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Muoversi sulla neve - Natura Italia

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<strong>Muoversi</strong> <strong>sulla</strong> <strong>neve</strong><br />

con le ciaspole ai piedi<br />

TESTO DI ANDREA PERCIATO E ENRICO BOTTINO / FOTO DI A.CONTE, M.PIACENTINO, A.PERCIATO<br />

La <strong>neve</strong> offre spazi e orizzonti nuovi, mutevoli nel tempo:<br />

scopriamoli insieme nel Parco Nazionale dell’Appennino Lucano.<br />

Il clima della Basilicata offre<br />

condizioni favorevoli allo<br />

sviluppo del turismo invernale.<br />

Le abbondanti nevicate<br />

hanno spinto gli operatori turistici<br />

a investire sui servizi offerti<br />

dalle stazioni sciistiche dell’Appennino<br />

Lucano, migliorando le<br />

piste e gli impianti di risalita,<br />

punti di richiamo importanti<br />

per di amanti dello sci nordico.<br />

Ma nella vita dei vacanzieri della<br />

<strong>neve</strong> non ci sono soltanto le discese<br />

libere o lo snowboard: nella<br />

stagione più fredda dell’anno,<br />

l’ambiente naturale del Parco<br />

Nazionale dell’Appennino Lucano<br />

invita alla curiosità, all'avventura,<br />

a provare qualcosa di diverso.<br />

Quel qualcosa di diverso sono<br />

i percorsi <strong>sulla</strong> <strong>neve</strong>, lungo itinerari<br />

ideali per l’escursionismo<br />

primaverile-estivo, ma che sem-<br />

38<br />

APPENNINO LUCANO<br />

brano pensati anche per le racchette<br />

da <strong>neve</strong>. <strong>Natura</strong>lmente<br />

nessuno vieta di percorrere le piste<br />

secondo l’ispirazione del momento,<br />

tracciando da soli il<br />

proprio itinerario, con<br />

l’accortezza, sempre,<br />

di scegliere pendii<br />

non troppo ripidi e<br />

di essere sempre vigili<br />

e attenti, perché il<br />

rischio di slavine esiste.<br />

Strumento indispensabile<br />

sono le<br />

ciaspole, grazie alle<br />

quali non è possibile sprofondare<br />

nella coltre di <strong>neve</strong>, rendendo<br />

così il tutto meno faticoso e più<br />

appagante. Al resto pensa la natura,<br />

che può riservare all’escursionista<br />

incontri davvero speciali:<br />

seppure l’avvistamento di animali<br />

selvatici sia sempre diffici-<br />

le, la <strong>neve</strong> modifica le regole e<br />

trasforma il suolo in un libro<br />

aperto dove leggere le orme degli<br />

abitanti dei boschi e dei pianori<br />

in quota. Quando regna il silenzio<br />

ovattato dalla <strong>neve</strong>, anche<br />

gli animali più schivi, affamati<br />

e in cerca di cibo diventano<br />

meno diffidenti e<br />

seppure sia difficile osservarli<br />

il terreno rivela inconsapevolmente<br />

la loro presenza.<br />

I Centri di Educazione<br />

Ambientale, appoggiandosi<br />

a operatori qualificati<br />

sviluppano attività<br />

di osservazione naturalistica e<br />

riconoscimento delle tracce degli<br />

animali <strong>sulla</strong> coltre bianca nei<br />

posti più affascinanti dell’Appennino<br />

Lucano, come i comprensori<br />

del Vulturino, del Raparo e del<br />

Monte Sirino - Monte Papa.<br />

Area geografica del Lagonegrese<br />

itinerario ciaspole nr1<br />

In inverno la strada montana che<br />

da Lagonegro conduce al Lago<br />

Laudemio è sgombra di <strong>neve</strong> per<br />

per-mettere l’accesso agli impianti<br />

di risalita. La si può attraversare con<br />

gli sci da fondo o alpinismo. Dalla<br />

Masseria Franchini (1330 m), verso<br />

Sud, ha inizio una lunga pista<br />

carraia che serpeggia nella faggeta e<br />

guadagna (1800 m) i boscosi crinali<br />

di una spalla occidentale del Monte<br />

Papa. Scorrendo lungo il profi-lo di<br />

cresta, la sterrata termina in un<br />

anfiteatro naturale al cui centro, tra<br />

le rocce, compare una grossa croce<br />

in ferro con accanto un fontanile:<br />

siamo in località Fontanelle (1724<br />

m). Da questo punto occor-rono le<br />

ciaspole per raggiungere la cima di<br />

Monte Papa. Si guadagna il crinale<br />

della Toppa Schiena d’Asino (1860<br />

m) e, appena superato il valico, una<br />

carraia scende a sinistra e penetra<br />

nella faggeta. Si aggira un crinale<br />

della montagna fino a un bivio; qui<br />

un evidente sentiero stacca a<br />

sinistra e sale per una cresta<br />

rocciosa (1909 m) che si apre a<br />

picco su una dorsale esposta.<br />

Bisogna fare attenzione <strong>sulla</strong> brulla<br />

dorsale per le evidenti croste<br />

ghiacciate che coprono il manto<br />

nevoso; qui le ciaspole con i<br />

ramponcini sono indubbiamente<br />

utili. Superata una faggeta dal<br />

fogliame basso e contorto, si esce<br />

allo scoperto sul pendio, proprio<br />

Il gigante bianco:<br />

Monte Papa<br />

sotto la cima principale. In un’ora si<br />

raggiunge la cima di Monte Papa<br />

(2005 m). La bellissima montagna<br />

si presenta con un aspetto regale<br />

per le sue imponenti dorsali<br />

rocciose, per l’anfiteatro sugli<br />

immensi ghiaioni settentrionali e le<br />

doline ricoperte dalle faggete che<br />

circondano lo specchio lacustre del<br />

Lago di Remmo (o Laudemio). I<br />

panorami che si ammirano da<br />

quassù sono inde-scrivibili.<br />

Puntando ad Est si perde quota<br />

verso una sella che si apre (1865 m)<br />

sui ghiaioni di due dorsali calcaree:<br />

Serra Spalla d’Imperatrice (la prima<br />

a sinistra, nasce dalla cima del<br />

Papa) e Costa Musco Scaz-zariddo<br />

(a destra, ha origine dalla Tempa<br />

Scazzariddo, 1930 m). In basso si<br />

vede il Lago Remmo, deli-zioso<br />

specchio lacustre di 4 ettari di<br />

superficie e 9 metri di profondità.<br />

Puntando a mezza-costa verso i<br />

ghiaioni di Scazzariddo, si scende a<br />

Nord sul filo di cresta per<br />

incontrare – lungo la dorsale che<br />

penetra nella boscaglia – un<br />

➜ Località di partenza<br />

Masseria Franchini<br />

➜ Località di arrivo<br />

Lago di Remmo-Laudemio<br />

➜ Difficoltà<br />

EEA<br />

➜ Tempo di percorrenza<br />

7 / 8 ore<br />

➜ Dislivello<br />

+ 820 - 630 metri<br />

➜ Lunghezza del percorso<br />

12 chilometri circa<br />

sentiero che segue le piste da sci<br />

fino alla sponda orientale del Lago<br />

di Remmo-Laudemio (1525 m).<br />

Caratteristico paesaggio montano<br />

di rara bellezza, i silenzi siderali<br />

restituiscono ar-cane sensazioni di<br />

avventure dal sapore antartico.<br />

Sulle rive del lago ghiacciato sorge<br />

il Rifugio <strong>Italia</strong> (e-retto nel 1970)<br />

e, vicino, il monumento in bronzo<br />

dedicato al “montanaro”. Dal lago<br />

parte una strada che poco più<br />

sopra, verso Nord, si dirama a<br />

sinistra verso Lagonegro (direzione<br />

Ovest), a destra si scen-de <strong>sulla</strong><br />

SS19 presso Lauria (direzione Est),<br />

proseguendo diritti si guadagna<br />

Moliterno (direzione Nord).<br />

Ambito territoriale: Comune di<br />

Lagonegro (PZ)<br />

Accesso stradale: Autostrada A3<br />

SA-RC uscita Lagonegro Sud;<br />

innesto Strada Provinciale<br />

Lagonegro – Lago Laudemio –<br />

Lauria.<br />

APPENNINO LUCANO<br />

39


➜ Località di partenza<br />

Fontanile di S. Michele<br />

➜ Località di arrivo<br />

Monte Arioso<br />

➜ Difficoltà<br />

E<br />

➜ Tempo di percorrenza<br />

4 ore circa<br />

➜ Dislivello<br />

+ 620 metri<br />

Area geografica Sasso di Castalda faggeta Monte Piérfaone<br />

itinerario ciaspole nr 2<br />

Da San Michele<br />

al Monte Arioso<br />

Nei pressi del Fontanile di S.<br />

Michele, al Fosso dei<br />

Muricci (1090 m), vi sono i<br />

ruderi di uno jazzo; di fianco ad esso<br />

parte uno sterrato che sale in forte<br />

pendenza <strong>sulla</strong> brulla dorsale di Costa<br />

Acqua Morici-ne. Lasciato un<br />

casolare si prende il sentiero <strong>sulla</strong><br />

destra e per una lunga serie di<br />

tornanti si segue la trac-cia che porta<br />

a una leggera altura (1305 m) da<br />

dove la vista si apre verso un vallone.<br />

Qui la natura mon-tana diventa<br />

protagonista e non sorprende la<br />

silhouette di rapaci – poiane e falchi<br />

– che grazie alle cor-renti ascensionali<br />

volteggiano in alto, nel cielo.<br />

Guadagnando di quota la macchia,<br />

bassa e cespugliosa, cede il passo alla<br />

foresta. Il sentiero termina presso la<br />

strada Sasso-Potenza, vicino<br />

all’edicola dedicata alla Madonna del<br />

Sasso (1364 m); giù in fondo, verso<br />

Sud-Ovest, si intravede l’abitato di<br />

Sasso di Ca-stalda. Si riprende<br />

proseguendo a destra (a sinistra la<br />

strada continua fino a Potenza),<br />

salendo lungo la strada panoramica<br />

