Vincoli parentali e divieti matrimoniali - Università di Palermo
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A. Cusmà Piccione, <strong>Vincoli</strong> <strong>parentali</strong> e <strong><strong>di</strong>vieti</strong> <strong>matrimoniali</strong> [p. 189-278]<br />
Quanto alle conseguenze giuri<strong>di</strong>che <strong>di</strong> un’unione matrimoniale<br />
costituita in taluna <strong>di</strong> queste ipotesi, il giurista degli Antonini si<br />
limitava a prendere in esame solo quelle privatistiche, che<br />
producevano effetti sulla qualificazione del rapporto così instaurato e<br />
sulla filiazione. Così premetteva che ‘si tales personas inter se coierint,<br />
nefarias et incestas nuptias contraxisse <strong>di</strong>cuntur’ (§ 59); ma se si prendono<br />
alla lettera le espressioni utilizzate da Gaio poco più oltre nel § 64, 26 si<br />
vede come nel pensiero del giurista, in questi casi, non esisteva sul<br />
piano giuri<strong>di</strong>co alcun matrimonio, poiché chi aveva contratto nozze<br />
<strong>di</strong> questo tipo ‘neque uxorem habere vide[batur] neque liberos’. 27 Per ciò<br />
che, invece, concerne gli aspetti più propriamente repressivi del<br />
fenomeno, dai passi dei giuristi classici 28 si desume che per il crimen<br />
incesti trovava applicazione la poena adulterii (id est, la relegatio in<br />
insulam), 29 tranne nei casi più gravi (in cui l’incesto concorreva con altre<br />
——————————<br />
(<strong>di</strong>ritto romano), in Enc. Dir. 1, Milano 1958, 691; S. PULIATTI, Incesti crimina. Regime<br />
giuri<strong>di</strong>co da Augusto a Giustiniano, Milano 2001, 71 ss., con ampia esegesi del passo <strong>di</strong> Gaio<br />
(pp. 63 ss.).<br />
26<br />
Gai 1.64: Ergo si quis nefarias atque incestas nuptias contraxerit, neque uxorem habere<br />
videtur neque liberos: itaque hi qui ex eo coitu nascuntur matrem quidem habere videntur, patrem<br />
vero non utique: nec ob id in potestate eius sunt, quales sunt hi, quos mater vulgo concepit; nam et<br />
hi patrem habere non intelleguntur, cum is etiam incertus sit; unde solent spurii filii appellari, vel<br />
a Graeca voce quasi spor£dhn concepti, vel quasi sine patre filii.<br />
27<br />
Le affermazioni contenute in Gai 1.64 rappresentano indubbiamente una prova<br />
forte a favore della tesi che la mancanza del conubium (come nel caso <strong>di</strong> nozze incestuose)<br />
configurasse sul piano civilistico, nella prospettiva classica, un’ipotesi <strong>di</strong> inesistenza<br />
giuri<strong>di</strong>ca del matrimonio più che <strong>di</strong> nullità; in questo senso, la dottrina maggioritaria, per<br />
la quale cfr.: J. GAUDEMET, «Justum matrimonium», in RIDA 3, 1950, 325 s. (= Études de<br />
droit romain, III. Vie familiale et vie sociale, Camerimo 1979, 121 s.); E. VOLTERRA,<br />
«Iniustum matrimonium», in Stu<strong>di</strong> Scherillo, II, Milano 1972, 446 ss. (= Scritti giuri<strong>di</strong>ci,<br />
III, 182 ss.); O. ROBLEDA, Matrimonio inexistente e nulo en derecho romano, in Stu<strong>di</strong><br />
Donatuti, III, Milano 1973, 1153 s.; A. D. MANFREDINI, La donna incestuosa, cit., 16; S.<br />
PULIATTI, Incesti crimina, cit., 69. Secondo E. NARDI, La reciproca posizione successoria dei<br />
coniugi privi <strong>di</strong> conubium, Milano 1938, 9, i giuristi romani talora facevano utilizzo dello<br />
schema della nullità, talaltra dell’inesistenza giuri<strong>di</strong>ca.<br />
28<br />
V. D. 48.5.12(11).1 (Pap. lib. sing. de adult.); 48.5.39(38).1 (Pap. 36 quaest.);<br />
48.18.5 ( Marc. 2 inst.).<br />
29<br />
È ancora non del tutto definita la questione se la lex Iulia de adulteriis contemplasse<br />
autonomamente la figura dell’incesto o solo in connessione con l’adulterio o con lo<br />
stupro. Per la soluzione negativa, cfr., ad esempio, C. FERRINI, Diritto penale romano, cit.,<br />
366, secondo cui una prova del fatto che la legge <strong>di</strong> Augusto non si riferiva all’incesto si<br />
ricaverebbe anche dalla non applicabilità a questo crimine della prescrizione<br />
204 AUPA 55/2012