana, elevati fabbisogni di amino<br />
acidi solforati (Bocquier et al.,<br />
1987). Questa asserzione è confermata<br />
dal fatto che la supplementazione<br />
delle razioni di pecore in latta-<br />
10 L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 12 - DICEMBRE 2004<br />
zione con metionina e lisina ruminoprotetta<br />
ha causato un notevole aumento<br />
della produzione di latte<br />
(Lynch, 1991). Inoltre, bisogna considerare<br />
che gli ovini tendono ad avere,<br />
a parità di stadio fisiologico, velocità<br />
di transito ruminali degli alimenti<br />
superiori a quelle dei bovini (Van<br />
Soest, 1994) e, di conseguenza, maggiori<br />
quantità di proteine alimentari<br />
non fermentate nel rumine e digerite<br />
nell’intestino. Siccome le proteine<br />
alimentari in genere hanno un valore<br />
biologico inferiore rispetto a quelle<br />
batteriche (Van Soest, 1994) è presumibile<br />
che a parità di razione si abbia<br />
una minore efficienza di utilizzazione<br />
della MP in pecore in lattazione<br />
rispetto a vacche in lattazione.<br />
Fabbisogni di crescita<br />
Per gli animali in accrescimento<br />
si veda quanto riportato sui fabbisogni<br />
proteici di crescita in tabella<br />
2.10. Per quanto riguarda gli animali<br />
adulti, non sono previste variazione<br />
dei fabbisogni al variare dello stato<br />
corporeo (BCS) degli animali.<br />
Fabbisogni di gravidanza<br />
In maniera simile ai corrispondenti<br />
fabbisogni energetici, i fabbisogni<br />
proteici di gravidanza sono stimato<br />
come proposto dal sistema<br />
CSIRO, che a sua volta ricalca quanto<br />
riportato dall’ARC. Il contenuto<br />
proteico totale dell’utero gravido (Pt)<br />
da 63 giorni di gravidanza al parto è<br />
stimato secondo il seguente modello<br />
matematico di Gompertz:<br />
Pt= exp(11,347 – 11,220 *exp(-<br />
0,00601*t))*PesoAgnelli/4<br />
Il fattore (PesoAgnelli/4) corregge<br />
la stima di Pt quando il PesoAgnelli<br />
è diverso da 4 kg a 147 giorni<br />
di gravidanza.<br />
Differenziando si ottiene il fabbisogno<br />
giornaliero di NP di gravidanza<br />
(NPpreg) al giorno t dal concepimento:<br />
NPpreg (g/d) = dPr/dt = Pt *<br />
[0,0674 exp(0,00601*t)].<br />
La efficienza di utilizzazione della<br />
MP in gravidanza è considerata<br />
pari a 0,7 :<br />
MPpreg (g/d) = NPpreg / 0,7.<br />
L’efficienza di conversione della<br />
MP in NP qui utilizzata è quella proposta<br />
dallo CSIRO ed è simile a<br />
quella proposta dall’AFRC e dall’NRC,<br />
mentre è molto superiore di<br />
quella (0,42) proposta dall’INRA.<br />
Questo porta al fatto che benché i<br />
fabbisogni in NP stimati con le equazioni<br />
utilizzate dal modello MIPAF<br />
2001 siano pressoché identici a<br />
quelli dell’INRA, le stime in termini<br />
di MP siano di molto inferiori rispetto<br />
a questo sistema (Cannas, 2000).<br />
Fabbisogni proteici totali<br />
Sono calcolati come somma dei<br />
fabbisogni di mantenimento, di lattazione,<br />
di variazione di peso corporeo<br />
e di gravidanza:<br />
MP (g/d)=MPM+MPL+MPVPC+MPpreg.<br />
Conclusioni<br />
Le equazioni che sintetizzano i<br />
fabbisogni nutritivi degli ovini da latte<br />
sviluppate nell’ambito del progetto<br />
di ricerca MIPAF ed inserite nel software<br />
ROC-3, sono risultate di particolare<br />
utilità per la più corretta formulazione<br />
delle razioni alimentari, soprattutto<br />
nei casi di condizioni climatiche<br />
differenti da quelle standard e di<br />
pascolamento in territori impervi. Il<br />
software é anche dotato di routine per<br />
il calcolo dell’ingestione alimentare,<br />
sia nelle condizioni di alimentazione<br />
all’ovile che in quelle di pascolamento,<br />
e per la stima del valore nutritivo<br />
degli alimenti.Tutto il sistema é stato<br />
infine testato sotto condizioni sperimentali<br />
e di campo (Cannas e Atzori,<br />
2004) ed i risultati ottenuti sono stati<br />
tali da incoraggiare la diffusione dello<br />
strumento anche in aree non originalmente<br />
coperte dal disegno sperimentale<br />
del progetto di ricerca. Ulteriori<br />
aspetti sono attualmente al vaglio dei<br />
ricercatori, soprattutto quelli legati all’influenza<br />
delle variazioni di peso corporeo<br />
sulla produzione e qualità del<br />
latte e all’effetto dello stress da caldo<br />
sul metabolismo energetico e proteico<br />
delle pecore.<br />
Lavoro eseguito con il contributo<br />
del MIPAF.<br />
Bibliografia<br />
1. Avondo M., Bordonaro S. 2001.<br />
L’ingestione alimentare. In “L’alimentazione<br />
degli ovini da latte”. Ed. G. Pulina.<br />
Avenue media, Bologna.<br />
2. Bettati T., Corbelli E., Pulina G.,<br />
Pacchioli M.T. 1994. Razione-O: programma<br />
per il razionamento ovini. Versione<br />
1\a. Centro Ricerche Produzioni<br />
Animali, Reggio Emilia, Italia.<br />
3. Bocquier F., M. Theriez, Brelurut<br />
A. 1987. Recommandations alimentaires<br />
pour le brebis en lactation. In Alimentation<br />
des ruminants: revision du<br />
systèmes et des tables de l'INRA. Bull.<br />
continua a pag. 15
O <strong>VINI</strong> e<br />
CSOMMARIO<br />
Il Sommario Generale 2004 riporta i Giornata di studio<br />
singoli argomenti trattati nell’anno di- SIPAOC - Perugia<br />
visi per rubrica, con il numero di riferimento<br />
della rivista e della pagina in cui<br />
sono stati pubblicati.<br />
Editoriali<br />
Anno nuovo Giornale Nuovo!!!, Gavino<br />
Pulinas, pag. 3 - Gennaio.<br />
L’informazione è come la moneta,<br />
più “gira” e più vale, Santo Carapacca,<br />
pag. 4 - Gennaio.<br />
Forse siamo sulla buona strada, Nazario<br />
Nazzarri, pag. 3 - Aprile.<br />
CINSERTO<br />
<strong>APRINI</strong><br />
Mensile dell’Associazione Nazionale della Pastorizia e della<br />
Società Italiana di Patologia e Allevamento degli Ovini e Caprini<br />
GENERALE 2004<br />
pi e Saanen. Razze Caprine Saanen<br />
e Camosciata delle Alpi. Indici Genetici<br />
2004, Pancrazio Fresi,pag.3 -<br />
La sorveglianza delle Encefalopatie Settembre.<br />
Spongiformi degli ovicaprini in Ita- Trasquera, in Val Divedro, pensa al<br />
lia, Maria Caramelli, Angelo Ferrari, futuro delle sue capre - Un primo<br />
pag. 19 - Giugno.<br />
progetto R.A.R.E. sulle razze capri-<br />
L’analisi genetica sul territorio nazione in Ossola, Luigi Andrea Brambilla,<br />
nale. Risultati dell’attività del centro pag. 15 - Ottobre.<br />
di referenza nazionale, Acutis P.L.,Ru Caratteristiche morfologiche della<br />
G., Riina M.V., pag. 17 - Giugno. razza Merinizzata italiana: differenze<br />
La genetica per il controllo della ambientali e funzionalità operative,<br />
Scrapie - una sfida zootecnica, pag. Francesco Panella, Francesca M. Sar-<br />
16 - Giugno.<br />
ti, Ilaria Pernazza, Luigi Roberti, pag.<br />
Aspetti epidemiologici e genetici 7 - Novembre.<br />
della scrapie in Sardegna. Proposte<br />
per la realizzazione di uno schema di<br />
selezione per la razza Sarda, Antonel-<br />
Ricerca<br />
Giornata di studio lo Carta, Ciriaco Ligios, pag. 7 - Lu-<br />
sull’alimentazione degli ovini glio/Agosto.<br />
Insilamento dei foraggi, Pietro Mar-<br />
Sassari<br />
La Selezione per la resistenza alla<br />
ziantonio, pag. 3 - Maggio.<br />
L’integrazione alimentare con pel-<br />
scrapie in Olanda, PhD Piet Vellema,<br />
Gli orientamenti tecnici e scientifici<br />
lettati in ovini da latte al pascolo su<br />
pag. 3 - Ottobre.<br />
prato di “Loietto Italico”, Francesco<br />
del Ministero delle Politiche Agrico- Il piano nazionale di selezione gene-<br />
Congiu e Giovanni Battista Congiu,<br />
le e Forestali per il settore ovino da tica nel Regno Unito, PhD Wilfred<br />
pag. 20 - Ottobre.<br />
latte, Giuseppe Pulina, pag. 4 - Feb- Goldmann, pag. 6 - Ottobre.<br />
I fabbisogni nutritivi della specie<br />
braio.<br />
Il piano nazionale di selezione gene-<br />
ovina: i risultati di un progetto fina-<br />
Assis.T alimentazione. Un software tica in Gran Bretagna, PhD Wilfred<br />
lizzato MIPAF, Antonello Cannas, Fi-<br />
per allevatori, tecnici e ricercatori, Goldmann, pag. 7 - Ottobre. dalma D’Andrea, Corrado Dimauro,<br />
Tiziano Bettati, Marco Ilic, pag. 5 -<br />
Giuseppe Pulina, pag. 7 - Dicembre.<br />
Febbraio.<br />
Il razionamento nella strategia del- Miglioramento genetico<br />
le imprese ovine da latte in Sarde-<br />
e Selezione<br />
Sanità<br />
gna, Marino Contu, pag. 9 - Febbraio.<br />
