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6 Enzimi - fabio zonin

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Appunti Appunti Appunti di di BIOCHIMICA BIOCHIMICA BIOCHIMICA – a cura di <strong>fabio</strong> Zonin 6 6 GLI GLI ENZIMI<br />

ENZIMI<br />

Gli enzimi enzimi enzimi sono catalizzatori catalizzatori catalizzatori proteici proteici proteici che, in condizioni fisiologiche, a 37 °C e a pH neutro, fanno<br />

aumentare la velocità delle reazioni, restando immutati al termine del processo. Essi incanalano<br />

selettivamente i reagenti, detti substrati substrati, substrati<br />

in vie biochimiche utili, fra le tante reazioni biologiche<br />

possibili sul piano energetico. Gli enzimi controllano tutti gli eventi metabolici e presentano un<br />

sistema di controllo molto efficiente. Da studi sul genoma umano, ¼ dei geni umani codificano per<br />

enzimi che catalizzano reazioni metaboliche<br />

NOMENCLATURA<br />

NOMENCLATURA NOMENCLATURA DEGLI DEGLI ENZIMI ENZIMI<br />

Ad ogni enzima si attribuiscono 2 nomi: il nome<br />

nome<br />

corrente corrente, corrente corrente breve e di utilizzo abituale, ed il<br />

nome nome nome sistematico sistematico sistematico completo, che permette<br />

l’identificazione univoca dell’enzima.<br />

Il Il Il nome nome nome corrente corrente<br />

corrente<br />

Il nome degli enzimi più comuni porta il<br />

suffisso –asi asi unitamente al nome del substrato<br />

della reazione (es. glicosidasi) o ad una<br />

descrizione descrizione dell’azione dell’azione dell’azione dell’enzima dell’enzima dell’enzima (es. lattato<br />

deidrogenasi). Alcuni enzimi conservano il<br />

vecchio nome che non dà indicazione alcuna<br />

sulla reazione chimica associata (es. tripsina).<br />

Il Il nome nome sistematico<br />

sistematico<br />

La International International International International Union Union Union Union of of of of Biochemistry Biochemistry Biochemistry Biochemistry and and and and<br />

Molecular Molecular Molecular Molecular Biology Biology Biology Biology (IUBMB IUBMB IUBMB) IUBMB ha messo a punto<br />

un sistema di nomenclatura ove gli enzimi sono<br />

suddivisi in 6 classi principali, ciascuna delle<br />

quali comprende numerosi sottogruppi. Il<br />

suffisso –asi è unito ad una descrizione<br />

abbastanza completa delle reazione catalizzata<br />

(es. D-gliceraldeide 3-fosfato: NAD ossido<br />

reduttasi). I nomi IUBMB non presentano<br />

ambiguità e forniscono un’informazione<br />

completa, ma sono lunghi e scomodi per l’uso<br />

abituale.<br />

PROPRIETÀ PROPRIETÀ DEGLI DEGLI ENZIMI<br />

ENZIMI<br />

Esistono alcuni tipi di RNA, detti ribozimi ribozimi, ribozimi che possono avere un’attività enzimatica; essi catalizzano<br />

la rottura e la sintesi di legami fosfodiesterici.<br />

Siti Siti attivi<br />

attivi<br />

Nelle molecole enzimatiche è presente una particolare tasca o solco, denominato sito sito attivo attivo, attivo che<br />

contiene delle catene laterali di aminoacidi che creano una superficie tridimensionale complementare<br />

al substrato. Il sito attivo si lega al substrato, formando un compl complesso compl complesso<br />

esso enzima enzima-substrato<br />

enzima substrato substrato (ES ES ES) ES che si<br />

converte nel complesso complesso enzima enzima-prodotto<br />

enzima<br />

prodotto (EP EP EP) EP il quale, successivamente, si dissocia in enzima e<br />

prodotto.<br />

51


6 6 6 GLI GLI ENZIMI ENZIMI<br />

Appunti Appunti di di BIOCHIMICA BIOCHIMICA – a cura di <strong>fabio</strong> Zonin<br />

Efficienza Efficienza Efficienza catalitica catalitica<br />

catalitica<br />

un enzima può consentire ad una reazione di avvenire ad una<br />

velocità da 103 a 108 volte maggiore rispetto alla velocità<br />

della stessa reazione non catalizzata. In media un enzima piò<br />

trasformare in prodotto da 100 a 1000 molecole di substrato<br />

al secondo. Il numero di molecole di substrato convertite in<br />

prodotto da una molecola di enzima in un secondo è detto<br />

numero numero di di turnover turnover. turnover<br />

Specificità Specificità<br />

Specificità<br />

Gli enzimi sono altamente altamente altamente specifici specifici, specifici ovvero interagiscono con<br />

uno o con pochi substrati e catalizzano soltanto un tipo di<br />

reazione chimica.<br />

I I I cofattori cofattori<br />

cofattori<br />

Alcuni enzimi si associano ad un cofattore cofattore non non proteico proteico, proteico<br />

necessario affinché l’enzima possa svolgere la sua attività. I<br />

cofattori più comuni comprendono ioni metallici come lo Zn2+ o il Fe2+, e molecole molecole organiche note come coenzimi coenzimi, coenzimi<br />

