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ASPETTATIVA: se enuncio il risultato della contrattazione fatta con lo
psicoterapeuta a proposito del numero medio dei vomiti, incoraggio tutti gli altri
ad adottare la contrattazione come metodo (contra la contrapposizione); in più:
incoraggio tutti a starmi vicino!
RISPOSTA: la madre dice: “Vabbe’, Mara, siamo qui apposta”.
REAZIONE: “Lo so!”
PSICOTERAPEUTA: Allora, che si fa? Quasi, quasi le dico di smettere di
vomitare! [Tutti ridono, forse qualcuno sussurra “magari”.] Ci leviamo il
pensiero subito! [Silenzio.] Voi siete... [alla madre:] Perché piange?
Piangete in due, in tre, [a Cecilia:] lei mezzo e mezzo. Da dove è scaturita
questa commozione?
PADRE: Ha detto prima che non sapevamo che arrivava fino a cinque volte il
giorno a vomitare.
PSICOTERAPEUTA: Ah! Ha svelato un altro segreto per colpa mia. Sono io la
causa di questa... Vabbe’, tanto per me cinque o sette o diciassette o due,
non è che a me personalmente mi cambia nulla! Perché, tanto, quando uno
c’ha queste manifestazioni di vomito, non è che il numero, non vuol dire
niente, se erano diciotto volte, è che è difficile farlo diciotto volte! Agli effetti
diagnostici non cambia assolutamente la sostanza.
1) Un ulteriore arricchimento, sia della RISPOSTA nel SESTO ER
DIDATTICO: piangono in due, tre...
2) Ma anche un prolungamento dell’ER DEL TRASFERIMENTO...
3) Su questo torneremo; ma precisiamo la natura della “diversità”
dello psicoterapeuta – quella diversità, quella grande diversità notata
dalla madre –: essa consiste a) nel non essere né anoressico né...; b)
nello sbattersene – “personalmente” – dell’anoressia di Mara... Cioè,
nell’essere ‘estraneo’ alla problematica di questa famiglia; proprio in
quanto tale, può ‘dare una mano’; può, cioè, piazzato com’è su un altro
terreno, trarre gli altri fuori dalle sabbie mobili...
Notare che anche qui, importante è l’incipit stranissimo e straniante
dello psicoterapeuta: “Allora, che si fa? Quasi, quasi le dico di smettere
di vomitare!”
REAZIONE: tutti ridono + piangono in due, in tre...
Ebbene, l’incipit è quello della presentazione di un’altra ipotesi: “E
se io le dicessi di smettere di vomitare?” Del tipo, ricordate Gesù che
dice al paralitico: “Levati e cammina!”: “Se facessi un miracolo?”