La razza Ovina Savoiarda, pag. 19 - Febbre catarrale degli ovini: Manua-<br />
Disturbi legati alle alterazioni delle Gennaio.<br />
le operativo, pag. 5 - Gennaio.<br />
fermentazioni ruminali, Massimo Come utilizzare i centri di performan- Programma Scrapie dell’AssoNaPa,<br />
Morgante e Calogero Stelletta, pag. 5 - ce per il controllo della scrapie, Do- Ilaria Pernazza, pag. 3 - Marzo.<br />
Marzo.<br />
menico Maria Sarti, pag. 3 - Febbraio. Stalla di Quarantena Blue Tongue,<br />
Su alcuni aspetti del biochimismo Valorizzazione dell’allevamento ovi- Nazario Nazzarri,pag. 4 - Marzo.<br />
ruminale e del flusso dei digesta neno in Sardegna, Salvatore Casu, Pie- Stalla di Quarantena Blue Tongue,<br />
gli ovini, Basilio Floris e Giovanni tro Cappai, pag. 8 - Aprile.<br />
Nazario Nazzarri,pag. 18 - Aprile.<br />
Bomboi, pag. 11 - Aprile.<br />
12° turno di valutazione genetica Stalla di Quarantena Blue Tongue,<br />
La situazione della produzione del della razza ovina Delle Langhe, Pan- Nazario Nazzarri, pag. 12 - Maggio.<br />
latte e dei formaggi ovini in Italia, crazio Fresi, pag. 3 - Luglio/Agosto. Dermatophilus congolensis: malat-<br />
Franco Porcu e Fidalma D’Andrea, 10° ciclo di valutazione genetica deltia esotica o endemica?, Guido R. Lo-<br />
pag. 9 - Maggio.<br />
le razze caprine Camosciata delle Al-ria,<br />
pag. 14 - Giugno.<br />
AL NUMERO 12, DICEMBRE 2004 DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> 11
OAssoNaPa<br />
C<br />
informa<br />
Comitato di razza ovina Laticauda<br />
- Comitato delle razze ovine “Derivate<br />
Merine” - Commissione Tecnica<br />
Centrale Del L.G. razze ovine,<br />
pag. 11 - Gennaio.<br />
Il 27° ciclo di Performance Test<br />
(Anno 2003). 28° ciclo di Performance<br />
Test, pag. 14 - Febbraio.<br />
Convegno Agriumbria 2004 - Razze<br />
e formaggi da salvare - Convegno<br />
a S. Giovanni Bianco (BG),<br />
pag. 14 - Marzo.<br />
Comitato di razza Ovina Appenninica<br />
- Comitato delle Razze Ovine<br />
Derivate Merine (Gentile di Puglia<br />
- Merinizzata - Sopravissana) - Fiera<br />
Verona 2004 “Italialleva”, pag.<br />
17 - Aprile.<br />
5a Mostra Provinciale ovini di Razza<br />
Biellese iscritti al L.G. - Incontro<br />
con PRION DGN - Pé confermato<br />
all’APA di Brescia - 5a Mostra Provinciale<br />
caprina del Piemonte, pag.<br />
15 - Maggio<br />
Gli ultimi 3 cicli del Performance<br />
test - Programma selettivo per le<br />
razze ovine ad attitudine produttiva<br />
carne - Incontro del 12/05/2004<br />
sulla razza ovina Laticauda - 28° ciclo<br />
di Performance Test, pag. 6 -<br />
Giugno<br />
Comitato di razza Appenninica -<br />
Comitato delle razze Bergamasca e<br />
Biellese - 17a Edizione della “Giornata<br />
del Pastore” - Associazione regionale<br />
allevatori dell’Emilia Romagna<br />
Comunicato stampa Gar-<br />
lappi confermato Presidente, pag.<br />
13 - Luglio/Agosto<br />
Riunione della Commissione Tecnica<br />
Centrale dei Registri Anagrafici<br />
- Rinnovo cariche sociali delle<br />
APA di Lucca, Pisa e Salerno - Una<br />
nuova unità tecnica nell’organico<br />
AssoNaPa - Mostra della Pecora<br />
Sambucana Vinadio (CN) 30-31<br />
Ottobre 2004 - Giornate zootecniche<br />
di Edolo 2004: vetrina per il<br />
settore ovicaprino - Dall’APA di<br />
Cuneo Pecora Delle Langhe di scena<br />
a Murazzano il 26-27 Agosto<br />
2004 - 2 a Mostra Regionale razza<br />
ovina “Merinizzata italiana” di Corvaro<br />
di Borgorose (RI) - Rassegna<br />
ovina di Campo Imperatore (AQ),<br />
pag. 9 - Settembre.<br />
6° Ciclo di valutazione genetica<br />
della razza ovina Fabrianese - anno<br />
2004 - Incontro a Milano sui servizi<br />
resi da AssoNaPa alle Associate<br />
della Lombardia e del Piemonte -<br />
Corso Esperti Registri Anagrafici -<br />
Norme tecniche della popolazione<br />
caprina: “Argentata dell’Etna”,<br />
pag. 8 - Ottobre.<br />
12 L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 12 - DICEMBRE 2004<br />
2a Mostra Nazionale razza ovina<br />
Bergamasca – Rovato (BS) 31 Ottobre<br />
1° Novembre 2004, pag 10 -<br />
Novembre.<br />
Incontri tecnici sulle procedure informatiche<br />
AssoNaPa - Riunione<br />
Comitato razze ovine Comisana,<br />
Barbaresca, Pinzirita e Valle del Belice<br />
- Una novità AssoNaPa: generazione<br />
del genotipo della Scrapie<br />
tramite procedura informatica, di<br />
Ilaria Pernazza, Roberto Vecchi, pag.<br />
17 - Dicembre.<br />
Notiziario SIPAOC<br />
La genetica per il controllo della<br />
scrapie, Emilia Duranti, pag. 13 -<br />
Gennaio.<br />
La Lettiera: la profilassi sanitaria<br />
comincia da qui!, Aldo Migliazzo,<br />
pag. 19 - Febbraio.<br />
Congresso Nazionale Sipaoc: lettera<br />
del Comitato Organizzatore, pag.<br />
16 - Marzo.<br />
Il medico veterinario in un sistema<br />
zootecnico in evoluzione, Santo Caracappa,<br />
pag. 19 - Aprile.<br />
La Blue Tongue tra realtà e prospettive,<br />
Fulvio Marsilio, pag. 18 -<br />
Maggio.<br />
Tecnologie innovative per la produzione<br />
di un latte di qualità nei piccoli<br />
ruminanti, pag. 13 - Giugno.<br />
Nuove acquisizioni sulla diagnosi<br />
ed il controllo delle Micoplasmosi,<br />
un rischio emergente nell’allevamento<br />
ovicaprino, Sara Villari, pag.<br />
17 - Luglio/Agosto.<br />
I vaccini stabulogeni, M. Chiara<br />
Emanuele, pag. 18 - Luglio/Agosto<br />
Il Piacentinu: formaggio storico<br />
tradizionale siciliano, Sara Villari,<br />
pag. 17 - Settembre.<br />
Dall’Università degli Studi di Teramo.<br />
Convegno: L’ovino tra tradizione,<br />
ricerca e sviluppo, Federica<br />
Lopez, pag. 19 - Settembre.<br />
La società e la sua pagina web, Giuseppe<br />
Pulina, pag. 13 - Ottobre<br />
Regolamento per la richiesta di patrocinio<br />
e contributo per giornate<br />
di studio, congressi e convegni, Mario<br />
Pietrobelli, pag. 14 - Ottobre.<br />
Premi per tesi di laurea sulle “Malattie<br />
parassitarie degli ovini e dei<br />
caprini”, Mario Pietrobelli, pag. 14 -<br />
Ottobre.<br />
XVI Congresso Sipaoc, Antonio Fagiolo,<br />
pag. 13 - Novembre.<br />
Abstract delle Tesi sperimentali vincitrici<br />
dei premi Bayer e Petrini Institute,<br />
pag. 14 - Novembre.<br />
Le biotecnologie nel settore zootecnico:<br />
un’opportunità per lo sviluppo<br />
dell’allevamento, Daniela Polizzi,<br />
pag. 21 - Dicembre.<br />
XVI Congresso Nazionale<br />
SIPAOC - Siena<br />
Il latte di pecora e capra e la produzione<br />
di formaggi locali in Toscana,<br />
G. Brajon,pag. 3 - Novembre.<br />
L’arte casearia siciliana ed i prodotti<br />
tradizionali e D.O.P. da latte di pecora<br />
e capra, Santo Caracappa, pag.<br />
3 - Dicembre.<br />
Il punto sul mercato<br />
di Gustavo Credazzi<br />
Lo sforzo di modernizzazione dell’allevamento<br />
ovi caprino vanificato<br />
da Blue Tongue e super dollaro, pag.<br />
11 - Marzo.<br />
2004: la Pasqua dei pastori, pag. 15<br />
- Aprile.<br />
Il convitato di Pietra – Carni ovi caprine:<br />
una crisi non solo Italiana, ma<br />
di tutta l’Unione Europea, iniziata<br />
con l’accordo di importare, a tasso<br />
zero, carne neo zelandese, pag. 14 -<br />
Maggio.<br />
L’anello debole del sistema agro<br />
zootecnico del ricco occidente è il<br />
settore lattiero-caseario ovicaprino<br />
poco sostenuto dalle istituzioni e in<br />
balia del mercato dei cambi, rischia<br />
di perdere anche i residui sostenuti<br />
dell’Unione Europea, pag. 12 -<br />
Giugno.<br />
Un prodotto d’eccellenza con molti<br />
problemi: le carni di agnello del sud<br />
della U.E. Mercati deboli e previsioni<br />
a breve termine pessimistiche,<br />
pag. 15 - Luglio/Agosto.<br />
Relazione Assolate 2003. Produzio-<br />
ne contenuta per latte e formaggi<br />
ovicaprini – Mercato pesante per il<br />
caro euro e l’abbondante offerta di<br />
formaggi vaccini – Crescono export<br />
e import, pag. 16 - Settembre.<br />
Il prezzo del latte ovi caprino alla<br />
stalla: Il prezzo del latte - La legge<br />
306/78 - Debolezze - La cronaca,<br />
pag. 11 - Ottobre.<br />
Le oscillazioni del cambio<br />
Euro/Dollaro: un problema di difficile<br />
soluzione. Una lotta impari, pag.<br />
11 - Novembre.<br />
Un’annata difficile con qualche segno<br />
positivo, ma... il sistema resiste,<br />
pag. 19 - Dicembre.<br />
L’angolo del veterinario<br />
di Fabio Rossi<br />
Gli adempimenti di gennaio, pag. 15<br />
- Gennaio.<br />
Gli adempimenti di febbraio, pag.<br />
13 - Febbraio.<br />
Gli adempimenti di marzo, pag. 10 -<br />
Marzo.
