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con tutte le sue caratteristiche; principalmente questa: la madre di Mara,
raccontando quel che successe allora, lascia il passato per il presente
perché si rende vagamente conto – e di questo parla il passaggio dal
passato al presente storico – che quella fu un’occasione importante per
entrambe.
Ancora, la netta prevalenza, dappertutto, dei predicati non afferenti
all’io, configura una vera e propria “eclissi dell’io”, dell’io di entrambe le
nostre due interlocutrici. Un effetto del ricorso alla formazione di
compromesso? Più facile che si tratti di un effetto del clima generale che
ispira la formazione di compromesso (dato che l’eclissi caratterizza tutte
e tre le sequenze).
Richiamiamo parte dell’intera sequenza esaminata in cui
segnaliamo con il corsivo e con il grassetto la possibilità che le “due”
realizzassero, forse, l’obiettivo più importante di Mara : la ‘simbiosi’:
MADRE: Diciamo, è stata lei proprio con me.
PSICOTERAPEUTA: L’ha detto lei “Vo’ a vomitare”?
MADRE: Una sera doveva andare all’allenamento, era chiusa in bagno,
eravamo sole in quel momento, ho insistito, dico: “Mara, fai tardi per
l’allenamento”... Era già più di mezz’ora in bagno; quindi, ho aperto il
bagno, gli ha preso una crisi con me, ha cominciato a piangere e mi
ha raccontato proprio dicendo...
Riprendiamo l’esame dello sbobinato (citando la seconda
sequenza di controllo):
PSICOTERAPEUTA: In quell’occasione si disperava perché vomitava o perché
era troppo grassa?
MARA: No, no, no, perché vedevo che se, magari, anche se volevo smettere,
non ero più tanto in grado.
PSICOTERAPEUTA: Smettere di vomitare o...?
MARA: Di tutto, cioè di darmi una regolata.
PSICOTERAPEUTA:... di mangiare così male?
MARA: Eh!
PSICOTERAPEUTA: E così siamo andati avanti? Fino ad adesso.