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39 PADRE: Molto più scontrosa. MADRE: Molto più scontrosa e, non sembra [guarda Mara]? MARA: Sì, sì, sì [con imbarazzo]. MADRE: Eh, però. PSICOTERAPEUTA: [A Mara.] Lei prenda gli appunti, perché poi può eccepire visto che si sta parlando di lei. Fermiamoci un momento. Osserviamo subito che un’altra strategia si inscrive nella cornice della CONTRAPPOSIZIONE: l’essere “permalosa”, “molto permalosa”, “con accettare più niente”... Chissà, forse anche in consonanza con l’età... adolescenziale. Quindi, siamo alla QUARTA strategia usata – e fatta usare – indifferentemente. Apparentemente c’è stato “proprio un cambiamento di carattere”; nella realtà no!, c’è stata un’evoluzione biologica, sociale... ma non dello schema relazionale! Ma osserviamo un’altra cosa importantissima. L’intervento dello psicoterapeuta ci appare decisivo. Con questo iniziano quelli che definiremmo EERR DIDATTICI, EERR, cioè, in cui e con cui lo psicoterapeuta fa delle proposte di schema relazionale più adeguato. Vediamo un po’: “[A Mara.] Lei prenda gli appunti, perché poi può eccepire visto che si sta parlando di lei”. Qui dobbiamo pesare tutte le parole: “prenda gli appunti” = qui è una minus habens!, sta male, è un’anoressica-bulimica... quindi non posso non tenerne conto... anche lei ne deve tener conto... ma “prenda gli appunti”!, cioè, osservi attentamente quel che succede e lo registri... “perché poi può eccepire”: “poi”, non adesso; “può eccepire”, ma può: anche non farlo... Tutto l’intervento, in ogni parola, è calibrato allo scopo di invitare all’osservazione di quel che succede nelle relazioni e a prepararsi a eccepire “poi” e “se”, cioè: al di fuori della semplice CONTRAPPOSIZIONE. Come continua la sequenza, cioè, come si conclude? MADRE: Giusto, mi farebbe piacere. MARA: Sì, sì. PSICOTERAPEUTA: Se non è d’accordo poi lo deve dire, perché non può mica accettare così! (Un bell’invito ad essere sempre, cum grano salis, disubbidiente!)
40 Mara accetta (“Sì, sì!”) e il suo “sì” ci appare molto diverso da quello della madre troppo di prammatica. Costruiamo l’ER DIDATTICO TIPO (il 1°) valendoci della circostanza specifica che abbiamo finito di descrivere: DESIDERIO (del terapeuta): non voglio uniformarmi alle stesse regole del gioco accettate da madre e figlia; non voglio, cioè, impedire a Mara né la simbiosi né l’autonomia (né chissà che altro ancora) e non voglio vincere né Mara né la madre. ASPETTATIVA: se dico a Mara di prendere appunti per poter poi eccepire, le propongo un gioco diverso da quello a cui è abituata; le propongo, cioè, di impostare una ricerca insieme, non una guerra. RISPOSTA: è quella desiderata! REAZIONE: è andata! Subito un’osservazione fondamentale: conteremo tutte le volte che Mara dice “Sì, sì!” allo psicoterapeuta e tutte le volte che gli sorride... Cioè, tutte le volte che si sintonizza con lui... e con il suo schema relazionale. Ma, quel che ci colpisce è che, di botto, senza frapporre alcun indugio, Mara accetta la proposta dello psicoterapeuta! Che vuol dire? Che il problema relazionale, quando c’è un problema relazionale, proprio perché è un problema relazionale, non è nell’individuo ma nella relazione? Nel caso specifico: una volta cambiato l’interlocutore, cambia immediatamente la relazione. Non cambia Mara! Lei rimane la stessa: nella relazione con gli altri (con i familiari). Cambia solo nella relazione con lo psicoterapeuta. Sembrerebbe ovvio! Ma va sottolineato! Potrebbe anche succedere che Mara ‘trasferisca’ lo schema relazionale invalso nella relazione con i genitori, nella relazione con lo psicoterapeuta. Evidentemente, non è questo il caso. Comunque, qui ci appare in tutta la sua evidenza la modificabilità quasi automatica dello schema relazionale una volta che sia mutata la relazione. È abbastanza imbarazzante, però, scoprire che Mara si sintonizza subito con uno schema completamente diverso dal suo! Sì, perché sappiamo che Mara trasferisce lo schema acquisito, quello della contrapposizione, in ogni situazione... però, in casa!, in famiglia!
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Mara accetta (“Sì, sì!”) e il suo “sì” ci appare molto diverso da<br />
quello della madre troppo di prammatica.<br />
Costruiamo l’ER DIDATTICO TIPO (il 1°) valendoci della<br />
circostanza specifica che abbiamo finito di descrivere:<br />
DESIDERIO (del terapeuta): non voglio uniformarmi alle stesse regole del<br />
gioco accettate da madre e figlia; non voglio, cioè, impedire a Mara né la<br />
simbiosi né l’autonomia (né chissà che altro ancora) e non voglio vincere né<br />
Mara né la madre.<br />
ASPETTATIVA: se dico a Mara di prendere appunti per poter poi eccepire, le<br />
propongo un gioco diverso da quello a cui è abituata; le propongo, cioè, di<br />
impostare una ricerca insieme, non una guerra.<br />
RISPOSTA: è quella desiderata!<br />
REAZIONE: è andata!<br />
Subito un’osservazione fondamentale: conteremo tutte le volte che<br />
Mara dice “Sì, sì!” allo psicoterapeuta e tutte le volte che gli sorride...<br />
Cioè, tutte le volte che si sintonizza con lui... e con il suo schema<br />
relazionale.<br />
Ma, quel che ci colpisce è che, di botto, senza frapporre alcun<br />
indugio, Mara accetta la proposta dello psicoterapeuta!<br />
Che vuol dire?<br />
Che il problema relazionale, quando c’è un problema relazionale,<br />
proprio perché è un problema relazionale, non è nell’individuo ma nella<br />
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Nel caso specifico: una volta cambiato l’interlocutore, cambia<br />
immediatamente la relazione. Non cambia Mara! Lei rimane la stessa:<br />
nella relazione con gli altri (con i familiari). Cambia solo nella relazione<br />
con lo psicoterapeuta.<br />
Sembrerebbe ovvio! Ma va sottolineato!<br />
Potrebbe anche succedere che Mara ‘trasferisca’ lo schema<br />
relazionale invalso nella relazione con i genitori, nella relazione con lo<br />
psicoterapeuta.<br />
Evidentemente, non è questo il caso. Comunque, qui ci appare in<br />
tutta la sua evidenza la modificabilità quasi automatica dello schema<br />
relazionale una volta che sia mutata la relazione.<br />
È abbastanza imbarazzante, però, scoprire che Mara si sintonizza<br />
subito con uno schema completamente diverso dal suo! Sì, perché<br />
sappiamo che Mara trasferisce lo schema acquisito, quello della<br />
contrapposizione, in ogni situazione... però, in casa!, in famiglia!