OFormaggi ovini - Consumi pecorini, cellazione del 1° trimestre; Lazio,<br />
pag. 22 - Settembre.<br />
crisi settore ovino per quasi 2000 al-<br />
Formaggi Ovini - Pecorini, pag. 22 - levatori reatini - Vertenza pecorino.<br />
Novembre.<br />
Prezzo del latte, organizzazioni<br />
pronte al dialogo con la regione Sardegna<br />
- Il comparto agricolo sardo -<br />
Notizie dalle Istituzioni Coldiretti della Sardegna: Il convegno<br />
sulla PAC - Divampa la polemi-<br />
Antitrust: Coldiretti, c’è un cartello ca sul vaccino contro la lingua blu<br />
del pecorino - Carni ovine: Stima degli ovini - Made in Italy: commer-<br />
produzione - I lavori al Senato Comcio - Agroindustria. I consorzi di tumissione<br />
Agricoltura - Premi PAC tela del Pecorino danno vita a un<br />
Zootecnia per la campagna 2004 - nuovo comitato tecnico - Lingua<br />
Lingua Blu: allevatori toscani, no al- blu: stanziati 14.5 mln euro per inla<br />
vaccinazione, pag. 18 - Gennaio dennizzi - Un nuovo piano contro la<br />
I lavori alla Camera - Blue Tongue blue tongue in Sardegna - Un patto<br />
1599/2004 - Unione Europea - Blue di filiera per far crescere il settore<br />
Tongue, pag. 20 - Febbraio. ovicaprino, pag. 17 - Ottobre.<br />
Blue Tongue - Il governo francese Export di Formaggi Italiani - La<br />
nomina Bedoni cavaliere dell’ordine commissione fa controllare una ri-<br />
del merito agricolo, pag. 20 - Marzo cerca che rileverebbe il primo caso<br />
I lavori alla Camera, Interrogazioni - di BSE in una capra - Blue Tongue -<br />
Nasce l’imprenditore agricolo pro- I lavori alla Camera - Pecorino rofessionale,<br />
equiparato al coltivatore mano Dop in Sardegna - Gli alleva-<br />
diretto - Disciplina della movimentori del Lazio incontrano l’assessore<br />
tazione di ovini e caprini a scopo di all’agricoltura Iannarilli - Latte: Be-<br />
pascolo, pag. 20 - Maggio.<br />
doni (Coldiretti), in stalla i conti<br />
Nota del 15/06/04 n°18613. Blue non tornano, pag. 20 - Novembre<br />
Tongue Istituzione tavolo tecnico Brucellosi, abbattimenti e limitazio-<br />
permanente - FAO: Europa immune ni al pascolo - Confagricoltura:<br />
Cda Afta Epizotica, ma restare vigili - “Tutti i settori agricoli in tutte le re-<br />
Ambiente: estinzione animali, in Itagioni italiane sono in crisi” - Decilia<br />
400 mila pecore, mucche e maiasione della Commissione UE: Blue<br />
li salvati dagli allevatori, pag. 21 - Tongue in Spagna - Pascoli in balia<br />
Giugno.<br />
dei cervi, è polemica sugli indenniz-<br />
11 Giugno 2004 Blue Tongue: Orzi - Prezzo del latte ovino in Sardedinanza<br />
Sirchia e Alemanno - Alegna, pag. 24 - Dicembre.<br />
manno su Blue Tongue - Umbria:<br />
zootecnia, risarcimenti blue tongue,<br />
col diretti soddisfatta. Restano da<br />
Varie<br />
verificare gli effetti del vaccino sul<br />
benessere degli animali - Pecorino Comunicazione per gli allevatori<br />
Romano Dop - I lavori alla Camera: iscritti ai LL.GG. e RR.AA., pag. 16<br />
interrogazioni su Lingua Blu - Lin- - Gennaio.<br />
gua blu - Coldiretti della Sardegna, Polizza assicurazione mortalità be-<br />
Basta con la lingua blu - Il consiglio stiame. Convenzione AssoNaPa-FAdei<br />
Ministri - La regione Campania TA,pag. 16 - Gennaio.<br />
- Provincia di Nuoro: Blue Tongue - Informazioni per i collaboratori:<br />
Lingua Blu. Appello degli allevatori: norme di redazione e modalità di<br />
più soldi contro il virus “Adesso va sottomissione degli articoli, pag. 14<br />
evitata una nuova strage” - Gran - Gennaio.<br />
Bretagna. La pietra miliare di Or- Comunicazione per gli allevatori<br />
chid: Un milione di pecore mappate iscritti ai LL.GG. e RR.AA., pag. 17<br />
geneticamente per individuare la - Febbraio.<br />
predisposizione alla Scrapie, pag. 20 Polizza assicurazione mortalità be-<br />
- Luglio/Agosto.<br />
stiame. Convenzione AssoNaPa-FA-<br />
Rieti: Campagna Amica, promossa TA,pag. 17 - Febbraio.<br />
dalla Coldiretti la 6 Polizza assicurazione mortalità bestiame.<br />
Convenzione AssoNaPa-FA-<br />
TA,pag. 10 - Aprile.<br />
Negli USA creati ovini “chimere”<br />
per il prelievo di cellule Pecore<br />
“umane” per i trapiantati, pag. 13 -<br />
Maggio.<br />
Polizza assicurazione mortalità bestiame.<br />
Convenzione AssoNaPa-FA-<br />
TA,pag. 17 - Maggio.<br />
Pasqua: sulle tavole italiane carne di<br />
L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 12 - DICEMBRE 2004 13<br />
a Gli adempimenti di aprile, pag. 16 -<br />
Aprile.<br />
Gli adempimenti di maggio, pag. 13<br />
- Maggio.<br />
Gli adempimenti di giugno, pag. 11<br />
- Giugno.<br />
Gli adempimenti di luglio/agosto,<br />
pag. 16 - Luglio/Agosto.<br />
Gli adempimenti di settembre, pag.<br />
15 - Settembre.<br />
Gli adempimenti di ottobre, pag. 12<br />
- Ottobre.<br />
Gli adempimenti di novembre, pag.<br />
12 - Novembre.<br />
Gli adempimenti di dicembre, pag.<br />
20 - Dicembre.<br />
Dalle APA...<br />
La Regione Calabria punta alla tutela<br />
delle produzioni casearie tradizionali,<br />
Floro De Nardo, pag. 12 - Marzo.<br />
Nuovo patto tra mondo scientifico e<br />
mondo degli allevatori di ovini e caprini,<br />
Floro De Nardo, pag. 18 - Novembre.<br />
Caro allevatore..., pag. 19 - Novembre.<br />
A Grosio con capre e pecore, pag.<br />
18 - Dicembre.<br />
Comunicati stampa<br />
A.I.A. - Il presidente Nino Andena<br />
conferma la posizione AIA sui provvedimenti<br />
Blue Tongue, pag. 17 -<br />
Gennaio.<br />
MIPAF - Blue Tongue: Alemanno,<br />
abbiamo accolto le richieste degli allevatori,<br />
pag. 4 - Aprile.<br />
ISMEA: andamento<br />
mercato ovini<br />
Mercato Nazionale - Lattiero-Caseari,<br />
pag. 20 - Gennaio.<br />
Commercio Estero mercati ovini -<br />
Gli acquisti domestici dei pecorini<br />
DOP, pag. 22 - Febbraio.<br />
Commercio Estero formaggi ovini<br />
- Statistiche panel agroalimentare<br />
ISMEA - Prezzi al consumo prezzi<br />
medi al dettaglio - Prodotti DOP in<br />
attesa di riconoscimento, pag. 22 -<br />
Marzo.<br />
Festa della<br />
Commercio Estero - Formaggi ovi- Transumanza. La Coldiretti diffida<br />
ni - Consumi - Ricotta di pecora, la Regione Sardegna: “Svolga il suo<br />
pag. 21 - Aprile.<br />
ruolo”. L’assessore all’agricoltura<br />
Commercio Estero - Formaggi ovi- della Regione Sardegna Addis frena<br />
ni - Consumi - Pecorini DOP, pag. sul prezzo del latte. Regione Lom-<br />
22 - Maggio.<br />
bardia OCM ovicaprini: manuale<br />
Latte e formaggi ovini - Mercato delle procedure, dei controlli e delle<br />
Nazionale - Commercio Estero - sanzioni, pag. 20 - Settembre.<br />
Formaggi ovini - Consumi - Pecori- Ismea-Comunicato stampa Ovicani,<br />
pag. 22 - Giugno.<br />
prini:cresce del 17% l’attività di ma-
Oagnello per una famiglia su tre ma la<br />
metà viene dall’estero e non si vede,<br />
pag. 20 - Maggio.<br />
Comunicazione per gli allevatori<br />
iscritti ai LL.GG. e RR.AA., pag. 24<br />
- Giugno.<br />
Polizza assicurazione mortalità bestiame.<br />
Convenzione AssoNaPa-FA-<br />
TA, pag. 12 - Giugno.<br />
Convegno dell’<strong>Assonapa</strong> ad Asciano,<br />
Nazario Nazzarri, pag. 3 - Giugno.<br />
Comunicazione per gli allevatori<br />
iscritti ai LL.GG. e RR.AA., pag. 24<br />
- Luglio/Agosto.<br />
Polizza assicurazione mortalità bestiame.<br />
Convenzione AssoNaPa-FA-<br />
TA, pag. 14 - Luglio/Agosto.<br />
Polizza assicurazione mortalità bestiame.<br />
Convenzione AssoNaPa-FA-<br />
TA, pag. 11 - Settembre.<br />
Un virus endogeno blocca la diffusione<br />
del cancro. Potrebbe condurre<br />
a nuovi farmaci contro l’AIDS e le<br />
Leucemie, pag. 17 - Novembre.<br />
Recensione: l’allevamento della capra,<br />
gestione, produzione e trasformazione<br />
del latte di Giovanni De Luca,<br />
pag. 21 - Novembre.<br />
Sommario generale 2004, pag. 11 -<br />
Dicembre.<br />
C<br />
Compro, vendo, offro<br />
Gennaio, pag. 17.<br />
Febbraio, pag. 21.<br />
Marzo, pag. 13.<br />
Aprile, pag. 7.<br />
Maggio, pag. 17.<br />
Giugno, pag. 24.<br />
Luglio/Agosto, pag. 19.<br />
Settembre, pag. 13.<br />
Ottobre, pag. 9.<br />
Novembre, pag. 9.<br />
Dicembre, pag. 20.<br />
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Rickettsia e Theileria, pag. 13 - Novembre.<br />
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pag. 15 - Giugno.<br />
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pag. 14 - Ottobre.<br />
Niccolai Nutrizione Animale SpA,<br />
pag. 17 - Novembre.<br />
Niccolai Nutrizione Animale SpA,<br />
pag. 23 - Dicembre.
Tech. Centre de Recherches Zootechniques<br />
et Veterinaires de Theix, INRA,<br />
(70): 199-211.<br />
4. Cannas A., Pes A., Mancuso R.,<br />
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Pell A.N, Overton T.R.. 2003.The Net<br />
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24. Licitra G., Carpino S., Campo<br />
P., Biondi L., Fox D.G. 1997b. Frazioni<br />
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X Congresso Nazionale A.S.P.A.:<br />
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Academy Press,Washington D.C.<br />
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34. Pulina G., Bettati T., Serra<br />
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per l’alimentazione degli ovini<br />
da latte. Atti XII Congresso Nazionale<br />
S.I.P.A.O.C., 22-24 ottobre,<br />
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35. Russel A.J.F., Doney J.M., Gunn<br />
R.G. 1969. Subjective assessment of<br />
body fat in live sheep. J. agric. Sci.,<br />
Camb. 72:451-454.<br />
36.Van Soest P.J., Fox D.G. 1992. Discounts<br />
for net energy and protein -fifth<br />
revision. Proceed. Cornell Nutrition<br />
Conference, Ithaca, New York: 40-68.<br />
37. Van Soest P.J. 1994. Nutritional<br />
ecology of the ruminant. 2nd ed. Cornell<br />
University Press, Ithaca, NY.<br />
38. Van Soest P.J., McCammon-<br />
Feldman B., Cannas A. 1994. The feeding<br />
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ruminants:application of the Cornell discount<br />
system to the feeding of dairy<br />
goats and sheep. Proceed. Cornell Nutrition<br />
Conference, Ithaca, New York:<br />
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39. Wales W. J., Doyle P. T., Pearce<br />
G. R. 1990. The feeding value of cereal<br />
straws for sheep. I.Wheat straws. Anim.<br />
Feed Sci.Technol. 29: 1-14.<br />
L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 12 - DICEMBRE 2004 15
Incontri tecnici sulle procedure informatiche<br />
AssoNaPa<br />
Sono stati organizzati da AssoNaPa 3<br />
incontri di aggiornamento, rivolti agli<br />
addetti LL.GG. e RR.AA. delle APA.<br />
Tali incontri hanno permesso di illustrare<br />
ai tecnici intervenuti le ultime<br />
produzioni informatiche dell’Asso-<br />
NaPa, messe a punto con lo scopo di<br />
adeguare lo standard informatico del<br />
settore ovi-caprino ad un più alto livello<br />
tecnologico.<br />
Infatti da tempo, si evidenziava, anche<br />
per il nostro settore, l’esigenza di<br />
un miglioramento del livello dei servizi<br />
informatici da e per le APA. Con<br />
la messa a punto di una serie di utilities,<br />
