lo spazio come indicatore dell'identità urbana - La scuola di Pitagora ...
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Architettura e paesaggio storico nella Valle <strong>di</strong> Pompei<br />
grande precisione e in polemica con i “dotti” della corte aragonese da Flavio Biondo<br />
nell’Italia illustrata composta tra il 1448 e il 1458:<br />
«I scrittori antichi <strong>di</strong> la <strong>di</strong> Napoli pongono per <strong>lo</strong> lito del mare, Pompei, che fu un vico amenissimo, e piacevolissimo<br />
a Romani. Veggiamo in errore molti dotti, che sono a questa età presso il Re in molta stima,<br />
perche credeno, che Pompei et Herculaneo fussero là, dove è hora la Torre d’Ottavi; è però noi con un testimonio<br />
antico <strong>di</strong>mostreremo, dove fusse Pompei che fu un vico ben lungo, e pieno <strong>di</strong> bellissime ville, a<br />
punto dove è hora la Nunziata, e castel<strong>lo</strong> ad mare» 27 .<br />
Sulla scorta del Biondo, Leandro Alberti nella Descrittione <strong>di</strong> tutta Italia, pubblicata<br />
a Bo<strong>lo</strong>gna nel 1550, riporta:<br />
«ritrovasi vicino al fiume Sarno (che sbocca nel mare) i Pompeij non molti dal monte Vesuvo <strong>di</strong>scosti (<strong>come</strong><br />
<strong>di</strong>ce Plinio) et parimente vicini alla foce <strong>di</strong> detto fiume, secondo Strabone […] Erano questi Pompeij una<br />
lunga contrada dalla quale derivavano alquante belle e vaghe contradelle et villette» 28 .<br />
L’in<strong>di</strong>viduazione del sito <strong>di</strong> Pompei venne definitivamente sancita dall’inserimento<br />
nella città nell’affresco dell’Italia antiqua nella galleria delle Carte Geografiche in Vaticano<br />
(1580ca) 29 . Il Danti, utilizzando carte preesistenti e le illustrazioni storiche del<br />
Biondo e <strong>di</strong> Leandro Alberti, delineò una precisa configurazione dei luoghi <strong>di</strong>fferenziando<br />
le carte dell’Italia antiqua (fino al VI seco<strong>lo</strong> d.C.) e dell’Italia nova (l’Italia<br />
della seconda metà del seco<strong>lo</strong> XVI).<br />
I primi ritrovamenti sulla collina della Civita, sotto la quale giaceva Pompei, risalgono<br />
all’epoca della costruzione del Canale <strong>di</strong> Sarno, eseguita sotto la <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong><br />
Domenico Fontana tra il 1592 e il 1600, quando la realizzazione dell’acquedotto -<br />
che «dové attraversare tutta la piana <strong>di</strong> Pompei per trasportarsi l’acqua sino alla Torre<br />
[…] e incontrò tempj, case, strade, cripto-portici…. anzi per non rovinare alcuni e<strong>di</strong>ficj<br />
[il conte] fece formar degli scavi sotterranei a foggia <strong>di</strong> grotte» 30 - permise il rinvenimento<br />
<strong>di</strong> parti <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici e importanti iscrizioni pubbliche 31 .<br />
<strong>La</strong> storia ufficiale registra che so<strong>lo</strong> <strong>di</strong>eci anni dopo le prime indagini nel territorio <strong>di</strong><br />
Ercolano, con il regno borbonico, il 30 marzo del 1748, vennero in<strong>di</strong>viduati i resti<br />
<strong>di</strong> alcuni e<strong>di</strong>fici pompeiani nel territorio del Quadrivio <strong>di</strong> Orfeo 32 . <strong>La</strong> scoperta, nel