e<br />

derivanti il più delle volta da vitamine (es. il coenzima NAD +<br />

contiene niacina, il FAD contiene riboflavina, e il coenzima A<br />

contiene l’acido pantotenico). L’enzima completo del suo<br />

cofattore si chiama oloenzima oloenzima; oloenzima La sola parte proteica di un<br />

oloenzima si chiama apoenzima apoenzima. apoenzima Mediamente un apoenzima<br />

senza il suo cofattore è privo di attività biologica. Un<br />

coenzima legato saldamente ad un enzima dal quale non si<br />

dissocia si chiama gruppo gruppo gruppo prostetico prostetico. prostetico<br />

La La regolazione<br />

regolazione<br />

L’attività enzimatica può essere regolata, ovvero un enzima<br />

può essere attivato o inibito inibito, inibito in modo che la velocità di<br />

formazione del prodotto risponda alle necessità della cellula.<br />

La La localizzazione localizzazione all’interno all’interno delle delle cellule<br />

cellule<br />

Molti enzimi sono localizzati in specifici organelli cellulari.<br />

Tale compartimentazione è utile per tenere separati i substrati<br />

o i prodotti di reazioni fra loro in competizione. Ciò consente<br />

alle reazioni di avvenire in un ambiente favorevole, e che le<br />

migliaia di enzimi presenti in una cellula siano organizzati in determinate vie biochimiche.<br />

PROPRIETÀ PROPRIETÀ DEGLI DEGLI ENZIMI<br />

ENZIMI<br />

Il meccanismo d’azione degli enzimi può essere trattato secondo 2 punti di vista:<br />

1. 1. Analizzando i cambiamenti cambiamenti cambiamenti energetici energetici che si verificano nel corso di una reazione, visto che un<br />

enzima fornisce una via alternativa e più favorevole sul piano energetico rispetto alla reazione<br />

non catalizzata.<br />

2. 2. 2. Analizzando il modo in cui il sito attivo favorisce la catalasi dal punto di vista chimico chimico.<br />

chimico<br />

52


Appunti Appunti Appunti di di BIOCHIMICA BIOCHIMICA BIOCHIMICA – a cura di <strong>fabio</strong> Zonin 6 6 GLI GLI ENZIMI<br />

ENZIMI<br />

Cambiamenti Cambiamenti Cambiamenti energetici energetici energetici che che che si si verificano verificano verificano durante durante durante la la la reazione reazione<br />

reazione<br />

Tutte le reazioni chimiche hanno una barriera barriera energetica energetica energetica che separa i reagenti dai prodotti. Tale<br />

barriera, detta energia libera di attivazione attivazione, attivazione<br />

è la differenza fra l’energia dei reagenti e l’energia degli<br />

stadi ad alta energia che si formano nel corso della reazione. Lo stato ad alta energia di una reazione<br />

è detto stato stato di di transizione transizione T* T*. T*<br />

A ⇔ T ⇔<br />

*<br />

1. 1. 1. Energia Energia libe libera libe ra di di attivazione attivazione. attivazione Il picco di energia delle<br />

figura a fianco rappresenta la differenza fra l’energia<br />

libera del reagente e quella di T*, ovvero la stato a più<br />

alta energia durante la conversione del reagente in<br />

prodotto. È proprio a causa dell’elevata energia di<br />

attivazione che le reazioni chimiche non catalizzate da<br />

enzimi procedono spesso con estrema lentezza.<br />

2. 2. 2. Velocità Velocità di di reazione reazione. reazione Le molecole, per reagire, devono<br />

contenere energia sufficiente a superare la barriera<br />

energetica dello stato T*. In mancanza dell’enzima solo<br />

una piccola parte di reagente può possedere energia a<br />

sufficienza per superare tale barriera. La velocità di<br />

reazioni dipende dal numero di molecole di reagente<br />

che possiedono un livello energetico pari q uello dello<br />

stato T*. Tanto più bassa è l’energia libera di<br />

attivazione, tante più molecole sono dotate di energia<br />

sufficiente, e tanto più veloce sarà la reazione.<br />

3. 3. Via Via alternativa alternativa per per per la la la reazione reazione. reazione L’enzima permette ad<br />

una reazione di avvenire rapidamente nelle condizioni<br />

che prevalgono nella cellula, offrendo alla reazione un<br />

percorso alternativo caratterizzato da un’energia energia libera<br />

libera<br />

di di attivazione attivazione più più bassa bassa. bassa L’enzima non modifica<br />

l’energia libera dei reagenti e dei prodotti, per cui non modifica l’equilibro della reazione.<br />

La a chimica chimica del del ssito<br />

s ito attivo<br />

Il sito attivo è una macchina molecolare complessa che impiega una varietà di meccanismi chimici per<br />

facilitare la conversione del substrato in prodotto. L’efficienza di un enzima dipende da svariati<br />

fattori:<br />

1. 1. La La La stabilizzazione stabilizzazione stabilizzazione dello dello stato stato di di ttransizione<br />

t transizione<br />

ransizione. ransizione Spesso il sito attivo agisce come uno stampo<br />

molecolare flessibile che lega il substrato in una struttura geometrica simile allo stato T* della<br />

molecola. La stabilizzazione del substrato nella sua fase di transizione fa sì che aumenti<br />

notevolmente la concentrazione di questo stato reattivo che può convertirsi più agevolmente in<br />

prodotto, accelerando così<br />

la reazione.<br />

2. 2. Altri Altri meccanismi meccanismi. meccanismi Il sito<br />

attivo mette a disposizione<br />

gruppi catalitici che fanno<br />

aumentare la probabilità<br />

della formazione dello<br />

stato T*. in alcuni enzimi<br />

tali gruppi partecipano ad<br />

una catal catalisi catal<br />

si si generale<br />

generale<br />

acido acido-base acido base base, base ove dei residui<br />

B<br />

53


6 6 6 GLI GLI ENZIMI ENZIMI<br />

Appunti Appunti di di BIOCHIMICA BIOCHIMICA – a cura di <strong>fabio</strong> Zonin<br />