rese disponibili alle APA sul sito<br />
www.assonapa.com e la realizzazione<br />
di una nuova procedura di registrazione<br />
e trasmissione dei dati di campagna,<br />
AssoNaPa reputa di poter dotare<br />
le APA di strumenti idonei a generare<br />
migliori servizi agli allevatori.<br />
Gli incontri si sono succeduti secondo<br />
il seguente calendario:<br />
1. dal 29 al 30 settembre: ad Asciano<br />
(SI), presso il Centro Genetico Asso-<br />
NaPa. Hanno partecipato 55 tecnici<br />
provenienti dalle APA della Sardegna,<br />
Calabria, Basilicata, Puglie,<br />
Abruzzo, Lazio, Marche, Umbria,Toscana,<br />
Lombardia, Piemonte, Valle<br />
D’Aosta;<br />
2. dal 17 al 19 novembre: a Palermo,<br />
Enna e Catania. Hanno partecipato<br />
50 tecnici dei Consorzi Provinciali siciliani;<br />
3. dal 24 al 25 novembre: a Foggia,<br />
presso la facoltà di Agraria dell’Università<br />
di Foggia. Hanno partecipato<br />
22 tecnici provenienti dalle APA<br />
delle Puglie, Campania, Abruzzo,<br />
Molise.<br />
Tali incontri hanno dato, inoltre, la<br />
possibilità di meglio tarare gli strumenti<br />
informatici realizzati attraverso<br />
il confronto diretto con i potenziali<br />
utenti.<br />
Particolare interesse hanno riscosso<br />
le utilities proposte dal sito Internet<br />
di AssoNaPa:<br />
- Indici Genetici<br />
- Migliori Lattazioni<br />
- Valutazioni Morfologiche<br />
16 L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 12 - DICEMBRE 2004<br />
- Test DNA<br />
- Test SCRAPIE<br />
- Stato Delle Richieste DNA<br />
- Richieste Analisi DNA e SCRAPIE<br />
- Stampa Richieste LGS<br />
- Richieste Certificati Genealogici<br />
- Consanguineità<br />
- Genotipi Determinati;<br />
le quali, è stato evidenziato dai responsabili<br />
AssoNaPa presenti agli incontri,<br />
sono rese disponibili alle APA<br />
attraverso inserimento di opportuna<br />
password. La possibilità per gli allevatori<br />
di accedere alle informazioni disponibili<br />
è regolata dalle APA stesse,<br />
mediante il rilascio di password.<br />
Asciano: un momento dell’incontro.<br />
Riunione Comitato Razze Ovine<br />
Barbaresca, Comisana, Pinzirita e<br />
Valle del Belice<br />
Il giorno 07 dicembre 2004 alle ore<br />
10.00 presso la sede dell’Associazione<br />
Regionale Allevatori della Sicilia<br />
Via Principe di Belmonte, 55 - Palermo<br />
si è riunito, regolarmente convocato<br />
il Comitato delle razze ovine<br />
Barbaresca, Comisana, Pinzirita e<br />
Valle del Belice per discutere e deliberare<br />
il seguente ordine del giorno:<br />
1) Approvazione verbale seduta precedente.<br />
2) Gruppi di monta.<br />
3) Requisiti dei riproduttori maschi<br />
per poter operare all’interno degli allevamenti<br />
iscritti al Libro Genealogico.<br />
4) Programma Scrapie.<br />
5) Eventuali e varie.<br />
Sono presenti alla riunione i componenti<br />
: P.A. Michele Cavalli (Presidente),<br />
Dr. Antonino Colombo, Dr.<br />
Giovanni Festante (Segretario), Sig.<br />
Giuseppe Pecorino, Prof. Baldassare<br />
Portolano, Dr. Raffaele Sarda.<br />
Su invito del Presidente partecipano<br />
alla riunione: Sig. Costantino Greco<br />
(ARA Sicilia), Dr. Andrea Truscelli<br />
(Direttore Tecnico ARA Sicilia), Dr.<br />
Giovanni Viglianisi (Assessorato Regionale<br />
Agricoltura) e Dr. Francesco<br />
Pinelli (Istituto Sperimentale Zootecnico<br />
Sicilia).<br />
Il Presidente ringrazia i presenti per<br />
la partecipazione e constatata la presenza<br />
del numero legale dichiara<br />
aperta la riunione.<br />
Approvazione verbale seduta precedente.<br />
Dopo l’approvazione unanime del<br />
verbale della riunione del 09/04/2004,<br />
si passa alla discussione dei punti successivi<br />
in cui vengono adottate le seguenti<br />
delibere:<br />
Gruppi di monta.<br />
Il Comitato esaminate le difficoltà insite<br />
nell’allevamento estensivo che caratterizza<br />
le razze ovine di origine Siciliana<br />
(sia nella zona d’origine che<br />
nelle aree d’espansione), ai fini di una<br />
migliore e più efficiente gestione dell’attività<br />
di selezione e miglioramento<br />
genetico delibera di far funzionare<br />
nell’ambito dello stesso gruppo di<br />
monta (a partire dall’anno 2005) fino<br />
ad una massimo di 3 arieti che però<br />
non abbiano relazioni di parentela tra<br />
di loro. Sui figli maschi nati dai gruppi<br />
di monta così costituiti verrà effettuata<br />
ricerca di paternità.<br />
Requisiti dei riproduttori maschi<br />
per poter operare all’interno degli<br />
allevamenti iscritti al Libro Genealogico.<br />
Razze ovine Comisana, Pinzirita e<br />
Valle del Belice:<br />
Gli arieti di tali razze provenienti dal<br />
Giovane Bestiame che andranno ad<br />
operare nei gruppi di monta che saranno<br />
costituiti dall’anno 2005 all’anno<br />
2007 possono funzionare<br />
senza l’obbligo della certificazione<br />
della loro ascendenza paterna e materna<br />
tramite DNA.Tali arieti devono<br />
però prima dell’ingresso nei<br />
gruppi di monta aver depositato obbligatoriamente<br />
il loro genotipo<br />
(DNA). Gli agnelli maschi figli di
questi arieti hanno l’obbligo dell’accertamento<br />
delle ascendenza paterna<br />
e materna tramite analisi del genotipo;di<br />
questi potranno operare<br />
solo quelli con diagnosi S-S, fatta<br />
eccezione per quei casi in cui la madre<br />
sia morta e tale morte sia attestata<br />
mediante certificazione dell’A-<br />
PA. Gli arieti (padri) che hanno funzionato<br />
senza diagnosi dal 2005 non<br />
potranno più operare all’interno degli<br />
allevamenti del Libro Genealogico<br />
dopo la data del 31/12/2007, eccezione<br />
fatta per quei padri che al<br />
test della Scrapie siano risultati<br />
omozigoti resistenti (ARR-ARR).<br />
Il Comitato da mandato al responsabile<br />
dell’Ufficio Centrale L.G. Dr.<br />
Giovanni Festante e al Dr. Andrea<br />
Truscelli di revisionare le norme tecniche<br />
della razza Barbaresca esaltandone<br />
l’attitudine produttiva latte.<br />
Tale mandato viene dato anche per<br />
l’eventuale revisione delle norme<br />
tecniche delle altre razze qualora<br />
fosse necessaria una revisione.<br />
G. Festante<br />
Una novità AssoNaPa: generazione<br />
del genotipo della Scrapie tramite<br />
procedura informatica.<br />
Dopo quasi due anni di analisi genetiche<br />
sugli ovini effettuate dal Laboratorio<br />
di Genetica e Servizi<br />
(LGS) e dall’Istituto Zootecnico e<br />
Caseario per la Sardegna (IZCS),<br />
l’<strong>Assonapa</strong> ha ritenuto opportuno<br />
realizzare un programma atto a determinare,<br />
con procedura informatica,<br />
il genotipo di un soggetto non<br />
geneticamente testato per la scrapie.<br />
Questa procedura informatica utilizza<br />
un archivio di circa 11000 diagnosi<br />
e, applicando varie metodologie,<br />
è in grado di individuare i soggetti<br />
ai quali può essere attribuito il<br />
genotipo utilizzando quello dei genitori<br />
e/o dei fratelli. La memorizzazione<br />
dei dati ottenuti avviene su<br />
tabelle SQL e per l’assegnazione del<br />
genotipo viene utilizzato parte codice<br />
SQL, parte codice Visual Basic. I<br />
risultati, infine, sono resi disponibili<br />
agli organismi provinciali (APA) e<br />
direttamente agli allevatori tramite<br />
il sito internet dell’associazione<br />
www.assonapa.com.<br />
Lo scopo di questo progetto è quello<br />
di risparmiare sia in termini di<br />
tempo sia in termini economici e,<br />
contemporaneamente, rendere un<br />
più efficiente e tempestivo servizio<br />
all’allevatore che necessita della dia-<br />
gnosi scrapie per poter decidere sulla<br />
destinazione o sull’utilizzazione<br />
dell’animale (gruppi di monta, Performance<br />
Test, scelta dell’ariete miglioratore<br />
in base agli indici genetici,<br />
scelta della madre di ariete ecc...).<br />
Metodologia utilizzata<br />
Come è noto la Scrapie è una malattia<br />
la cui manifestazione negli ovicaprini<br />
è controllata da fattori genetici.<br />
In particolare viene determinato<br />
il genotipo del gene della proteina<br />
prionica (PrP) che codifica la sintesi<br />
di una glicoproteina normalmente<br />
presente nelle cellule (PrPc). Nel<br />
caso di Scrapie da questa proteina<br />
infatti ha origine un accumulo nel<br />
Sistema Nervoso Centrale di una<br />
forma patologica (PrPsc) della glicoproteina<br />
che fa appunto generare<br />
la malattia. Nel locus PrPc che codifica<br />
per la proteina prionica, è presente<br />
una coppia di alleli detta genotipo.<br />
In tutto sono soltanto cinque<br />
gli alleli e quindi 15 genotipi che<br />
conferiscono agli individui il carattere<br />
di suscettibilità o di resistenza<br />
alla malattia. Ricordiamo che i cinque<br />
alleli sono:<br />
ALLELE NOTA<br />
ARR Bassissimo rischio<br />
AHQ Rischio ridotto<br />
ARH Non quantificato ma rischio simile a ARQ<br />
ARQ Rischio intermedio ma più basso di VRQ<br />
VRQ Allele alto rischio<br />
Gli alleli vengono trasmessi ai figli<br />
dai rispettivi genitori. Ogni genitore<br />
trasmette al proprio figlio un solo allele<br />
(purtroppo in modo casuale,<br />
senza un ordine preciso) ed è in base<br />
a questo “principio guida”, che è<br />
stato possibile realizzare una procedura<br />
informatica che generi il genotipo<br />
di un ariete/pecora in modo automatico.Tale<br />
procedura è articolata<br />
su tre metodi principali:<br />
1. Determinazione del genotipo di<br />
un soggetto in base al genotipo dei<br />
due genitori;<br />
2. Determinazione del genotipo di<br />
uno o entrambi i genitori partendo<br />
da due figli omozigoti (due alleli<br />
uguali) diversi;<br />
3. Determinazione del genotipo di<br />
un genitore partendo dal genotipo<br />
dei figli e dell’altro genitore.<br />
Per ogni metodo sono stati suddivisi<br />
i casi in cui si determina il genotipo<br />
di un ovino con la probabilità del<br />
100%, del 50% e del 25%. Si ritiene<br />
che genotipi con un’attendibilità inferiore<br />
al 25% possano essere di scarsa<br />
utilità per l’allevatore.<br />
Risultati<br />
I soggetti genotipizzati tramite Elaborazione<br />
sono circa 1400 di cui:<br />
• quelli attendibili al 100% sono più<br />
di 400; per questi è stato generato un<br />
solo genotipo.<br />
• quelli attendibili al 50% sono circa<br />
550; per questi ovini sono stati determinati<br />
due genotipi possibili.<br />
• quelli attendibili al 50% e 25% sono<br />
285; per tali soggetti sono stati<br />
determinati 3 possibili genotipi di cui<br />
uno con attendibilità del 50% e gli<br />
altri due del 25%.<br />
• quelli attendibili al 25% sono circa<br />
150; per questi ovini sono stati determinati<br />
quattro possibili genotipi.<br />
I genotipi generati da elaborazione fino<br />
a questo momento quindi sono<br />
già il 12% del totale dei genotipi determinati<br />
con l’analisi genetica.<br />
Tali risultati, come già accennato, sono<br />
consultabili tramite il sito web<br />
dell’<strong>Assonapa</strong>.<br />
Le Associazioni Provinciali e gli Allevatori<br />
autorizzati possono visualizzare<br />
