La neuropatia da intrappolamento - Passoni Editore

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19.06.2013 Views

La neuropatia da intrappolamento Beniamino Alessandro Nannavecchia U.O.C. Neurochirurgia, Teramo Le lesioni da intrappolamento del sistema nervoso periferico (SNP) sono tra le lesioni neuropatiche le più frequenti e sono legate alla sproporzione tra lo spazio a disposizione di un nervo in una determinata sede anatomica e le sue necessità reali. Esse insorgono per un aumento su base degenerativa delle dimensioni delle strutture in esso contenute, quali legamenti, tendini, ventri muscolari e capi ossei. Vanno distinte da alcune malattie neurologiche, come la neuropatia tomaculare e quando si pone un sospetto diagnostico di neuropatia da intrappolamento, bisogna essere attenti a una concomitante neuropatia diabetica e ad una concomitante compressione radicolare (double crush syndrome). L’approccio clinico si fonda sulla semeiotica neuro-muscolare. Ogni nervo governa un gruppo muscolare e di fronte a ogni lesione nervosa c’è sempre un gruppo muscolare compromesso. Pertanto per fare la diagnosi clinica di una lesione nervosa, bisogna conoscere perfettamente i gruppi muscolari che dipendono dal nervo compromesso. L’obiettività muscolare risulta, dunque, importante considerando che la diagnostica strumentale nelle neuropatie periferiche ci fornisce elettivamente informazioni provenienti prevalentemente dall’EMG. Per un corretto esame quantitativo della forza, diventa essenziale la conoscenza della Medical Research Council Scale che prevede sei gradi valutativi da M0 (assenza di contrazioni muscolari) a M6 (forza muscolare normale). Nel complesso lo studio si è proposto di divulgare un’area patologica del SNP, che per il meccanismo patogenetico di tipo degenerativo interessa prevalentemente l’età anziana. Le principali neuropatie da intrappolamento che interessano l’età anziana e col maggior tasso d’incidenza epidemiologico, sono: • sindrome del tunnel carpale; • sindrome del canale di Guyon (intrappolamento del nervo ulnare al polso); • sindrome del tunnel cubitale (intrappolamento del nervo ulnare al gomito); • sindrome del tunnel tarsale (intrappolamento del nervo tibiale posteriore a livello del tunnel tarsale mediale). SINDROME DEL TUNNEL CARPALE Consiste nella compressione sul nervo mediano da parte del legamento trasverso del carpo ispessito o da parte delle strutture in esso contenute. L’eziopatogenesi prevede un ispessimento del tunnel da ipertrofia e/o calcificazione del ligamento trasverso del carpo, con riduzione della capacità del contenitore oppure una tenosinovite dei tendini flessori con aumento del “contenuto” (reumatismi infiammatori cronici). 33

<strong>La</strong> <strong>neuropatia</strong> <strong>da</strong> <strong>intrappolamento</strong><br />

Beniamino Alessandro Nannavecchia<br />

U.O.C. Neurochirurgia, Teramo<br />

Le lesioni <strong>da</strong> <strong>intrappolamento</strong> del sistema nervoso periferico (SNP) sono tra le lesioni neuropatiche<br />

le più frequenti e sono legate alla sproporzione tra lo spazio a disposizione di un<br />

nervo in una determinata sede anatomica e le sue necessità reali.<br />

Esse insorgono per un aumento su base degenerativa delle dimensioni delle strutture in esso<br />

contenute, quali legamenti, tendini, ventri muscolari e capi ossei.<br />

Vanno distinte <strong>da</strong> alcune malattie neurologiche, come la <strong>neuropatia</strong> tomaculare e quando si<br />

pone un sospetto diagnostico di <strong>neuropatia</strong> <strong>da</strong> <strong>intrappolamento</strong>, bisogna essere attenti a una<br />

concomitante <strong>neuropatia</strong> diabetica e ad una concomitante compressione radicolare (double<br />

crush syndrome). L’approccio clinico si fon<strong>da</strong> sulla semeiotica neuro-muscolare.<br />

Ogni nervo governa un gruppo muscolare e di fronte a ogni lesione nervosa c’è sempre un<br />

gruppo muscolare compromesso. Pertanto per fare la diagnosi clinica di una lesione nervosa,<br />

bisogna conoscere perfettamente i gruppi muscolari che dipendono <strong>da</strong>l nervo compromesso.<br />

L’obiettività muscolare risulta, dunque, importante considerando che la diagnostica strumentale<br />

nelle neuropatie periferiche ci fornisce elettivamente informazioni provenienti prevalentemente<br />

<strong>da</strong>ll’EMG.<br />

Per un corretto esame quantitativo della forza, diventa essenziale la conoscenza della Medical<br />

