You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
Talca, 9 febbraio <strong>2007</strong><br />
24 Carnet di Marcia b•<strong>2007</strong><br />
Inviati in Cile<br />
Da Treviso ci é giunto l’invito a recarci in<br />
Paraguay presso la nostra missione diocesana di<br />
San Juan de Ñeembucu: don Franco, direttore<br />
dell’ufficio missionario diocesano, faceva visita ai<br />
nostri conterranei di lì, per cui ci si offriva la<br />
possibilitá tanto di visitare quella terra quanto di fare<br />
il bilancio del nostro primo anno di missione.<br />
Abbiamo subito accettato di buon grado e così, il 22<br />
novembre, siamo sbarcati all’aereoporto di Asuncion<br />
per un viaggio in Paraguay e Argentina.<br />
All’aereoporto, il bus ci ha accompagnato<br />
in centro attraverso bei quartieri<br />
residenziali costruiti e curati con buon<br />
gusto. Poi, lasciata Asuncion in corriera,<br />
attraversiamo il paese verso l’est.<br />
Cinque ore di un piatto assoluto<br />
attraverso una grande pianura ci<br />
conducono a Ciudad del Este. Nei dintorni di Ciudad<br />
del Este andiamo a conoscere Itaipù, la “pietra che<br />
canta”. Si tratta della centrale<br />
idroelettrica più grande del mondo. In<br />
questo lembo di terra si incontrano tre<br />
stati (Paraguay, Brasile e Argentina)<br />
ciascuno con la rispettiva città di<br />
confine (Ciudad del Este, Foz do Iguaçu<br />
e Puerto Iguazu). Un autobus urbano fa<br />
la spola scavalcando le frontiere. Ma è una cosa<br />
incredibile! Migliaia di persone a piedi, in auto, in<br />
bus. Colonne di gente ci costringono a<br />
spendere quasi un’ora per percorrere un<br />
chilometro. Dopo la bolgia, l’autobus<br />
entra in terra brasiliana e in pochi<br />
chilometri siamo in Argentina a Puerto<br />
Iguazù. Troviamo una cittadina<br />
prettamente turistica cresciuta a fior di<br />
banconote lasciate dai turisti nordamericani ed<br />
europei venuti fin qui per le famose Cataratas de<br />
Iguazu. È qualcosa di stupendo girare per questo<br />
angolo del pianeta: il rio Iguazù attraversa una zona<br />
di isolette e dopo un gran salto continua il suo<br />
viaggio. Il risultato sono 275 (!) cascate, un fronte di<br />
2,5 km di incredibile acqua scrosciante che salta nel<br />
vuoto per 72 metri. Ricorderete che il film “Mission”<br />
comincia con le immagini della scalata di una<br />
cascata e continua con le vicende delle reducciones<br />
gesuitiche. Ebbene questo é il luogo. Il tempo delle<br />
reducciones durò poco più di un secolo e vide<br />
protagonisti i guaranì autoctoni e quei missionari<br />
gesuiti (ma anche francescani, dominicani e altri)<br />
inviati a far conoscere Gesù in queste nuove terre. Il<br />
governo, le regole, la vita, la religiosità erano<br />
guaranì, i gesuiti vi innestarono il Vangelo e le<br />
conoscenze tecniche europee. Rientrati in Paraguay<br />
dopo la breve parentesi argentina, abbiamo<br />
raggiunto i nostri trevigiani. Siamo arrivati a<br />
Tacuaras camminando zaino in spalla sotto un sole<br />
torrido. Qui vivono Graziella e Lucia, due cooperatrici<br />
pastorali con del coraggio da vendere. A un’ora di<br />
fuoristrada (quando non piove altrimenti non si<br />
passa) c’è don Giuseppe, parroco di San Juan de<br />
Ñeembucu; ad altre due ore don Paolo, parroco di<br />
San Miguel. Tutti vicini e lontani allo stesso tempo. La<br />
loro missione è ben diversa dalla nostra<br />
primariamente perché sono impegnati nella<br />
pastorale, nella cura della vita delle parrocchie,<br />
secondariamente perché si tratta di un ampio<br />
territorio povero e totalmente rurale. Sono stati giorni<br />
di grande amicizia e di continuo scambio e verifica di<br />
quello che stiamo facendo. Per noi sono stati anche<br />
giorni ricchi di Messa e preghiera che talvolta qui in<br />
Cile si fanno mancare (mica è così facile in Talca<br />
trovare una chiesa aperta e una Messa!). Come<br />
dicevamo parlando assieme Francesca e Graziella,<br />
la missione è una scelta nostra, anche i nostri<br />
genitori hanno accettato di mettersi dentro questa<br />
missione volendo vederla, sentirla, provarla. Per<br />
questo l’aspetto più importante è stato vivere 15<br />
giorni assieme condividendo tutto. Le due settimane<br />
tanto attese se ne sono andate in un attimo, come<br />
tutte le cose belle. Alberto non riuscirá mai a<br />
esprimere loro tutta la gratitudine per aver deciso di<br />
affrontare il viaggio più lungo della loro vita per<br />
stare vicini a noi. E chissà che, rimosse le titubanze<br />
del prima ora, non si fermino.