lo spazio come indicatore dell'identità urbana - La scuola di Pitagora ...
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L'approccio modellistico nella rappresentazione della complessità in ambito eco<strong>lo</strong>gico<br />
luogo a comportamenti g<strong>lo</strong>bali caratterizzati da proprietà che possono essere completamente<br />
estranee agli elementi del sistema nella sua configurazione iniziale (proprietà<br />
emergenti). <strong>La</strong> cellula, ad esempio, può essere considerata un sistema complesso:<br />
tutti i componenti cellulari ovvero, il nucleo, il nucleo<strong>lo</strong> e gli organuli cellulari<br />
sono in continua comunicazione tra <strong>lo</strong>ro, scambiano continuamente informazioni,<br />
materiali, energia. Il DNA del nucleo <strong>di</strong> una cellula conserva l’informazione<br />
genetica ed è responsabile dell’autoreplicazione. <strong>La</strong> vita è in questo continuo fluire,<br />
in tutte le <strong>di</strong>rezioni, <strong>di</strong> informazioni, è l’informazione che permette la <strong>di</strong>namica delle<br />
attività e dei continui aggiustamenti degli equilibri interni alla cellula e <strong>di</strong> quelli tra<br />
la cellula l’ambiente, ovvero del sistema più ampio che la contiene.<br />
Una città può essere considerata un sistema complesso: se guar<strong>di</strong>amo la pianta <strong>di</strong><br />
una città con gli occhi della complessità riconosciamo in essa il “sistema urbano”.<br />
Strade, vie, vicoli, piazze, ponti collegano le <strong>di</strong>verse parti della città. <strong>La</strong> città emerge<br />
<strong>come</strong> realtà “complessa”, “tessuta insieme”, che è poi il significato etimo<strong>lo</strong>gico della<br />
parola latina “complexus”. Le città nascono e si sviluppano in funzione della possibilità<br />
creatrice <strong>di</strong> stabilire e sviluppare un sistema efficiente <strong>di</strong> scambi, flussi, relazioni.<br />
È interessante notare che un sistema complesso sia nel contempo qualcosa <strong>di</strong> più e<br />
qualcosa <strong>di</strong> meno <strong>di</strong> quella che potrebbe venir definita <strong>come</strong> la somma delle sue parti.<br />
Il metodo meccanicistico-riduzionista vede la realtà fenomenica <strong>come</strong> un insieme <strong>di</strong><br />
rapporti lineari tra cause ed effetti, <strong>di</strong>stinguendo nettamente le prime dai secon<strong>di</strong>. Il<br />
concetto <strong>di</strong> “sistema”, al contrario, nasce proprio dal riconoscimento della inter<strong>di</strong>pendenza<br />
g<strong>lo</strong>bale: essa non segue percorsi <strong>di</strong> tipo lineare ma dà vita piuttosto ad un<br />
processo circolare in cui il mutamento della parte mo<strong>di</strong>fica il sistema g<strong>lo</strong>bale che a<br />
sua volta rimo<strong>di</strong>fica (feedback) la parte, fino a che il sistema non si stabilizza, grazie<br />
ai meccanismi omeostatici <strong>di</strong> cui è dotato. L’approccio sistemico conduce ad una visione<br />
della realtà assai <strong>di</strong>versa da quella del model<strong>lo</strong> meccanicista-riduzionista, con un mondo assai<br />
più ricco, ma anche più <strong>di</strong>fficile da gestire. Si riba<strong>di</strong>sce che scopo della scienza è quel<strong>lo</strong><br />
<strong>di</strong> approssimare sempre meglio la descrizione della realtà, ma se tale realtà è evidentemente<br />
complessa è inevitabile affrontarne <strong>lo</strong> stu<strong>di</strong>o con un approccio sistemico che riconosce pienamente<br />
tale caratteristica senza operare eccessive e limitanti semplificazioni.