Research Council Scale che prevede sei gradi valutativi <strong>da</strong> M0 (assenza di contrazioni<br />

muscolari) a M6 (forza muscolare normale).<br />

Nel complesso lo studio si è proposto di divulgare un’area patologica del SNP, che per il meccanismo<br />

patogenetico di tipo degenerativo interessa prevalentemente l’età anziana.<br />

Le principali neuropatie <strong>da</strong> <strong>intrappolamento</strong> che interessano l’età anziana e col maggior tasso<br />

d’incidenza epidemiologico, sono:<br />

• sindrome del tunnel carpale;<br />

• sindrome del canale di Guyon (<strong>intrappolamento</strong> del nervo ulnare al polso);<br />

• sindrome del tunnel cubitale (<strong>intrappolamento</strong> del nervo ulnare al gomito);<br />

• sindrome del tunnel tarsale (<strong>intrappolamento</strong> del nervo tibiale posteriore a livello del tunnel<br />

tarsale mediale).<br />

SINDROME DEL TUNNEL CARPALE<br />

Consiste nella compressione sul nervo mediano <strong>da</strong> parte del legamento trasverso del carpo<br />

ispessito o <strong>da</strong> parte delle strutture in esso contenute. L’eziopatogenesi prevede un ispessimento<br />

del tunnel <strong>da</strong> ipertrofia e/o calcificazione del ligamento trasverso del carpo, con riduzione<br />

della capacità del contenitore oppure una tenosinovite dei tendini flessori con aumento<br />

del “contenuto” (reumatismi infiammatori cronici).<br />

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Dal punto di vista epidemiologico la forma più diffusa è quella idiopatica (70%), mentre la secon<strong>da</strong>ria<br />

(30%) prevede come agenti eziologici il diabete, l’attività lavorativa, l’artrite reumatoide, l’ipotiroidismo<br />

e i pregressi traumi del polso. Interessa prevalentemente (70%) il lato dominante;<br />

evidenzia un rapporto di incidenza uomo/donna che propende a favore del sesso femminile.<br />

<strong>La</strong> sintomatologia consiste in una sindrome algico-urente, parestesie, ipoestesie fino all’anestesia<br />

di una o tutte le prime tre dita della mano.<br />

I test indispensabili per fare la diagnosi clinica sono:<br />

• test di Tinel (lieve percussione a polso leggermente esteso con il dito o il martelletto sul legamento<br />

trasverso del carpo; risulta positivo se <strong>da</strong>l paziente viene percepita una scossa elettrica<br />

a progressione lungo le dita);<br />

• test di Phalen (fare mantenere al paziente il polso flesso ai massimi gradi di flessione per 30<br />

secondi, positivo in caso di comparsa di parestesie);<br />

• ipotrofia dell’eminenza tenar (nelle forme non recenti si riducono i sintomi sensitivi e predominano<br />

i sintomi e segni di deficit motorio dei muscoli dell’eminenza tenar).<br />

<strong>La</strong> diagnosi è suffragata anche in questo caso <strong>da</strong>gli esami elettromiografico ed elettroneurografico.<br />

<strong>La</strong> sindrome del tunnel carpale va posta in diagnosi differenziale con lesioni midollari o sofferenze<br />

radicolari (come nel caso di patologie della colonna cervicale tramite radiografie del rachide<br />

cervicale e/o TAC cervicale), con cause di compressione esterna (mediante radiografia<br />

delle mani e/o ecografia del canale del carpo e del nervo mediano, in casi particolari).<br />

Va posta anche in diagnosi differenziale con la sindrome del pronatore rotondo e/o del lacerto fibroso<br />

e dell’interosseo anteriore. Nelle fasi iniziali si può tentare l’utilizzo della terapia medica in<br />

particolare con la sospensione temporanea delle attività manuali, l’utilizzo di ortesi di riposo<br />

(Manu), le terapie fisiche locali come ionoforesi e ultrasuoni e la terapia sistemica con FANS e<br />

neurotrofici. Il trattamento chirurgico consiste nell’apertura del legamento trasverso del carpo attraverso<br />

un’incisione trasversale al polso.<br />

SINDROME DEL CANALE DI GUYON<br />

Si tratta della compressione del nervo ulnare a livello del canale osteofibroso e neurovascolare<br />

di Guyon (polso). L’eziopatogenesi prevede una compressione <strong>da</strong> parte di neoformazioni cistiche<br />

o neoplastiche, alterazioni strutturali dei vasi o franche anomalie vascolari, traumatismi<br />

diretti oppure microtraumi occupazionali, anomalie anatomiche, finanche alterazioni infiammatorie<br />

e degenerative delle guaine sinoviali più vicine.<br />

<strong>La</strong> clinica è caratterizzata <strong>da</strong> dolenzia diffusa al polso e nel territorio d’innervazione dell’ulnare;<br />

sono presenti invece parestesie al quinto dito e alla metà ulnare del quarto, ma tale sindrome<br />