54<br />

aminoacidici cedono oppure acquistano dei protoni. In altri enzimi la catalisi procede attraverso la<br />

formazione transitoria di un complesso complesso complesso covalente covalente covalente en enzima en enzima<br />

zima-substrato.<br />

zima substrato.<br />

FATTORI FATTORI FATTORI CHE CHE CHE INFLUENZANO INFLUENZANO INFLUENZANO LA LA LA VELOCITÀ VELOCITÀ VELOCITÀ DI DI DI REAZIONE REAZIONE<br />

REAZIONE<br />

<strong>Enzimi</strong> diversi rispondono in modo differente a cambiamenti della concentrazione del substrato, della<br />

temperatura e del pH.<br />

La La concentrazione concentrazione del del substrato<br />

substrato<br />

1. 1. La La velocità velocità massima massima. massima La velocità di una reazione (v)<br />

rappresenta il numero di molecole di substrato che si<br />

trasformano in prodotto nell’unità di tempo, e si esprime in<br />

μmol/L mol/L mol/L di di di prodotto prodotto prodotto al al al minuto minuto. minuto<br />

La velocità di reazione<br />

catalizzata da un enzima aumenta all’aumentare della<br />

concentrazione del substrato, fino a raggiungere una<br />

velocità velocità velocità massima massima massima (Vmax max max). max Il livellamento della velocità di<br />

reazione quando la concentrazione del substrato è elevata<br />

riflette la saturazione dei siti attivi disponibili delle molecole<br />

di enzima presenti.<br />

2. 2. 2. L’andamento L’andamento iperbolico della curva curva cinetica dell’enzima dell’enzima. dell’enzima<br />

La<br />

maggior parte degli enzimi segue la cinetica di Michaelis Michaelis- Michaelis<br />

Menten Menten ove il grafico della velocità velocità iniziale iniziale della della reazione reazione (v0) in funzione della concentrazione<br />

del substrato (S) ha un andamento iperbolico simile a quello della curva di dissociazione dell’O2<br />

dalla mioglobina. Al contrario, la curva degli enzimi enzimi allosterici allosterici allosterici è spesso sigmoidale, simile alla<br />

curva di dissociazione dall’O2 dall’emoglobina.<br />

La La temperatura temperatura<br />

temperatura<br />

1. 1. L’aumento L’aumento della della velocità velocità con con la la temperatura temperatura. temperatura La velocità di<br />

reazione aumenta con l’aumentare della temperatura fino a<br />

raggiungere un picco. Tale aumento deriva dall’aumento del<br />

numero di molecole di substrato aventi un’energia<br />

sufficiente a superare la barriera di energia.<br />

2. 2. La La diminuzione diminuzione della della veloci velocità veloci tà a a temperature temperature più più elevate elevate. elevate Un<br />

ulteriore innalzamento della temperatura produce una<br />

diminuzione della velocità di reazione a causa del fatto che,<br />

in queste condizioni, l’enzima è soggetto a denaturazione<br />

denaturazione.<br />

denaturazione<br />

Il Il Il pH<br />

pH<br />

1. 1. L’effetto L’effetto L’effetto del del pH pH sulla sulla ionizzazione ionizzazione del del ssito<br />

s ito attivo attivo. attivo La<br />

concentrazione degli H + influenza la velocità di reazione in<br />

vari modi. Di solito il processo catalitico richiede che<br />

specifici gruppi dell’enzima e del substrato siano in uno<br />

stato ionizzato o non ionizzato affinché avvenga<br />

l’interazione. Ad esempio l’attività catalitica può richiedere<br />

che un gruppo amminico dell’enzima si trovi nella forma<br />

protonata (-NH3 +). A pH alcalino tale gruppo è deprotonato<br />

e la velocità di reazione si abbassa.<br />

2. 2. L’effetto L’effetto L’effetto del del pH pH pH sulla sulla sulla denaturazione denaturazione denaturazione dell’enzima dell’enzima. dell’enzima Valori di<br />

pH estremi possono causare la denaturazione di un enzima.


