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Vincoli parentali e divieti matrimoniali - Università di Palermo

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A. Cusmà Piccione, <strong>Vincoli</strong> <strong>parentali</strong> e <strong><strong>di</strong>vieti</strong> <strong>matrimoniali</strong> [p. 189-278]<br />

——————————<br />

punto fermo e cioè che, se per un verso i giuristi dell’età classica non avevano subito<br />

l’influenza dell’etica cristiana (contrariamente a quanto su questo punto aveva, ad<br />

esempio, ritenuto il Troplong stesso), intensa era stata viceversa l’azione dei nuovi<br />

principi sull’ultimo <strong>di</strong>ritto romano, quello elaborato a partire da quando nel IV secolo la<br />

nuova fede <strong>di</strong>venne progressivamente l’unica religione consentita nell’Impero (su ciò cfr.<br />

tuttavia anche le riserve espresse da G. BAVIERA, Concetto e limiti dell’influenza del<br />

Cristianesimo sul <strong>di</strong>ritto romano, in Mélanges Girard, I, Paris, 1912, 67 ss.). Ebbene, a<br />

riprova <strong>di</strong> quanto osservato su nel testo, a proposito della <strong>di</strong>ffusa consuetu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong><br />

in<strong>di</strong>viduare un ascendente cristiano in tutto ciò che nella legislazione degli Imperatori<br />

tardoantichi appare come un’innovazione rispetto al <strong>di</strong>ritto classico, è sufficiente<br />

ricordare le seguenti parole dell’insigne romanista palermitano: «È quasi per intero un<br />

portato dell’etica cristiana tutto ciò che nel Corpus iuris civilis appare come veramente e<br />

sostanzialmente nuovo rispetto al <strong>di</strong>ritto elaborato dai giureconsulti romani»<br />

(Commemorazione, cit., 13). Tale in<strong>di</strong>cazione metodologica fece presa sugli stu<strong>di</strong>osi<br />

successivi e rilievi <strong>di</strong> contenuto simile si possono, ad esempio, leggere in U. BRASIELLO,<br />

Sull’influenza del Cristianesimo in materia <strong>di</strong> elemento subbiettivo nei contratti, in Scritti <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ritto romano in onore <strong>di</strong> C. Ferrini, Milano 1946, 509; ID., Premesse relative allo stu<strong>di</strong>o<br />

dell’influenza del Cristianesimo sul <strong>di</strong>ritto romano, in Scritti in onore <strong>di</strong> C. Ferrini pubblicati<br />

in occasione della sua beatificazione, II, Milano 1947, 8 s.; ed in L. CHIAZZESE,<br />

Cristianesimo e <strong>di</strong>ritto, in BIDR 51-52, 1948, 224, allievo del Riccobono. Le anse finali <strong>di</strong><br />

questo percorso dottrinale, portato a sovrastimare l’apporto della religione cristiana,<br />

vennero toccate con la pubblicazione, nella metà del secolo scorso, <strong>di</strong> una corposa opera<br />

da parte <strong>di</strong> B. BIONDI, Il <strong>di</strong>ritto romano cristiano (in tre voll.: 1. Orientamento religioso<br />

della legislazione, Milano 1952; 2. La giustizia. Le persone, Milano 1952; 3. La famiglia.<br />

Rapporti patrimoniali. Diritto pubblico, Milano 1954), con la quale per la prima volta<br />

venne coniata l’espressione “<strong>di</strong>ritto romano cristiano” per rappresentare il <strong>di</strong>ritto<br />

racchiuso nelle leggi postclassiche e giustinianee, definizione dalla quale, già nel nome, è<br />

possibile rendersi conto <strong>di</strong> come il bilanciamento del rapporto Stato-Chiesa pendesse<br />

nettamente, nella visione dell’insigne stu<strong>di</strong>oso, a favore <strong>di</strong> quest’ultima. Per uno sguardo<br />

d’assieme sui contributi apparsi in dottrina su questo tema lungo un arco temporale che<br />

parte dalla fine dell’Ottocento ed arriva fino agli sviluppi più recenti, cfr. da ultimo L. DE<br />

GIOVANNI, Istituzioni, scienza giuri<strong>di</strong>ca, co<strong>di</strong>ci nel mondo tardoantico. Alle ra<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> una<br />

nuova storia, Roma 2007, 24 ss. (con l’in<strong>di</strong>cazione altresì <strong>di</strong> altra bibliografia oltre quella<br />

qui rapidamente ricordata) e S. RICCOBONO JR., La riflessione della scienza romanistica sul<br />

<strong>di</strong>ritto romano-cristiano, in Il <strong>di</strong>ritto romano canonico quale <strong>di</strong>ritto proprio delle comunità<br />

cristiane dell’Oriente me<strong>di</strong>terraneo. IX colloquio internazionale romanistico canonistico, Città<br />

del Vaticano 1994, 219 ss., dove è anche il tentativo <strong>di</strong> tracciare una sorta <strong>di</strong> bilancio<br />

complessivo <strong>di</strong> tutto questo lungo <strong>di</strong>battito.<br />

Con riguardo, per altro verso, all’influenza riconducibile all’altro importante fattore<br />

<strong>di</strong> trasformazione degli istituti classici in questo periodo – l’apporto dei c.d. <strong>di</strong>ritti locali,<br />

in specie greco-orientali (c.d. “Vulgarrecht”), sul <strong>di</strong>ritto imperiale – non posso qui che<br />

richiamare i fondamentali lavori <strong>di</strong> H. BRUNNER, Zur Rechtsgeschichte der römischen und<br />

germanischen Urkunde, Berlin 1880 (rist. Aalen 1961), <strong>di</strong> L. MITTEIS, Reichsrecht und<br />

Volksrecht in den östlichen Provinzen des römischen Kaiserreichs. Mit Beitr. zur Kenntnis des<br />

griechischen Rechts und der spätrömischen Rechtsentwicklung, Lepzig 1891, e <strong>di</strong> E. LEVY,<br />

West Roman Vulgar Law. The Law of property, Philadelphia 1951; ID., Weströmisches<br />

192 AUPA 55/2012

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