è soprattutto caratterizzata <strong>da</strong>lla comparsa precoce di disturbi motori, paresi muscolare del<br />

primo m. interosseo e degli ipotenari, sino a veri e propri disturbi trofici con ipotrofia degli interossei,<br />

in particolare del primo, e degli ipotenari, nonché deficit d’abduzione del quinto dito.<br />

Il paziente ingravescente presenta un aspetto della mano ad artiglio o benedicente. Si possono rilevare,<br />

altresì, il deficit di flessione profon<strong>da</strong> del quarto e quinto dito, invitando il paziente a flettere<br />

tali dita contro la resistenza applicata sulle rispettive falangi distali, infine è presente un’impossibilità<br />

di abdurre il mignolo lateralmente contro resistenza per compromissione del muscolo ab-<br />

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duttore del mignolo. <strong>La</strong> diagnosi è suffragata <strong>da</strong>gli esami elettromiografico ed elettroneurografico.<br />

Anche questa sindrome è posta in diagnosi differenziale con la sindrome <strong>da</strong> <strong>intrappolamento</strong><br />

al gomito, con la sindrome dell’outlet toracico e vanno anche in questo caso escluse le radicolopatie<br />

cervicali C8-T1 e la sclerosi laterale amiotrofica.<br />

<strong>La</strong> terapia è quasi esclusivamente chirurgica, deve essere eseguita più precocemente possibile e<br />

consiste nell’apertura del canale di Guyon allo scopo di rimuovere completamente le cause di<br />

compressione del nervo. Solo nelle primissime fasi di malattia si può tentare un atteggiamento<br />

conservativo con riposo, ortesi, farmaci neurotrofici, antinfiammatori e antidolorifici sistemici<br />

ed eventualmente terapie fisiche come ionoforesi e ultrasuoni.<br />

SINDROME DEL TUNNEL CUBITALE<br />

Il nervo ulnare è compresso a livello del canale epitrocleo-olecranico (gomito).<br />

L’eziopatogenesi prevede una compressione <strong>da</strong> parte di strutture legamentose (legamento di<br />

Osborne); inoltre vi può essere la compressione del nervo ulnare a livello dell’arcata (arcata di<br />

Osborne) del flessore ulnare del carpo <strong>da</strong> fibrosi perineurali reattive, con ipertrofia dell’aponevrosi<br />

del flessore ulnare del carpo; è <strong>da</strong> ricor<strong>da</strong>re tra le varie eziologie anche la sublussazione ricorrente<br />

del nervo ulnare in tale punto durante i movimenti di flesso-estensione del gomito, le<br />

osteoartriti del gomito, le forme reumatiche, il gomito valgo e traumatismi diretti o microtraumi<br />

ripetuti e frequenti. Esistono inoltre delle forme di compressione del nervo ulnare a origine<br />

idiopatica, qualora non vi siano delle cause apparenti ed evidenti.<br />

Clinicamente distinguiamo due fasi della malattia, la sensitiva e la paralitica.<br />

Nella prima fase la sintomatologia è dominata <strong>da</strong> parestesie nel territorio d’innervazione dell’ulnare<br />

alla mano, al quinto dito e metà ulnare del quarto con ipoestesia termo-dolorifica e tattile ingravescente.<br />

Tale quadro si aggrava poi con insorgenza di dolore in sede periepitrocleare e nel territorio<br />

d’innervazione dell’ulnare, riduzione della forza di presa della mano e deficit di forza, soprattutto<br />

della muscolatura intrinseca della mano; il Tinel è positivo a livello del canale cubitale;<br />

possono essere presenti una diminuzione della presa pollice-indice e un segno di Froment positivo.<br />

Si giunge quindi alla fase paralitica con aggravamento delle turbe motorie e insorgenza di turbe trofiche,<br />

come l’amiotrofia del primo spazio interosseo e l’ipotrofia dei muscoli ipotenari e interossei,<br />

del terzo e quarto lombricale, nonché aggravamento delle turbe sensoriali sino a un quadro di vera<br />

e propria anestesia termo-dolorifica e tattile nel territorio di competenza sensoriale dell’ulnare.<br />

In fase avanzata il <strong>da</strong>nno della componente motoria porta anche a un deficit dell’adduzione del<br />

pollice, del flessore ulnare del carpo e del flessore profondo del quarto e quinto dito, compare<br />

quindi il cosiddetto atteggiamento della mano ad artiglio.<br />

Segno clinico patognomonico è la manovra cubitale positiva ovvero la comparsa di dolore e<br />

parestesie nel territorio d’innervazione dell’ulnare alla flessione forzata del gomito.<br />

