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MADRE: [Titubante.] Poi ho cominciato a trovare in camera, strano, insomma,
delle borsate... di mangiare finito, delle cose vuote.
PADRE: Resti, diciamo!
MADRE: Cose vuote, così...
PSICOTERAPEUTA: Nascosti?
MADRE: Nascosti, occultati, nei cassetti.
[Silenzio.]
PSICOTERAPEUTA: E che succede?
[Silenzio.]
PSICOTERAPEUTA: [Rivolto a Mara.] Hanno ragione, tutta ragione loro?
PADRE: No.
MARA: Hanno detto la verità.
PADRE: Ah! Non vorrei che tu dicessi che hanno ragione per dire, perché
hanno parlato. Vero, Mara?
MARA: No!
PADRE: È bene che tu dica le cose che ti senti; se non le dici in queste
circostanze, capito? Con noi...
PSICOTERAPEUTA: Adesso sarebbe, avendo lei più di diciotto anni, essendo
quindi una persona maggiorenne, che mi sembra di capire è la persona
chiamata in causa, mi dovrei rivolgere a lei per prima. Ma poi, per abitudine,
finisce che, quando ci sono i genitori, ci si rivolge prima a loro. Ma, per
correttezza, io dovrei cominciare di qui e poi, semmai, sentire il parere degli
altri.
MARA: Sì, sì.
SECONDO “Sì, sì”.
ER DIDATTICO (QUARTO)
DESIDERIO (del terapeuta): voglio che Mara si senta non maggiore = più forte,
vincente, ma maggiorenne = matura, adulta, autonoma.
ASPETTATIVA: se manifesto il mio imbarazzo per il fatto che, in questa situazione,
Mara è trattata non da maggiorenne, forse riesco a dimostrarle 1) che voglio che la sua
maggiore età sia riconosciuta, 2) che, purtroppo, devo tener conto del fatto che non è
ancora diventata pienamente maggiorenne, 3) che l’aiuterò perché lo diventi quanto
prima.
RISPOSTA: “Sì, sì!”
REAZIONE: è andata bene!
Importante il fatto che Mara, impegnata, tra l’altro, a prendere
appunti.... (vedi sopra) riconosca ch’è stata detta la verità a suo
proposito!