questi risultati utilizzando la pagina<br />
“Selezione e ricerca in Banca Dati”<br />
che compare dopo aver effettuato<br />
l’accesso e cliccando sul link “Genotipi<br />
Determinati” presente nella sezione<br />
“Altri Servizi”.<br />
Conclusioni<br />
Il programma per la determinazione<br />
automatica dei genotipi deve essere<br />
visto come un valido servizio che va<br />
ad integrarsi a quello già offerto tramite<br />
analisi di laboratorio. Nel 2004<br />
l’<strong>Assonapa</strong> ha dato la priorità al testaggio<br />
degli arieti in quanto, in base<br />
al proprio Programma Scrapie, oggi<br />
è ancora in corso una selezione prettamente<br />
per via maschile contro l’allele<br />
VRQ della scrapie. Con questa<br />
procedura invece è possibile generare<br />
oltre ai genotipi dei maschi anche<br />
quelli delle femmine, figlie e/o madri<br />
in base ai dati di input.<br />
Il punto di forza di questo programma<br />
è che è iterativo; questo vuol dire<br />
che integrando i dati ottenuti dall'applicazione<br />
dei tre metodi con i<br />
dati originali di laboratorio, è possibile<br />
eseguire di nuovo il programma<br />
per un numero finito di volte, fino a<br />
quando il numero di nuovi genotipi<br />
generati è nullo.<br />
I. Pernazza e R.Vecchi<br />
L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 12 - DICEMBRE 2004 17
Dalle APA socie.<br />
A Grosio con capre e pecore<br />
Domenica 5 Dicembre si sono svolti<br />
a Grosio (SO) il 16° Concorso<br />
mandamentale del bestiame Ovicaprino<br />
e la 14 a mostra provinciale della<br />
Capra Frisa. La magnifica giornata<br />
di sole ha visto partecipare alla ormai<br />
consolidata manifestazione 24<br />
allevamenti di capre Frise per un totale<br />
di 316 capi, 2 allevamenti di capre<br />
meticce con un totale di 33 capi,<br />
11 allevamenti di ovini di razza Bergamasca<br />
con un totale di 112 soggetti.<br />
Come di consueto l’interesse<br />
degli allevatori e del pubblico è stato<br />
dimostrato dalla grande partecipazione<br />
alla mostra, che risulta essere<br />
una delle più seguite in provincia,<br />
nonostante il carattere mandamentale.<br />
La passione che accompagna<br />
l’allevamento della Capra Frisa è dimostrato<br />
inoltre dalla numerosa presenza<br />
di giovanissimi allevatori “figli<br />
d’arte” che si sono prodigati nel ring<br />
per sottoporre i propri animali alla<br />
valutazione dei giudici Carlo Gianoncelli<br />
per le capre e Danilo Mosconi<br />
per le pecore.<br />
Classifiche 14 a Mostra provinciale<br />
capra Frisa Valtellinese e 16° Concorso<br />
razze ovine e caprine locali<br />
Razza Frisa Valtellinese<br />
Sezione Maschi<br />
1^ Categoria: Becchi fino a 12 mesi:<br />
nati nel 2004<br />
Allevatore Comune<br />
1° Class. Della Bosca Giacomo Sondalo<br />
2° Class. Besseghini Francesco Grosio<br />
3° Class. Besseghini Giovanna Grosio<br />
2^ Categoria: Becchi tra 12 e 24 mesi:<br />
nati nel 2003<br />
Allevatore Comune<br />
1° Class. Cecini Carmelina Grosso<br />
2° Class. Della Valle Stefano Sondalo<br />
3° Class. Strambini Dina Grosso<br />
3^ Categoria: Becchi oltre 24 mesi:<br />
nati nel 2002 e precedenti<br />
Allevatore Comune<br />
1° Class. Zubiani Marinella Sondalo<br />
2° Class. Della Bosca Giacomo Sondalo<br />
3° Class. Cecini Giuseppe Grosso<br />
GADGETS<br />
Portachiave<br />
argento 900<br />
€ 30,99<br />
18 L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 12 - DICEMBRE 2004<br />
Sezione Femmine<br />
4^ Categoria: Capra con figlia dell’anno<br />
Allevatore Comune<br />
1° Class. Cimetti Maria Grosso<br />
2° Class. Rodigari Giacomo Grosso<br />
3° Class. Cecini Carmelina Grosso<br />
5^ Categoria: Gruppo 3 Caprette nate nel 2004<br />
Allevatore Comune<br />
1° Class. Rodigari Giacomo Grosso<br />
2° Class. Cecini Carmelina Grosso<br />
3° Class. Peraldini Vanda Sondalo<br />
6^ Categoria: Capretta singola nata nel 2004<br />
Allevatore Comune<br />
1° Class. Cimetti Maria Grosso<br />
2° Class. Rodigari Giacomo Grosso<br />
Exaequo Cecini Carmelina Grosso<br />
3° Class. Della Bosca Giacomo Sondalo<br />
7^ Categoria: Capra nata nel 2003<br />
Allevatore Comune<br />
1° Class. Della Valle Stefano Sondalo<br />
2° Class. Della Bosca Giacomo Sondalo<br />
3° Class. Riccetti Daniele Sondalo<br />
8^ Categoria: Capra nata nel 2002<br />
Allevatore Comune<br />
1° Class. Della Bosca Giacomo Sondalo<br />
2° Class. Riccetti Daniele Sondalo<br />
3° Class. Besseghini Giovanna Grosso<br />
9^ Categoria: Capra nata nel 2001<br />
Allevatore Comune<br />
1° Class. Cecini Carmelina Grosso<br />
2° Class. Besseghini Giovanna Grosso<br />
3° Class. Zubiani Marinella Sondalo<br />
10^ Categoria: Capra nata prima del 2001<br />
Allevatore Comune<br />
1° Class. Riccetti Daniele Sondalo<br />
2° Class. Besseghini Giovanna Grosso<br />
3° Class. Rodigari Giacomo Grosso<br />
Gruppo Frontalasca<br />
1° Class: Della Bosca Giacomo<br />
2° Class: Cecini Carmelina<br />
3° Class: Rodigari Giacomo<br />
Re della Mostra<br />
Zubiani Marinella<br />
Regina della Mostra:<br />
Ricetti Daniele<br />
Gruppo Capra Meticcia:<br />
Bessegnini Emilio<br />
Bessegnini Giuseppe<br />
Materiale disponibile presso l’ufficio promozioni dell’Asso.Na.Pa.<br />
O<strong>VINI</strong><br />
Sezione Maschi<br />
Arieti fino a 12 mesi:<br />
Allevatore Comune<br />
1° Class. Ghilotti Caterina Grosio<br />
2° Class. Cecini Cristian Grosio<br />
3° Class. Cecini Cristian Grosio<br />
Gruppo:<br />
1° Class: Cecini Cristian<br />
2° Class: Ghilotti Caterina<br />
3° Class: Ghilotti Maria Pia<br />
Campione della Mostra<br />
Pini Battista<br />
Arieti oltre i 12 mesi:<br />
Allevatore Comune<br />
1° Class. Pini Battista Grosio<br />
2° Class. Bazzeghini G. Battista Grosio<br />
3° Class. Rinaldi Alberto Grosio<br />
Sezione Femmine<br />
Agnelle inferiori ai 6 mesi:<br />
Allevatore Comune<br />
1° Class. Ghilotti Maria Grosio<br />
2° Class. Pini Battista Grosio<br />
3° Class. Cecini Cristian Grosio<br />
Agnelle senza parto fino ai 18 mesi:<br />
Allevatore Comune<br />
1° Class. Ghilotti Caterina Grosio<br />
2° Class. Ghilotti Maria Grosio<br />
3° Class. Ghilotti Maria Grosio<br />
Fattrici fino ai 48 mesi:<br />
Allevatore Comune<br />
1° Class. Rinaldi Alberto Grosio<br />
2° Class. Cecini Cristian Grosio<br />
3° Class. Bazzeghini G. Battista Grosio<br />
Fattrici oltre i 48 mesi:<br />
Allevatore Comune<br />
1° Class. Cecini Cristian Grosio<br />
2° Class. Bazzeghini G. Battista Grosio<br />
3° Class. Bazzeghini G. Battista Grosio<br />
Campionessa della Mostra<br />
Cecini Cristian<br />
Volume € 7,75 Volume € 7,75 Cappellino blu/bianco € 5,16 Giaccone trapuntato blu € 30,99 Polo bianca/blu € 20,66
Nel 2004 lieve crescita del patrimonio,<br />
della produzione di carne,<br />
latte e formaggi – necessario<br />
trovare un’intesa sul prezzo e soluzioni<br />
per eventuali eccedenze produttive di<br />
latte e formaggi.<br />
A pochi giorni dalla fine dell’anno si tirano<br />
le somme di una campagna ancora<br />
segnata dai danni e dalle conseguenze<br />
della blue tongue e dalla crisi dell’export<br />
di Pecorino verso gli Stati Uniti oltre, naturalmente,<br />
a quelli dovuti a fenomeni<br />
comuni a molti i comparti agroalimentari,<br />
quali il calo dei consumi interni di formaggi<br />
e carni.<br />
Abbiamo esportato meno formaggi dell’anno<br />
scorso, ma il saldo del commercio<br />
estero lattiero caseario ovi caprino è migliorato<br />
perchè abbiamo anche importato<br />
molto meno del solito: ecco la prova<br />
del calo dei consumi “superflui”.<br />
E altrettanto è accaduto per bestiame e<br />
carni. Le importazioni sono scese e naturalmente<br />
anche il deficit di comparto<br />
si è ridotto, ma la misura della diminuzione<br />
è stata superiore alla flessione dell’import<br />
perchè il nostro “piccolo” export<br />
(nel 2003: circa 1000 tonnellate<br />
per 3,8 milioni di euro), si è più che<br />
raddoppiato.<br />
E se i conti con l’estero migliorano, nonostante<br />
la corsa dell’euro, vuol dire che il<br />
sistema riesce ad essere, almeno in parte,<br />
competitivo.<br />
Ma la situazione è ancora in movimento:<br />
sul mercato dei cambi la corsa dell’euro<br />
rispetto al dollaro, pare tenda a rallentare,<br />
ma le conseguenze delle rivalutazioni<br />
degli ultimi mesi sono sotto gli occhi di<br />
tutti, soprattutto in Sardegna dove i problemi<br />
tendono ad ingigantirsi per la sostanziale<br />
condizione “monocolturale” di<br />
tante aree produttive.<br />
Così crescono le difficoltà per arrivare<br />
alla definizione del prezzo del latte alla<br />
stalla e ci sono persino minacce, da parte<br />
di qualche caseificio, di rinunciare a<br />
ritirare parte del latte prodotto.<br />
Ma questa, com’è chiaro a chiunque, sarebbe<br />
un’iniziativa fuori da ogni corretto<br />
rapporto economico-sindacale, anche<br />
se le difficoltà del mercato del Romano<br />
sono ben note e tutti.<br />
D’altra parte quando, solo pochi mesi fa,<br />
l’euro valeva 80 centesimi di dollaro e<br />
l’export volava a prezzi d’affezione, non<br />
sembra ci siano stati particolari vantaggi<br />
per gli allevatori che rispettavano la consegna<br />
e gl’impegni sottoscritti o solo san-<br />
IL PUNTO SUL MERCATO<br />
Un’annata difficile con qualche segno positivo, ma...<br />
Il sistema resiste<br />
di Gustavo Credazzi<br />
citi dalla forza dell’intesa verbale e personale.<br />
Ora la situazione si è “rivoltata” e, purtroppo<br />
negli Stati Uniti il prezzo del nostro<br />
Pecorino risulta alto a causa del<br />
cambio, per cui stentiamo a mantenere<br />
la nostra quota di mercato.<br />
Ma aldilà delle polemiche e nell’interesse<br />
generale, si deve trovare una soluzione<br />
al problema dell’eventuale, temporanea,<br />
eccedenza produttiva di latte come di formaggio.<br />
Tutti devono fare uno sforzo di<br />
realismo, bisogna ritrovare il filo dell’interesse<br />
comune – che non può che essere<br />
all’interno della “filiera” di comparto -<br />
cercando di utilizzare le molte opportunità<br />
che ci sono offerte dal fatto di operare<br />
nell’Area economicamente integrata più<br />
ricca, invidiata e appetita del mondo: l’Unione<br />
Europea.<br />
Le condizioni per la ripresa non mancano.<br />
Le più recenti stime degli esperti comunitari<br />
indicano che il patrimonio ovi<br />
caprino nazionale – i dati ISTAT di fine<br />
2004 si conosceranno solo fra qualche<br />
settimana - dovrebbe essere leggermente<br />
aumentato nel corso dell’attuale campagna.<br />
E per l’anno 2005 la situazione<br />
dovrebbe restare sostenzialmente invariata<br />
su livelli superiori a quelli del 2003.<br />
Considerato che nell’aumento degli effettivi<br />
previsto dagli esperti per l’anno in<br />
corso si rileva una leggera prevalenza<br />
dell’incremento dei capi da latte rispetto<br />
a quello del bestiame da carne, si può<br />
stimare che, nel 2004 ci sia stata una crescita<br />
“potenziale” dell’offerta nazionale<br />
di latte ovino e caprino attorno ad un<br />
punto/un punto e mezzo per cento, rispetto<br />
