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19.06.2013 Views

4 210 4 Veduta dello Stretto dalle alture della Calabria. Una sottile striscia di Mediterraneo rare occasioni si riparano nelle piccole rade della riviera protette da barriere composte da numerosi massi cubici di cemento, che hanno sostituito in buona parte i tetrapodi. Quando è proprio burrasca scompaiono alla vista rifugiandosi in una zona più sicura nei pressi di Capo Rasocolmo. Gli stralli nemmeno si vedono da lontano; solo a volte si percepiscono perché luccicano colpiti dagli ultimi raggi del sole al tramonto. Nella bella stagione sono più frequenti le grandi navi da crociera, che solcano il Mediterraneo e passano lo Stretto per raggiungere le isole greche. Le precedono le veloci pilotine della capitaneria, che minuscole rispetto alle mastodontiche navi le conducono all’ingresso del porto. Anche le barche da diporto aumentano e non è difficile vedere gare di tavole a vela o di piccole barche sportive con le vele variopinte che si gonfiano al vento nei pressi della sede della lega navale. Nel periodo autunnale e invernale passano sempre le solite navi portacontainer e le navi traghetto delle ferrovie e delle compagnie private, riconoscibili dalla forma e dal colore. Alcune, più grandi delle altre, sono delle navi traghetto di origine svedese o danese. Hanno la parte inferiore dello scafo dipinta di un colore verde scuro. Dai nomi e dalle carte nautiche esposte nei saloni di coperta si capisce che prima di navigare

Mario Manganaro nello Stretto di Messina facevano sevizio di traghettamento nello Stretto di Kattegat. Ad ore precise si vedono comparire le navi ro-ro con la tozza prua, che fanno la rotta Messina Salerno o Catania Salerno e gli aliscafi, compatti e veloci che vanno e vengono dalle isole Eolie. La superficie del mare, liscia come l’olio o appena increspata durante l’estate prende tutti i toni del blu e dell’azzurro, mentre d’inverno quando c’è vento o burrasca, cambia colore virando sul verde o grigio piombo e le onde s’innalzano con lingue bianche e rotolanti di spuma. In queste occasioni il traffico delle navi diminuisce. Quello locale addirittura si ferma se le onde sono molto alte e pericolose per gli scafi dei mezzi veloci o delle navi traghetto, mentre qualche nave che proviene da lontano preferisce ripararsi temporaneamente nella rada di Paradiso. La lingua di terra che divide il mare Ionio dal Tirreno e che si spinge in avanti con l’antica fortificazione, segna la punta estrema del Capo Peloro e costituisce insieme alla rocca di Scilla una simbolica porta dello Stretto. L’abitato di Torre Faro sta su questa lingua di terra tra il mare e i pantani di Ganzirri, in cui si è sempre praticata la molluschicoltura. Sono dei luoghi con una vegetazione speciale per cui molti uccelli migratori di passaggio si fermano temporanea- 211 5 Veduta dello Stretto da Cannitello. 5

Mario Manganaro<br />

nel<strong>lo</strong> Stretto <strong>di</strong> Messina facevano sevizio <strong>di</strong> traghettamento nel<strong>lo</strong> Stretto <strong>di</strong> Kattegat.<br />

Ad ore precise si vedono comparire le navi ro-ro con la tozza prua, che fanno la rotta<br />

Messina Salerno o Catania Salerno e gli aliscafi, compatti e ve<strong>lo</strong>ci che vanno e vengono<br />

dalle isole Eolie.<br />

<strong>La</strong> superficie del mare, liscia <strong>come</strong> l’olio o appena increspata durante l’estate prende<br />

tutti i toni del blu e dell’azzurro, mentre d’inverno quando c’è vento o burrasca, cambia<br />

co<strong>lo</strong>re virando sul verde o grigio piombo e le onde s’innalzano con lingue bianche<br />

e rotolanti <strong>di</strong> spuma. In queste occasioni il traffico delle navi <strong>di</strong>minuisce.<br />

Quel<strong>lo</strong> <strong>lo</strong>cale ad<strong>di</strong>rittura si ferma se le onde sono molto alte e perico<strong>lo</strong>se per gli scafi<br />

dei mezzi ve<strong>lo</strong>ci o delle navi traghetto, mentre qualche nave che proviene da <strong>lo</strong>ntano<br />

preferisce ripararsi temporaneamente nella rada <strong>di</strong> Para<strong>di</strong>so.<br />

<strong>La</strong> lingua <strong>di</strong> terra che <strong>di</strong>vide il mare Ionio dal Tirreno e che si spinge in avanti con<br />

l’antica fortificazione, segna la punta estrema del Capo Pe<strong>lo</strong>ro e costituisce insieme<br />

alla rocca <strong>di</strong> Scilla una simbolica porta del<strong>lo</strong> Stretto.<br />

L’abitato <strong>di</strong> Torre Faro sta su questa lingua <strong>di</strong> terra tra il mare e i pantani <strong>di</strong> Ganzirri,<br />

in cui si è sempre praticata la molluschicoltura. Sono dei luoghi con una vegetazione<br />

speciale per cui molti uccelli migratori <strong>di</strong> passaggio si fermano temporanea-<br />

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5 Veduta del<strong>lo</strong> Stretto da Cannitel<strong>lo</strong>.<br />

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