Vincoli parentali e divieti matrimoniali - Università di Palermo
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A. Cusmà Piccione, <strong>Vincoli</strong> <strong>parentali</strong> e <strong><strong>di</strong>vieti</strong> <strong>matrimoniali</strong> [p. 189-278]<br />
2. Nefariae et incestae nuptiae.<br />
Se dal punto <strong>di</strong> vista della religio la tra<strong>di</strong>zione conserva, fino ai<br />
primor<strong>di</strong> della Repubblica, il ricordo <strong>di</strong> una caratterizzazione<br />
endogamica poi sempre più abbandonata, 7 con riferimento alla<br />
familia la stessa tra<strong>di</strong>zione attesta, invece, la vigenza ab antiquo <strong>di</strong> una<br />
struttura matrimoniale saldamente ancorata al principio dell’esogamia;<br />
<strong>di</strong> ciò non pare plausibile dubitare anche <strong>di</strong> fronte a taluni esempi <strong>di</strong><br />
segno contrario, i quali, conformemente al giu<strong>di</strong>zio della dottrina che<br />
se n’è occupata in modo specifico, vanno riportati all’età più remota<br />
oppure a situazioni peculiari. 8 Da un frammento del libro 20 della<br />
storia liviana si apprende, <strong>di</strong>fatti, che ‘P. Celius – o Cloelius – patricius<br />
primus adversus veterem morem intra septimum cognationis gradus duxit<br />
—————————<br />
7 Quanto importante fosse nell’età più risalente la comunanza delle <strong>di</strong>vinità tra i<br />
coniugi si desume senza sforzi già tra le pieghe del <strong>di</strong>battito avutosi in Senato a proposito<br />
della rimozione del <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> conubium tra patrizi e plebei, alla base del quale un peso<br />
decisivo aveva proprio l’argomento della pratica <strong>di</strong> culti <strong>di</strong>versi da parte dei due gruppi<br />
(come si ricava da Liv. 4.2.6, dove, nell’ambito della scandalizzata reazione dei consoli all’iniziativa<br />
del tribuno Canuleio, esplicitamente si richiama la sfera sacrale: Quam enim<br />
aliam vim conubia promiscua habere, nisi ut ferarum prope ritu vulgentur concubitus<br />
plebis patrumque? Ut qui natus sit ignoret, cuius sanguinis, quorum sacrorum sit,<br />
<strong>di</strong>mi<strong>di</strong>us patrum sit, <strong>di</strong>mi<strong>di</strong>us plebis, ne secum quidem ipse concors). In letteratura, cfr.,<br />
inter alia, G. FRANCIOSI, La plebe senza genti e il problema della “rogatio Canuleia”, in G.<br />
FRANCIOSI (a cura <strong>di</strong>), Ricerche sulla organizzazione gentilizia romana, Napoli 1984, 121<br />
ss.; ID., Matrimonio, conubium e classi sociali nel V sec. a.C., in Società e <strong>di</strong>ritto nell’epoca<br />
decemvirale (Atti del Convegno <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto romano – Copanello 1984), Napoli 1988, 147<br />
ss.; P. ZAMORANI, Plebe genti esercito. Una ipotesi sulla storia <strong>di</strong> Roma (509-339 a.C.).<br />
Lezioni, Milano 1987, 363 ss.; A. CORBINO, La questione del “connubium”: Decemvirato,<br />
unioni miste e rogatio Canuleia, in Mélanges F. Sturm, I, Liège 1999, 85 ss., con ulteriori<br />
in<strong>di</strong>cazioni bibliografiche sull’argomento.<br />
8 Così G. FRANCIOSI, Clan gentilizio e strutture monogamiche. Contributo alla storia<br />
della famiglia romana 6 , Napoli 1999, 68. Nelle pagine che seguono, l’A. passa attentamente<br />
in rassegna (con esame delle rispettive fonti, cui faccio rinvio) questi casi <strong>di</strong><br />
relazioni endogamiche, che nella quasi interezza attengono ad episo<strong>di</strong> leggendari (come<br />
ad esempio: l’unione incestuosa <strong>di</strong> Valeria <strong>di</strong> Tuscolo con il proprio padre, da cui sarebbe<br />
nato Silvano; l’unione <strong>di</strong> Fauno con la figlia Fauna, dopo aver assunto le sembianze <strong>di</strong> un<br />
serpente; il riuscito inganno <strong>di</strong> Amulio per possedere Ilia o Rea Silvia, figlia del fratello<br />
Numitore; la vicenda del duello degli Orazi e dei Curiazi, cugini paralleli per parte <strong>di</strong> madre,<br />
nell’ambito della quale si racconta che la vittoria <strong>di</strong> Publio Orazio venne rimpianta dalla<br />
sorella sposata ad uno dei tre Curiazi uccisi; gli sponsali tra Turno e Lavinia, cugini paralleli<br />
matrilineari; il matrimonio delle figlie <strong>di</strong> Servio Tullio con Lucio e Arunte Tarquinio, cugini<br />
incrociati), giu<strong>di</strong>candoli come il retaggio <strong>di</strong> arcaiche relazioni endogamiche.<br />
AUPA 55/2012 197