che scivola sul dorso di profondi<br />

valloni, attraverso la fittissima Foresta<br />

Regionale di Fossa Cupa. Sul ciglio<br />

della strada (1477 m) è possibile<br />

scrutare in basso il profondo solco<br />

della Valle Savuco, ricco di<br />

vegetazione arbustiva. Le ultime<br />

curve della strada attraversano (1585<br />

m) l’impenetrabile Foresta della<br />

Tirata e terminano in un pianoro<br />

circondato da fustaie (abeti e faggi),<br />

pres-so un Rifugio (1615 m) alla base<br />

degli impianti di risalita per il Monte<br />

Arioso.<br />

Dal Casone, per il valloncello dove<br />

scorre la seggiovia, si guadagna la<br />

dorsale ovest della montagna. In<br />

meno di 30 minuti si giunge <strong>sulla</strong><br />

vetta del Monte Arioso (1707 m), la<br />

punta più elevata di un comprensorio<br />

con cime sopra i 1700<br />

metri di quota che segnano la linea<br />

spartiacque tra i bacini dell’Agri a<br />

Sud, e del Basento a Nord-Est.<br />

Questa montagna è un interessante<br />

“giardino forestale” con bellissime<br />

faggete, dove vegeta anche il tasso e<br />

altre conifere, come il pino nero,<br />

l’abete bianco e il pino silvestre. Dal<br />

Monte Arioso si apre un paesaggio<br />

con suggestive vedute panoramiche<br />

<strong>sulla</strong> Valle del Basento, il Vulture, la<br />

dorsale degli Alburni, i monti della<br />

Maddalena e, oltre, le granitiche<br />

balconate del Cervati, il Monte<br />

Volturino e la Val d’Agri racchiusa<br />

dalla mole di Monte Sirino-Papa e<br />

dal Monte Raparo.<br />

Ambito territoriale: Comune di Sasso<br />

di Castalda (PZ)<br />

Accesso stradale: Dalla A3 (E45)<br />

Salerno – Reggio Calabria, si esce allo<br />

svincolo Atena Lucana – Val d’Agri SS<br />

598. Da qui si prosegue sempre per la<br />

Val d’Agri SS 598. Dopo circa 18 Km,<br />

<strong>sulla</strong> destra si trova il bivio di Sasso di<br />

Castalda.<br />

Da Potenza E847 direzione Tito, poi la<br />

SS 95 (SS95 Var.) fino a Brienza.<br />

SS598 bivio di Sasso di Castalda.<br />

Area geografica Monte Raparo tra Spinoso<br />

e San Chirico Raparo<br />

itinerario ciaspole nr 3<br />

Le bianche balconate di<br />

Monte Raparo<br />

Lungo le dorsali settentrionali<br />

del Monte Raparo, che<br />

s’impenna tra i comuni di<br />

San Martino d’Agri e Spinoso,<br />

durante la stagione invernale – da<br />

dicembre a marzo, talvolta anche<br />

aprile – è possibile percor-rere con<br />

le ciaspole questa bella e<br />

interessante escursione <strong>sulla</strong> <strong>neve</strong>.<br />

Se la strada che conduce fino<br />

all’area pic-nic e al rifugio (chiuso),<br />

in località Croce di Raparo (1361<br />

m), è libera dalla <strong>neve</strong>, si può effettuare<br />

questa panoramica<br />

escursione con le ciaspole.<br />

Partendo dal parcheggio (fontanili)<br />

della Croce di Raparo, il percorso<br />

si inoltra subito all’interno della<br />

faggeta sommitale, grazie anche ad<br />

un ampia strada sterrata, comoda<br />

da percorrere anche con gli sci da<br />

fondo e alpinismo. Dopo poche<br />

centinaia di metri si esce dalla<br />

faggeta e ci si affaccia su uno<br />

scenario suggestivo, in località<br />

Murgia d’Andrea (1418 m). Da<br />

qui sono possibili ammirare i<br />

versanti settentrionali del Monte<br />

Alpi, mentre di fronte, verso Ovest,<br />

si staglia il maestoso massiccio del<br />

Monte Sirino-Papa (2005 m).<br />

Dalla Murgia d’Andrea si punta<br />

verso Est e si comincia a risalire<br />

lungo il versante occidentale del<br />

Monte Raparo. La pista conduce<br />

fino agli ampi pianori calcarei che<br />

si trovano nella parte superiore<br />

della montagna. Da qui è possibile<br />

➜ Località di partenza e arrivo<br />

Croce di Raparo<br />

➜ Difficoltà<br />

E prima parte, EE seconda parte<br />

➜ Tempo di percorrenza<br />

6 ore circa (a/r)<br />

➜ Dislivello<br />

+ - 320 metri<br />

➜ Lunghezza del percorso<br />

8 chilometri circa (a/r)<br />

effettuare una lunga (ma facile)<br />

passeggiata attraverso tutta l’area<br />

della vetta caratterizzata dalle<br />

numerose doline e da piccole<br />

vallette concave d’origine carsica.<br />

Volendo, per più intraprendenti e<br />

tecnicamente allenati, c’è la<br />

possibilità di potersi spingere anche<br />

fino al Verro della Croce (1672 m),<br />

balconata panoramica lungo il<br />

versante meridionale di monte<br />

Raparo, dal quale si gode una<br />

spettacolare vista di dei caseggiati<br />

di Ca-stelsaraceno, San Chirico<br />

Raparo e, ovviamente, il maestoso<br />

Monte Alpi.<br />

Ambito territoriale: Comuni di Spinoso<br />

e San Chirico Raparo (PZ)<br />

Accesso stradale: Strada Comunale per<br />

la Croce di Raparo da Spinoso.<br />

APPENNINO LUCANO<br />

41


Lezioni sul campo:<br />

educare all’ambiente<br />

T ESTO DI A NNALISA P ORPORATO / FOTO DI A NTONIO C ONTE E M ASSIMO P IACENTI<br />

42<br />

APPENNINO LUCANO<br />

Il presente di un parco è nelle mani<br />

di gestori e fruitori dell’area protetta;<br />

il suo futuro, è affidato alle giovani<br />

generazioni che lo erediteranno<br />

e che dovranno saperlo ampliare<br />

e conservare.<br />

Educare all’ambiente è<br />

considerato un obiettivo<br />

fondamentale per il futuro<br />

dei nostri parchi poiché, solo<br />

concentrandosi sui più piccoli, è<br />

possibile gettare le basi per quella<br />

formazione ambientale necessaria<br />

alla salvaguardia della natura.<br />

Se un bambino di soli venti<br />

mesi riesce ad imparare, partendo<br />

da un semplice esempio, a<br />

differenziare correttamente la<br />

carta dalla plastica, il vetro dall’umido,<br />

immaginate quanto<br />

può essere utile un buon programma<br />

didattico rivolto alle generazioni<br />

future. D’altronde,<br />

non bisogna dimenticare che<br />

abitiamo questo pianeta solo<br />

momentaneamente, ed è nostro<br />

compito consegnarlo integro alle<br />

generazioni future.<br />

A questo scopo, i parchi naturali<br />

si rivelano fondamentali, e diventano<br />

un vero e proprio laboratorio<br />

per la sperimentazione e<br />

lo sviluppo di attività utili alla<br />

qualificazione ambientale. In<br />

particolare, nell’ambito del Parco<br />

Nazionale dell’Appennino Lucano<br />

Val d’Agri - Lagonegrese, gli<br />

organi responsabili hanno già avviato<br />

un progetto di tutela e gestione<br />

del territorio, volto soprattutto<br />

alla conoscenza del-<br />

l’area protetta allo scopo di superare<br />

la disinformazione e la diffidenza<br />

che purtroppo sempre accompagnano<br />

la nascita delle aree<br />

protette.<br />

Il progetto “Il Parco nel Nostro<br />

Futuro…”, rivolto soprattutto<br />

alle scuole medie, è patrocinato<br />

dall’Ufficio Scolastico Regionale<br />

della Basilicata e si pone come<br />

obiettivo “quello di informare, di<br />

sensibilizzare e di approfondire<br />

la conoscenza del territorio e del<br />

Parco, attraverso il coinvolgimento<br />

diretto delle scuole ricadenti<br />

nella propria area”. Il piano<br />

di lavoro si sviluppa in due fasi.<br />

Quella iniziale, prevede seminari<br />

e dibattiti rivolti in particolare al<br />

mondo dell’informazione, alle<br />

istituzioni locali e a tutte quelle<br />

organizzazioni che a vario titolo<br />

(mondo produttivo, soggetti istituzionali<br />

ed economici) operano<br />

all’interno del parco, in modo da<br />

promuovere la conoscenza del<br />

parco stesso in tutte le sue sfaccettature<br />

e le sue potenzialità per<br />

uno sviluppo sostenibile. Sviluppo,<br />

necessario per un rilancio<br />

economico e sociale di quest’area,<br />

che deve partire dai punti<br />

di forza già presenti sul territorio:<br />

natura, ruralità, storia, cultura,<br />

eccellenze agroalimentari.<br />

Viene inoltre approfondito<br />

l’aspetto della tutela dell’ambiente<br />

e della salute, della conservazione<br />

della biodiversità e della<br />

gestione delle risorse ambientali.<br />

APPENNINO LUCANO<br />

43


I Centri di Educazione<br />

Ambientale<br />

Il Ministero dell’Ambiente,<br />

attraverso il “Programma di<br />

intervento per l’informazione e<br />

l’educazione ambientale” (INFEA:<br />

Informazione, Formazione,<br />

Educazione Ambientale), ha<br />

promosso un progetto di<br />

educazione, sensibilizzazione ed<br />

informazione ambientale nei<br />

confronti di tutti i cittadini<br />

attraverso le regioni, la creazione<br />

ed il rinforzo dei Centri di<br />

Educazione Ambientale (C.E.A.).<br />

Scopo dei C.E.A. è quello di<br />

“aiutare i singoli cittadini, enti<br />

