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Vincoli parentali e divieti matrimoniali - Università di Palermo

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A. Cusmà Piccione, <strong>Vincoli</strong> <strong>parentali</strong> e <strong><strong>di</strong>vieti</strong> <strong>matrimoniali</strong> [p. 189-278]<br />

anticamente alla giuris<strong>di</strong>zione pontificale 14 (ed in seguito all’iu<strong>di</strong>cium<br />

populi, come si ricava dall’episo<strong>di</strong>o narrato da Plutarco in Quaest. rom.<br />

6.265 E 15 ) e punita con la pena capitale, eseguita, come ricordano<br />

ancora alcune fonti del primo Impero, 16 me<strong>di</strong>ante il lancio dalla rupe<br />

Tarpeia (praecipitatio e saxo).<br />

Tuttavia, il rigore dell’età antica venne progressivamente allentato.<br />

Il passo <strong>di</strong> Livio, 17 mentre ci consente <strong>di</strong> conoscere il regime del vetus<br />

——————————<br />

sacerdozio romano. Il sacerdozio <strong>di</strong> Vesta, Napoli 1968, 87 ss. e 141 ss.). Diversi esempi <strong>di</strong><br />

accusa d’incesto si possono leggere in C. RUSSO RUGGERI, In<strong>di</strong>ces e in<strong>di</strong>cia. Contributo<br />

allo stu<strong>di</strong>o della collaborazione giu<strong>di</strong>ziaria dei correi <strong>di</strong>ssociati nell’esperienza criminale<br />

romana, Torino 2011, 16 s. e 42 ss. Questa struttura ambivalente del crimen incesti (che si<br />

pone sia contro i boni mores, sia contro lo ius sacrum, tanto che ancora nel <strong>di</strong>ritto classico<br />

le nuptiae sono qualificate nefariae: v. Gai 1.59) è ampiamente sottolineata in dottrina:<br />

oltre agli Autori citati finora in questa nota, cfr. soprattutto A. GUARINO, Stu<strong>di</strong><br />

sull’«incestum», in ZSS 63, 1943, 175 (= Pagine <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto romano, VII, Napoli 1995, 180,<br />

da dove il lavoro è qui in seguito citato); A. D. MANFREDINI, La donna incestuosa, in Ann.<br />

Univ. Ferrara 1, 1987, 11; E. FRANCIOSI, Il regime delle nozze incestuose nelle novelle<br />

giustinianee, in Estu<strong>di</strong>os Iglesias, II, Madrid 1988, 728.<br />

14 Come si ricava da Cic., De leg. 2.9.22: Incestum pontifices supremo supplicio<br />

sanciunto. Facendo leva soprattutto su questa testimonianza (che, però, potrebbe anche<br />

riferirsi al solo caso della Vestale: cfr. R. ASTOLFI, Il matrimonio, cit., 47 nt. 124), la<br />

dottrina prevalente mostra, infatti, <strong>di</strong> concordare con l’ipotesi che in antico i pontefici<br />

esercitassero la propria giuris<strong>di</strong>zione non solo con riguardo alle sacerdotesse <strong>di</strong> Vesta ed ai<br />

loro complici, ma anche con riferimento alle unioni <strong>matrimoniali</strong> tra persone legate da<br />

vincoli <strong>di</strong> parentela, a con<strong>di</strong>zione che si trattasse <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>care soggetti sui iuris [cfr., ad<br />

esempio, E. VOLTERRA, Osservazioni sull’ignorantia iuris nel <strong>di</strong>ritto penale romano, in<br />

BIDR 38, 1930, 101; F. DE MARTINO, L’ignorantia iuris nel <strong>di</strong>ritto penale romano, in<br />

SDHI 3, 1937, 401 ss.; A. GUARINO, Stu<strong>di</strong> sull’«incestum», cit., 181; E. FRANCIOSI, Il<br />

regime delle nozze incestuose, cit., 729; G. FRANCIOSI, Clan gentilizio e strutture monogamiche,<br />

cit., 139. Contra, cfr. C. FERRINI, Diritto penale romano. Esposizione storica e<br />

dottrinale, Milano 1902 (rist. anast. Roma 1976), 360, secondo cui la giuris<strong>di</strong>zione<br />

pontificale, dall’originaria ipotesi dell’illecito commesso dalla Vestale, si sarebbe in un<br />

secondo momento estesa fino al complice della sacerdotessa, ma non sarebbe mai andata<br />

oltre quest’ipotesi]. Per i sottoposti alla potestas, invece, la condotta de qua sarebbe stata<br />

vagliata dal tribunale domestico: agli Autori citati retro in questa stessa nota, si aggiunga<br />

W. KÜNKEL, Das Konsilium im Hausgericht, in ZSS 83, 1966, 219 ss.<br />

15 Su questo testo, v., amplius, infra. Secondo A. GUARINO, Stu<strong>di</strong> sull’«incestum», cit.,<br />

181 nt. 11, non dovrebbe considerarsi improbabile l’istituzione <strong>di</strong> quaestiones straor<strong>di</strong>narie<br />

per i casi più gravi.<br />

16 V. Tac., Ann. 6.19.25 e Quint., Inst. orat. 7.8.3.<br />

17 A con<strong>di</strong>zione che della sua atten<strong>di</strong>bilità ci si possa fidare. Per i dubbi espressi a più<br />

riprese dalla dottrina, cfr. P. MOREAU, Incestus et prohibitae nuptiae. L’inceste à Rome,<br />

Paris 2002, 181 ss., che, pur mostrando <strong>di</strong> con<strong>di</strong>videre queste perplessità, evidenzia in<br />

ogni caso che la proibizione <strong>di</strong> sposare la sobrina deve ritenersi «antérieure à 180 av J.-C.<br />

AUPA 55/2012 199

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