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Vincoli parentali e divieti matrimoniali - Università di Palermo

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A. Cusmà Piccione, <strong>Vincoli</strong> <strong>parentali</strong> e <strong><strong>di</strong>vieti</strong> <strong>matrimoniali</strong> [p. 189-278]<br />

l’invali<strong>di</strong>tà giuri<strong>di</strong>ca del matrimonio: ‘neque uxorem neque filios ex ea<br />

e<strong>di</strong>tos habere credatur ...’) il supplicium ignium et proscriptionis<br />

(equivalente alla deportatio in insulam) previsto dalla precedente<br />

normativa. 210 A quale legge, in concreto, l’Imperatore qui alludesse<br />

non è altrimenti specificato dalla costituzione, ma con buona<br />

probabilità si trattava proprio della perduta costituzione <strong>di</strong><br />

Teodosio. 211 L’ipotesi, formulata da taluno, 212 secondo la quale il<br />

riferimento sarebbe stato <strong>di</strong>retto a C.Th. 3.12.1 si concilia male con<br />

l’avverbio ‘dudum’, che rimanda ad un breve lasso <strong>di</strong> tempo<br />

(certamente, non a più <strong>di</strong> un cinquantennio), e non convince neanche<br />

dal punto <strong>di</strong> vista della sanzione, perché in quella costituzione<br />

Costanzo aveva previsto (v. retro § 7) una pena ben più grave, quella<br />

capitale. Scartate tutte le altre possibilità, 213 non rimane da credere<br />

che il precedente normativo, implicitamente richiamato nel testo della<br />

legge, fosse, appunto, la costituzione teodosiana sulle nozze tra<br />

consobrini; 214 il supplicium ignium et proscriptionis, afflittiva al<br />

——————————<br />

PULIATTI, Incesti crimina, cit., 179 s.; limitatamente agli aspetti successori, cfr. E. NARDI, La<br />

reciproca posizione successoria, cit., 63 ss.; P. VOCI, Il <strong>di</strong>ritto ere<strong>di</strong>tario romano nell’età del<br />

tardo Impero, in SDHI 48, 1982, 28, che rileva come, non potendo i genitori <strong>di</strong>sporre in<br />

favore dei figli né inter vivos né mortis causa, la posizione <strong>di</strong> questi fosse peggiore rispetto<br />

ai comuni figli naturali.<br />

210 Cfr. R. ASTOLFI, Stu<strong>di</strong> sul matrimonio, cit., 93, che ipotizza un’applicazione dell’una<br />

o dell’altra sanzione a seconda della maggiore o minore gravità del crimine (si pensi<br />

al matrimonio tra cugini ove raffrontato a quello tra zii e nipoti).<br />

211 A favore <strong>di</strong> questo orientamento anche, da ultimo, R. ASTOLFI, Stu<strong>di</strong> sul matri-<br />

monio, cit., 92 s.<br />

212 Cfr. R. BONINI, Considerazioni in tema <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>menti <strong>matrimoniali</strong>, cit., 494 s.<br />

nt. 22.<br />

213 La costituzione conservata in C.Th. 3.12.2 era chiaramente fuorigioco, perché<br />

non contemplava sanzioni personali a carico dei coniugi. P. VOCI, Il <strong>di</strong>ritto ere<strong>di</strong>tario<br />

romano, cit., 28 nt. 77 e 107 nt. 69, pensa che una parte dell’originale della perduta<br />

costituzione teodosiana sia contenuta in C. 5.5.5 (che già conosciamo: v. retro § 8), ma, a<br />

causa della veste estremamente ridotta con la quale quest’ultima è conservata nel Co<strong>di</strong>ce,<br />

non è possibile evidenziare altro che una corrispondenza solo parziale tra le fattispecie in<br />

essa <strong>di</strong>sciplinate e quelle <strong>di</strong> cui a C.Th. 3.12.1, dal momento che nella prima legge l’unica<br />

ipotesi contemplata è quella relativa alle nozze con affini in linea collaterale; per non<br />

trascurare il fatto che, nella parte che noi oggi possiamo leggere nel Co<strong>di</strong>ce, nulla è detto<br />

sulla <strong>di</strong>sciplina sanzionatoria, sicché allo stato non è possibile operare alcun collegamento<br />

certo tra le due leggi.<br />

214 In senso conforme, cfr: E. COSTA, Crimini e pene da Romolo a Giustiniano,<br />

268 AUPA 55/2012

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