pubblici e privati, studenti a<br />

comprendere la necessità di un<br />

nuovo stile di vita, più rispettoso<br />

dell’ambiente”. Le attività di<br />

questi enti prevedono<br />

informazione, sensibilizzazione,<br />

divulgazione, visite guidate ai<br />

musei del parco ed escursioni<br />

sul territorio allo scopo di<br />

approfondire le conoscenze sugli<br />

endemismi tipici della zona,<br />

appoggio ai docenti delle<br />

strutture didattiche, fungendo<br />

anche da raccordo tra le<br />

comunità locali e le istituzioni<br />

nazionali.<br />

44<br />

Il futuro nelle mani<br />

dei giovani<br />

Nella seconda fase sono coinvolti<br />

direttamente i 2400 studenti<br />

delle scuole medie inferiori dei<br />

29 comuni del territorio all’interno<br />

dei confini del parco tramite<br />

percorsi didattici di educazione<br />

ambientale, diversificati per ogni<br />

anno scolastico. Lo scopo è quello,<br />

importantissimo, di presentare<br />

ai giovani il parco, sensibilizzandoli<br />

sui temi della salvaguardia<br />

della biodiversità e sull’utilizzo<br />

sostenibile delle risorse, così da<br />

sviluppare un senso di appartenenza<br />

e una sensibilità che durino<br />

nel tempo. Il progetto si articola<br />

in tre tappe fondamentali:<br />

un primo percorso didattico in<br />

classe con lezioni teoriche e attività<br />

di laboratorio, è volto a incoraggiare<br />

i ragazzi nell’approfondimento<br />

dell’ecologia e nello studio<br />

degli ecosistemi, consentendo<br />

loro di valutare l’impatto dell’uomo<br />

e delle sue attività sul territorio,<br />

di avvicinarsi alla cartografia,<br />

di conoscere i prodotti<br />

agroalimentari tipici e le tradizioni<br />

produttive. Inoltre, i ragazzi,<br />

saranno accompagnati in attività<br />

volte a riconoscere le piante e gli<br />

animali. La seconda fase consiste<br />

in un’escursione nel parco, nel<br />

corso della quale ogni classe realizzerà<br />

una sorta di mini-documentario<br />

video di 3/5 minuti che<br />

racchiude una sintesi di quanto<br />

appreso fino a quel momento.<br />

I più rappresentativi saranno proiettati<br />

durante la “Festa del Parco”<br />

e al migliore sarà riconosciuto<br />

un premio.<br />

L’ultima fase prevede proprio la<br />

partecipazione alla “Festa del Parco”<br />

in cui le scolaresche confronteranno<br />

le proprie esperienze e<br />

sarà allestita una mostra per raccogliere<br />

le varie testimonianze.<br />

Questo progetto contempla alcune<br />

iniziative che si prefiggono lo<br />

scopo di sensibilizzare i giovani<br />

verso l’ecologia, quali l’uso esclusivo<br />

di carta riciclata e non sbiancata<br />

con cloro, la riduzione della<br />

distanza degli spostamenti e la<br />

messa a dimora di 100 alberi di<br />

NOTIZIE UTILI<br />

C.E.A. di Viggiano<br />

“Museo del Lupo”<br />

C.da Fontana dei Pastori,<br />

Montagna Grande di Viggiano<br />

(Sede Legale)<br />

C.da Santa Lucia, 85059 Viggiano<br />

(Segreteria e Sede operativa)<br />

Tel. 0975.311333<br />

Fax 0975.350006<br />

wwfvaldagri@libero.it<br />

www.aceaviggiano.it<br />

specie autoctone. Il programma<br />

didattico è stato elaborato con la<br />

collaborazione di associazioni<br />

ambientaliste e dei C.E.A. (Centri<br />

di Educazione Ambientale)<br />

operanti all’interno del parco. Tali<br />

associazioni sono: Legambiente<br />

– Circolo territoriale Val d’Agri,<br />

WWF Basilicata, Acli Ambiente<br />

Basilicata, Centro Studi <strong>Natura</strong>listici<br />

“Nyctalus” di San Martino<br />

d’Agri, CEA “Museo del<br />

Lupo” di Viggiano, CEA “Oasi<br />

Bosco Faggeto” di Moliterno,<br />

CEA “Il vecchio Faggio” di Sasso<br />

Castalda.<br />

C.E.A. di Moliterno<br />

“Oasi di Bosco Faggeto”<br />

Palazzo Valinoti,<br />

P.za Vittorio Veneto c/o<br />

I C.E.A. del<br />

Parco Nazionale<br />

Il “Museo del Lupo” di Viggiano si<br />

trova nel cuore di una faggeta. Il<br />

suo programma, nell’ambito del<br />

progetto “Il Parco nel Nostro<br />

Futuro…” prevede i seguenti temi:<br />

geografia del nostro parco,<br />

elementi di geologia, la<br />

vegetazione, il parco ed i suoi<br />

abitanti, la storia nel nostro parco,<br />

elementi di geomorfologia e<br />

cartografia, l’acqua ed i suoi<br />

abitanti, l’uso dell’acqua nella<br />

storia, il ciclo dell’acqua. “L’Oasi<br />

Bosco Faggeto” di Moliterno si<br />

sviluppa tra i 900 ed 1200 metri. Il<br />

suo programma, anch’esso<br />

previsto nell’ambito del progetto<br />

“Il Parco nel Nostro Futuro…” si<br />

concentra sulle tematiche legate<br />

all’ecosistema bosco, alle attività<br />

di riconoscimento delle piante e,<br />

infine, ad un decalogo di regole<br />

per “vivere” la natura. “Il Vecchio<br />

Faggio” di Sasso Castalda è<br />

situato nel cuore del paese e<br />

prevede anche soggiorni<br />

didattici. Il suo programma,<br />

nell’ambito del progetto “Il Parco<br />

nel Nostro Futuro…” si articola<br />

sui temi: incontriamo il cervo, a<br />

spasso tra le ere geologiche,<br />

conosciamo gli alberi, adottiamo<br />

un “tesoro del Parco”.<br />

BiblioMediateca “Racioppi”,<br />

Moliterno<br />

Cell. 389.6854408<br />

333.7321941<br />

Fax 0975.668537<br />

faggetomoliterno@libero.it<br />

C.E.A. di Sasso di Castalda<br />

“Il Vecchio Faggio”<br />

Via Piano La Pietra 1,<br />

Sasso Castalda<br />

Tel. 0975.385072<br />

www.legambientebasilicata.it informazioni<br />

APPENNINO LUCANO APPENNINO LUCANO<br />

45


Inverno Outdoor<br />

scivolando <strong>sulla</strong> <strong>neve</strong><br />

T ESTO DI A NNALISA P ORPORATO / FOTO DI M ASSIMO P IACENTINO<br />

All’interno del Parco Nazionale dell’Appennino<br />

Lucano è possibile praticare sport invernali alla<br />

portata di tutti e per tutti i gusti:<br />

dal fondo immersi in boschi secolari,<br />

alle discese da brivido lungo impianti attrezzati.<br />

46<br />

In prima battuta potrebbe<br />

sembrare strano l’abbinamento<br />

area protetta–piste<br />

da sci, ma a ben vedere i due<br />

termini non sono poi così in<br />

contrasto. È sufficiente il buon<br />

senso di evitare mega-comprensori<br />

di dimensioni titaniche<br />

che deturpano le montagne,<br />

per orientarsi su piccoli<br />

impianti e piste immerse in<br />

una natura magnifica e intatta<br />

per ottenere un connubio perfetto<br />

in cui l’uno valorizza l’al-<br />

tro. Buon senso che non è<br />

mancato in questo cuore verde<br />

della Basilicata, in grado di coniugare<br />

lo sviluppo degli sport<br />

invernali con le esigenze del<br />

Parco Nazionale. Complici nevicate<br />

spesso abbondanti, i rilievi<br />

del Parco Nazionale dell’Appennino<br />

Lucano indossano,<br />

ogni anno, un candido<br />

mantello e attirano numerosi<br />

appassionati degli sport invernali.<br />

Le stazioni sciistiche presenti<br />

sul territorio sono tutte<br />

pre-esistenti l’istituzione del recente<br />

parco, ma non hanno<br />

avuto problemi ad essere incluse<br />

nei suoi confini, contribuendo a<br />

creare l’idea di un’area protetta<br />

non asettica e “vuota”, ma viva e<br />

attiva, dove i visitatori si sentono<br />

ospiti ben accetti. Certamente<br />

un ottimo modo per assicurare<br />

il futuro del parco poiché<br />

solo chi frequenta e conosce<br />

personalmente i luoghi può<br />

amarli e, amandoli, desiderare<br />

la loro salvaguardia.<br />

A pochi passi da Potenza è possibile<br />

immergersi nel panorama<br />

invernale godendo le bellezze<br />

naturali dei boschi lucani, immersi<br />

nel silenzio, percorrendo<br />

piste adatte a tutti i tipi di sciatori:<br />

dai più esperti e temerari<br />

fino ai principianti e ai bambini.<br />

Piste con nomi da favola che<br />

evocano, più che discese nevrotiche,<br />

calmi pendii in cui scaricare<br />

tutte le tossine nocive del<br />

proprio fisico, rigenerando anche<br />

la mente.<br />

Non solo sci alpino, ma anche<br />

sci di fondo lungo itinerari che<br />

attraversano magnifiche abetine<br />

e faggete. Un ambiente naturale<br />

invitante in cui anche chi non<br />

APPENNINO LUCANO APPENNINO LUCANO<br />

47


Non solo sci<br />

Presso tutte le stazioni sciistiche<br />

lucane è possibile praticare<br />

attività diverse dallo sci. In primis<br />

le escursioni con le ciaspole. Le<br />

slitte poi, permettono di scivolare<br />

leggeri mentre robusti bob<br />

consentono di provare l’ebbrezza<br />

della velocità. Per i più piccini<br />

diventa irresistibile il “tubing”,<br />

ossia grosse ciambelle di gomma<br />

sulle quali scivolare in tutta<br />

sicurezza, attività che presto sarà<br />

possibile a Viggiano. L’ultimo<br />

