lo spazio come indicatore dell'identità urbana - La scuola di Pitagora ...
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VERSO IL MITO DELLA MEDITERRANEITÀ<br />
LA DIMENSIONE DOMESTICA DI POMPEI E I VIAGGIATORI SCANDINAVI<br />
<strong>di</strong> ELENA MANZO<br />
Quando l’abate Fer<strong>di</strong>nando Galiani, Segretario d’Ambasciata del Regno <strong>di</strong> Napoli<br />
a Parigi, da qui scrive a Bernardo Tanucci, perorando con fervore l’e<strong>di</strong>zione in<br />
inglese e francese delle Antichità <strong>di</strong> Ercolano esposte, sono ormai trascorsi vent’anni<br />
dalla corrispondenza intercorsa tra il marchese Scipione Maffei e padre Bernardo de<br />
Rubeis sui recenti ritrovamenti archeo<strong>lo</strong>gici in area vesuviana e segnatamente a Ercolano1<br />
. Era il 10 novembre 1747 e quelle “pregevoli anticaglie”, descritte da quest’ultimo<br />
all’eru<strong>di</strong>to veronese, erano così richieste dal mercato antiquario internazionale da<br />
essere ormai entrate a far parte del collezionismo artistico privato <strong>di</strong> autorevoli prelati,<br />
aristocratici committenti, raffinati intellettuali, facoltosi e influenti personaggi politici,<br />
arricchendo le più prestigiose residenze europee. Ben presto, a causa della <strong>lo</strong>ro <strong>di</strong>fficile<br />
reperibilità e dei costi elevati, presso le botteghe <strong>di</strong> artigiani e orafi iniziarono ad essere<br />
vendute copie <strong>di</strong> oggetti <strong>di</strong>ssepolti ottimamente riprodotti e <strong>di</strong> pregevole fattura.<br />
Rinvenute «accidentalmente cavando pozzi», già in epoche molto <strong>lo</strong>ntane dall’avvento<br />
<strong>di</strong> Car<strong>lo</strong> <strong>di</strong> Borbone, è appena il caso <strong>di</strong> ricordar<strong>lo</strong>, la <strong>lo</strong>ro ricerca era stata razionalmente<br />
perseguita, quando questi era salito al trono del Regno <strong>di</strong> Napoli e, dopo soli<br />
quattro anni, con scrupo<strong>lo</strong>sa sistematicità, con «genj troppo superiori, e coman<strong>di</strong><br />
troppo più sublimi», aveva dato l’avvio alla più intensa e f<strong>lo</strong>rida campagna archeo<strong>lo</strong>gica<br />
dell’intera penisola, sostenuta dall’impegno ufficiale della Corona2 .<br />
<strong>La</strong> co<strong>lo</strong>ssale opera <strong>di</strong> scavo, infatti, era stata intrapresa non so<strong>lo</strong> investendo un sorprendente<br />
numero <strong>di</strong> risorse umane, tecniche, culturali ed economiche, ma con organicità<br />
<strong>di</strong> azioni tale da configurarsi <strong>come</strong> un complesso sistema <strong>di</strong> iniziative volte<br />
alla conoscenza, alla conservazione e alla <strong>di</strong>vulgazione<br />
dei monumenti antichi secondo un programma operativo<br />
e legislativo senza precedenti3 . Al tempo stesso, l’imponente<br />
cantiere archeo<strong>lo</strong>gico offriva continue occasioni<br />
scientifiche <strong>di</strong> sperimentare innovativi meto<strong>di</strong> e tecniche<br />
<strong>di</strong> intervento, prelievo, restauro e conservazione sia sui<br />
reperti prelevati, sia sui manufatti architettonici riportati<br />
alla luce; pertanto, a fronte dei frequenti limiti rilevati<br />
dalla storiografia più accre<strong>di</strong>tata, alla base del notevole<br />
1 Pompei, casa dei Vettii. <strong>La</strong> domus<br />
al momento della scoperta nel<br />
1896 in una foto <strong>di</strong> repertorio.<br />
2 C.F. Harsdorff, progetto per la<br />
Frederiks Church, 1754 (Copenhaghen,<br />
Kunstakademiets).<br />
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