lo spazio come indicatore dell'identità urbana - La scuola di Pitagora ...
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Verso il mito della me<strong>di</strong>terraneità<br />
sforzo organizzativo, per la prima volta, era emerso un articolato meccanismo <strong>di</strong> integrazione<br />
dei saperi e delle competenza scientifiche, sostenuto da un programma assolutamente<br />
innovativo, che andava maturando in un clima progressista, dove era protagonista<br />
un governo accentratore, ma aperto e illuminato 4 .<br />
In realtà, <strong>come</strong> è noto, la stessa “scoperta” settecentesca <strong>di</strong> Ercolano era stata preceduta<br />
da una lunga serie <strong>di</strong> eventi volti a tal fine, le cui ra<strong>di</strong>ci si in<strong>di</strong>viduano in un<br />
<strong>di</strong>battito teorico avviato già in epoca aragonese, nonché casuali scoperte, <strong>come</strong> quelle<br />
avvenute presso la collinetta della Civita (appunto, l’antica Pompei) e a Resina. Anche<br />
l’inizio della rinomata impresa era stato determinato a seguito <strong>di</strong> ritrovamenti fortuiti<br />
e spora<strong>di</strong>ci avvenuti durante la costruzione della reggia <strong>di</strong> Portici; ma, mentre<br />
in una prima fase i reperti avevano continuato ad alimentare tanto il collezionismo<br />
privato, quanto l’antica prassi del reimpiego delle spolia<br />
-iscrizioni, co<strong>lo</strong>nne, cornici- e delle opere scultoree a completamento<br />
o arredo <strong>di</strong> architetture, successivamente, dal<br />
1750, con atteggiamento illuminato, gran parte degli oggetti<br />
scoperti, organizzati, or<strong>di</strong>nati e cata<strong>lo</strong>gati, furono<br />
in<strong>di</strong>rizzati alla conservazione, allestendo l’Herculanense<br />
Museum, una ricchissima galleria in cui confluirono anche<br />
quelli provenienti da altri cantieri archeo<strong>lo</strong>gici del<br />
Mezzogiorno d’Italia.<br />
L’iniziativa carolina, infatti, al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> rimarchevoli episo<strong>di</strong><br />
artistici e <strong>di</strong> lussuose ville suburbane, stava quoti<strong>di</strong>anamente<br />
<strong>di</strong>ssotterrando un cospicuo corredo <strong>di</strong> frammenti<br />
<strong>di</strong> mosaici, statue, monete, suppellettili, gioielli,<br />
monili e persino cristalli, dal va<strong>lo</strong>re assolutamente non<br />
trascurabile soprattutto per il significato documentale che<br />
ciascun elemento ritrovato andava assumendo proprio<br />
nella singolare congiuntura epocale del volgere verso la<br />
cultura neoclassica.<br />
Si era iniziato a scavare a Resina (l’attuale Ercolano) pro-<br />
3 F. Duban, Terme del Foro <strong>di</strong><br />
Pompei, sezione <strong>di</strong> due ambienti<br />
e dettagli, 1823-1828 (da Pompei<br />
e gli architetti francesi, cit.).