Appunti Appunti Appunti di di BIOCHIMICA BIOCHIMICA BIOCHIMICA – a cura di <strong>fabio</strong> Zonin 6 6 GLI GLI ENZIMI<br />

ENZIMI<br />

3. 3. 3. Ciascun Ciascun Ciascun enzima enzima enzima ha ha ha un un pH pH pH ottimale ottimale. ottimale ottimale Il pH al quale l’attività di un enzima è massima varia da enzima<br />

ad enzima ed in molti casi rispecchia la [H +] dell’ambiente in cui l’enzima svolge normalmente le<br />

proprie funzioni. Ad esempio, la pepsina, un enzima digestivo dello stomaco, è massimamente<br />

attiva a pH 2, mentre altri enzimi, adatti a lavorare a pH neutro, si denaturerebbero in un<br />

ambiente così acido.<br />

L’EQUAZIONE L’EQUAZIONE DI DI MICHAELIS MICHAELIS-MENTEN<br />

MICHAELIS MENTEN<br />

Un Un Un modell modello modell modello<br />

o di di di reazione reazione<br />

reazione<br />

Michaelis e Menten proposero un modello di reazione che chiarisce molte delle relazioni tipiche delle<br />

reazioni catalizzate da enzimi. L’enzima si combina reversibilmente con il proprio substrato formando<br />

un complesso ES che, successivamente, si scinde liberando il prodotto e rigenerando l’enzima libero.<br />

Il modello assume per definizione che sia coinvolta una sola molecola di substrato, ed è<br />

rappresentato dai seguenti equilibri:<br />

Dove:<br />

S = substrato;<br />

E = enzima;<br />

ES = complesso enzima-substrato;<br />

P = prodotto;<br />

k1, k-1 e k2 = costanti di velocità delle reazioni.<br />

L’equazione L’equazione di di Michaelis Michaelis-Menten<br />

Michaelis Menten<br />

Dove:<br />

V0 = velocità iniziale della reazione;<br />

Vmax = velocità massima;<br />

Km = costante di Michaelis= (K-1+k2)/k1;<br />

[S] = concentrazione del substrato.<br />

k1<br />

k2<br />

E + S ⇔ ES ⎯⎯→<br />

E + P<br />

k −1<br />

V<br />

V<br />

K<br />

Per ricavare l’equazione della velocità di Michaelis-Menten si assume quanto segue:<br />

1. 1. La La La concentrazione concentrazione relativa relativa di di E E e e di di SS.<br />

S La concentrazione del substrato è molto maggiore di quella<br />

dell’enzima [S] >>[E] per cui solo una piccola % di substrato è legata all’enzima.<br />

2. 2. Lo Lo stato stato stazionario stazionario. stazionario Si assume che la [ES] non cambi nel tempo (stato stazionario), ovvero che<br />

la velocità di formazione di ES sia uguale alla velocità di degradazione di ES (in E + S o in E +<br />

P).<br />

3. 3. La La La velocità velocità iniziale iniziale (V (V0). (V Nelle analisi delle reazioni enzimatiche si utilizzano soltanto le velocità<br />

di reazione iniziali (V0), ovvero quelle che si misurano non appena si mescola E con S. in quel<br />

momento la concentrazione del prodotto è molto piccola e quindi la velocità della reazione<br />

inversa è trascurabile.<br />

Importanti Importanti Importanti aspetti aspetti della della cinetica cinetica cinetica di di Michaelis Michaelis-Menten<br />

Michaelis Menten<br />

1. 1. Le Le caratteristiche caratteristiche della della KKm.<br />

K Ogni enzima ha una caratteristica costante di Michaelis Michaelis-Menten<br />

Michaelis<br />

Menten (Km)<br />

rispetto a un particolare substrato. Il valore della Km riflette l’affinità affinità affinità dell’enzima per quel<br />

⋅<br />

m +<br />

= max<br />

0<br />

[ S]<br />

[ S]<br />

55


6 6 6 GLI GLI ENZIMI ENZIMI<br />

Appunti Appunti di di BIOCHIMICA BIOCHIMICA – a cura di <strong>fabio</strong> Zonin<br />

substrato. Il valore della Km è pari alla concentrazione concentrazione del del<br />

substrato substrato alla alla quale quale la la velocità velocità della della reazione reazione è è ½ ½ VVmax<br />

V Vmax<br />

max. max La<br />

Km non varia al variare della concentrazione dell’enzima.<br />

a. a. Km piccola piccola. piccola<br />

Una Km bassa riflette un’alta alta affinità<br />

dell’enzima per il substrato, in quanto è necessaria<br />

una piccola piccola concentrazione concentrazione di di substrato substrato per<br />

ottenere l’emistaturazione dell’enzima, ed una<br />

velocità pari a ½ Vmax.<br />

b. Km grande grande. grande<br />

Una Km alta riflette un bass bassa bass<br />

a affinità<br />

affinità<br />

dell’enzima per il substrato, in quanto è necessaria<br />

una concentrazione<br />

concentrazione elevata elevata di di substrato substrato per<br />

ottenere l’emistaturazione dell’enzima, ed una<br />

velocità pari a ½ Vmax.<br />

2. 2. 2. Re Relazione Re lazione fra fra la la velocità velocità e e la la concentrazione concentrazione dell’enzima dell’enzima. dell’enzima<br />

