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4 G. DI DONNA - INIZIAZIONE CRISTIANA: DEL SIMBOLO RITUALE<br />

dopo aver accolto <strong>la</strong> verità che <strong>la</strong> illumina: il celebrare cristiano – in quest’ordine ontologico – non<br />

potrà essere inteso come “indifferenza alle piccole miserie quotidiane” 11 ; esso piuttosto attinge, con<br />

<strong>la</strong> sua p<strong>la</strong>cida pace e <strong>la</strong> sua calma, all’amore trascendente di Dio; colloca l’uomo nel<strong>la</strong> realtà di Dio,<br />

facendolo vivere di Lui: questi sarà il più profondo motivo di ogni agire umano.<br />

1.3 L’esperienza ebraico <strong>cristiana</strong><br />

L’Antico Testamento postu<strong>la</strong> l’esistenza di ôt profetici:<br />

- Osea: profeta dell’amore sponsale, dove l’infedeltà di Israele a Jhwh è <strong>la</strong> sua<br />

prostituzione; l’atto portatore di significato è il vissuto del profeta stesso, al sua<br />

dimensione esistenziale: Dio è reso l’opposto del “Io sono colui che sono” (Es 3:14) con<br />

il “non-Signore” (Os 1:9).<br />

- Isaia: passeggia nudo e scalzo per tre anni per le vie di Gerusalemme; “celebra” <strong>la</strong><br />

nudità dell’esilio (Is 20:1-6). [ TM: ‘ot – mofet – te’udâ; LXX: semeivon – tevra~ –<br />

martivrion; Vg: signum – portentum – testimonium; It: segno – sorpresa, iniziare –<br />

impegno, testimonianza]<br />

- Geremia: è il profeta del<strong>la</strong> cintura, del<strong>la</strong> brocca (Ger 19:1-15), del celibato, del giogo<br />

(18:10-11). Condanna i “falsi” profeti.<br />

- Ezechiele: i suoi simboli sono <strong>la</strong> manducazione del libro (2:8; 3:3); il pastore (Ez 34); <strong>la</strong><br />

sentinel<strong>la</strong> 3:16-21; 33:1-20).<br />

- Zaccaria, segno del<strong>la</strong> corona (6:14).<br />

Il Nuovo Testamento 12 inizia col Verbo fatto carne, ma continua con Gesù che tocca molti, è<br />

immerso nelle acque del Giordano; rovescia i tavoli dei cambiavalute; <strong>la</strong>va i piedi; abbraccia e<br />

benedice i bambini; mangia coi peccatori e le prostitute; dà il pane alle folle e col vino ai Dodici in<br />

una Cena d’addio; mette il fango negli occhi al cieco; usa <strong>la</strong> mano, il suo corpo; cammina; piange;<br />

ha sete…<br />

L’esistenza umana e simbolica di Cristo è mustevrion (sacramentum) come in 1 Cor 2:1; Ef 1:9; 3:9;<br />

1 Tm 3:16 (mistero del<strong>la</strong> pietà).<br />

1.4 Il rito e <strong>la</strong> sua forza iniziatica<br />

Per mezzo del rito, dunque, avviene un “impatto”: esso – coerente con <strong>la</strong> rive<strong>la</strong>zione ebraico<br />

<strong>cristiana</strong> e il mistero-dogma dell’incarnazione – non è un mezzo educativo né un itinerario<br />

didattico-morale; nel rito invece si realizza l’impatto dell’uomo con il mistero pasquale di Cristo,<br />

sotto il velo dei simboli e Dio ne è l’attore principale. Potremmo dire che l’agire simbolico-rituale è<br />

“mistero”: nel senso che epifanizza l’azione di Dio (in segni umani- ecclesiali). L’agire di Dio va<br />

posto in risalto come “dimensione attiva”; Egli è sempre il soggetto, colui che compie ogni<br />

itinerario di iniziazione. Questa è l’assoluta novità! Nel rito Dio agisce come “iniziatore” perché si<br />

rende presente l’ot profetico di Cristo, il suo “gesto”, in ragione del<strong>la</strong> “contemporaneità” che si<br />

genera tra l’evento iniziale (<strong>la</strong> salvezza pasquale) e i gesti-riti-atti simbolici ecclesiali: dinamica tra<br />

l’Ur-Sakrament e il sacramentum. Questo avviene non per convenzione astratta, né per via di<br />

“didascalia”, ma “rite” secondo un “cultus receptus”, cioè riconoscibile 13 . Si supera così <strong>la</strong> deriva<br />

congitiva, sfuggendo al<strong>la</strong> definizione perché mostra-vive quello che simbolicamente rappresenta;<br />

appartiene cioè ad una antropologia complessa: il rito infatti<br />

- deve essere reiterato<br />

11 Ibid., 110.<br />

12 F.J. LEENHARDT, Parole visibile. Pour une evaluation nouvelle de sacrament, Neuchâtel 1971.<br />

13 In sanscrito rita è “ciò che è conforme all’ordine”.<br />

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