al mediocre anno 2003.<br />
Anche le previsioni di produzione delle<br />
carni ovine e caprine pubblicate nei giorni<br />
scorsi dall’ISMEA segnalano il probabile<br />
esaurimento del ciclo recessivo e,<br />
forse, l’inizio di una nuova fase produttiva.<br />
Dopo cinque anni di continue flessioni,<br />
con la produzione nazionale di carni<br />
ovine e caprine scesa dalle 51 mila<br />
tonnellate del 1998 alle 36 del 2003,<br />
quest’anno c’è stata una significativa inversione<br />
di tendenza (+8,3% rispetto al<br />
2003).<br />
E anche i mercati - aldilà di quello, fondamentale,<br />
ma pur sempre settoriale, del<br />
Pecorino Romano penalizzato dal cambio<br />
– non sono negativi. Il mercato del<br />
bestiame è stato, fino ad oggi, sostanzialmente<br />
positivo, anche se si deve aspettare<br />
il boom di dicembre per dare un giudizio<br />
compiuto sulla campagna.<br />
Insomma, nonostante i problemi, il sistema<br />
ovi caprino nazionale “resiste”. E,<br />
superato questo periodo, tornerà certamente<br />
a essere quello che è da molti anni:<br />
un piccolo, ma attivo comparto di<br />
produzioni d’èlite.<br />
ITALIA – COMMERCIO ESTERO OVI CAPRINO – 2003 e 2004<br />
anno 2003 2004 - primi otto mesi<br />
quantità var. valore var. quantità var. valore var.<br />
(tonn.) % (000 €) % (tonn.) % (000 €) %<br />
BESTIAME import +50.918 +5,0 -199.052 +0,4 -33.225 -4,3 -131.740 -3,2<br />
CARNE (1) export +1.016 -27,8 +3.777 -9,6 +859 +111,4 +3.116 +135,9<br />
saldo +49.902 +6,1 -195.275 +0,7 -32.366 -5,6 -128.624 -4,6<br />
FORMAGGI import -3.671 +13,8 -16.419 +22,1 -1.182 -57,9 -6.736 -63,6<br />
O<strong>VINI</strong> export +23.003 +8,1 +119.121 -5,5 +14.165 -0,8 +68.364 -9,9<br />
saldo +19.332 +6,7 +102.702 -8,7 +12.983 +13,3 +61.628 -16,7<br />
TOTALE import - - -215.471 +1,9 - - -138.476 -10,4<br />
export - - +122.898 -5,6 - - +71.480 -7,4<br />
saldo - - -92.573 +13,8 - - -66.996 -9,5<br />
Fonte: elaborazione su dati ISMEA/ISTAT. (1) Il bestiame vivo è espresso in “peso carne”<br />
ITALIA – MERCATI OVI C<strong>APRINI</strong><br />
prezzi all’origine e variazioni % sull’anno precedente (euro/Kg, iva esclusa)<br />
2001 var. 2002 var. 2003 var. 2004 var.<br />
BESTIAME % % % (1) %<br />
Agnelli 3,78 +15,2 3,62 -4,2 3,66 +1,7 3,68 +1,7<br />
Agnelloni 2,74 +7,4 2,76 +0,7 2,87 +4,4 3,19 +12,9<br />
Pecore 0,71 -2,7 0,68 -4,2 0,82 +20,6 0,94 +14,5<br />
FORMAGGI<br />
PecorinoRomano 5,63 +16,3 5,86 +4,1 5,38 -8,2 4,70 -13,8<br />
Caciotte 5,65 +12,8 5,84 +3,4 5,94 +1,0 6,19 +4,3<br />
Ricotte 2,25 +5,1 2,37 +5,3 2,54 +7,2 2,64 +4,0<br />
Fonte: elaborazione su dati ISMEA. (1) Gennaio-novembre e variazione % sul corrispondente periodo del 2003.<br />
L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 12 - DICEMBRE 2004 19
Bene bene, anche quest’anno<br />
è giunto al termine ed è ora<br />
di tirare le somme per la<br />
passata stagione; tutto sommato<br />
non ci possiamo lamentare per<br />
quel che riguarda il clima, per il resto<br />
nulla di nuovo all’orizzonte, eccezion<br />
fatta per la lingua blu che<br />
continua ad imperversare in lungo<br />
e largo per la penisola, ne vedremo<br />
delle belle statene certi.<br />
E se poi vogliamo farci male parliamo<br />
pure della brucellosi; è una<br />
VERGOGNA che ancora in determinati<br />
areali essa faccia la sua<br />
comparsa costantemente! Vogliamo<br />
dirci la verità questo succede<br />
perché ci sono in giro troppi furbacchioni<br />
ed incompetenti che<br />
pensano di fare i loro comodi sulle<br />
spalle di tantissimi allevatori<br />
onesti che rispettano le profilassi e<br />
tengono ai loro animali perché<br />
sanno che è il loro capitale, il loro<br />
lavoro.<br />
Bisogna fare terra bruciata intorno<br />
a questi lestofanti che con il loro<br />
modo di fare gettano fango su una<br />
categoria che invece merita tutto il<br />
rispetto immaginabile, ma il rispetto<br />
cari miei bisogna guadagnarselo<br />
con la professionalità e la conoscenza<br />
solo così si può stare a testa<br />
alta di fronte ai nostri interlocutori,<br />
non siamo secondi a nessuno, se<br />
non vogliamo esserlo!<br />
Bene anche questa volta la ramanzina<br />
ci è scappata ora possiamo<br />
proseguire più speditamente. In<br />
questo mese tratterò argomenti vari<br />
legati un po’ alla stagione e per<br />
altro a ciò che mi ha dato modo di<br />
riflettere in questi giorni. Una prima<br />
raccomandazione per chi alleva<br />
capre: non fate mancare ai vostri<br />
animali una buona integrazione in<br />
sali minerali e vitamine, il selenio e<br />
la vitamina E sono molto importanti<br />
e la capra è particolarmente<br />
sensibile a queste carenze anche gli<br />
animali che pascolano sono altrettanto<br />
esposti a questo deficit.<br />
Coloro che invece allevano ovini in<br />
questo mese vendono gli agnelli e<br />
si accingono a mungere le pecore e<br />
ad allevare la quota di rimonta.<br />
Della mungitura abbiamo parlato<br />
tanto sino alla nausea quindi non<br />
20 L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 12 - DICEMBRE 2004<br />
L’ANGOLO DEL VETERINARIO<br />
Gli adempimenti di Dicembre<br />
di Fabio Rossi<br />
mi ripeterò delle agnelle ed agnelli<br />
che costituiscono la rimonta altrettanto,<br />
una sola raccomandazione<br />
piano con il pascolo sugli erbai<br />
con leguminose sono ancora troppo<br />
freschi e ricchi di saponine che<br />
causano meteorismi acuti; quindi<br />
meglio destinare a questi giovani<br />
animali erbai meno nobili ma indubbiamente<br />
meno pericolosi per i<br />
giovani animali.<br />
Sarebbe idoneo far pascolare i giovani<br />
su erbai di sole graminacee<br />
come avena (orzo e grano sono<br />
troppo lenti nelle crescita). È buona<br />
norma non far pascolare i giovani<br />
su pascoli dove hanno stazionato<br />
gli adulti questo al fine di evitare<br />
che questi ultimi ingeriscano<br />
una quantità enorme di uova e larve<br />
di parassiti con gli esiti che tutti<br />
sappiamo.<br />
A parte tutte queste attenzioni il<br />
mio consiglio è di non inviare al<br />
pascolo i giovani prima di aver effettuata<br />
la vaccinazione preventiva<br />
per le clostridiosi. Le pecore che<br />
vengono avviate alla mungitura devono<br />
essere trattate con attenzione<br />
perché in questa prima fase tenderanno<br />
a cedere meno latte perché<br />
abituate all’agnello, questo è vero<br />
soprattutto per le primipare; un<br />
piccolo stratagemma è quello di introdurre<br />
in sala di mungitura questi<br />
animali assieme a pecore già<br />
abituate alla mungitura meccanica<br />
le giovani risulteranno molto più<br />
tranquille, mi raccomando comunque<br />
pazienza e dolcezza con gli<br />
animali solo così otterremo il massimo<br />
con molta più serenità anche<br />
per noi.<br />
In questa fase della lattazione le<br />
lattare devono essere alimentate in<br />
maniera adeguata particolare importanza<br />
deve essere data alla quota<br />
di energia che l’animale assume;<br />
è per questo che almeno in questa<br />
fase è meglio somministrare mais<br />
ed orzo piuttosto che favino. Un<br />
buon cocktail è costituito da: mais,<br />
orzo, avena.<br />
L’avena è un cereale da riscoprire<br />
in giuste quantità ha un effetto benefico<br />
sulla fertilità e sulla integrità<br />
della ghiandola mammaria, in<br />
più è facilmente coltivabile anzi es-<br />
sendo particolarmente vigorosa<br />
migliora il pascolo sopraffacendo<br />
molte infestanti . Come al solito i<br />
blocchi di sali minerali devono<br />
sempre essere disponibili anche se<br />
noi già distribuiamo i sali minerali<br />
con il mangime, in questa maniera<br />
tutti gli animali assumeranno la<br />
corretta quantità di ferro, zinco,<br />
calcio ecc.<br />
Quindi come al solito poche cose<br />
ma essenziali per la buona riuscita<br />
del nostro lavoro. Non mi resta che<br />
salutarvi augurandovi Buon Natale<br />
e Felice Anno Nuovo.<br />
COMPRO<br />
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Le biotecnologie nel settore<br />
zootecnico: un’opportunità<br />
per lo sviluppo dell’allevamento.<br />
Le biotecnologie e il progresso<br />
tecnologico hanno<br />
fornito sviluppo innovativo<br />
tale da investire e implementare<br />
le potenzialità non solo il campo<br />
della biologia, ma anche i campi<br />
quali la medicina umana ed animale,<br />
l’agricoltura, la farmaceutica,<br />
l’ecologia. Le potenzialità di<br />
tale disciplina sono talmente vaste<br />
e veloci che è difficile riuscire<br />
a prevede oggi tutte le reali applicabilità.<br />
Pur non di meno, è possibile<br />
immaginarne l’uso e l’orientamento<br />
nei prossimi anni.<br />
Alcuni degli obiettivi immediatamente<br />
raggiungibili sono: generare<br />
gruppi di animali geneticamente<br />
identici per scopi sperimentali;<br />
propagare rapidamente<br />
ceppi di animali desiderabili; migliorare<br />
l'efficienza della riproduzione<br />
di ceppi viventi transgenici;<br />
produrre alterazioni genetiche<br />
stabilite ad animali domestici;<br />
migliorare la conoscenza di base<br />
attorno alla differenziazione cellulare.Vi<br />
è un notevole sforzo da<br />
parte dei ricercatori e le industrie<br />
nel lavorare attivamente e con risultati<br />
spesso molto soddisfacenti.<br />
Le biotecnologie sono in grado<br />
di servirsi della tecnologia avanzata<br />
per elaborare prodotti utili<br />
all’uomo e migliorare lo stato di<br />
salute umano ed animale. Già og-<br />
NOTIZIARIO S.I.P.A.O.C.<br />
Società Italiana di Patologia e Allevamento<br />
degli Ovini e Caprini<br />
gi vengono prodotti di ormoni,<br />
vitamine, farmaci, vaccini, mangimi,<br />
ecc… grazie alla alla tecnica<br />
del DNA ricombinante, ovvero<br />
la possibilità di manipolare e<br />
modificare il genoma dei vari organismi<br />
presenti in natura, mutandone<br />
e migliorandone le caratteristiche<br />
produttive e\o funzionali.<br />
Ampio spazio è dato anche<br />
alla diagnostica specializzata,<br />
spesso molto più veloce e pratica,<br />
rispetto al passato, e al trattamento<br />
di malattie con approcci metodologici<br />
del tutto nuovi. Le biotecnologie<br />
adoperando la tecnica<br />
del DNA ricombinante, cambiano,<br />
in modo mirato, parte delle<br />
caratteristiche genetiche dei batteri,<br />
lieviti, cellule vegetali e degli<br />
animali, al fine di migliorare le<br />
caratteristiche ed implementare<br />
le quantità commerciali di prodotti<br />
utili, agendo sui processi di<br />
base. Nel settore zootecnico-veterinario,<br />
le tecniche diagnostiche,<br />
garantiscono un’ottima soluzione<br />
a problemi sia di natura<br />
economica, che di sanità pubblica<br />
permettendo di selezionare, in<br />
tempi anche rapidi, una maggiore<br />
resistenza a malattie ed infezioni,<br />
che spesso sono causa di epidemie<br />
e cali nella produzione di<br />
alimenti. Un esempio è dato da<br />
patologie, come nel caso della<br />
scrapie ovina, in cui ampi studi<br />
sono rivolti a selezionare animali<br />
più resistenti rispetto a questa patologia.<br />
