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lo spazio come indicatore dell'identità urbana - La scuola di Pitagora ...

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150<br />

Efficienza e complessità nell’ingegneria delle strutture<br />

doveva essere la minima compatibile con il raggiungimento <strong>di</strong> un ragionevole livel<strong>lo</strong><br />

<strong>di</strong> efficienza. Il tutto nella convinzione che le strutture resistenti per forma fossero<br />

staticamente superiori a quelle resistenti per massa. Quest’approccio progettuale conduce,<br />

tuttavia, a forme e geometrie strutturali non sempre del tutto realizzabili per<br />

ragioni estetiche o esecutive, e le inevitabili mo<strong>di</strong>fiche comportano inevitabilmente<br />

una riduzione dell’efficienza della struttura. Inoltre, quanto maggiori sono le geometrie<br />

strutturali, talvolta erroneamente identificate <strong>come</strong> complessità della struttura,<br />

tanto maggiori sono gli accorgimenti e gli elementi tecnici aggiuntivi necessari per<br />

assicurare <strong>lo</strong> stesso grado <strong>di</strong> efficienza.<br />

Il rigido rispetto del rapporto tra forma e resistenza ha sistematicamente ancorato,<br />

con le dovute eccezioni, le strutture del passato a forme archetipe, e so<strong>lo</strong> l’introduzione<br />

<strong>di</strong> nuovi materiali strutturali e <strong>di</strong> nuovi proce<strong>di</strong>menti costruttivi e le innovazioni<br />

tecno<strong>lo</strong>giche degli ultimi secoli hanno consentito una innovazione dell’ingegneria<br />

strutturale, con la possibilità <strong>di</strong> realizzare strutture <strong>di</strong> geometria spesso etichettata<br />

“complessa”.<br />

A tal punto la domanda da porsi è se le strutture possano essere <strong>di</strong> per sé complesse.<br />

Gli e<strong>di</strong>fici alti (Figura 1) o i gran<strong>di</strong> ponti (Figura 2) sono strutture complesse? Matthys<br />

Levy e Mario Salvadori affermano “Almeno nelle strutture, sembrerebbe che più i<br />

problemi <strong>di</strong>ventano complicati, più facili sono da risolvere!” 1 . Ma ciò si avvera sempre?<br />

Questa affermazione è sempre vera per la costruzione nel suo insieme?<br />

Per fornire una risposta è innanzitutto necessario approfon<strong>di</strong>re l’aspetto etimo<strong>lo</strong>gico<br />

del termine “complesso”, che ha oggi una sempre maggiore <strong>di</strong>ffusione nel mondo<br />

scientifico. Infatti, il suo utilizzo in affermazioni o contesti spesso non contribuisce a<br />

rendere chiaro il concetto che si vuole esprimere, bensì contribuisce a render<strong>lo</strong> impreciso<br />

e nebu<strong>lo</strong>so. I vocabolari della lingua italiana danno, invece, una chiara definizione<br />

del termine. Il vocabolario<br />

dell’Istituto dell’Encic<strong>lo</strong>pe<strong>di</strong>a<br />

Italiana<br />

Treccani fornisce la seguente<br />

definizione: “Che<br />

1 1 Alcuni tra i più noti e<strong>di</strong>fici alti.

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