lo spazio come indicatore dell'identità urbana - La scuola di Pitagora ...
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Elena Manzo<br />
sbøll o <strong>di</strong> C.O. Zeuthenper il Museo Thorvaldsen, gli interni realizzati da C.F. Hardorff<br />
per il Palazzo reale <strong>di</strong> Fredensborg, ma anche alcuni ambienti domestici costruiti<br />
da H.E. Freund sul Frederiksholm Kanal della capitale o, in perfetto stile pompeiano,<br />
gli appartamenti decorati da Hilker per alcune case sulla Vestergade 24 .<br />
Dai primi decenni dell’Ottocento, in particolare, l’archeo<strong>lo</strong>gia si appropria delle caratterizzazioni<br />
del suo specifico <strong>di</strong>sciplinare, intensificando le campagne <strong>di</strong> scavi, ma<br />
offrirà all’architettura un più vasto repertorio da cui attingere nuovi modelli e tipi<br />
e<strong>di</strong>lizi. Pompei, più delle altre città <strong>di</strong>ssepolte, suggerisce infiniti spunti <strong>di</strong> ispirazione,<br />
<strong>di</strong> confronto e <strong>di</strong> esperienze, nonché offre la possibilità <strong>di</strong> partecipare personalmente<br />
alle campagne <strong>di</strong> scavi e, <strong>come</strong> si è detto in precedenza, <strong>di</strong>venta la fonte imprescin<strong>di</strong>bile<br />
nel <strong>di</strong>battito sulla policromia, iniziato intorno al 1820, alimentando gli stu<strong>di</strong><br />
sul co<strong>lo</strong>re dell’architettura antica, ma anche una nuova sensibilità co<strong>lo</strong>ristica e un<br />
nuovo modo <strong>di</strong> sentire il paesaggio 25 .<br />
Il rapporto tra arte, architettura e archeo<strong>lo</strong>gia <strong>di</strong>venta sempre più stretto: con sofisticate<br />
tecniche grafiche si rappresentano i capolavori stu<strong>di</strong>ati, pazientemente rilevati e ri<strong>di</strong>segnati<br />
ovvero reinterpretati con ve<strong>lo</strong>ci e raffinati schizzi. L’aulica sintassi della magnificenza<br />
<strong>di</strong> una Roma imperiale e la raffinata grammatica <strong>di</strong> Atene, così, cedono il passo<br />
al linguaggio intimo e domestico dalla domus vesuviana, in cui, presto, si rifletteranno<br />
le nuove <strong>di</strong>namiche culturali della me<strong>di</strong>terraneità. Qui, tra la moltitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> stimoli sollecitati<br />
dalle scoperte archeo<strong>lo</strong>giche vesuviane, agli Scan<strong>di</strong>navi sembra avere in<strong>di</strong>viduato<br />
un va<strong>lo</strong>re in più, poiché per <strong>lo</strong>ro, maggiormente che per i Francesi, «<strong>lo</strong> stu<strong>di</strong>o dell’abitazione<br />
non si compen<strong>di</strong>a in un problema <strong>di</strong> vocabolario tecnico, ma investe il problema<br />
della vita quoti<strong>di</strong>ana. <strong>La</strong> prima cosa che colpisce i<br />
visitatori sono le piccole <strong>di</strong>mensioni degli al<strong>lo</strong>ggi […].<br />
Un’altra caratteristica lascia sorpresi […] cioè la mancanza<br />
del confort», ma sono soprattutto i brillanti contrasti cromatici<br />
degli affreschi, la <strong>di</strong>sposizione degli ambienti interni<br />
alla casa e il ricorrente uso del cortile interno a sollecitare<br />
stu<strong>di</strong> architettonici fino al<strong>lo</strong>ra ine<strong>di</strong>ti 26 .<br />
Tuttavia, dopo la seconda metà dell’Ottocento e, in par-<br />
10 G.C. Hilker, Copenhaghen. Decorazioni<br />
pompeiane in un appartamento<br />
sulla Vestergade (da H.<br />
Raabyemagle, C.M. Smidt, cit.).<br />
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