Vincoli parentali e divieti matrimoniali - Università di Palermo
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A. Cusmà Piccione, <strong>Vincoli</strong> <strong>parentali</strong> e <strong><strong>di</strong>vieti</strong> <strong>matrimoniali</strong> [p. 189-278]<br />
<strong>di</strong>fferenziando l’ambito spaziale d’applicazione delle due leggi.<br />
In Oriente, dove forse il <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> nozze tra cugini contrastava più<br />
apertamente con le tra<strong>di</strong>zioni <strong>matrimoniali</strong> locali, Arca<strong>di</strong>o, dopo aver<br />
provveduto a mitigarne la punizione, si sarebbe risolto per la<br />
cancellazione definitiva dell’impe<strong>di</strong>mento. In Occidente, persistendo<br />
le resistenze della Chiesa (incarnata da personalità <strong>di</strong> spicco, quale<br />
Ambrogio ed Agostino), Onorio non avrebbe potuto fare altro che<br />
confermare il <strong>di</strong>vieto paterno, insistendo tuttavia sulla possibilità <strong>di</strong><br />
ottenere <strong>di</strong>spense in deroga alla legge. 221<br />
Questa soluzione si presenta indubbiamente valida perché concilia<br />
le in<strong>di</strong>cazioni ricavabili dalle subscriptiones delle costituzioni con il<br />
loro contenuto precettivo; essa, per <strong>di</strong> più, trova un riscontro<br />
inaspettato nella testimonianza <strong>di</strong> Agostino del De civitate Dei (15.16),<br />
che, scrivendo successivamente al 413, attestava la persistenza ancora<br />
in quel tempo in Occidente dell’impe<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> contrarre<br />
matrimonio con la cugina. 222<br />
Questo passo agostiniano, peraltro, fornisce qualche spunto (forse<br />
poco valorizzato in dottrina) anche per valutare la ratio concreta del<br />
provve<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> Onorio, limitatamente alla conservazione per le<br />
——————————<br />
rabberciamento <strong>di</strong> C.I. 5.4.19 compiuto dai Giustinianei, che avrebbero soppresso il riferimento<br />
alla <strong>di</strong>spensa che era presente in quest’ultima costituzione: in questo senso, cfr. G.<br />
ROTONDI, Stu<strong>di</strong> sulle fonti del Co<strong>di</strong>ce giustinianeo, in BIDR 29, 1916, 133 ss.<br />
221 «Questa <strong>di</strong>versità, deve ritenersi, rimane – scrive P. VOCI, Il <strong>di</strong>ritto ere<strong>di</strong>tario<br />
romano, cit., 107 – fino alla pubblicazione del Teodosiano», nel quale dovettero, secondo<br />
l’A., trovare posto entrambe le costituzioni <strong>di</strong> Arca<strong>di</strong>o e <strong>di</strong> Onorio, ma quest’ultima,<br />
essendo più recente dell’altra, finì per affermarsi facendo prevalere la linea più rigorosa<br />
vigente in Occidente; così pertanto si spiegherebbe, a giu<strong>di</strong>zio dello stu<strong>di</strong>oso, la scelta del<br />
legislatore visigoto <strong>di</strong> non inserire nel Breviarium la seconda costituzione <strong>di</strong> Arca<strong>di</strong>o<br />
(quella che, si rammenti, liberalizzò le nozze tra cugini) nell’intento <strong>di</strong> «rendere più<br />
chiaro il regime» (p. 108).<br />
222 Questa tesi, in sé e per sé sicuramente con<strong>di</strong>visibile, presenta, a mio giu<strong>di</strong>zio, solo<br />
un punto oscuro: la scelta dei commissari teodosiani <strong>di</strong> inserire nel loro Co<strong>di</strong>ce la legge<br />
occidentale in luogo <strong>di</strong> quella orientale (C. 5.4.19) che rimuoveva il <strong>di</strong>vieto (sempre che<br />
invece non si con<strong>di</strong>vida la congettura suggerita da Voci della contemporanea presenza <strong>di</strong><br />
entrambe nel Teodosiano: v. retro nt. precedente); se è vero, infatti, che l’abrogazione del<br />
<strong>di</strong>vieto doveva giustificarsi, nei territori governati da Arca<strong>di</strong>o, con la <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong><br />
conciliare una prescrizione tanto rigida con il costume matrimoniale ivi presente, la scelta<br />
dei Teodosiani <strong>di</strong> mutare regime non si riesce proprio a spiegare sul piano sostanziale. Si<br />
potrebbe supporre, tutt’al più, insieme a R. BONINI, Considerazioni in tema <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>menti<br />
<strong>matrimoniali</strong>, cit., 513, che i commissari «pensassero alla possibilità che per via <strong>di</strong><br />
interpretazione esegetica prevalesse la più recente costituzione occidentale».<br />
AUPA 55/2012 271