Vincoli parentali e divieti matrimoniali - Università di Palermo
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A. Cusmà Piccione, <strong>Vincoli</strong> <strong>parentali</strong> e <strong><strong>di</strong>vieti</strong> <strong>matrimoniali</strong> [p. 189-278]<br />
concreto sconosciuta, nonostante la citazione <strong>di</strong> Costante<br />
nell’inscriptio. La riprova più evidente <strong>di</strong> ciò si ottiene guardando<br />
all’Ep. 60 <strong>di</strong> Ambrogio, 166 scritta intorno al 393. Il vescovo milanese<br />
voleva persuadere il suo illustre interlocutore (Paterno) dell’inopportunità<br />
del matrimonio tra zio e nipote (ex sorore, nel caso<br />
concreto, ma Ambrogio non faceva <strong>di</strong>stinzione al riguardo) e, per<br />
raggiungere tale scopo, gli ricordava una serie <strong>di</strong> <strong>di</strong>sposizioni contrarie:<br />
la legge <strong>di</strong>vina e naturale, la consuetu<strong>di</strong>ne e, appunto, la legge civile.<br />
In quest’ultimo caso, egli, però, non richiamava il provve<strong>di</strong>mento <strong>di</strong><br />
Costanzo, che esplicitamente condannava questo tipo <strong>di</strong> connubio,<br />
ma una legge <strong>di</strong> Teodosio che colpiva con dure sanzioni una <strong>di</strong>versa<br />
fattispecie, il matrimonio inter consobrinos. 167<br />
Abbiamo, a questo punto, tutti i dati necessari per giu<strong>di</strong>care della<br />
caratterizzazione cristiana che gli interpreti moderni non <strong>di</strong> rado<br />
riconoscono al provve<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> Costanzo. 168<br />
Sul piano della forma, la portata particolare che abbiamo<br />
riconosciuto essere propria <strong>di</strong> C.Th. 3.12.1 già solleva qualche dubbio<br />
sulla funzionalità della legge a realizzare efficacemente gli interessi<br />
della Chiesa. Se si vuol supporre che la gerarchia ecclesiastica avesse<br />
esercitato delle pressioni sulla cancelleria <strong>di</strong> Costanzo affinché venisse<br />
revocata la <strong>di</strong>sposizione introdotta dal senatoconsulto del 49, con la<br />
quale <strong>di</strong> fatto erano ammesse le nozze con lo zio paterno, ebbene non<br />
si può non vedere che lo strumento migliore per pervenire a tale<br />
risultato doveva essere un’inter<strong>di</strong>zione portata a conoscenza <strong>di</strong> tutti i<br />
sud<strong>di</strong>ti, non <strong>di</strong> alcuni soltanto.<br />
Certo, è possibile che, data la presenza dell’Imperatore in loco,<br />
queste sollecitazioni avessero avuto una <strong>di</strong>mensione locale, che<br />
provenissero cioè da esponenti del clero della Fenicia o dei territori<br />
—————————<br />
166 La conosciamo già: v. retro § 4.<br />
167 Che la costituzione <strong>di</strong> Costanzo II non fosse conosciuta in Occidente crede, argomentando<br />
dalla lettera <strong>di</strong> Ambrogio a Paterno, anche P. MOREAU, Incestus, cit., 308 s.,<br />
che si richiama al «partage législatif de fait de l’Empire».<br />
168 Cfr., exempli causa: H. INSADOWSKI, Quid momenti habuerit christianismus, cit.,<br />
67, che parla esplicitamente <strong>di</strong> «influxus doctrinae christianae»; A. GUARINO, Stu<strong>di</strong> sull’«incestum»,<br />
cit., 250, secondo il quale «l’influenza cristiana è nettamente prevalente»; R.<br />
ORESTANO, La struttura giuri<strong>di</strong>ca del matrimonio, cit., 417; B. BIONDI, Il <strong>di</strong>ritto romano<br />
cristiano, III, cit., 94; <strong>di</strong> recente, cfr. ancora R. ASTOLFI, Il matrimonio, cit., 47.<br />
252 AUPA 55/2012