La<br />

velocità di una reazione è direttamente proporzionale alla<br />

concentrazione dell’enzima, indipendentemente dalla<br />

concentrazione del substrato. Ciò in quanto la<br />

concentrazione dell’enzima influisce sia culla V0 che sulla<br />

56<br />

Vmax.<br />

3. 3. Ordine Ordine di di reazione reazione. reazione Quando [S] > Km, la velocità di reazione è pressoché<br />

costante e circa uguale a Vmax. In questo caso la velocità di<br />

reazione è indipendente da [S] e diventa di ordine zero<br />

rispetto a [S].<br />

Il Il grafico grafico di di Lineweave Lineweaver-Burk<br />

Lineweave Burk Burke Burk e o dei doppi reciproci<br />

Tracciando il grafico della v0 in funzione di [S] non è sempre<br />

possibile identificare con esattezza quando si raggiunge la Vmax,<br />

in quanto a valori elevati di [S] la curva iperbolica ha una<br />

andamento asintottico. Il grafico grafico di di Lineweawer Lineweawer-Burke<br />

Lineweawer Burke pone 1/V0<br />

in funzione di 1/[S] ed è caratterizzato da una linea retta. Esso<br />

può essere agevolmente utilizzato per calcolare la Km e la Vmax,<br />

e per determinare il meccanismo di azione degli inibitori<br />

enzimatici. L’equazione che descrive la curva di Lineweawer-<br />

Burke è:<br />

1 Km<br />

1<br />

=<br />

+<br />

V V S V<br />

max<br />

[ ] max<br />

dove l’intercetta sull’asse delle x è uguale a -1/Km e l’intercetta<br />

sull’asse delle y è uguale a 1/Vmax.<br />

L’INIBIZIONE L’INIBIZIONE DELL’ATTIVITÀ DELL’ATTIVITÀ ENZIMATICA<br />

ENZIMATICA<br />

0<br />

Qualsiasi sostanza capace di far diminuire la velocità di una reazione catalizzata da un enzima si<br />

definisce inibitore inibitore. inibitore Gli inibitori inibitori reversibili reversibili reversibili si legano agli enzimi mediante legami non covalenti. La<br />

diluizione del complesso enzima-inibitore provoca la dissociazione dell’inibitore legato<br />

reversibilmente e il recupero dell’attività enzimatica. Gli inibitori inibitori non reversibili invece sono


Appunti Appunti Appunti di di BIOCHIMICA BIOCHIMICA BIOCHIMICA – a cura di <strong>fabio</strong> Zonin 6 6 GLI GLI ENZIMI<br />

ENZIMI<br />

caratterizzati dal fatto che l’enzima non riacquista la propria attività in seguito alla diluizione del<br />

complesso enzima inibitore. I 2 tipi principali di inibizione sono l’inibizione inibizione inibizione competitiva competitiva competitiva e l’inibizione inibizione inibizione<br />

non non competitiva competitiva. competitiva<br />

Inibizione Inibizione Inibizione competitiva competitiva<br />

competitiva<br />

Si verifica quando l’inibitore, legandosi reversibilmente al sito attivo dell’enzima normalmente<br />

occupato dal substrato, compete con il substrato per il legame a quel sito.<br />

1. 1. 1. Effetto ffetto sulla sulla VVmax<br />

V Vmax<br />

max. max aumentando la [S] si può attenuare, fino ad annullare l’effetto di un inibitore<br />

competitivo. Ad una [S] sufficientemente elevata la velocità di reazione raggiunge ugualmente la<br />

Vmax, anche in presenza dell’inibitore.<br />

2. 2. Effetto Effetto sulla sulla KKm.<br />

K Un inibitore competitivo comporta un aumento della Km, che in questo caso si<br />

dice Km apparente apparente. apparente<br />

In presenza di un inibitore competitivo è necessaria una [S] maggiore per<br />

raggiungere ½ Vmax.<br />

3. 3. 3. Effetto ffetto ffetto sul sul sul grafico grafico grafico di di di Lineweaver Lineweaver-Burke<br />

Lineweaver Burke Burke. Burke L’inibizione competitiva ha un grafico di Lineweaver-Burke<br />

caratteristico, ove le retta relative alla reazione non inibita e alla reazione inibita intersecano<br />

l’asse delle y in corrispondenza di 1/Vmax (infatti la Vmax resta immutata). Le rette delle reazioni<br />

inibita e non inibita intercettano invece l’asse delle x in punti diversi, in quanto in presenza<br />

dell’inibitore competitivo la Km aumenta.<br />

4. 4. Le statine come esempi di farmaci che agiscono da inibitori inibitori<br />

competitivi competitivi. competitivi I farmaci appartenenti a questo gruppo di agenti<br />

anti nti nti-iperlipi nti iperlipi iperlipidemici iperlipi demici inibiscono in modo competitivo la tappa<br />

di controllo della sintesi del colesterolo. Questa reazione è<br />

catalizzata dalla idrossimetil idrossimetil idrossimetil idrossimetil CoA CoA CoA CoA reduttasi reduttasi reduttasi reduttasi (HMG HMG HMG HMG CoA CoA CoA CoA<br />

reduttasi). reduttasi reduttasi reduttasi Le statine, quali ad esempio la atorvastatina atorvastatina e la<br />

simvastatina simvastatina, simvastatina sono analoghi strutturali del substrato<br />

naturale di questo enzima e si comportano quindi da efficaci<br />

inibitori competitivi della HMG CoA reduttasi, rallentando<br />

così la sintesi del colesterolo e riducendone i livelli<br />

plasmatici.<br />

Inibizione Inibizione non non competitiva<br />

competitiva<br />

Si verifica quando l’inibitore ed il substrato si legano a siti<br />

diversi diversi dell’enzima. Essa è riconoscibile per il suo caratteristico<br />

effetto sulla Vmax. L’inibitore non competitivo può legarsi sia<br />

all’enzima libero, sia al complesso ES, bloccando la reazione.<br />

57


6 6 6 GLI GLI ENZIMI ENZIMI<br />

Appunti Appunti di di BIOCHIMICA BIOCHIMICA – a cura di <strong>fabio</strong> Zonin<br />

