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nei diversi materiali attraverso cui si traveste. Per questo la fotografia non può adoperare<br />
un occhio statistico e neutrale ma deve assediare la vita per trasferirne la<br />
ragione interna, per portare sulla superficie splendente dell’immagine bidimensionale<br />
ciò che cova e fermenta dentro il tessuto dell’<strong>art</strong>e.<br />
<strong>Milton</strong> <strong>Gendel</strong> ha seguito per molti anni il lavoro e la vita di amici che hanno operato<br />
e operano dalla metà degli anni sessanta, fotografando con continuità opere realizzate<br />
in gallerie, musei, studi di <strong>art</strong>ista e anche in posti inconsueti per l’<strong>art</strong>e, strade,<br />
boschi e altri luoghi aperti. Opere che hanno la p<strong>art</strong>icolarità di essere formate<br />
da materiali fuori dalla tradizione pittorica. Il fotografo ha dovuto dunque assumere<br />
una mentalità sperimentale nei confronti di un contesto che ha cercato di sperimentare<br />
nuovi materiali e nuove tecniche.<br />
La fotografia rispetto all’<strong>art</strong>e tradizionale, pittura o scultura, ha sempre adoperato<br />
l’ottica della frontalità, una posizione da fermo per cui ha fronteggiato con il cavalletto<br />
un’<strong>art</strong>e da cavalletto. L’<strong>art</strong>e prodotta negli ultimi anni impedisce che la peripezia<br />
visiva del fotografo avvenga da fermo, lo spinge a una mobilità attiva e penetrante.<br />
<strong>Gendel</strong> utilizza tale dinamica per cogliere la dinamica interna legata al valore<br />
di una processualità aperta e incessante della vita dei suoi soggetti.<br />
Infatti nella metà degli anni sessanta l’<strong>art</strong>e assume una capacità di associazione di<br />
materiali più disparati, secondo l’esigenza di appropriarsi, con felice cleptomania,<br />
della materia del reale, colto nei suoi aspetti energetici e mitici. L’<strong>art</strong>e fonda un territorio<br />
magico, un luogo della totalità che si contrappone alla parzialità di un mondo<br />
falsamente opulento. <strong>Gendel</strong> riesce a cogliere e fotografare la riduzione da p<strong>art</strong>e<br />
dell’<strong>art</strong>e di ogni suo decoro formale, il suo comportamento a ventaglio che si<br />
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