Il tutto grazie all’innovazione<br />
della diagnostica e dei mez-<br />
zi tecnici a disposizione che, partendo<br />
da quantità molto piccole<br />
di materiale da analizzare, permettono<br />
di valutare la presenza<br />
di agenti patogeni con grande<br />
precisione e sensibilità o di individuare<br />
i capi geneticamente più<br />
resistenti. Anticorpi molecolari,<br />
sonde molecolari di DNA, la tecnica<br />
di amplificazione del DNA,<br />
la P.C.R. (Polimerarase Chain<br />
Reaction) permette di effettuare<br />
una diagnostica molto più precisa<br />
e perfezionata, contribuendo ai<br />
programmi di eradicazione delle<br />
malattie infettive degli animali da<br />
reddito. Infatti, oggi, tali tecniche<br />
sono rapidissime, consentendo di<br />
effettuare una dichiarazione tempestiva<br />
di focolaio di malattia infettiva<br />
diffusibile tra gli allevamenti.<br />
È così possibile identificare<br />
le connessioni epidemiologiche<br />
ad ampio raggio e risalire con<br />
precisione all’origine del focolaio<br />
stesso, mettendo in atto le misure<br />
necessarie alla sua estinzione.<br />
In particolare la sopra citata tecnica<br />
di PCR, permette, partendo<br />
da quantità veramente piccole di<br />
materiale (sangue, cute, puntato<br />
linfonodale, ecc…) di mettere in<br />
evidenza, amplificandolo esponenzialmente,<br />
anche pochissime<br />
copie di un solo gene specifico,<br />
che può permettere di portare ad<br />
una diagnosi specifica. Con tali<br />
tecniche biotecnologiche possiamo<br />
essere sicuri di avere specificità,<br />
rapidità, riproducibilità e facilità<br />
di manipolazione da parte de-<br />
L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 12 - DICEMBRE 2004 21
gli operatori, tutte qualità di notevole<br />
importanza, che 10 anni fa<br />
non potevano essere garantite. Si<br />
inizia a parlare sempre di più infatti<br />
di prevenzione in soggetti geneticamente<br />
predisposti, anche in<br />
malattie umane. Gli innumerevoli<br />
settori in cui le biotecnologie<br />
hanno avuto e avranno applicazioni<br />
di notevole interesse includono<br />
nel campo della medicina<br />
veterinaria: la creazione di animali<br />
transgenici, la clonazione e l’allestimento<br />
di vaccini.<br />
Riguardo la produzione di vaccini,<br />
i ricercatori sono riusciti a<br />
mettere a punto tecniche biotecnologiche<br />
del DNA ricombinante<br />
che superano i problemi riscontrati<br />
con le tecniche convenzionali.<br />
La clonazione dei geni infatti,<br />
rende possibile “guidare” la<br />
produzione di proteine batteriche<br />
o virali, in laboratorio, che possono<br />
essere utilizzate nell’allestimento<br />
di vaccini più sicuri. In tal<br />
modo, la proteina prodotta, identifica<br />
la struttura antigenica più<br />
importante dell’agente infettivo,<br />
in grado di provocare una risposta<br />
immunitaria di tipo protettivo<br />
e difensivo. Con questa tecnica<br />
è possibile garantire una grande<br />
quantità del prodotto richiesto,<br />
che, una volta purificato, può<br />
direttamente essere utilizzato nell’allestimento<br />
del vaccino desiderato.<br />
Malattie quali l’afta epizootica, la<br />
rabbia e la peste suina classica sono<br />
state sconfitte grazie a presidi<br />
immunizzanti allestiti con tali<br />
metodiche. Molto più discussa ed<br />
ancora in fase di ulteriori sperimentazioni<br />
è la tecnologia della<br />
clonazione animale. I primi esperimenti<br />
di clonazione di vertebrati<br />
furono ottenuti con successo<br />
già negli anni ’50 su esemplari di<br />
Rana Pipiens e ottenuti nuovamente<br />
con successo negli anni<br />
’80 in Inghilterra, questa volta su<br />
Xenopus Laevis. Con questi<br />
esperimenti si è compresa la capacità<br />
di riprogrammazione del<br />
nucleo di una cellula, sebbene<br />
questa sia già avviata verso un destino<br />
embriologico (ed adulto)<br />
più o meno segnato. Nel nucleo<br />
delle cellule è racchiuso il patrimonio<br />
genetico che tramite una<br />
22 L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 12 - DICEMBRE 2004<br />
sensibile regolazione permette lo<br />
sviluppo e la differenziazione cellulare.<br />
La straordinarietà degli<br />
esperimenti odierni di clonazione<br />
risiede nel fatto che è stato dimostrato<br />
che non solo cellule embrionali,<br />
ma anche cellule adulte,<br />
nei mammiferi, possono conservare<br />
tutte le informazioni di base<br />
necessarie per fare un organismo<br />
completo ed identico al progenitore<br />
di partenza. Così con la clonazione<br />
non ci si limita a manipolare<br />
il patrimonio genetico di<br />
un individuo, inserendo o inattivando<br />
uno o più geni, ma si crea<br />
un altro individuo, uguale al precedente,<br />
attraverso una forma di<br />
riproduzione asessuata.<br />
Le tecniche oggi utilizzate sono<br />
la fissione gemellare o Embryosplitting<br />
e la tecnica di trasferimento<br />
del nucleo. In generale, la<br />
clonazione è un processo che si<br />
basa sul trasferimento del nucleo<br />
da una cellula donatrice ad una<br />
ricevente. Un ovulo non ancora<br />
fecondato, con l'aiuto di una micropipetta,<br />
viene privato del nucleo<br />
e del materiale genetico; poi,<br />
la cellula donatrice viene inserita<br />
nella cellula uovo con la quale si<br />
fonde. Dopo l’impianto di tale<br />
cellula si ottiene lo sviluppo dell’individuo<br />
completo, con la possibilità<br />
di creare soggetti identici<br />
tra loro. La clonazione rappresenta<br />
un valido modo per incrementare<br />
il numero di individui con le<br />
migliori caratteristiche produttive<br />
e di resistenza alle malattie. Ad<br />
esempio, nel caso degli animali,<br />
una volta identificato un soggetto<br />
miglioratore è possibile, partendo<br />
da una cellula adulta dell’individuo,<br />
asportare il nucleo contenente<br />
il genoma e trasferirlo in<br />
una cellula uovo di donatore, da<br />
cui si farà sviluppare un nuovo<br />
soggetto.<br />
La pecora Dolly, nel 1997, è stata<br />
il primo esempio di clonazione<br />
animale, seguito da molti altri<br />
esperimenti, condotti in laboratori<br />
di tutto il mondo. Un altro<br />
obiettivo cui si pongono i ricercatori<br />
è di studiare la tecnica della<br />
cosiddetta “clonazione terapeutica”.Tali<br />
tecnologie volte alla manipolazione<br />
genetica applicata<br />
agli organismi complessi, sono<br />
ancora in fase sperimentale e presentano<br />
notevoli problemi, in<br />
quanto gli organismi clonati risultano<br />
meno resistenti.<br />
Un altro settore in forte evoluzione<br />
è la creazione di animali<br />
transgenici. Per animali transgenici<br />
si intendono quegli animali<br />
ottenuti, utilizzando le stesse<br />
tecniche di manipolazione dei<br />
geni che vengono impiegate per<br />
i batteri, attraverso una manipolazione<br />
del genoma, inserendo<br />
uno o più geni, appartenenti alla<br />
stessa specie o, più spesso, ad<br />
altre specie. È possibile, infatti,<br />
intervenire sul DNA di geni di<br />
organismi più complessi, quali i<br />
vegetali e gli animali, modificandone<br />
alcune caratteristiche al fine<br />
di renderli più “redditizi” dal<br />
punto di vista del mercato alimentare.<br />
Soprattutto nel campo<br />
dell’ittiocoltura si sono fatti<br />
grossi passi avanti e in ambito<br />
zootecnico la ricerca è rivolta alla<br />
produzione di animali resistenti<br />
alle infezioni, allo scopo di<br />
ridurre l’impiego di antibiotici<br />
negli allevamenti.<br />
Gli animali transgenici sono nati<br />
da una cellula uovo fecondata in<br />
cui è stato inserito un gene proveniente<br />
da un’altra specie, allo<br />
scopo di modificarne le caratteristiche<br />
e far loro sviluppare capacità<br />
che non avrebbero mai potuto<br />
acquistare spontaneamente,<br />
presentando caratteristiche diverse<br />
da quelle della specie di appartenenza.<br />
Per produrre animali<br />
transgenici e poter inserire un gene<br />
“nuovo” in un animale, in modo<br />
da farlo esprimere anche alla<br />
sua progenie, è necessario inserirlo<br />
quando l'individuo è costituito<br />
da poche cellule o addirittura<br />
dall'oocita appena fecondato. La<br />
tecnica più utilizzata per la produzione<br />
di animali transgenici è<br />
la microiniezione di geni clonati<br />
in uova fecondate.<br />
Il DNA introdotto generalmente<br />
si inserisce nei cromosomi dell'embrione,<br />
ma la percentuale di<br />
uova che sopravvive alla manipolazione<br />
e si sviluppa fino al termine<br />
è molto bassa (nelle vacche, ad<br />
esempio, solo una su mille dà origine<br />
ad un vitello). Dopo la nascita<br />
gli animali devono perciò es
sere saggiati per verificare la presenza<br />
del DNA estraneo: a questo<br />
fine si deve prelevare una porzione<br />
di tessuto che viene analizzato<br />
mediante tecniche quali il<br />
Southern blotting (l'ibridazione<br />
viene effettuata con una sonda<br />
che corrisponde al gene inserito)<br />
oppure la PCR (reazione a catena<br />
della polimerasi per amplificare il<br />
DNA estraneo). Gli animali transgenici<br />
sono utilizzabili in diversi<br />
settori: in ambito bio-medico, per<br />
produrre attraverso il loro latte<br />
farmaci salvavita per l'uomo, o<br />
nel campo della ricerca, per studiare<br />
malattie gravissime e quasi<br />
sempre letali. Inoltre, l'interesse<br />
per gli animali transgenici è indirizzato<br />
alla selezione di linee genetiche<br />
di alta genealogia, che<br />
producano alimenti migliori ed in<br />
maggiori quantità.<br />
Ad esempio, sono stati selezionati<br />
suini transgenici che crescono<br />
più rapidamente, utilizzando meglio<br />
l'alimento e producendo una<br />
carne meno grassa. Le ricerche<br />
più avanzate in questo settore riguardano,<br />
inoltre, la possibilità di<br />
fare esprimere ad alta efficienza<br />
negli animali l'ormone della crescita,<br />
gli enzimi metabolici, alcune<br />
proteine del latte, molecole e<br />
recettori del sistema immunitario,<br />
allo scopo di ridurre l'impiego<br />
di antibiotici negli allevamenti.<br />
Tuttavia, la complessità delle<br />
specie animali rende la manipolazione<br />
genetica molto più difficile,<br />
e quindi più costosa, di quella<br />
relativa ai vegetali.<br />
Con l’uso degli animali transgenici<br />
è già possibile produrre una<br />
serie di proteine a basso costo<br />
utili per la farmaceutica veterinaria,<br />
come ormoni, immunomodulatori,<br />
anticorpi monoclonali,<br />
antigeni di virus o di altri microrganismi<br />
patogeni. Numerose possono<br />
essere le applicazioni dell'ingegneria<br />
genetica con l’impiego<br />
di animali transgenici; infatti, si è<br />
riusciti a produrre medicinali (di<br />
cui la maggior parte sono proteine)<br />
dai mammiferi aggirando i rischi<br />
e le operazioni necessarie per<br />
la sintesi di laboratorio. Queste<br />
modifiche sono normalmente<br />
realizzate nei liquidi corporei dei<br />
mammiferi, pertanto si è pensato<br />
di fare produrre ai suddetti animali<br />