1. 1. 1. Effetto Effetto Effetto sulla sulla sulla Vmax max max. max L’inibizione non competitiva non può essere annullata aumentando la [S]. Gli<br />

inibitori non competitivi fanno dunque diminuire la Vmax della reazione.<br />

2. 2. 2. Effetto Effetto Effetto sulla sulla sulla KKm.<br />

KK<br />

Gli inibitori non competitivi non interferiscono con il legame fra substrato ed<br />

enzima, e pertanto la Km resta invariata.<br />

3. 3. Effetto ffetto ffetto sul sul sul grafico grafico grafico di di di Lineweaver Lineweaver-Burke<br />

Lineweaver Burke Burke. Burke In presenza dell’inibitore non competitivo la Vmax<br />

diminuisce, mentre la Km resta immutata.<br />

4. 4. Esempi Esempi di di inibitori inibitori non non competitivi competitivi. competitivi Il Piombo Piombo (Pb Pb Pb) Pb forma legami covalenti con i gruppi sulfidrilici<br />

delle catene laterali dei residui di cisteina delle proteine. Il legame dei metalli pesanti esercita<br />

un’inibizione non competitiva. Le ferrochinasi, ferrochinasi ferrochinasi ferrochinasi enzimi che catalizzano l’introduzione del Fe2+ nella protoporfirina (un precursore dell’eme), sono un esempio di enzimi sensibili all’inibizione<br />

da parte del Pb. Alcuni insetticidi devono i loro effetti neurotossici al loro legame irreversibile nel<br />

sito catalitico dell’acetil-colinesterasi.<br />

Gli Gli inibitori inibitori inibitori degli degli enzimi enzimi come come come farmaci<br />

farmaci<br />

Certi β-lattamici, quali la penicillina e l’amoxicillina inibiscono gli enzimi coinvolti nella sintesi della<br />

parete cellulare dei batteri. Alcuni farmaci, come ad esempio gli inibitori dell’enzima che converte<br />

l’angiotensina (ACE), possono anche agire su reazioni extracellulari. Essi abbassano la pressione<br />

sanguigna bloccando l’enzima che scinde l’angiotensina I e forma il potente vasocostrittore<br />

angiotensina II. Questi farmaci, quali ad esempio il captopril ed il lisinopril, provocano una<br />

vasodilatazione ed una conseguente riduzione della pressione sanguigna. [Nota: vedi aspirina e<br />

Viagra].<br />

LA LA REGOLAZIONE REGOLAZIONE DELL’ATTIVITÀ DELL’ATTIVITÀ ENZIMATICA<br />

ENZIMATICA<br />

La regolazione della velocità delle reazioni enzimatiche è fondamentale affinché un organismo possa<br />

coordinare i sui numerosi processi metabolici. La velocità di molti enzimi risponde ai cambiamenti<br />

della concentrazione del substrato, in quanto il livello intracellulare di molti substrati ha valori vicini a<br />

quelli della Km. Alcuni enzimi con specifiche funzioni regolatrici rispondono a modulatori allosterici o a<br />

certe modificazioni covalenti. Anche la velocità di sintesi dell’enzima può essere ritoccata in risposta a<br />

modificazioni delle condizioni fisologiche.<br />

I I siti siti di di legame legame allosterici<br />

allosterici<br />

Gli enzimi allosterici sono regolati da molecole chiamate effettori che si legano in modo non covalente<br />

in un sito diverso dal sito attivo. Tali enzimi sono mediamente formati da più subunità ed i siti<br />

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Appunti Appunti Appunti di di BIOCHIMICA BIOCHIMICA BIOCHIMICA – a cura di <strong>fabio</strong> Zonin 6 6 GLI GLI ENZIMI<br />

ENZIMI<br />

regolatori ai quali si legano gli effettori possono trovarsi in una<br />

subunità che non possiede di per sé un’attività catalitica. La presenza<br />

di un effettore allosterico è in grado di modificare l’affinità dell’enzima<br />

per il substrato, l’attività catalitica massima dell’enzima, oppure<br />

entrambe le cose. Gli effettori che inibiscono l’attività di un enzima si<br />

chiamano effettori negativi negativi, negativi<br />

quelli che ne provocano un aumento si<br />

chiamano effettori positivi positivi. positivi<br />

gli enzimi allosterici spesso catalizzano<br />

una reazione limitante una via biochimica, ovvero una tappa che ne<br />

limita la velocità.<br />

1. 1. Effettori Effettori omotropici omotropici. omotropici Quando un substrato è esso stesso un<br />

effettore, si dice che l’effetto è omotropico omotropico. omotropico<br />

Il substrato funge<br />

spesso da effettore positivo, facendo sì che la sua presenza<br />

provochi un aumento dell’attività catalitica degli altri siti di legame<br />

per lo stesso. In tal modo i siti di legame funzionano in modo<br />

cooperativo cooperativo. cooperativo In tali enzimi la relazione fra V0 ed [S] ha una<br />