arrivato tra le discipline sportive,<br />

praticabili anche in inverno, è il<br />

Nordic Walking, attività che<br />

consente di allenare il proprio<br />

fisico camminando con l’aiuto di<br />

bastoncini. Il “Sauvakavely”,<br />

nome finnico del Nordic Walking,<br />

è sport allo stato puro poiché<br />

compiuto nel modo corretto<br />

mette in moto ben oltre 600<br />

muscoli del corpo. Affidandosi ad<br />

insegnanti preparati, ci si muove<br />

con ritmo rapido, gesti coordinati<br />

ed eleganti che avvicinano la<br />

camminata alla danza.<br />

48<br />

ama gli sport invernali può trovare<br />

la propria “dimensione relax”,<br />

magari gustando un buon<br />

piatto tipico, accanto ad un camino<br />

acceso, ammirando un panorama<br />

mozzafiato. E chissà che<br />

non venga voglia, l’indomani, di<br />

provare a mettere finalmente gli<br />

sci ai piedi…<br />

Discese sotto le stelle nel<br />

comprensorio del<br />

Volturino-Viggiano<br />

Gli sci scorrono tranquilli. Sulla<br />

testa ammiccano le stelle di una<br />

bella notte serena, fredda ma limpida<br />

come solo certe notti invernali<br />

sanno essere. Nel silenzio della<br />

notte, si percorrono i sentieri<br />

immersi nel buio o ci si abbandona<br />

ad una scivolata con la slitta,<br />

ben imbacuccati.<br />

Utopia? Sogno ad occhi aperti?<br />

Macchè, pura realtà. Tutto questo<br />

è reso possibile dall’illuminazione<br />

notturna dell’area sciistica Montagna<br />

Grande di Viggiano che, in<br />

occasioni particolari, quali feste o<br />

gare, apre le sue piste anche durante<br />

le ore dei gufi. L’area di<br />

Montagna Grande, nel comune<br />

di Viggiano, fa parte del comprensorio<br />

sciistico Volturino-Vig-<br />

giano che domina l’intera Val<br />

d’Agri. In particolare si estende<br />

dai 1410 metri fino ai 1600 metri<br />

d’altitudine ed è provvista di<br />

due sciovie da 500 e 250 metri<br />

che servono due piste lunghe 550<br />

e 300 metri, classificate come rosse.<br />

Inoltre una pista speciale è approntata<br />

in un campo scuola, luogo<br />

adatto a bambini e sciatori inesperti,<br />

servita da una manovia che<br />

verrà presto sostituita da un più<br />

pratico tappeto trasportatore. Per<br />

gli amanti dello sci di fondo è a<br />

disposizione un anello da 3 chilometri<br />

che si immerge nel fascino<br />

dei boschi di faggio. Chi non è interessato<br />

unicamente allo sport,<br />

può visitare, all’interno di una<br />

baita in legno, l’appassionante<br />

museo tematico WWF sul lupo<br />

appenninico, un’occasione per<br />

conoscere meglio questo splendido<br />

animale grazie a documentari<br />

e lezioni di esperti. Punto dominante<br />

dell’intero comprensorio è<br />

la cima del Monte Volturino che<br />

svetta a 1865 metri. Gli impianti<br />

della stazione sciistica del Volturino<br />

fanno parte del comune di<br />

Marsicovetere. Qui, gli sportivi<br />

possono trovare una seggiovia<br />

lunga 1200 metri da cui si accede<br />

alla pista classificata come rossa,<br />

che si snoda per circa 400 metri<br />

di dislivello lungo le pendici del<br />

monte percorrendo una distanza<br />

di 2600 metri. Da questa si diramano<br />

due varianti: una nera per<br />

esperti e una più semplice adatta<br />

anche ai bambini, servita da uno<br />

skilift lungo 300 metri. Da poco<br />

è attrezzata anche una pista di sci<br />

di fondo.<br />

Sellata-Arioso,<br />

il comprensorio storico<br />

dell’Appennino Lucano<br />

Il comprensorio sciistico di Sellata-Arioso<br />

era già attivo negli anni<br />

’30, ed è il più frequentato<br />

grazie soprattutto alla vicinanza<br />

alla città di Potenza. Il comune<br />

di Abriola, cui fanno capo gli<br />

impianti dell’area di Sellata, dista<br />

infatti dalla città appena 20 chilometri.<br />

Abriola, affascinante<br />

borgo di montagna di 1800 abitanti<br />

dalla caratteristica conformazione<br />

urbana di origine medioevale,<br />

è la base di partenza per<br />

gli impianti che portano fino ai<br />

1737 metri del Monte Pierfaone<br />

grazie a due impianti di risalita<br />

(una seggiovia e una sciovia) e a<br />

due tappeti trasportatori. Da<br />

qui, gli sciatori non hanno che<br />

l’imbarazzo della scelta tra quattro<br />

diverse piste: da Campo del<br />

Sole, lunga 600 metri con 105<br />

metri di dislivello e classificata<br />

blu, fino alla nera di Pietra del<br />

Tasso lunga 1600 metri con 267<br />

metri di dislivello, passando per<br />

le rosse Fossa Neviera da 1600<br />

metri di lunghezza su 277 metri<br />

di dislivello e La Sorgente da 500<br />

metri di lunghezza e 110 metri<br />

di dislivello. Sul tracciato di Pietra<br />

del Tasso si trova inoltre, un<br />

percorso per lo sci di fondo a<br />

quota 1380 metri, estesa per cir-<br />

Sicurezza sulle piste<br />

Sicurezza soprattutto sulle piste di<br />

sci alpino dove, complice la<br />

velocità, gli incidenti possono<br />

anche essere gravi. Un decalogo è<br />

stato stilato dalla FIS:<br />

1. Non mettere in pericolo<br />

l’incolumità degli altri sciatori.<br />

2. Mantieni una velocità adeguata<br />

alle tue capacità e alle condizioni<br />

<strong>sulla</strong> pista.<br />

3. Chi è a monte deve tenere una<br />

direzione che eviti il pericolo di<br />

collisione con chi è a valle.<br />

4. Il sorpasso può essere<br />

effettuato a distanza e senza<br />

causare difficoltà agli altri.<br />

5. Chi si immette o attraversa una<br />

pista deve farlo senza creare<br />

pericolo.<br />

6. Evitare di fermarsi in mezzo alla<br />

pista o dove manca visibilità. In<br />

caso di caduta si deve sgombrare<br />

il più velocemente possibile la<br />

pista.<br />

7. Se si risale una pista, o si<br />

discende a piedi, si deve procedere<br />

lungo i bordi della stessa.<br />

8. Si è tenuti al massimo rispetto<br />

delle indicazioni esposte.<br />

9. In caso di incidente si deve<br />

prestare soccorso.<br />

10. Se coinvolti in un incidente,<br />

anche come testimoni, si è tenuti a<br />

fornire le proprie generalità.<br />

Sotto i quattordici anni è<br />

obbligatorio il casco, regola che<br />

andrebbe seguita anche dagli<br />

adulti per evitare traumi alla testa<br />

in caso di cadute anche banali.<br />

APPENNINO LUCANO APPENNINO LUCANO<br />

49


Le scuole di sci<br />

Presso le stazioni invernali lucane<br />

si trovano scuole di sci serie e<br />

professionali a disposizione degli<br />

aspiranti sciatori. Le scuole di sci<br />

iscritte nell’elenco regionale sono<br />

tre ed i maestri attivi quindici.<br />

Nell’ottica della sicurezza è<br />

importante affidarsi a<br />

buoni insegnanti.<br />

Essi permettono di<br />

avvicinarsi ad un<br />

mondo<br />

affascinante ma<br />

che può anche<br />

rivelarsi pericoloso,<br />

se praticato in modo<br />

non corretto.<br />

La Scuola di Sci Sellata-<br />

Arioso, nata nel 1989, opera<br />

nel comprensorio dei monti<br />

Pierfaone-Arioso. Consta di cinque<br />

maestri specializzati nelle diverse<br />

discipline e organizza anche gare e<br />

fiaccolate.<br />

La Scuola di Sci Lucana, nata nel<br />

2008, ha in organico sei maestri di<br />

sci alpino e diversi collaboratori<br />

per l’insegnamento dello sci di<br />

fondo e il Nordic Walking.<br />

La Scuola di Sci Monte Sirino,<br />

costituita nel 2009, vede impegnati<br />

due maestri specializzati nello sci<br />

alpino e due per lo sci di fondo.<br />

Attenzione particolare viene<br />

riservata ai bambini e alle<br />

scolaresche.<br />

COME ARRIVARE<br />

Comprensorio Volturino-Viggiano<br />

Montagna Grande di Viggiano –<br />

In auto.<br />

Versante tirrenico A3 Salerno-<br />

Reggio Calabria, uscita Atena<br />

Lucana, poi SS598 Val d’Agri,<br />

uscita Viggiano, Villa d’Agri.<br />

Versante jonico SS106, uscita<br />

Scanzano Jonico, Val d’Agri, poi<br />

SS598 direzione Val d’Agri, uscita<br />

Viggiano, Grumento Nuova.<br />

Versante adriatico Autostrada<br />

Adriatica A14, uscita Foggia, segue<br />

50<br />

APPENNINO LUCANO<br />

ca 3,4 chilometri lungo cinque<br />

piste differenti che si snodano in<br />

un dolce saliscendi tra i faggi centenari.<br />

L’area sciistica di Arioso, invece,<br />

fa capo al comune di Sasso di Castalda,<br />

antica roccaforte normanna<br />

posta a 950 metri e con appena<br />

900 abitanti. Da qui risale fino<br />

ai 1713 metri della Serra Giumenta<br />

e al panoramicissimo<br />

Monte Arioso dalla cui vetta (m<br />

1709) si apre una vista spettacolare<br />

sulle cime circostanti quali il<br />

Volturino, il Pollino, il Monte Alpi,<br />

