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Gli isomeri e l'isomeria - sito del PROF Sidoli andrea

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Proviamo a riconoscere tra le molecole sotto riportate quali abbiano dei carboni chirali e che quindi<br />

possano originare degli enantiomeri.<br />

Due stereo<strong>isomeri</strong> che non sono l'immagine speculare l'uno <strong>del</strong>l'altro vengono definiti<br />

DIASTEROISOMERI.<br />

Sono perciò diastero<strong>isomeri</strong> ad esempio gli <strong>isomeri</strong> cis e trans.<br />

Mentre i diastero<strong>isomeri</strong> hanno proprietà chimiche simili, ma proprietà fisiche in genere differenti,<br />

gli enantiomeri hanno proprietà chimiche praticamente identiche ed un unica proprietà fisica<br />

differente.<br />

Questa proprietà fisica diversa è il senso di rotazione <strong>del</strong>la luce polarizzata.<br />

Sappiamo che la luce è formata da un insieme di radiazioni elettromagnetiche.<br />

Se immaginiamo queste radiazioni come se fossero <strong>del</strong>le onde, ed immaginiamo che ogni onda<br />

identifichi un piano (in pratica come se disegnassimo <strong>del</strong>le onde su dei fogli di carta), potremmo<br />

immaginare la luce come un insieme di piani intersecanti passanti per la direzione di propagazione.<br />

Nella luce polarizzata invece di infiniti piani, troviamo un unico piano su cui vibra la radiazione.<br />

<strong>Gli</strong> enantiomeri possono ruotare il piano di una luce polarizzata e vengono per tanto definiti<br />

sostanze otticamente attive.<br />

La differenza tra due enantiomeri è che mentre uno ruota la luce polarizzata verso sinistra, l'altro la<br />

ruota verso destra.<br />

Una conseguenza di quanto abbiamo appena detto è che se si ottieme una miscela contenente il 50%<br />

di un enantiomero ed il 50% <strong>del</strong>l'altro enantiomero, gli effetti sulla rotazione <strong>del</strong>la luce polarizzata<br />

verranno ad annullarsi. Miscele contenenti uguali percentuali di enantiomeri vengono definite<br />

RACEMI e non risultano otticamente attive.<br />

Molte sostanze naturali risultano otticamente attive, ad esempio diversi zuccheri e diversi<br />

amminoacidi lo sono.<br />

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