andamento andamento andamento sigmoidale sigmoidale, sigmoidale sigmoidale in contrasto con la curva iperbolica tipica<br />

degli enzimi che seguono la cinetica di Michaelis-Menten. Gli<br />

effettori positivi e negativi degli enzimi allosterici possono<br />

influenzare la Vmax, la Km, o entrambe.<br />

2. 2. Effettori Effettori Effettori eterotropici eterotropici. eterotropici eterotropici Quando l’effettore è<br />

diverso dal substrato, si dice che l’effetto è<br />

eterotropico eterotropico. eterotropico Molti effettori etero tropici sono<br />

caratterizzati da un effetto retroattivo retroattivo (o a<br />

feedback positivo o negativo). Nella figura a<br />

tergo è presentato un esempio di inibizione<br />

retroattiva, ove l’enzima che converte A in B<br />

possiede un sito allosterico al quale si lega il prodotto finale E. quando [E] aumenta, l’enzima<br />

iniziale della via biochimica viene inibito. L’inibizione retroattiva consente alla cellula di regolare<br />

la quantità di prodotto che le è necessaria, agendo sul flusso delle molecole del substrato lungo<br />

la via biosintetica che porta alla formazione del prodotto. Un esempio è l’enzima<br />

fosfofruttochinasi che risente dell’inibizione allosterica da parte del citrato, che non è un<br />

substrato dell’enzima.<br />

Regolazione Regolazione degli degli enzimi enzimi per per modificazione modificazione covalente<br />

covalente<br />

Molti enzimi possono essere regolati mediante una modificazione covalente, più spesso l’addizione di<br />

gruppi fosfato a specifici residui di serina, treonina o tirosina dell’enzima, oppure la loro<br />

eliminazione. La fosforilazione delle proteine è ritenuta essere una delle principali vie di regolazione<br />

dei processi cellulari.<br />

1. 1. Fosfori Fosforilazione Fosfori lazione e e defosforilazione<br />

defosforilazione. defosforilazione Le reazioni di<br />

fosforilazione delle proteine sono catalizzate da una<br />

famiglia di enzimi chiamati proteina proteina proteina proteina chinasi, chinasi chinasi chinasi che utilizzano<br />

l’ATP come donatore di fosfato. I gruppi fosfato sono invece<br />

allontanati dagli enzimi fosforilati grazie all’azione delle<br />

fosfoproteina fosfoproteina fosfoproteina fosfoproteina fosfatasi. fosfatasi fosfatasi fosfatasi<br />

2. 2. La La La risposta risposta degli degli enzimi enzimi alla alla fosforilazione<br />

fosforilazione. fosforilazione<br />

fosforilazione A seconda dei<br />

casi, la forma fosforilata può essere più o meno attiva<br />

dell’enzima non fosforilato. La fosforilazione della<br />

glicogeno fosforilasi (un enzima che degrada il glicogeno),<br />

ad esempio, ne fa aumentare l’attività, mentre la fosforilazione della glicogeno sinteasi (un<br />

enzima che sintetizza il glicogeno) ne fa diminuire l’attività.<br />

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6 6 6 GLI GLI ENZIMI ENZIMI<br />

Appunti Appunti di di BIOCHIMICA BIOCHIMICA – a cura di <strong>fabio</strong> Zonin<br />

Induzione Induzione Induzione e e e repressione repressione repressione della della della sintesi sintesi degli degli degli enzimi enzimi<br />

enzimi<br />

Le cellule possono regolare la quantità di enzima presente, modificandone la velocità di sintesi.<br />

L’aumento (induzione) o la diminuzione (repressione) della sintesi dell’enzima ne modifica la<br />

popolazione complessiva di siti attivi. Molti enzimi la cui sintesi è soggetta a regolazione sono quelli<br />

necessari soltanto in un determinato stadio dello sviluppo o in particolari condizioni fisiologiche. La<br />

maggiore secrezioni di insulina in risposta all’aumento della glicemia, ad esempio, stimola la sintesi<br />

di alcuni enzimi chiave del metabolismo del glucosio. Gli enzimi utilizzati costantemente non sono<br />

invece in media regolati attraverso la regolazione della velocità della loro sintesi. Le modificazioni del<br />

livello di un enzima derivanti dalla induzione o dalla repressione della sintesi proteica sono lente<br />

(richiedono ore o giorni) in confronto alle modificazioni allosteriche dell’attività enzimatica, che si<br />

verificano nel giro di secondi o minuti.<br />

GLI GLI ENZIMI ENZIMI NELLA NELLA DIAGNOSI DIAGNOSI CLINICA<br />

CLINICA<br />

Gli enzimi plasmatici possono essere classificati in 2 gruppi. Il primo è un piccolo gruppo di enzimi<br />

secreti nel sangue da certe cellule. Il fegato, ad esempio, secerne degli zimogeni (precursori inattivi)<br />

degli enzimi che partecipano alla coagulazione del sangue. Il secondo è un ampio gruppo di specie<br />

enzimatiche liberate dalle cellule durante il loro normale ricambio. Questi enzimi svolgono la loro<br />

funzione all’interno delle cellule e non hanno funzione biologica nel plasma. Negli individui sani il<br />

livello di questi enzimi è pressoché costante e riflette uno stato stazionario ove la velocità di rilascio<br />

nel plasma da parte delle cellule danneggiate è controbilanciata da un’eguale velocità di eliminazione<br />

dell’enzima. La presenza di un’elevata attività enzimatica nel plasma può essere indice di un danno<br />

tissutale, accompagnato da un aumento della liberazione degli enzimi cellulari.<br />