Elettromiografia e l’elettroneurografia, suffragano la diagnosi.<br />

<strong>La</strong> diagnosi differenziale viene fatta con compressioni alte come la sindrome dell’outlet toracico<br />

e con sindromi basse come la sindrome del canale di Guyon.<br />

Per escludere irritazioni o compressioni <strong>da</strong> patologia rachidea delle radici C8-T1, è necessaria una<br />

radiografia della colonna cervicale, eventualmente la TAC/RMN e per la diagnosi differenziale<br />

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con le epitrocleoalgie, utile è la radiografia del gomito e in casi selezionati l’ecografia articolare.<br />

Nelle fasi iniziali la terapia può essere solo medica, consistente in riduzione o sospensione temporanea<br />

delle attività manuali, terapie fisiche locali come ionoforesi e ultrasuoni, terapia medica<br />

locale con cortisonici o salicilati oppure terapia medica sistemica con FANS, neurotrofici ed<br />

eventuale uso di ortesi. Nelle fasi avanzate s’impone una terapia chirurgica.<br />

Le tecniche utilizzate sono varie, ma tutte hanno l’obiettivo comune di liberare il nervo (neurolisi)<br />

<strong>da</strong>i tre fattori meccanici che portano alla sindrome irritativa e che sono la compressione,<br />

l’attrito e lo stiramento.<br />

SINDROME DEL TUNNEL TARSALE<br />

Si tratta della compressione del nervo tibiale posteriore a livello del tunnel tarsale mediale.<br />

Tale struttura anatomica è un canale osteofibroso, che è formato <strong>da</strong>l malleolo tibiale, <strong>da</strong> calcagno<br />

e astragalo e <strong>da</strong>l legamento deltoideo e retinacolo dei flessori.<br />

<strong>La</strong> sindrome si instaura per un’alterazione del rapporto contenuto/contenente in questo passaggio.<br />

Esiste una forma idiopatica della patologia e una secon<strong>da</strong>ria alla presenza di neoformazioni<br />

occupanti spazio.<br />

Può essere conseguenza di fratture o lussazioni di caviglia con conseguenti irregolarità ossee e/o calcificazioni<br />

e fibrosi perineurali, oppure di traumi distorsivi della caviglia, con ispessimento o retrazione<br />

cicatriziale delle strutture legamentose o fasciali. Può essere correlata alla presenza di anomalie<br />

funzionali statiche e dismorfismi del piede, tipo varismo calcaneare e piede piatto acquisito,<br />

oppure ad anomalie vascolari della zona come pseudoaneurismi della arteria tibiale o varicosità venose.<br />

Va inoltre ricor<strong>da</strong>ta la possibile correlazione con patologie infiammatorie dei tendini flessore<br />

lungo dell’alluce e delle dita e l’associazione con artrite reumatoidea e connettivopatie.<br />

Per quello che concerne le forme secon<strong>da</strong>rie, esse possono dipendere <strong>da</strong> varie neoformazioni sottocutanee<br />

a crescita loco-regionale, quali gli schwannomi, lipomi, cisti tenosinoviali ed ossee;<br />

algoparestesie alla caviglia e alla pianta del piede lato mediale, esacerbata <strong>da</strong>lla stazione eretta e<br />

<strong>da</strong>lla marcia, con eventuale deficit della flessione della falange basale delle dita.<br />

Il segno di Tinel è vivamente positivo alla percussione sul tunnel tarsale.<br />

<strong>La</strong> diagnosi differenziale è posta con le sofferenze radicolari L5-S1, con malattie neurologiche,<br />

vasculopatie periferiche e con il neuroma di Morton.<br />

Gli esami strumentali indicati sono l’EMG, le radiografie, l’ecografia ed eventualmente la RMN.<br />

<strong>La</strong> terapia medica consta di farmaci neurotrofici e FANS, associata all’utilizzo di cure fisiche locali<br />

e ortesi. Nei casi refrattari a tale tentativo terapeutico e nei casi con patologia secon<strong>da</strong>ria<br />

scatenante, il trattamento è unicamente chirurgico e consta dell’asportazione dell’agente eziologico<br />

e nella neurolisi esterna del nervo.<br />

EMG, le radiografie, l’ecografia ed eventualmente la RMN.<br />

Dalla descrizione delle neuropatie <strong>da</strong> <strong>intrappolamento</strong> più comuni sono emersi <strong>da</strong>ti salienti relativi<br />

alla clinica, alla diagnostica, alla diagnosi differenziale e all’appropriatezza delle indicazioni<br />

terapeutiche tanto conservative quanto chirurgiche.<br />

Le conclusioni conseguite possono rappresentano un utile strumento per codificare la gestione<br />

delle sindromi che frequentemente interessano l’età anziana.<br />

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