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PSICOTERAPEUTA: Ho capito; e, poi, cosa è successo? Cambiamento di
carattere...
MADRE: Cambiamento di carattere, mangiare male. Cioè, nel senso che
cominciava di già a saltare i pasti con noi, trovare qualche scusa o faceva
tardi. Cioè, il giorno io non ci sono mai. Si trovavano loro tre. Quindi, o
faceva tardi a scuola o telefonava, andava da una amica, oppure...
Interessante: sul campo di battaglia del rapporto con la madre
(famiglia) la scelta dell’arma-dieta viene utilizzata per creare un
disordine anche alimentare ma, soprattutto, del desco domestico!
DESIDERIO (di Mara): voglio essere autonoma (oltre che simbiotica).
ASPETTATIVA: poiché l’idea che ha la mamma della famiglia è ch’essa debba
essere sempre unita, anche intorno al desco, se diserterò questo desco
riuscirò a continuare la mia guerra e finirò per vincerla.
RISPOSTA: tutti protestano, in ispecie la madre.
REAZIONE: Mara persevera. Appare abbastanza chiaro che il desiderio tenta
varie strategie per realizzarsi, ma, queste strategie individuano il punto debole
dell’avversario – in questo caso il bisogno dell’unità intorno al desco – e, in
quel punto debole, lo feriscono; ma con questo avversario non sanno stabilire
una relazione consensuale (si tratta di un avversario che è, in questo caso,
rappresentato dalla madre! Cioè, da un interlocutore con il quale è meglio
venire a patti. Distruggerlo potrebbe essere controproducente anche per noi,
per il nostro DESIDERIO.)
Comunque, abbiamo una SESTA fattispecie della
CONTRAPPOSIZIONE; infatti, pur facendo parte della scelta
anoressica, riguarda più che il mangiare-non mangiare, l’essere
presente o no al desco familiare.
MARA: Si sta parlando di quattro anni fa, ancora.
MADRE: Io cominciavo ora a parlare di due anni e mezzo-tre, io non lo so,
penso, due anni e mezzo, anche tre, penso.
PSICOTERAPEUTA: Quindi, diciamo, una irregolarità nel modo di alimentarsi?
MADRE: Esatto.
PADRE: Questo lo confermo in pieno.
PSICOTERAPEUTA: Lui lo conferma.
MARA: Sì.