il Sirino, il Cervati, i Monti<br />

Alburni e Cervialto. Conta tre<br />

sciovie e tre tappeti trasportatori<br />

che conducono a cinque piste:<br />

Scoiattolo (lunga 830 metri per<br />

SS16 direzione Potenza/<br />

Candela/Melfi, SS655 direzione<br />

Potenza/Melfi, quindi SS658 e poi<br />

SS407 Basentana, quindi SS95<br />

direzione Satriano/Val d’Agri,<br />

SS598 Fondovalle d’Agri uscita<br />

Viggiano. Da Viggiano indicazioni<br />

“Montagna di Viggiano”.<br />

Volturino, Comune di<br />

Marsicovetere –<br />

In auto.<br />

Da Potenza Basentana dir. Salerno<br />

uscita Tito, poi SP Tito-Brienza,<br />

SS598 Val d’Agri. Da Taranto<br />

49 metri di dislivello, segnalata<br />

come blu), la rossa Serra Giumenta<br />

(550 metri di lunghezza<br />

per 77 metri di dislivello), Picchio<br />

(400 metri di lunghezza e 70 di<br />

dislivello), Arioso Nord (380 metri<br />

di lunghezza e 76 metri di dislivello)<br />

e per i più temerari la nera<br />

Arioso Ovest, lunga 450 metri<br />

su 127 metri di dislivello. Il collegamento<br />

tra la stazione di Pierfaone<br />

e il Monte Arioso è possibile<br />

tramite uno sky-way lungo la<br />

linea di cresta che unisce le due cime.<br />

Non solo sci, però. Gli amanti<br />

della buona tavola potranno<br />

trovare, grazie ai rifugi in quota,<br />

l’ambiente giusto dove gustare<br />

piatti tipici in un contesto rilassato<br />

e piacevole.<br />

SS106 e poi SS598 Val d’Agri, da<br />

Napoli A3 Salerno-Reggio Calabria,<br />

uscita Atena Lucana, poi SS 598<br />

Val d’Agri.<br />

Da Villa d’Agri segnaletica per<br />

Marsicovetere e quindi Monte<br />

Volturino.<br />

Comprensorio Sellata-Arioso<br />

Sellata, Comune di Abriola –<br />

In auto.<br />

Da Salerno, Napoli, Avellino<br />

raccordo autostradale Potenza-<br />

Sisignano, svincolo di<br />

Laurenzana. Da Bari, Taranto,<br />

Il fascino dell’alta quota,<br />

sciando sulle vette del<br />

Sirino-Papa<br />

Il massiccio del Sirino è il rilievo<br />

più distante rispetto alla città di<br />

Potenza, a circa un centinaio di<br />

chilometri, ma comprende le cime<br />

più elevate dell’Appennino<br />

meridionale poste al di fuori del<br />

vicino Parco del Pollino, come il<br />

Monte Papa (m 2005) e la vetta<br />

del Sirino (m 1900), entrambe<br />

ambite mete di escursionisti. Attorno<br />

alle sue pendici ospita due<br />

stazioni sciistiche di pregio. La<br />

prima è la stazione del Lago<br />

Laudemio, compresa nel comune<br />

di Lagonegro da cui dista appena<br />

3 chilometri. Si tratta di<br />

un bacino lacustre di circa 25 et-<br />

Lecce, Matera raccordo<br />

autostradale Potenza-Sicignano,<br />

svincolo Potenza Ovest. Da<br />

Potenza SP5 fino al bivio di<br />

Abriola, poi continuare <strong>sulla</strong> SP<br />

Sellata Pierfaone.<br />

In autobus. Compagnia Ferrovie<br />

Appulo Lucane s.r.l. (Tel.<br />

080.5725211 – www.falsrl.it/home.php)<br />

Arioso, Comune di Sasso di<br />

Castalda – In auto.<br />

Da Salerno, Napoli, Avellino,<br />

Lagonegro A3 Salerno-Reggio<br />

tari posto a 1500 metri ed è il lago<br />

glaciale più a sud d’Europa.<br />

Meta per gli escursionisti d’estate,<br />

in inverno si trasforma, e attorno<br />

alle sue rive si dipanano<br />

piste di sci di fondo. Una seggiovia<br />

biposto porta alla cima del<br />

Monte Sirino da dove parte la<br />

pista nera Forcella del Papa, lunga<br />

ben 2200 metri, mentre due<br />

sciovie portano alle piste principianti,<br />

lunga 240 metri, e Monte<br />

Sirino da 376 metri. Visto<br />

Calabria, svincolo di Atena<br />

Lucana, segue SS598 direzione<br />

Taranto fino allo svincolo per<br />

Sasso di Castalda.<br />

Da Bari, Taranto, Lecce, Matera<br />

raccordo autostradale Potenza-<br />

Sisignano, svincolo di Tito, poi<br />

SS95 Tito-Brienza direzione<br />

Brienza fino allo svincolo per<br />

Sasso Castalda. In autobus.<br />

Autolinee F.lli Vittorio e Italo<br />

Gambioli (Tel. 0975.352675 –<br />

www.autolineegambioli.it) oppure<br />

Autolinee SITA (www.sitabus.it).<br />

l’accentuato dislivello del monte,<br />

le piste di questa stazione<br />

rappresentano un buon banco di<br />

prova per gli sciatori più esperti.<br />

Una sciovia collega questa località<br />

agli impianti di Conserva di<br />

Lauria dove, complici dislivelli<br />

limitati (si va dai 1410 ai 1560<br />

metri), si scopre un luogo ideale<br />

per i principianti che possono<br />

così muoversi in tutta sicurezza<br />

grazie anche alla presenza di un<br />

campo scuola.<br />

Comprensorio del Sirino<br />

Lago Laudemio, Comune di<br />

Lagonegro – In auto.<br />

Da Salerno, Napoli, Avellino A3<br />

Salerno-Reggio Calabria, uscita<br />

Lagonegro Sud.<br />

Conserva di Lauria –<br />

In auto.<br />

Da Salerno, Napoli, Avellino A3<br />

Salerno-Reggio Calabria, uscita<br />

Lauria Nord. Da Bari, Taranto,<br />

Lecce, Matera SS106 fino a<br />

Policoro, poi SS653 fino allo<br />

svincolo Lauria Nord. informazioni<br />

APPENNINO LUCANO<br />

51


Luoghi dell’Infinito<br />

sulle orme della fede<br />

T ESTO DI C ARLO R OCCA / FOTO DI A NTONIO C ONTE E M ASSIMO P IACENTINO<br />

Strade percorse da pellegrini e mercanti, chiese e monasteri<br />

costruiti in tempi remoti. I sentieri e i luoghi della fede<br />

nella Lucania più antica, tra storia e misticismo.<br />

Quando Diocleziano, al fine<br />

di collegare Roma alla Lucania,<br />

ricca d’acqua e di<br />

prodotti agricoli, progettò una<br />

nuova strada poi nota come Via<br />

Herculia, non immaginava certo<br />

la funzione che la stessa avrebbe<br />

assunto nel Medioevo. Una volta<br />

tramontato l’Impero e affermatasi<br />

la religione cristiana, proprio questa<br />

strada divenne strumento della<br />

prima evangelizzazione dell’area.<br />

Progressivamente, i pellegrini<br />

presero a servirsene sempre<br />

più frequentemente per raggiungere<br />

Roma fino a quando, l’antico<br />

tracciato, venne a coincidere con<br />

il segmento meridionale della Via<br />

Francigena, il cui noto percorso<br />

conduce dal Nord Europa agli approdi<br />

per Gerusalemme. Il progetto<br />

europeo “Cammini d’Europa”<br />

comprende, non solo il Cammino<br />

di Santiago e le Vie Francigene,<br />

ma anche i percorsi Mariani<br />

legati alla Via Herculia: la Basilicata<br />

propone la riscoperta del suo<br />

antico ruolo quale crocevia tra<br />

l’Europa e il Sud del Mediterraneo.<br />

L’antico tracciato della Via<br />

Herculia è ormai andato perduto<br />

ma, al fine di riappropriarsi della<br />

storia e dell’atmosfera di questa<br />

via della fede, sono stati realizzati<br />

due itinerari che ricalcano tratti<br />

dell’antico asse viario: quello indicato<br />

come “rosso”, si articola in<br />

6 tappe e, con i suoi 245 chilometri,<br />

conduce da Sant’Arcangelo<br />

a Venosa, passando per Potenza<br />

mentre, l’itinerario “verde”, si<br />

sviluppa in 5 tappe da Forenza a<br />

Sant’Arcangelo, per un totale di<br />

218 chilometri. Ricerche condotte<br />

sul territorio hanno rivelato significative<br />

contaminazioni tra i<br />

centri della Val d’Agri e le civiltà<br />

pre-romane. Una religiosità precristiana,<br />

affascinante e mistica, è<br />

rappresentata dal rinvenimento<br />

di alcune piccole statue dedicate<br />

al culto di Mefite e di Eracle. Il<br />

passaggio dall’antica religiosità<br />

pagana al nuovo e potente culto<br />

mariano si diffonde – a partire da<br />

Armento<br />

–<br />

in tutto il territorio lucano e, i<br />

numerosissimi santuari, ne sono<br />

il segno più tangibile. Costruiti<br />

laddove un tempo sorgevano luoghi<br />

sacri dedicati alla venerazione<br />

di divinità agricole, i santuari lucani<br />

si caratterizzano per la loro<br />

monumentalità e per la tipica<br />

struttura a terrazze.<br />

Itinerari religiosi<br />

tra chiese e santuari<br />

Lungo gli antichi tracciati che<br />

percorrono l’Appennino Lucano,<br />

sono stati costruiti paesi,<br />

monasteri, aree produttive, e<br />

perfino città. Tutti i centri abitati<br />

custodiscono preziose testimonianze<br />

dell’intimo rapporto tra<br />

gli abitanti e il mondo del sacro.<br />

52 APPENNINO LUCANO APPENNINO LUCANO<br />

53


La Via Herculiæ,<br />

da Diocleziano ai<br />

giorni nostri<br />

La via venne costruita per volere<br />

dell’Imperatore Diocleziano alla<br />

fine del III secolo d.C. Il suo<br />

nome deriva da Massimiano -<br />

Maximianus Herculius – che ne<br />

curò la realizzazione. La strada<br />

partiva dalla Via Traiana e<br />

collegava la stessa ai principali<br />

centri lucani, tra cui l’antica<br />

