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Marco Bouchard e Luciana Breggia - La Parrocchia di Santo ...

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Giornata per la pace del 13 Marzo 2011<br />

“ROM – oltre le <strong>di</strong>fferenze”<br />

Umberto Alberti<br />

Stasera inten<strong>di</strong>amo parlare del problema dei Rom che vivono nel nostro<br />

territorio per allargarsi a parlare dei migranti in generale. Affrontiamo il problema a<br />

partire dai Rom perché con due famiglie abbiamo stabilito un particolare rapporto <strong>di</strong><br />

amicizia e stasera sono qui a raccontarci la loro esperienza, gli adulti e anche i loro<br />

figli. Ricor<strong>di</strong>amo che noi conosciamo anche un’altra Rom, la Farìa, che in questo<br />

momento non è in Italia e appartiene ad un’etnia <strong>di</strong>versa da quella <strong>di</strong> questi nostri<br />

amici; è importante tenerlo presente perché si tratta <strong>di</strong> situazioni e problematiche<br />

<strong>di</strong>verse.<br />

Presentano <strong>Marco</strong> <strong>Bouchard</strong> e <strong>Luciana</strong> <strong>Breggia</strong> che sono stati, senza voler far<br />

torto a nessuno, il motore dell’iniziativa e dell’associazione che è nata. Sono quelli più<br />

addentro a questa esperienza e quin<strong>di</strong> quelli più in grado <strong>di</strong> fare questa presentazione.<br />

<strong>Marco</strong> <strong>Bouchard</strong><br />

Abbiamo pensato <strong>di</strong> cominciare con un documento ufficiale, con un documento<br />

governativo che vi verrà letto da <strong>Luciana</strong>.<br />

<strong>Luciana</strong> <strong>Breggia</strong><br />

“Non amano l'acqua, molti <strong>di</strong> loro puzzano perché tengono lo stesso vestito per<br />

molte settimane. Si costruiscono baracche <strong>di</strong> legno ed alluminio nelle periferie delle<br />

città dove vivono, vicini gli uni agli altri. Quando riescono ad avvicinarsi al centro<br />

affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano <strong>di</strong> solito in due e<br />

cercano una stanza con uso <strong>di</strong> cucina. Dopo pochi giorni <strong>di</strong>ventano quattro, sei, <strong>di</strong>eci.<br />

Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi <strong>di</strong>aletti.<br />

Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l'elemosina ma sovente, davanti alle<br />

chiese, donne vestite <strong>di</strong> scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni<br />

lamentosi e petulanti. Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra<br />

<strong>di</strong> loro.<br />

Dicono che siano de<strong>di</strong>ti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li<br />

evitano non solo perché poco attraenti e selvatici, ma perché si è <strong>di</strong>ffusa la voce <strong>di</strong><br />

alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal<br />

lavoro.<br />

I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma,<br />

soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel nostro paese per<br />

lavorare e quelli che pensano <strong>di</strong> vivere <strong>di</strong> espe<strong>di</strong>enti o, ad<strong>di</strong>rittura, attività criminali”.<br />

<strong>La</strong> relazione così prosegue: “Propongo che si privilegino i veneti e i lombar<strong>di</strong>,<br />

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