Vincoli parentali e divieti matrimoniali - Università di Palermo
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A. Cusmà Piccione, <strong>Vincoli</strong> <strong>parentali</strong> e <strong><strong>di</strong>vieti</strong> <strong>matrimoniali</strong> [p. 189-278]<br />
mos, reca, al medesimo tempo, la prima notizia della sua <strong>di</strong>sgregazione,<br />
riportandoci il caso del patricius Celius, il quale,<br />
probabilmente negli ultimi decenni del terzo secolo (poiché gli<br />
avvenimenti descritti nel perduto libro ventesimo si collocano<br />
all’incirca tra il 241 ed il 219 a.C.), infranse il limite del sesto grado, 18<br />
sposando per la prima volta al <strong>di</strong> qua del settimo. Quale parente ‘intra<br />
septimum gradus cognationis’ Celio avesse tratto in sposa, non è<br />
specificato nel frammento, ma ancora dallo storico augusteo<br />
appren<strong>di</strong>amo che pochi decenni più tar<strong>di</strong> il matrimonio con la<br />
consobrina (parente <strong>di</strong> quarto grado) non suscitava più alcuno sdegno<br />
nell’opinione pubblica; egli, infatti, nel riferire il <strong>di</strong>scorso pronunciato<br />
in senato, nel 171, dal centurione Sp. Ligustinus, faceva <strong>di</strong>chiarare a<br />
costui: ‘Cum primum in aetatem veni, pater mihi uxorem fratris sui<br />
filiam de<strong>di</strong>t’. 19 Si può credere, pertanto, che Celio avesse contratto<br />
——————————<br />
environ, car nous avons à cette époque un exemple de mariage entre cousins issus de<br />
germains, celui de P. Cornelius Scipio Nasica Corculum ... avec une Cornelia» (p. 186).<br />
18 In alcune fonti letterarie, il <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> sposare prima del settimo grado <strong>di</strong> parentela<br />
collaterale sembrerebbe presentare una connessione con il c.d “ius osculi” (<strong>di</strong>ritto del<br />
bacio); secondo quest’usanza, la donna romana doveva, ogni giorno, baciare sulla bocca i<br />
parenti suoi e quelli del marito, non appena essa li avesse incontrati per la prima volta.<br />
Polibio (6.11a.4, In Athen. 10.440e) racconta che i parenti da baciare non andavano al <strong>di</strong><br />
là degli ‘xaneyio…’, corrispondenti al latino ‘sobrini’, cugini secon<strong>di</strong>, cioè, appunto,<br />
parenti <strong>di</strong> sesto grado ex transverso gradu. La motivazione <strong>di</strong> questa pratica era generalmente<br />
collegata dalle stesse fonti romane al <strong>di</strong>vieto per le donne <strong>di</strong> bere vino, nel senso<br />
che il bacio sulla bocca avrebbe permesso agli uomini <strong>di</strong> accertare il rispetto o meno della<br />
prescrizione; su questa finalizzazione dello ius osculi, v. Gell. 10.23.1: ... mulieres Romae<br />
atque in Latio aetatem abstemias egisse, hoc est vino semper ... abstinuisse <strong>di</strong>cunt, institumque<br />
ut cognatis osculum ferrent deprehenden<strong>di</strong> causa, ut odor in<strong>di</strong>cium facerent, si bibissent; nello<br />
stesso senso, v. anche Plin., Nat. hist. 14.89-90, dove è riportata l’opinione <strong>di</strong> Catone.<br />
Sennonché, accanto a questa spiegazione, in Plut., Quaest. rom. 6.265 C-E ne compare<br />
anche un’altra, che sembrerebbe collegare esplicitamente lo ius osculi con i <strong><strong>di</strong>vieti</strong><br />
<strong>matrimoniali</strong> tra consanguinei, e cioè che il bacio sarebbe valso da segno <strong>di</strong><br />
riconoscimento della parentela, posto che esso era ammesso solo tra quei soggetti tra i<br />
quali il vincolo <strong>di</strong> parentela non permetteva la costituzione <strong>di</strong> un legame matrimoniale.<br />
Per il legame tra ius osculi e <strong><strong>di</strong>vieti</strong> <strong>matrimoniali</strong>, cfr. M. BETTINI, Il <strong>di</strong>vieto fino al 'sesto<br />
grado' incluso nel matrimonio romano, in Athenaeum 66, 1988, 79 ss.; contra, R. ASTOLFI,<br />
Il matrimonio, cit., 149.<br />
19 V. Liv. 42.34.3. Stando al racconto <strong>di</strong> Plut., Quaest. rom. 6.265 E, ciò sarebbe avvenuto<br />
in conseguenza <strong>di</strong> un episo<strong>di</strong>o preciso: un uomo, povero <strong>di</strong> ricchezze ma molto<br />
stimato dal popolo, aveva sposato una cugina ed era <strong>di</strong>ventato ricco in conseguenza del<br />
matrimonio; chiamato in giu<strong>di</strong>zio per ciò, probabilmente dai parenti della donna che<br />
temevano <strong>di</strong> perdere il patrimonio <strong>di</strong> questa, provocò al popolo, il quale non solo lo<br />
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