Vincoli parentali e divieti matrimoniali - Università di Palermo
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A. Cusmà Piccione, <strong>Vincoli</strong> <strong>parentali</strong> e <strong><strong>di</strong>vieti</strong> <strong>matrimoniali</strong> [p. 189-278]<br />
grado <strong>di</strong> parentela collaterale (tra avunculus e neptis, tra amita o<br />
matertera e nepos) erano rimaste impregiu<strong>di</strong>cate 151 e continuavano ad<br />
essere vietate dal fas. 152 La deroga venne mantenuta, ancora alle porte<br />
dell’età cristiana, dagli imperatori Diocleziano e Massimiano (v. Coll.<br />
6.4.5), 153 i quali confermarono la proibizione del matrimonio con la<br />
nipote ex sorore, tacendo invece sull’altra ipotesi. 154 La vigenza <strong>di</strong> tale<br />
doppio regime ebbe termine a causa <strong>di</strong> una legge, emanata ad<br />
——————————<br />
fama, iam amore inlicito firmabatur; necdum celebrare sollemnia nuptiarum audebant, nullo<br />
exemplo deductae in domum patrui fratris filiae: quin et incestum, ac si sperneretur, ne in<br />
malum publicum erumperet, metuebatur. Nella fama correva già voce dell’amor illicitus tra<br />
Clau<strong>di</strong>o ed Agrippina, ma essi non osavano compiere il solenne rito nuziale, perché per il<br />
costume del tempo le nozze tra zio e nipote costituivano un incestum, così che si temeva<br />
che potessero ‘in malum publicum erumpere’, ossia che tanto ar<strong>di</strong>re avrebbe potuto<br />
provocare qualche calamità sulla collettività. Per scongiurare tale evenienza, venne<br />
approvato il senatoconsulto che rese lecite tali nozze.<br />
151 Sul piano della finalità, si potrebbe, in un certo senso, fare un paragone con le<br />
licentiae con cui talora gli Imperatori del Basso Impero concedevano ai richiedenti il<br />
permesso <strong>di</strong> stringere nozze che l’or<strong>di</strong>namento avrebbe ex se proibito. Quasi superfluo<br />
notare che, sul piano della sostanza, la <strong>di</strong>fferenza era invece netta se si pensa che il provve<strong>di</strong>mento<br />
del 49 non introdusse un’eccezione ad personam, valevole solo nel caso <strong>di</strong><br />
Clau<strong>di</strong>o, ma liberalizzò le nozze in questione relativamente a tutti gli in<strong>di</strong>vidui; v. Gai<br />
1.62: Fratris filiam uxorem ducere licet, idque primum in usum venit, cum <strong>di</strong>vus Clau<strong>di</strong>us<br />
Agrippinam fratris sui filiam uxorem duxisset; sororis vero filiam uxorem ducere non licet.<br />
152 Come si può ricavare anche dalla considerazione che nelle fonti non sono attestati<br />
matrimoni <strong>di</strong> questo tipo, se non in un’occasione (v. D. 23.2.57 <strong>di</strong> Marciano, a proposito<br />
del rescritto <strong>di</strong> Antonino Pio e Lucio Vero che, derogando alle regole generali, riconobbe<br />
lo stato <strong>di</strong> legittimi ai figli nati dal matrimonio, ‘ante annos quadraginta contractum’, tra<br />
Flavia Tertulla, ignara iuris, e lo zio materno). Sul passo <strong>di</strong> Marciano, cfr., amplius, S.<br />
PULIATTI, Incesti crimina, cit., 135 ss.<br />
153 V. retro nt. 33.<br />
154 Problematica si presenta, invece, la valutazione della notizia recata da Dio Cass.<br />
68.2, secondo cui le nozze con lo zio paterno sarebbero state <strong>di</strong>chiarate illecite da un<br />
provve<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> Nerva attorno all’anno 97 d.C. Le spiegazioni possibili sono due ed<br />
entrambe sono state prospettate in dottrina: o si tratta <strong>di</strong> un’informazione priva <strong>di</strong><br />
fondamento storico, oppure, come forse è più probabile, <strong>di</strong> una misura che ebbe vita<br />
effimera, perché non confermata nella legislazione seguente: sull’argomento, cfr., ex<br />
pluribus: P. BONFANTE, Corso <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto romano, I, cit., 202; C. CASTELLO, Osservazioni<br />
sui <strong><strong>di</strong>vieti</strong> <strong>di</strong> matrimonio, cit., 336; E. VOLTERRA, Lezioni, cit., 343; O. ROBLEDA, El<br />
matrimonio en derecho romano, cit., 185 nt. 103; S. RODA, Il matrimonio fra cugini<br />
germani, cit., 295 nt. 17; P. O. CUNEO (a cura <strong>di</strong>), La legislazione <strong>di</strong> Costantino II,<br />
Costanzo II e Costante (337-361), Milano 1997, 93 s.; S. PULIATTI, Incesti crimina, cit., 165<br />
s. nt. 36; R. ASTOLFI, Stu<strong>di</strong> sul matrimonio nel <strong>di</strong>ritto romano postclassico e giustinianeo,<br />
Napoli 2012, 98.<br />
248 AUPA 55/2012