direttamente le proteine nel<br />
sangue o nel latte,<br />
attraverso la sostituzione dei promotori<br />
dei geni che si desidera<br />
trasferire con quelli dei geni di<br />
proteine del latte, come la alfacaseina<br />
o la beta- lattoglobulina.<br />
Esse si attivano solo nella ghiandola<br />
mammaria; in tal modo, il<br />
gene sostituito risponderà ai segnali<br />
presenti in questo tessuto<br />
producendo la proteina esogena<br />
(solo a questo livello).<br />
Oggi esistono animali transgenici<br />
in grado di produrre: l'attivatore<br />
del plasminogeno umano (proteina<br />
in grado di sciogliere i trombi,<br />
causa di occlusioni coronariche),<br />
il fattore antiemofilico umano IX,<br />
la cui mancanza causa l'emofilia<br />
B, il fattore antiemofilico, una<br />
proteina utilizzata per la cura dell'enfisema,<br />
ecc…<br />
Gli animali transgenici potrebbero<br />
essere utilizzati anche nel degli<br />
Xenotrapianti, che letteralmen-<br />
Istituto Zooprofilattico<br />
Sperimentale delle Venezie<br />
te significa “trapianti fra specie<br />
diverse”. Si tratta di produrre<br />
animali modificati per renderli<br />
donatori d’organi compatibili con<br />
gli esseri umani, in grado cioè di<br />
ingannare il sistema immunitario<br />
e impedire il processo di rigetto.<br />
Considerando l’affinità genetica,<br />
i maiali sono considerati i candidati<br />
migliori soprattutto riguardo<br />
organi come il fegato ed il pancreas.<br />
I rischi oggi prevedibili, riguardano<br />
la possibilità che virus<br />
dormienti e innocui per l'animale,<br />
trasferiti al ricevente umano,<br />
nel giro di mesi o anni riprendano<br />
la loro attività, infettando non<br />
solo il ricevente stesso, ma l'intera<br />
popolazione.<br />
Dott.ssa Daniela Polizzi<br />
IZS Sicilia<br />
NICCOLAI<br />
NUTRIZIONE ANIMALE S.p.A.<br />
PREMIO alle migliori<br />
TESI DI LAUREA<br />
SPERIMENTALE con argomento:<br />
“Tecnica mangimistica in una linea<br />
di prodotto OGM free”<br />
N° 2 premi di euro 1500 cadauno<br />
(al netto delle ritenute)<br />
ai laureati nell’anno accademico 2003-<br />
04 che abbiano discusso una Tesi Sperimentale<br />
su “Tecnica mangimistica in<br />
una linea di prodotto OGM free” presso<br />
i CL in Scienze Agrarie/Scienze e Tecnologie<br />
Agrarie, Scienze della Produzione<br />
Animale/Scienze e Tecnologie delle Produzioni<br />
Animali, Medicina Veterinaria.<br />
Domanda e presentazione della documentazione<br />
richiesta e di copia della tesi<br />
entro e non oltre il 30 aprile 2005.<br />
Il premio verrà consegnato in occasione<br />
di un incontro S.I.P.A.O.C.<br />
L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 12 - DICEMBRE 2004 23
Notizie dalle Istituzioni<br />
Brucellosi, abbattimenti e<br />
limitazioni al pascolo.<br />
Più di duemila pecore abbattute per il<br />
timore della brucellosi, tra Capena, Castelnuovo<br />
e Riano: una mazzata enorme<br />
per i pastori e gli allevatori dell’area<br />
tiberina. L’allarme, tuttavia, sta rientrando.<br />
Un solo focolaio rimane nel territorio<br />
del comune di Capena e, a<br />
quanto pare, sarebbe comunque ormai<br />
sotto controllo da parte degli uffici veterinari<br />
della Asl. L’amministrazione<br />
comunale della vicina Castelnuovo ha<br />
però proibito, in via cautelativa, ai possessori<br />
di ovini, caprini e bovini di pascolare<br />
liberi nei terreni demaniali: per<br />
evitare ulteriori contagi con gli animali<br />
malati.<br />
"La situazione ormai è sotto controllo -<br />
dice il dottor Gaetano Bagaglini, dirigente<br />
del servizio veterinario della Asl -<br />
ma per combattere la malattia, come<br />
accade generalmente in questi casi, abbiamo<br />
dovuto procedere all’abbattimento<br />
di tutti i capi all’interno degli allevamenti<br />
risultati infetti". Sono state<br />
inviate richieste di aiuto alla Regione.<br />
Confagricoltura: “Tutti i settori<br />
agricoli in tutte le regioni italiane<br />
sono in crisi”.<br />
Confagricoltura ha tracciato una mappa<br />
delle situazioni critiche che riguardano<br />
praticamente tutti i settori e tutte<br />
le regioni italiane. Ovunque c'è attesa<br />
di vedere quali misure si intendono attuare<br />
per affrontare questa situazione.<br />
In linea generale tutti i comparti sono<br />
in affanno per i problemi dei costi della<br />
manodopera e della previdenza. Penalizzante<br />
è anche la crisi finanziaria e<br />
il costo delle fonti energetiche. Per il<br />
latte ovino si registrano difficoltà a<br />
chiudere le trattative per la fissazione<br />
del prezzo, con offerte da parte degli<br />
utilizzatori nettamente al di sotto della<br />
media degli ultimi anni. La crisi di mercato<br />
è così acuta da determinare una<br />
accelerazione nella chiusura degli allevamenti<br />
ed un indebolimento delle<br />
componenti più fragili della zootecnia<br />
nazionale. La zootecnia ha subito, negli<br />
ultimi anni ed ancora in questo periodo,<br />
negative ripercussioni per le<br />
emergenze sanitarie con l'adozione di<br />
specifiche azioni di profilassi e blocchi<br />
della movimentazione e commercializzazione<br />
degli animali. Per alleviare i<br />
danni avuti dalle aziende sono stati<br />
adottati diversi interventi, che non sempre<br />
hanno sortito risultati, di indennizzare<br />
direttamente gli allevatori (è il caso,<br />
ad esempio, della Regione Campania,<br />
che non ha utilizzato le rimesse già<br />
ottenute dallo Stato per l'emergenza<br />
24 L’ALLEVATORE DI O<strong>VINI</strong> E C<strong>APRINI</strong> - N. 12 - DICEMBRE 2004<br />
per gentile concessione da NEWS Coldiretti<br />
blue tongue e che rischiano di dover essere<br />
restituite, unendo la beffa al danno<br />
degli allevatori).<br />
Decisione della Commissione UE:<br />
Blue Tongue in Spagna.<br />
In relazione alla conferma di un focolaio<br />
di Blue tongue in Spagna, avvenuta<br />
il 13 ottobre 2004 in un allevamento situato<br />
a est della provincia di Cadiz, nel<br />
sud della penisola Iberica, la Commissione<br />
UE, con procedura d’urgenza, ha<br />
adottato una misura di salvaguardia rappresentata<br />
da una decisione che sospende<br />
la movimentazione a fine di scambi<br />
di animali di specie sensibili, loro sperma,<br />
uova ed embrioni da alcune province<br />
e distretti del sud di quel Paese.<br />
In allegato si potrà evidenziare l’annex<br />
della decisione che elenca le province e<br />
i distretti che sono stati “CHIUSI”.<br />
Non è stato comunicato il sierotipo coinvolto.<br />
Annex:<br />
Provincia di Cadiz: tutto il distretto;<br />
Provincia di Malaga: tutto il distretto;<br />
Provincia di Siviglia: tutto il distretto;<br />
Provincia di Huelva: distretto di La<br />
Palma, Ayamonte;<br />
Provincia di Cordoba: distretto di Lucena,<br />
Montilla e Posada;<br />
Provincia di Granada: distretto di La<br />
Alhama, Granada e Loja.<br />
Pascoli in balia dei cervi,<br />
è polemica sugli indennizzi.<br />
Protestano gli allevatori dell’oasi faunistica<br />
di Arbus (CA).<br />
I cervi sono sempre più numerosi e gli<br />
indennizzi non arrivano. C'è malcontento<br />
tra gli allevatori insediati nell'oasi di<br />
protezione faunistica: si trovano gli erbai<br />
invasi dai cervi e rischiano di rimetterci<br />
di tasca. E tutto solo per una questione<br />
di burocrazia e di divisione di competenze<br />
tra Regione e Provincia. La prima<br />
mette a disposizione i fondi, la seconda<br />
istruisce le pratiche per la concessione<br />
degli indennizzi. E intanto gli allevatori<br />
lamentano che devono essere ancora risarciti<br />
i danni creati dai cervi nell'annata<br />
del 2002.. All'interno dell'oasi di protezione<br />
faunistica "Costa Verde" lavorano<br />
otto aziende zootecniche. Istituita nel<br />
1978, per una estensione di 4846 ettari,<br />
l'oasi comprende colline e valli da Montevecchio<br />
sino al mare. Al suo interno, la<br />
colonia di cervo sardo è cresciuta in modo<br />
esponenziale. Secondo un censimento<br />
recente, almeno 300 esemplari. I cervi<br />
allargano sempre più il loro territorio<br />
e pascolano anche in luoghi aperti fuori<br />
dai boschi e dalla macchia mediterranea.<br />
La presenza dell'uomo non li intimorisce<br />
più di tanto.<br />
Prezzo del latte ovino in Sardegna.<br />
Accordo lontano, un nuovo vertice tra Soru<br />
e gli industriali e gli allevatori attendono.<br />
Prezzo del latte ancora in alto mare. Il<br />
tavolo tecnico è stato rinviato alla prossima<br />
settimana, perché permangono ancora<br />
grosse difficoltà nel quantificare<br />
una cifra da parte degli industriali. Da<br />
più parti si afferma che il prezzo è ancora<br />
tutto da costruire, ma le difficoltà, secondo<br />
gli industriali, partono dai magazzini<br />
pieni di prodotto, rimasto invenduto<br />
dallo scorso anno e dal timore che<br />
un evento del genere si possa ripetere<br />
anche in futuro.<br />
Vertice Soru-industriali.Un incontro<br />
interlocutorio tra il presidente della Regione<br />
Renato Soru e gli Industriali è atteso<br />
da più parti come un ulteriore passo<br />
di avvicinamento.<br />
La proposta di Soru. La produzione lattiero-casearia<br />
si compone di 165 milioni<br />
di litri di latte trasformati in pecorino<br />
romano, 105 in diversificato. Partendo<br />
da questi dati si propone di adottare<br />
il modello francese: tre differenti produzioni,<br />
tre prezzi. I prodotti individuati<br />
sono il diversificato, il pecorino romano<br />
per il mercato comunitario e quello<br />
per l'America. Il prezzo del latte verrà<br />
allora quantificato sulla base della media<br />
dei diversi prezzi del prodotto trasformato.<br />
Secondo gli industriali: Esaminiamo<br />
la media ponderata, ma dobbiamo<br />
anche tener conto che tra il mercato<br />
di ieri e quello futuro c'è un vero e<br />
proprio abisso, perché in un anno si è<br />
capovolto il mondo: la lavorazione ha<br />
riscontrato perdite elevate, si è verificata<br />
una superproduzione mai vista prima<br />
e lo stesso è accaduto per la giacenza.<br />
I caseifici sono pieni di formaggio<br />
ed è alle porte la nuova campagna. Resta<br />
aperto il problema di quantificare il<br />
prezzo. Per gli industriali i numeri sono<br />
fuorvianti ma tutti abbiamo preso atto<br />
che stiamo trattando sul vero valore del<br />
latte a titolo di acconto per poi variare<br />
questo prezzo in base al momento. Ragionamenti<br />
che gli industriali ribadiranno<br />
a Soru, ma che non piacciono agli<br />
allevatori.<br />
Le cifre. Le distanze sono abissali: gli<br />
industriali non vogliono pagare un litro<br />
di latte più di 50 centesimi, gli allevatori<br />
chiedono invece 74 centesimi.<br />
Gli allevatori sostengono che la qualità<br />
bisogna pagarla. Fuori Sardegna un litro<br />
di latte viene pagato 0,73-0,75 centesimi<br />
e non è credibile un divario così<br />
ampio. I pastori sono sempre sensibili<br />
all'innovazione e allo sviluppo, altri sono<br />
rimasti fermi a modelli di vendita di<br />
vent'anni fa. Una soluzione bisogna<br />
trovarla.