Grumentum, terminando ad<br />

Herculia dove si congiungeva<br />

con la Via Popilia. Grazie<br />

all’opera del Gal Akiris, la via è<br />

stata oggetto di scavi, recupero e<br />

conservazione, ma soprattutto di<br />

un’attenta valorizzazione dal<br />

punto di vista storico-culturale.<br />

L’antica strada romana,<br />

originariamente utilizzata per<br />

collegare Roma con l’importante<br />

provincia lucana, divenne con il<br />

tempo un passaggio obbligato<br />

dei traffici civili e commerciali,<br />

facendo della Lucania un<br />

importante crocevia dell’<strong>Italia</strong><br />

centro meridionale, oltreché un<br />

passaggio obbligato per i<br />

pellegrini diretti a Roma.<br />

A Castelsaraceno, raggiungendo<br />

il Santuario di Novi Velia, o<br />

partecipando alla festa della<br />

Madonna del Carmine, si riscoprono<br />

le tracce dei monaci basiliani<br />

mentre ad Armento è particolarmente<br />

sentito il culto mariano<br />

della Madonna della Stella,<br />

celebrata a maggio e settembre.<br />

Atmosfere religiose anche a<br />

San Chirico Raparo, dove sorgono<br />

le abbazie di Sant’Angelo<br />

e di San Michele al Monte Raparo,<br />

quest’ultima fondata nel<br />

X secolo dai monaci basiliani e<br />

proclamata monumento nazionale<br />

nel 1927. San Michele è<br />

oggi l’unico edificio religioso a<br />

noi pervenuto delle 400 chiese<br />

bizantine la cui presenza sul territorio<br />

è documentata fino al<br />

XIV secolo. A circa 3 chilometri<br />

dal centro di Marsiconuovo si<br />

trova invece il Monastero di<br />

Santa Maria di Loreto, fondato<br />

nel 1547 e sviluppato intorno al<br />

chiostro quadrangolare, con celle<br />

per i monaci. Altre tracce di<br />

un passato remoto si nascondono<br />

tra i ruderi del Convento di<br />

Santa Maria dell’Aspro, che incontriamo<br />

percorrendo una<br />

strada tortuosa e panoramica da<br />

Marsicovetere a Villa d’Agri.<br />

COME ARRIVARE<br />

Sant’Arcangelo, Monastero di<br />

Sant’Orsoleo<br />

Per chi viene da Nord: Autostrada<br />

A3 Salerno-Reggio Calabria, uscita<br />

Atena Lucana. Per chi proviene dal<br />

Sud: Autostrada A3 Salerno-Reggio<br />

Calabria, uscita Lauria, Strada<br />

Statale Sinnica.<br />

Viggiano, Madonna Nera<br />

Da Potenza: E847 poi SS95 e<br />

SP11. Oppure SS598<br />

Il culto mariano nel parco<br />

I santuari mariani, spesso posti <strong>sulla</strong><br />

cima di un colle, rappresentano<br />

la dimensione più intima della vita<br />

religiosa dei piccoli borghi. È<br />

questo il caso della cappella di S.<br />

Michele Arcangelo in prossimità<br />

della sorgente del Melandro, presso<br />

Sasso di Castalda, meta della solenne<br />

processione durante la quale,<br />

l’8 maggio, la piccola statua in alabastro<br />

di San Michele viene condotta<br />

qui dalla chiesa parrocchiale<br />

dove ritorna il 29 settembre. Nell’area<br />

meridionale del parco, a San<br />

Martino d’Agri, è venerata la Sacra<br />

Vergine della Rupe, a Lagonegro<br />

invece si festeggia la Madonna del<br />

Sirino. La statua della Madonna<br />

del Sirino (risalente al 1758) viene<br />

Armento, Madonna della Stella<br />

Da Potenza: SS92 fino all’altezza di<br />

Masseria, da qui seguire le<br />

indicazioni.<br />

San Martino d’Agri, Madonna<br />

della Rupe<br />

Dalla A3 Salerno-Reggio Calabria,<br />

uscita Atena Lucana proseguendo<br />

SS598 Val d’Agri fino all’uscita San<br />

Martino d’Agri. Dalla SS106 ionica<br />

uscita SS598 Val d’Agri fino<br />

all’uscita San Martino d’Agri.<br />

portata in processione la terza domenica<br />

di giugno fino alla seicentesca<br />

cappella della Madonna della<br />

Neve, sul Monte Sirino, a quota<br />

1907 metri. La statua viene successivamente<br />

riportata a Lagonegro,<br />

nella chiesa parrocchiale della Trinità,<br />

la terza domenica di settembre.<br />

Un altro interessante luogo di<br />

culto è la Chiesa della Madonna di<br />

Montauro, patrona di Sarconi, che<br />

svetta su un colle a 8 chilometri dal<br />

paese. E citiamo ancora la Madonna<br />

di Santa Maria del Vetere a Moliterno<br />

e la Madonna di Servigliano<br />

a Montemurro, la cui origine<br />

data addirittura al 1068. Particolarmente<br />

prestigiosi, a Marsicovetere,<br />

sono i ruderi del convento di<br />

Santa Maria di Costantinopoli,<br />

edificato nel 1571 dai cappuccini.<br />

Impossibile non ricordare la famosa<br />

celebrazione di Vigiano, per la<br />

quale nel mese di maggio, la statua<br />

della Madonna viene condotta al<br />

Santuario del Sacro Monte di Viggiano,<br />

e torna in paese la prima<br />

domenica di settembre accompagnata<br />

da un corteo di fedeli, musicisti<br />

e donne che portano sul capo<br />

le cente, particolari composizioni<br />

di candele e nastri colorati, simbolo<br />

di un voto compiuto.<br />

NOTIZIE UTILI<br />

Via Francigena<br />

I cammini d’Europa<br />

(Gruppo europeo d’interesse<br />

economico)<br />

www.camminideuropageie.com<br />

La Via Herculia coincide<br />

con la parte meridionale<br />

della Via Francigena ed è tuttora<br />

oggetto di studi nelle sue<br />

diramazioni.<br />

Per informazioni aggiornate<br />

La Madonna<br />

della Rupe<br />

In paese ogni anno si celebra un<br />

evento miracoloso. Secondo la<br />

tradizione, in una fredda giornata<br />

di <strong>neve</strong> un pastorello sordomuto<br />

nel tentativo di accendere un fuoco<br />

per riscaldarsi vide la roccia ardere<br />

con grande splendore. Grande fu<br />

la sua meraviglia quando<br />

avvicinandosi all’incavo della<br />

roccia scoprì una cassa di legno al<br />

cui interno era contenuta la statua<br />

della Vergine. Ritrovata la parola,<br />

tornò al paese per avvertire tutti.<br />

Sulla roccia venne eretta una<br />

chiesa dedicata a quella che, da<br />

allora, è conosciuta come<br />

Madonna della Rupe. Nel 1857 un<br />

terremoto distrusse il santuario<br />

lasciando salvo solo il muro della<br />

nicchia dove la statua era<br />

conservata: il secondo miracolo<br />

della Vergine. La chiesa è stata<br />

ricostruita e la Madonna da allora<br />

fu proclamata protettrice di San<br />

Martino d'Agri. Oggi nei mesi<br />

estivi la statua, originariamente in<br />

stile bizantino raffigurante una<br />

Madonna Nera, poi dipinta in<br />

bianco nel 1679, viene condotta in<br />

processione presso un piccolo<br />

santuario <strong>sulla</strong> cima del Raparello,<br />

costruito grazie al contributo degli<br />

emigranti nelle Americhe.<br />

sul percorso contattare il Gal<br />

Akiris<br />

Gal Akiris<br />

Località<br />

Masseria Crisci<br />

Montemurro (PZ)<br />

Tel. 0971.753631<br />

info@galakiris.it<br />

www.galakiris.it<br />

Monastero<br />

di Sant’Orsoleo<br />

http://www.orsoleo.org/ informazioni<br />

APPENNINO LUCANO<br />

55


➜ Località di partenza<br />

Viggiano<br />

➜ Località di arrivo<br />

Monte di Viggiano<br />

➜ Difficotà<br />

T prima parte, E seconda parte<br />

➜ Tempo di percorrenza 5 ore<br />

➜ Dislivello<br />

+ 900 – 150 metri<br />

➜ Lunghezza del percorso<br />

10 chilometri<br />

itinerario trekking nr 1<br />

La via di pellegrinaggio alla<br />

Madonna Nera di Viggiano<br />

Le compagnie di pellegrini<br />

quando salgono alla sacra<br />

montagna percorrono un<br />

lungo itinerario di fede costellato da<br />

segni e ritualità che si perpetuano da<br />

millenni. La teca contenente<br />

l’immagine del busto della Madonna<br />

Nera viene portato a spalla da dodici<br />

portatori che si alternano durante<br />

l’ascensione. Tanti fedeli, come puro<br />

atto di devozione, salgono verso il<br />

santuario a piedi scalzi e perpetuano<br />

il gesto di girare per tre volte intorno<br />

alla cappella prima di entrare in<br />

ginocchio, recitando preghiere al<br />

cospetto della sacra immagine e<br />

toccando l’urna della Madonna con<br />

rami o fiori raccolti nel bosco.<br />

Descrizione: dalla Basilica mariana si<br />

imbocca il viale di Corso Vittorio<br />

Emanuele II, alla rotatoria si prende a<br />

sinistra la strada comunale Madonna<br />

di Viggiano. Dopo il primo spiazzo<br />

(m 880), oltrepassata la statua della<br />

Madonna, si attraversano campi<br />

coltivati e masserie isolate che<br />

costellano l’orizzonte; in prossimità di<br />

un ponte (m 806) con torre, si supera<br />

un curvone (m 822, fonte) e si<br />

guadagna quota lasciandosi alle spalle<br />

un piedistallo in pietra (m 928) dove<br />

durante la tradizionale processione si<br />

poggia la teca della Madonna per<br />

darsi il cambio. Dopo una lunga serie<br />

