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Vincoli parentali e divieti matrimoniali - Università di Palermo

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A. Cusmà Piccione, <strong>Vincoli</strong> <strong>parentali</strong> e <strong><strong>di</strong>vieti</strong> <strong>matrimoniali</strong> [p. 189-278]<br />

anche se dal processo <strong>di</strong> revisione, tuttora in atto in dottrina,<br />

sembrano emergere alcune zone “franche”, nell’ambito delle quali si<br />

registra una certa impermeabilità a porre nel dubbio l’esistenza <strong>di</strong> una<br />

matrice esclusivamente religiosa <strong>di</strong> certi provve<strong>di</strong>menti. 5 È questo –<br />

per quanto a me sembra – proprio il caso delle costituzioni che nel<br />

corso del IV secolo d.C. incisero in modo innovativo sul quadro dei<br />

<strong><strong>di</strong>vieti</strong> <strong>matrimoniali</strong> nascenti da pregresse relazioni <strong>di</strong> parentela o <strong>di</strong><br />

affinità precedentemente in vigore. Per comprendere appieno la<br />

portata <strong>di</strong> tali innovazioni, tuttavia, occorre anzitutto volgere uno<br />

sguardo, sia pur rapido, all’ere<strong>di</strong>tà tramandata dai secoli passati. 6<br />

——————————<br />

degli imperatori cristiani d’Oriente, non può certo negarsi. Ma il fenomeno interessa per<br />

lo più la politica religiosa e il <strong>di</strong>ritto pubblico. Nel campo del <strong>di</strong>ritto privato, se si<br />

eccettuano – forse – l’istituto del matrimonio e qualche altro limitato esempio, l’apporto<br />

dell’ideologia cristiana non andò, a mio avviso, oltre la sfera etica ...»); S. PIETRINI, Religio<br />

e ius romanum nell’epistolario <strong>di</strong> Leone Magno, Milano 2002, passim, che prende in<br />

considerazione l’influenza dei documenti papali <strong>di</strong> Leone Magno sulla coeva normativa<br />

imperiale, in specie sulla <strong>di</strong>sciplina ecclesiastica e sul <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> famiglia; A. MANNI,<br />

Notazioni in tema <strong>di</strong> <strong>di</strong>sciplina degli impe<strong>di</strong>menti sopravvenuti al matrimonio in <strong>di</strong>ritto<br />

romano, in Il matrimonio dei cristiani, cit., 107 ss., a proposito degli impe<strong>di</strong>menti<br />

sopravvenuti della captivitas e della servitus poenae.<br />

5 Per un esempio recente <strong>di</strong> questo atteggiamento, cfr. G. L. FALCHI, L’influenza della<br />

Patristica sulla politica legislativa de nuptiis degli imperatori romani dei secoli IV e V, in<br />

Augustinianum 50.2, 2010, 351 ss., che, analizzando taluni aspetti, tra i più cruciali, della<br />

<strong>di</strong>sciplina matrimoniale tardoantica (il tema del <strong>di</strong>vorzio e dell’in<strong>di</strong>ssolubilità del vincolo<br />

coniugale, il fenomeno dei matrimoni misti, il problema della forma, la necessità del<br />

consenso genitoriale, il concubinato), alfine conclude (p. 406) a favore dell’esistenza “<strong>di</strong><br />

una politica legislativa <strong>di</strong> cristianizzazione della società romana ... e ... del riconoscimento<br />

a favore dei cristiani della possibilità <strong>di</strong> vivere la loro unione coniugale secondo gli<br />

insegnamenti della Chiesa”; in questo modo, tradendo anch’egli un’idea <strong>di</strong> fondo che<br />

vede nei provve<strong>di</strong>menti imperiali niente <strong>di</strong> più che la passiva ricezione in norme <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto<br />

positivo dei valori enucleati dalla nova religio.<br />

6 La giusta considerazione degli appro<strong>di</strong> dell’esperienza passata, per una corretta<br />

valutazione dell’impatto prodotto dai mutamenti introdotti dalla legislazione imperiale, è<br />

un momento imprescin<strong>di</strong>bile per quanti si accostino all’analisi delle trasformazioni che<br />

certi istituti ricevettero nell’età tardoantica. In questo senso, non può che accogliersi senza<br />

remore quanto scrive, a proposito proprio del matrimonio, R. ASTOLFI, Aspetti del <strong>di</strong>ritto<br />

matrimoniale nel tardo impero, in SDHI 56, 1990, 330: «Per valutare l’influenza del<br />

cristianesimo sul matrimonio romano è consigliabile, prima, chiedersi se il matrimonio<br />

romano abbia mutato struttura nel periodo in cui opera il cristianesimo o abbia<br />

mantenuto, sostanzialmente, quella classica. È consigliabile, cioè, ricostruire, innanzitutto,<br />

la struttura giuri<strong>di</strong>ca e la storia interna dell’istituto, e soltanto dopo procedere alla<br />

sua valutazione, ponendolo in rapporto con la realtà non giuri<strong>di</strong>ca in cui l’istituto opera e<br />

si evolve. A questo modo si può evitare <strong>di</strong> chiamare cristiano ciò che cristiano non è».<br />

196 AUPA 55/2012

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