Vincoli parentali e divieti matrimoniali - Università di Palermo
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A. Cusmà Piccione, <strong>Vincoli</strong> <strong>parentali</strong> e <strong><strong>di</strong>vieti</strong> <strong>matrimoniali</strong> [p. 189-278]<br />
preoccupava esclusivamente della qualifica dei figli eventualmente nati<br />
dall’unione, Basilio premeva invece per la separazione dei coniugi,<br />
minacciando la scomunica fino a che ciò non avvenisse.<br />
Della penitenza alla quale sottoporre i trasgressori, passata sotto<br />
silenzio nelle due lettere ora considerate, Basilio si occupava in un<br />
altro canone, il can. 78 dell’Ep. 217, 87 in cui era esteso al nostro caso<br />
il trattamento previsto a carico <strong>di</strong> quanti, considerati alla stregua <strong>di</strong><br />
adulteri, avessero <strong>di</strong>vorziato senza ragione per poi risposarsi. 88 Il dato<br />
per noi più rilevante è però un altro: dal canone successivo (il 79)<br />
appren<strong>di</strong>amo <strong>di</strong>fatti che identica era la sanzione per coloro che<br />
avessero stretto relazioni con la propria matrigna o con le sorelle; 89 si<br />
—————————<br />
87<br />
(Y. COURTONNE, Saint Basile.<br />
Lettres, II, cit., 214 (varianti solo formali nel testo che si legge in P. P. JOANNOU, Fonti,<br />
fasc. IX., t. II, cit., 153). La trad. latina nel Migne è la seguente: Eadem autem forma<br />
observetur et in eos qui sorores duas in matrimonium ducunt, etsi <strong>di</strong>versis temporibus – P.G.<br />
32.805 s.).<br />
88 Vale a <strong>di</strong>re: un anno nella (in cui il penitente doveva piangere sulla<br />
porta della chiesa implorando una preghiera per sé a quanti vi entravano per l’assemblea<br />
liturgica), due anni nella (dove il penitente era ammesso all’ascolto della<br />
Scrittura dal nartece antistante la porta della chiesa), tre anni nella (il<br />
penitente era ammesso alla liturgia eucaristica, ma restando in ginocchio), ed, a partire<br />
dal settimo anno, gli si dava la possibilità <strong>di</strong> partecipare alle celebrazioni con gli altri fedeli<br />
ma in pie<strong>di</strong>. V. Bas., Ep. 217, can. 77:<br />
[Y. Courtonne, Saint<br />
Basile. Lettres, II, cit., ibid. Tr. lat.: Qui relinquit legitime sibi copulatam mulierem, et<br />
aliam ducit, ex Domini sententia adulterii subiicitur iu<strong>di</strong>cio. Sed statutum est Patrum<br />
nostrorum canonibus, ut ii anno fleant, biennio au<strong>di</strong>ant, triennio substernantur, septimo<br />
consistant cum fidelibus, et ita oblatione <strong>di</strong>gni habeantur, si cum lacrymis poenitentiam<br />
egerint (P.G. 32.803 ss.)]. Sulla <strong>di</strong>sciplina penitenziale in Basilio, cfr. N. Bux,<br />
Confessione, penitenza e comunione secondo san Basilio, in Aa.Vv., Redenzione e<br />
riconciliazione, Milano 1983, 118 ss.; per i primi tre secoli, cfr. H. Karpp, La pénitence.<br />
Textes et commentaíres des origines de l’ordre pénitentiel de l’Église ancienne, Neuchâtel<br />
1970 (tr. it., La penitenza. Fonti sull’origine della penitenza nella Chiesa antica, Torino<br />
1975).<br />
89<br />
[Y. COURTONNE, Saint Basile.<br />
Lettres, II, cit., ibid. Tr. lat.: Qui autem in suas novercas insaniunt, sunt eidem canoni<br />
224 AUPA 55/2012