di tornanti, a quota 1283, presso un<br />

bivio, si lascia la strada comunale per<br />

un sentiero che si stacca a sinistra in<br />

ripida salita. Al bosco, sempre più<br />

rado, si sostituiscono praterie d’altura,<br />

sferzate dai venti, e si calca il brullo<br />

costone Sud della montagna fino a<br />

guadagnare la verde radura di Piazzale<br />

Bonocore (m 1490), sotto la cima.<br />

Dalla radura si prende la traccia a<br />

Nord-Ovest, si attraversa una piccola<br />

boscaglia e si esce nuovamente allo<br />

scoperto affrontando le ultime<br />

asperità dei tornanti in quota che<br />

lasciano scorgere panorami<br />

mozzafiato <strong>sulla</strong> Val d’Agri e le<br />

montagne circostanti. L’ultimo tratto<br />

del viale è caratterizzato da un<br />

lastricato con muretti in pietra. Il<br />

Santuario (m 1725) che si erge <strong>sulla</strong><br />

Piana Bonocore (m 1700) risale, forse,<br />

all’XI secolo in seguito alla caduta<br />

della vicina Grumentum. Il simulacro<br />

della Vergine fu nascosto proprio nella<br />

cattedrale di Grumentum e da qui<br />

trasferito in cima al Monte Viggiano<br />

per evitare che venisse distrutto dai<br />

saraceni. La leggenda invece narra che<br />

alcuni pastori, attratti da insoliti<br />

fenomeni luminosi, rinvennero intatto<br />

il simulacro, subito trasportato a<br />

Viggiano e custodito nella cappella di<br />

Santa Maria Fuori le Mura, da allora<br />

detta del Deposito. Fu da questo<br />

momento che ebbe così vita il duplice<br />

pellegrinaggio: la prima domenica di<br />

Maggio il simulacro viene ricondotto<br />

in cima al monte (il luogo del<br />

ritrovamento) dove fu edificata una<br />

primitiva cappella, la prima<br />

domenica di settembre il simulacro<br />

viene ricondotto nella Basilica di<br />

Viggiano.<br />

Ambito territoriale: Comune di<br />

Viggiano (PZ).<br />

Accesso stradale: Dall’autostrada A3<br />

SA-RC, uscita di Atena Lucana, innesto<br />

<strong>sulla</strong> SS598 fino a Viggiano.<br />

itinerario trekking nr 2<br />

➜ Località di partenza e arrivo<br />

San Martino d’Agri (m 659)<br />

➜ Difficotà<br />

T prima parte, E seconda parte<br />

➜ Tempo di percorrenza<br />

5 ore (a/r)<br />

➜ Dislivello<br />

+ - 620 metri<br />

➜ Lunghezza del percorso<br />

9 chilometri circa<br />

Alla Madonna della Rupe<br />

percorso prende il<br />

nome dalla tradizionale<br />

L’antico<br />

processione che i fedeli<br />

compiono tutti gli anni in onore<br />

della Madonna.<br />

Descrizione: il pellegrinaggio inizia<br />

nel rione Vrasciulata di San<br />

Martino d’Agri (m 659), dalla<br />

Chiesa della Vergine eretta,<br />

secondo la leggenda, a ridosso della<br />

rupe dove fu ritrovata la statua di<br />

origine bizantina, vittima delle<br />

persecuzioni iconoclaste e nascosta<br />

dai fedeli.<br />

Nel centro storico si attraversa il<br />

rione Valle Gelata (dal toponimo<br />

locale Vrasciulata), Piazza del<br />

Plebiscito, Corso Vittorio<br />

Emanuele e si passa vicino al<br />

Convento di S. Antonio e alla<br />

Chiesa di S. Francesco, si prosegue<br />

verso Ovest risalendo la frazione<br />

alta del paese, San Pietro (m 755).<br />

Man mano il panorama si apre sul<br />

paese e la valle, mentre all’orizzonte<br />

si stagliano i maestosi “balzi” di<br />

San Lorenzo. La traccia prosegue<br />

verso la Chiesetta di San Pietro, di<br />

recente ristrutturazione, e poco<br />

dopo, ad un bivio, si continua a<br />

sinistra immettendosi su una<br />

stradina che zigzagando lungo<br />

verdi declivi raggiunge un secondo<br />

bivio (m 852) dove si prende<br />

sempre a sinistra. Il viottolo,<br />

portandosi in quota (m 1130),<br />

supera altri due incroci (m 1165,<br />

m 1174), volgendo sempre a<br />

destra. La pista si restringe a<br />

sentiero e poco alla volta<br />

l’itinerario comincia a farsi più<br />

impegnativo dirigendosi verso<br />

Monte Raparello, <strong>sulla</strong> cui<br />

sommità si erge (m 1265) la<br />

cappella dedicata alla Madonna<br />

della Rupe, una sorta di piccolo<br />

santuario costruito circa 100 anni<br />

fa, grazie al contributo dei fedeli<br />

emigrati negli Stati Uniti. Dalla<br />

cima della montagna si gode uno<br />

dei panorami più affascinanti del<br />

Parco Nazionale: la splendida Valle<br />

dell’Agri, i tanti piccoli paesi<br />

arroccati sulle colline, il maestoso<br />

massiccio di Monte Raparo. Lungo<br />

il tragitto sarà facile notare i<br />

cosiddetti “Pisul”, strutture in<br />

pietra (simili a basamenti) dove<br />

viene posata la statua portata in<br />

processione per far recuperare le<br />

forze ai portatori.<br />

Ambito territoriale: Comune di San<br />

Martino d’Agri (PZ).<br />

Accesso stradale: Strada Provinciale<br />

SP7 San Martino d’Agri – Frazione<br />

San Pietro.<br />

APPENNINO LUCANO<br />

57


L’avventura<br />

delle due ruote<br />

TESTO DI ANDREA PERCIATO / FOTO DI ANTONIO CONTE, MASSIMO PIACENTINO, ENRICOBOTTINO E PAOLA FAZZI<br />

Colori, profumi e atmosfere della <strong>Natura</strong><br />

che gli appassionati delle due ruote possono<br />

cogliere lungo itinerari lontani dalle rotte<br />

consuete del turismo di massa.<br />

Nell’entroterra lucano si<br />

può pedalare su strade<br />

secondarie poco frequentate,<br />

attraversare tratturi e<br />

sentieri immersi nella penombra<br />

di grandi foreste, farsi ispirare<br />

dalle dolci ondulazioni della<br />

campagna chi riempie i polmoni<br />

degli odori della terra. I cicloturisti<br />

più intraprendenti e allenati<br />

inforcheranno la mountain bike<br />

verso il Monte Raparo, lungo<br />

appaganti saliscendi tra valli e<br />

58<br />

APPENNINO LUCANO<br />

crinali, oppure ripercorreranno<br />

la Via Francigena del Sud, dal<br />

raccordo tra la Herculie e la Popilia,<br />

da Grumentum al valico<br />

della Sellata. Gli appassionati<br />

delle due ruote ma a corto di fiato,<br />

possono seguire le sponde<br />

meridionali del Lago del Pertusillo<br />

e poi addentrasi nella vicina<br />

pineta. In sella alla bicicletta nel<br />

Parco Nazionale si percepisce<br />

immediatamente l’immensità<br />

della natura che si presenta aspra<br />

nelle valli e sui crinali dell’area<br />

del Monte Volturino e della<br />

Montagna di Viaggiano, oppure<br />

dolce e riposante negli ambienti<br />

solitari dell’alta Val d’Agri, dove<br />

i panorami si perdono all’infinito<br />

verso pascoli ed estese aree<br />

boschive, come l’Abetina di<br />

Laurenzana e le faggete del Volturino.<br />

L’Appennino Lucano è<br />

un vero e proprio scrigno di tesori,<br />

un’inedita antologia della<br />

natura.<br />

itinerario cicloturistico nr1<br />

Cicloturismo tra<br />

la Herculiæ e la Popilia<br />

La Via Herculiæ collegava i<br />

territori della Lucania lungo<br />

tutto l’asse Nord-Sud.<br />

Partendo dall’area archeologica di<br />

Grumentum (m 590) si prosegue<br />

verso il Lago del Pertusillo <strong>sulla</strong><br />

Strada Provinciale (ex statale 103),<br />

che serpeggia attraverso i campi (m<br />

543) e le case poste alla testa<br />

dell’alveo lacustre. Tra la Herculiæ<br />

e la Popilia, un crocevia di natura,<br />

storia e cultura ricalca l’antico<br />

tracciato della Francigena del Sud<br />

che dalle coste ioniche della<br />

Calabria conduceva in direzione di<br />

Roma innestandosi, presso<br />

Be<strong>neve</strong>nto, con la Regina Viarum,<br />

l’Appia antica. Dalla strada<br />

principale si guadagna il bivio (m<br />

575) con la SS598 della Val d’Agri,<br />

e si prosegue in direzione Nord<br />

fino al bivio (m 647) con la SP11<br />

bis. L’arteria univa la Via Appia a<br />

settentrione attraverso la città di<br />

Grumentum e la Regio/Capuam a<br />

Sud, ma il crocevia più importante<br />

dell’intera zona rappresentava<br />

anche la diramazione per<br />

imbarcarsi a Brindisi alla volta di<br />

Gerusalemme. Dal crocevia si<br />

prende a sinistra e, attraverso i<br />

vigneti, si raggiunge la successiva<br />

diramazione a quota 656 metri; si<br />

prosegue a destra, verso Nord,<br />

lungo la SP11 che per ripetuti<br />

tornanti porta fino a Viggiano (m<br />

942). Lungo il viale alberato<br />

Vittorio Emanuele III si prosegue<br />

in direzione Nord fino ad<br />

immettersi <strong>sulla</strong> SP54 e<br />

raggiungere la rotatoria fuori<br />

dall’abitato (m 895). Proseguendo<br />

sempre lungo la SP54 si comincia a<br />

risalire i pendii delle montagne<br />

circostanti da dove i panorami si<br />

perdono all’orizzonte. Si scollina in<br />

località Valli (m 1172) e si<br />

