19.06.2013 Views

Vincoli parentali e divieti matrimoniali - Università di Palermo

Vincoli parentali e divieti matrimoniali - Università di Palermo

Vincoli parentali e divieti matrimoniali - Università di Palermo

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

A. Cusmà Piccione, <strong>Vincoli</strong> <strong>parentali</strong> e <strong><strong>di</strong>vieti</strong> <strong>matrimoniali</strong> [p. 189-278]<br />

matrimonio con una cugina seconda (sobrina), parente <strong>di</strong> sesto grado,<br />

com’è più probabile, oppure ad<strong>di</strong>rittura con una cugina prima<br />

(consobrina), parente <strong>di</strong> quarto grado, dato che quest’ipotesi appariva<br />

assolutamente normale nella seconda metà del II secolo. In ogni caso,<br />

<strong>di</strong>verse testimonianze confermano che, per tutta l’età della Repubblica<br />

e del Principato, le nozze tra cugini non soltanto rimasero possibili,<br />

ma anche che non erano così infrequenti come talora si suole<br />

pensare. 20<br />

Un ulteriore colpo al quadro dei <strong><strong>di</strong>vieti</strong> <strong>parentali</strong>, ormai<br />

circoscritto – come si è visto – al terzo grado, venne inferto dal noto<br />

senatoconsulto Clau<strong>di</strong>ano (49 d.C.), col quale si autorizzarono le<br />

——————————<br />

sciolse dall’accusa ma, affinché l’episo<strong>di</strong>o non avesse più a ripetersi, promulgò una legge<br />

con la quale venne deciso <strong>di</strong> ‘p©sin xe‹nai game‹n ¨cri ¢neyiîn’, ferme restando le<br />

proibizioni relative ai parenti <strong>di</strong> grado maggiore (‘t¦ d'¢nwtšrw kekwlàsqai’).<br />

20 In E. VOLTERRA, Lezioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto romano. Il matrimonio romano (corso <strong>di</strong> lezioni<br />

per l’anno accademico 1960-1961), Roma 1961, 342 [nello stesso senso e dello stesso A.,<br />

cfr. anche Diritto <strong>di</strong> famiglia (corso <strong>di</strong> lezioni per l’anno accademico 1945-1946), Bologna<br />

1946, 93], si legge infatti che le nozze tra cugini «non dovettero essere molto frequenti;<br />

giacché ancora negli ultimi anni della repubblica tali unioni non sono viste <strong>di</strong> buon<br />

occhio nell’ambiente sociale, il quale le critica»; l’A. cita al riguardo: Cic., Pro Cluent. 5;<br />

Plut., Brutus 13; Antonius 9; Tac., Ann. 12.6. In realtà, proprio guardando a queste fonti,<br />

non sembrerebbe così inevitabile pervenire a tale conclusione. Nella Pro Cluentio<br />

ciceroniana (5.11-12), L’Arpinate è chiaro nell’affermare che le nozze tra la figlia <strong>di</strong> A.<br />

Cluentius Habitus ed il cugino A. Aurius Melinus erano non soltanto ‘plenae concor<strong>di</strong>ae’,<br />

ma anche e soprattutto ‘plenae <strong>di</strong>gnitatis’ e non aggiunge altro sul punto proprio perché<br />

non avverte il bisogno <strong>di</strong> combattere un pregiu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong>ffuso della coscienza sociale (critica<br />

la conclusione del Volterra, S. RODA, Il matrimonio fra cugini germani nella legislazione<br />

tardoimperiale, in SDHI 45, 1979, 294 nt. 13; ad<strong>di</strong>rittura astrae l’espressione <strong>di</strong> Cicerone<br />

‘nuptiae plenae <strong>di</strong>gnitatis’ dal contesto in cui è pronunciata, ritenendola una sorta <strong>di</strong><br />

approvazione generale delle nozze con i cugini, O. ROBLEDA, El matrimonio en derecho<br />

romano. Esencia, requisitos de validez, efectos, <strong>di</strong>solubilidad, Roma 1970, 184 nt. 99).<br />

Nessuno scandalo pubblico traspare nei testi <strong>di</strong> Plutarco, né in Brutus 13.3, dove è<br />

menzionato il matrimonio tra Bruto e la cugina Porcia, figlia <strong>di</strong> Catone, né in Antonius<br />

9.3, in cui si <strong>di</strong>ce semplicemente che Antonio scacciò <strong>di</strong> casa la seconda moglie, Antonia,<br />

che era sua cugina, perché la sospettava <strong>di</strong> aver commesso adulterio con Dolabella (sullo<br />

stesso fatto, v. anche Cic., Phil. 2.38.99). Dove poi si vede senza timore <strong>di</strong> dubbio che il<br />

matrimonio tra cugini doveva essere ormai entrato nell’uso comune è in Tac., Ann.<br />

12.6.3, in cui è riferito il <strong>di</strong>scorso che Vitellio pronunciò in Senato per appoggiare le<br />

nozze dell’imperatore Clau<strong>di</strong>o con la nipote Agrippina (su cui, v. infra nel testo):<br />

incidentalmente, vi si afferma infatti che ‘... sobrinarum [coniugia] <strong>di</strong>u ignorata tempore<br />

ad<strong>di</strong>to percrebuisse’. A queste fonti, si può poi aggiungere, per ulteriormente comprovare<br />

la legittimità delle unioni con i cugini nell’età augustea, Plut., Marcell. 30.10, in cui si fa<br />

cenno del matrimonio <strong>di</strong> Marcello con la cugina Livia, figlia dell’imperatore Augusto.<br />

AUPA 55/2012 201

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!