Alterazione Alterazione dei dei dei livelli livelli degli degli enzimi enzimi plasmatici plasmatici negli negli stati stati di di malattia<br />

malattia<br />

Molte malattie che comportano un danno tissutale provocano un aumento della liberazione di enzimi<br />

intracellulari nel plasma. L’attività di tali enzimi è determinata di routine per la diagnosi di malattie<br />

cardiache, epatiche, del muscolo scheletrico e di altri tessuti. Il livello plasmatico di una specifica<br />

attività enzimatica è spesso correlato con l’entità del danno tissutale. Perciò la determinazione<br />

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Appunti Appunti Appunti di di BIOCHIMICA BIOCHIMICA BIOCHIMICA – a cura di <strong>fabio</strong> Zonin 6 6 GLI GLI ENZIMI<br />

ENZIMI<br />

dell’aumento di una particolare attività enzimatica nel plasma può essere utile per valutare la<br />

prognosi.<br />

Gli Gli enzimi enzimi plasmatici plasmatici come come strumenti strumenti strumenti diagnostici<br />

diagnostici<br />

L’attività di alcuni enzimi è elevata soltanto in uno o pochi tessuti. L’aumento del livello di tali enzimi<br />

nel plasma riflette dunque un danno al tessuto corrispondente. Ad esempio, l’enzima alanina alanina alanina alanina<br />

amminotransferasi<br />

amminotransferasi amminotransferasi<br />

amminotransferasi (ALT ALT) ALT ALT è abbondante nel fegato. Livelli plasmatici elevati di enzimi distribuiti in<br />

molti tessuti fornisce invece indicazioni meno specifiche sulla localizzazione del danno tissutale,<br />

limitando il valore diagnostico di tali dosaggi enzimatici.<br />

Gli Gli Gli isoenzimi isoenzimi isoenzimi e e e le le le malattie malattie malattie cardiache cardiache<br />

cardiache<br />

Gli isoenzimi isoenzimi (o isozimi isozimi) isozimi sono enzimi diversi che catalizzano la<br />

medesima reazione. Essi non hanno necessariamente le stesse<br />

proprietà fisiche, a causa di differenze nella loro sequenza<br />

aminoacidica. Gli isoenzimi possono perciò essere separati l’uno<br />

dall’altro mediante elettroforesi. Organi diversi spesso contengono<br />

isoenzimi diversi per proporzioni e caratteristiche. Il quadro<br />

isoenzimatico del plasma può quindi servire a identificare il sito del<br />

danno tissutale. Nella diagnosi di infarto del miocardio, ad esempio,<br />

normalmente si determina il livello plasmatico della creatina chinasi<br />

(CK) e della lattato deidrogenasi (LDH).<br />

1. 1. La La struttura struttura quaternaria quaternaria degli degli degli isozimi isozimi. isozimi isozimi Molti isozimi contengono<br />

subinità diverse in varie combinazioni. La CK, ad esempio, si<br />

presenta sottoforma di 3 isozimi. Ciascun isozima è un dimero<br />

composto da 2 polipeptidi, denominati subunità B e subunità M,<br />

associati in una di 3 possibili combinazioni: CK1 = BB, CK2 = MB<br />

e CK3 = MM. Ciascun isozima CK ha una caratteristica mobilità<br />

elettroforetica.<br />

2. 2. Diagnosi Diagnosi di di infarto infarto del del miocardio miocardio. miocardio Il miocardio è l’unico tessuto che<br />

contiene più del 5% dell’attività CK totale sottoforma dell’isozima<br />

CK2 (MB). La comparsa di tale isozima ibrido nel plasma è<br />

praticamente specifica dell’infarto del miocardio. Dopo un infarto<br />

del miocardio acuto, questo isozima compare dalle 4 alle 8 ore<br />

dopo l’insorgere del dolore toracico e raggiunge un picco di<br />

attività dopo 24 ore. Dopo un infarto aumenta anche il livello<br />

plasmatico della LDH, con un picco a 36-40 ore dall’insorgenza<br />

dei sintomi. L’attività LDH ha dunque un valore diagnostico nei<br />

pazienti ricoverati da più di 48 ore dopo l’infarto, quando il livello<br />

plasmatico della CK2 non dà più risultati attendibili.<br />

3. 3. I I markers markers più più recenti recenti dell’infarto dell’infarto del del miocardio miocardio. miocardio La troponina troponina T e la<br />

troponina troponina troponina II<br />

I I sono proteine regolatrici nella contrazione del<br />

miocardio. Esse sono liberate nel plasma in risposta ad un danno<br />

cardiaco. Rispetto al convenzionale dosaggio della CK2, livelli<br />

elevati di troponina nel plasma indicano con maggiore certezza<br />

danni tissutali nell’angina o nell’infarto del miocardio.<br />

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6 6 6 GLI GLI ENZIMI ENZIMI<br />

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