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Vincoli parentali e divieti matrimoniali - Università di Palermo

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A. Cusmà Piccione, <strong>Vincoli</strong> <strong>parentali</strong> e <strong><strong>di</strong>vieti</strong> <strong>matrimoniali</strong> [p. 189-278]<br />

Soffermandoci sulla prima inter<strong>di</strong>zione, si può vedere che l’autore<br />

della decretale ne giustificava la vigenza adducendo motivi che già<br />

abbiamo avuto modo <strong>di</strong> conoscere: la tra<strong>di</strong>zione ebraica del levirato,<br />

che nel Vecchio Testamento consentiva il matrimonio con il cognato,<br />

aveva un presupposto preciso che ne restringeva l’osservanza soltanto<br />

‘ad suscitandum semen defuncti fratris’, allorché cioè dal primo<br />

matrimonio del fratello ormai defunto non fossero nati figli; l’illiceità<br />

delle nozze fra Erode Antipa ed Ero<strong>di</strong>ade secondo il racconto dei<br />

Vangeli (v. Mt. 14.1-12; Mc. 6.14-29); 135 il richiamo delle<br />

prescrizioni mosaiche ed in particolare del <strong>di</strong>vieto contenuto in Lev.<br />

18.18, 136 sia pure secondo lo stilema della male<strong>di</strong>zione per i<br />

contravventori della legge <strong>di</strong> cui in Deut. 27.15 ss. (‘Male<strong>di</strong>ctus qui<br />

cum uxoris suae sorore dormierit’); l’inapplicabilità ai cristiani<br />

dell’exemplum del patriarca Giacobbe, sposato ‘uno in tempore’ con<br />

due sorelle (Lia e Rachele: v. Gen. 28.1 s. e 29.15 ss.). 137 Nulla, per<br />

altro verso, è specificato circa la <strong>di</strong>sciplina sanzionatoria da mettere in<br />

pratica in caso <strong>di</strong> violazione del <strong>di</strong>vieto.<br />

Queste due circostanze – il ricorso ad argomentazioni già<br />

ampiamente usitate ed il silenzio sulla punizione dei trasgressori –<br />

potrebbero indurci a relegare il provve<strong>di</strong>mento papale tra le<br />

testimonianze <strong>di</strong> modesta importanza ai fini della nostra indagine; ma<br />

qualche elemento utile cionon<strong>di</strong>meno si può trarre da esso e si<br />

rinviene nella frase ‘de feminis nusquam est lectum, sed forte<br />

——————————<br />

Nam qui torum patris vel matris violare praesumpserit, non hoc coniugium, sed fornicatio<br />

nominatur) il testo si presenta con una fisionomia <strong>di</strong>fferente, anche se immutato quanto<br />

alla sostanza.<br />

135 Anche in questo caso (come abbiamo visto già in Tertulliano: v. retro nt. 65), a<br />

motivo del rimprovero <strong>di</strong> queste nozze da parte <strong>di</strong> Giovanni il Battista viene in<strong>di</strong>cata la<br />

presenza <strong>di</strong> figli nati dal precedente matrimonio <strong>di</strong> Ero<strong>di</strong>ade con il fratello <strong>di</strong> Erode,<br />

Filippo, pertanto la non applicabilità della regola del levirato, e non la <strong>di</strong>versa lezione che<br />

vorrebbe quest’ultimo ancora in vita al momento del secondo matrimonio <strong>di</strong> Ero<strong>di</strong>ade.<br />

136 Sororem uxoris tuae in pellicatum illius non accipies, nec revelabis turpitu<strong>di</strong>nem eius,<br />

adhuc illa vivente.<br />

137 G. COLANTUONO, Note sul canone 2, cit., 10, rileva l’esistenza, a questo proposito,<br />

<strong>di</strong> un vero e proprio «dossier biblico ... finalizzato a confermare il <strong>di</strong>vieto»; un dossier<br />

costituito da exempla biblici si risconta – come abbiamo visto – anche in Oriente con<br />

Basilio: secondo l’A., tuttavia, tra quello romano e quello basiliano vi sarebbero sì punti<br />

<strong>di</strong> contatto (come il richiamo <strong>di</strong> Lev. 18.18 o la storia <strong>di</strong> Giacobbe), ma anche sensibili<br />

<strong>di</strong>fferenze che lascerebbero propendere per una loro reciproca autonomia. Dello stesso<br />

avviso anche P. MARONE, Le nozze tra cognati, cit., 215 s.<br />

AUPA 55/2012 241

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