prosegue in un paesaggio aperto,<br />

finché, a 13 chilometri da<br />

Viggiano, in contrada la Serra<br />

compare a sinistra, vicino ad un<br />

bosco d’aceri, un bivio (m 1189).<br />

Proseguendo in questa direzione, la<br />

strada (Provinciale 60) penetra<br />

nella cerreta. Continui saliscendi e<br />

piacevoli falsipiani costeggiano la<br />

➜ Località di partenza<br />

Area archeologica di<br />

Grumentum<br />

➜ Località di arrivo<br />

Valico della Sellata<br />

➜ Difficoltà<br />

E<br />

➜ Tempo di percorrenza<br />

6 / 7 ore circa<br />

➜ Dislivello<br />

+ 1590 - 915 metri<br />

➜ Lunghezza del percorso<br />

80 chilometri circa<br />

Riserva <strong>Natura</strong>le dell’Abetina fino<br />

a raggiungerne l’ingresso (m 1220).<br />

Ignorando a sinistra il bivio per la<br />

Riserva, si continua in direzione di<br />

Laurenzana, sempre <strong>sulla</strong> SP60,<br />

fino all’innesto (m 1040) <strong>sulla</strong><br />

SS92. Da qui in discesa a sinistra la<br />

via scorre serpeggiando con ripetuti<br />

tornanti fino a raggiungere Piazza<br />

San Giacomo, al centro di<br />

Laurenzana (m 834, città del Beato<br />

Egidio). Si esce dal paese<br />

prendendo Via S. Filomena che<br />

scende (m 630) al centro sportivo e<br />

APPENNINO LUCANO<br />

59


Sulle sponde del<br />

Lago del Pertusillo<br />

Presso Spinoso (m 647) è<br />

piacevole pedalare tra i boschetti<br />

e le anse della sponda<br />

meridionale del Lago del<br />

Pertusillo, grazie a vari percorsi<br />

che intersecano o si innestano<br />

<strong>sulla</strong> pista ciclabile protetta da<br />

cordoli, staccionate e<br />

passamano in legno di castagno.<br />

In direzione dell’invaso artificiale<br />

si segue per un chilometro il lato<br />

sinistro della strada comunale,<br />

appena rialzata dalla sede<br />

stradale; successivamente<br />

s’innesta su una pista<br />

ciclopedonale che raggiunge lo<br />

specchio d’acqua lacustre. Il<br />

circuito offre piacevoli scorci dal<br />

viale alberato del lungolago,<br />

dove vicino è stato realizzato un<br />

“percorso avventura”. Lungo la<br />

pista ciclabile si trovano piccole<br />

e accoglienti strutture per<br />

ristorarsi. Per informazioni: Pro<br />

Loco Spinoso, Tel.<br />

0971.954717. Lunghezza del<br />

percorso: 2 km / Dislivello:<br />

trascurabile / Tempo di<br />

percorrenza: 1 ora<br />

superato un torrente si guadagna<br />

nuovamente la SS92. Da qui si<br />

scende fino al ponte <strong>sulla</strong> fiumara<br />

Camastra (m 572), altro ponte e si<br />

raggiunge la casa cantoniera (595<br />

metri, a destra) nei pressi di un<br />

bivio: a sinistra in direzione di<br />

Calvello si attraversa tutta la valle<br />

del torrente Camastra. Si prosegue<br />

così per facili saliscendi lungo la<br />

Strada Comunale Calvello-<br />

Laurenzana e, senza mai distaccarsi<br />

da questa, si entra in Calvello<br />

attraverso Via A. Moro (m 704),<br />

nelle adiacenze del cimitero. Da<br />

Calvello (m 767) l’itinerario scorre<br />

lungo la SP16 Marsicana che, per<br />

impervi tornanti, serpeggia in<br />

direzione dei crinali prativi che<br />

circondano la zona. All’incrocio (m<br />

765) con la Strada Comunale S.<br />

Antonio, si prosegue a sinistra<br />

arrancando per brulle contrade<br />

ricche di prati seminati a colture e<br />

ampi appezzamenti di terreni arati.<br />

Giunti presso una casa colonica (m<br />

900) si pedala lungo i crinali<br />

orografici di alture tondeggianti. La<br />

strada scorre in leggera salita fino<br />

ad un successivo incrocio (m 941,<br />

passo ostruito da sbarra) da cui ha<br />

inizio una discesa con tornanti che<br />

raggiunge un ponticello in pietra<br />

(m 789). Risalendo per la dorsale<br />

la strada guadagna (m 812) un<br />

curvone che, piegando a sinistra,<br />

conduce fino all’abitato di Abriola,<br />

ben visibile sullo sfondo. Lasciando<br />

scorrere a sinistra la rupe di Abriola<br />

si perviene (m 797) al bivio con la<br />

strada provinciale della Sellata.<br />

Volgendo a sinistra e seguendo la<br />

segnaletica per la Sellata, si<br />

guadagna quota (variante) per<br />

aggirare da Nord il colle di Abriola,<br />

fino all’innesto con la SP5 (m<br />

937). Una lunghissima (ma non<br />

difficile) salita con ripetuti<br />

tornanti, lambisce prima il<br />

camping Bosco Sellata, poi<br />

raggiunge (m 1270) il Valico della<br />

Sellata. Qui si registra la presenza<br />

di una casa cantoniera con<br />

fontanile, un albergo, la strada<br />

principale a sinistra che conduce<br />

alle piste da sci e agli impianti di<br />

risalita del comprensorio Sellata-<br />

Arioso. Una pista a destra, salendo,<br />

conduce a Rifreddo, una pista di<br />

fronte attraverso la copiosa foresta<br />

(cerreta) conduce, invece, in<br />

falsopiano a Pignola.<br />

Ambito territoriale: Grumento Nova,<br />

Viggiano, Laurenzana, Calvello,<br />

Abriola, varco Sellata, area Monte<br />

Volturnino.<br />

Accesso stradale: SS598 della<br />

Val d’Agri, SP60 Laurenzana-Viggiano,<br />

Strada Comunale Calvello-Laurenzana,<br />

SP16 Marsicana, Strada Provinciale<br />

della Sellata.<br />

itinerario mountain-bike nr2<br />

Dal piazzale della Croce di<br />

Raparo (m 1361) si<br />

attraversa la faggeta fino a<br />

raggiungere la balconata in località<br />

Murgia d’Andrea (m 1418). Da<br />

qui si scende lungo lo sterrato che<br />

porta dalla fonte Acqua la Spina<br />

fino a località Grimarra. La traccia<br />

continua a scendere, sempre lungo<br />

il versante occidentale del Monte<br />

Raparo, percorrendo la strada che<br />

corre al lato del Torrente<br />

Fiumecello. Giunti in località Forca<br />

Valloni si prende la strada asfaltata<br />

che comincia a salire e che conduce<br />

al cimitero di Castelsaraceno. Da<br />

qui si prende la strada provinciale<br />

che, girando attorno all’altura di<br />

Castel Veglio, conduce scendendo<br />

in paese. Il centro storico di<br />

Castelsaraceno merita di essere<br />

visitato, in particolar modo il rione<br />

Chianitiedd’ da dove si scorge uno<br />

spettacolare scorcio paesaggistico<br />

sulle gole del Torrente Racanello e<br />

sul vecchio mulino Mancuso.<br />

Sempre da qui si può ancora<br />

ammirare la spettacolare lecceta<br />

extrazonale, che cresce lungo le<br />

pendici Sud del Monte Raparo; un<br />

particolare esempio di vegetazione<br />

mediterranea che si trova tra gli<br />

800 e i 1100 metri d’altezza. Fuori<br />

dell’abitato di Castelsaraceno si<br />

percorre la vecchia strada<br />

provinciale che portava a San<br />

Chirico Raparo. Questa strada,<br />

fatta eccezione per la parte iniziale,<br />

si sviluppa in semipiano (località<br />

Piano dei Campi) e attraversa “Il<br />

Cerrito”, imponente foresta<br />

regionale di cerro. Dopo qualche<br />

chilometro, una volta attraversata<br />

località Le Coste, si gira a sinistra e<br />

si imbocca la strada sterrata che<br />

risale il crinale di “Sferra Cavallo”<br />

che condurrà fino a Malazzo, nei<br />

pressi del Monte Raparello. Qui è<br />

➜ Località di partenza e<br />

arrivo<br />

Croce di Raparo<br />

➜ Difficoltà<br />

E<br />

➜ Tempo di percorrenza<br />

4 ore circa<br />

➜ Dislivello<br />

+ - 630 metri<br />

➜ Lunghezza del percorso<br />

29 chilometri circa<br />

possibile effettuare una sosta per<br />

riposare nell’area pic-nic di<br />

Malazzo approfittando di una<br />

spettacolare fontana-abbeveratoio.<br />

Si continua proseguendo<br />

nuovamente verso Nord-Est fino<br />

ad arrivare alle Piane di Raparello.<br />

Da qui si imbocca la strada che,<br />

scendendo a sinistra, conduce fin<br />

sul fondo della Valle Lunga. Da<br />

questo punto, ancora pochi<br />

L’anello del Monte Raparo<br />

chilometri in dolce salita e si<br />

raggiunge nuovamente la Croce di<br />

Raparo, punto iniziale di questo<br />

itinerario. L’itinerario è<br />

particolarmente interessante per il<br />

panorama e perché permette di<br />

attraversare ambienti<br />

completamente diversi, che<br />

prospettano esempi di vegetazione<br />

mediterranea, montana e di<br />

prateria. Si attraversano<br />

praticamente tutti gli ambienti<br />

caratteristici dell’area a Sud del<br />

parco.<br />

Ambito territoriale: Comuni di Spinoso,<br />

Castel Saraceno, San Chirico Raparo,<br />

San Martino d’Agri, Monte Raparo.<br />

Accesso stradale: Strada comunale per<br />

Monte Raparo da San Martino d’Agri;<br />

Strada comunale per Monte Raparo da<br />

Spinoso.<br />

60 APPENNINO LUCANO APPENNINO LUCANO 61

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